Un caso clinico di Mobbing a scuola esercitato dall’insegnate su due alunne

di Rosaura Giovannetti

Un  giorno di un anno non molto lontano ricevetti nel mio studio la signora Maria L. che  sottopose alla mia attenzione fatti accaduti   presso un’Istituto Psicopedagogico  del centro italia tra lei e la professoressa di sua figlia docente in Latino

PREMESSO CHE:

Alla prima osservazione clinica ho potuto constatare un profondo disagio psicologico mentre mi narrava del colloquio, avuto con la professoressa , in merito alla richiesta di spiegazioni circa la “soluzione” che la stessa professoressa aveva proposto a sua figlia, Chiara e a una sua compagna  di classe, Paola, per risolvere la loro insufficienza in Latino. La prima “soluzione”, che  la professoressa consigliò a Chiara e alla sua compagna di classe fu:

a) cambiare sezione all’interno dello stesso Istituto in cui la materia Latino veniva insegnata con meno rigidità. Per questo, le due ragazze ebbero un colloquio con il Referente dell’Istituto, il quale rispose che non era possibile una simile proposta in quanto le sezioni erano già complete e organizzate.

La seconda “soluzione” consigliata dalla professoressa allora fu:

b) cambiare Indirizzo scolastico come, per esempio, Scienze Sociali.

C’è da aggiungere che Chiara e Paola, bocciate l’anno precedente, si sono trovate in una nuova classe con compagni che non  hanno facilitato il loro inserimento.

La mamma di Chiara, allora chiese spiegazioni alla professoressa di Latino circa il perché lei avesse consigliato a sua figlia le due “soluzioni” per risolvere il problema del Latino. Ma la professoressa negò di aver detto e suggerito a Chiara e a Paola tali “soluzioni”.

In famiglia di Chiara, comunque, analizzata la sua situazione del disadattamento scolastico dovuto sia all’isolamento dei compagni sia a quello della Professoressa,venne presa la decisione di  farle continuare l’anno scolastico in un altro Istituto, sebbene Privato perchè nelle Scuole Pubbliche, a gennaio, non c’era più posto.

Lo stato profondo di disagio psicologico della signora Maria, che colsi, quindi era la conseguenza dovuta, e dalla delusione provata nell’incontro con la professoressa, e in seguito, dalla sorpresa  “inaudita e scioccante” di ricevere dalla stessa una querela per ingiuria e/o diffamazione.

In seguito ho avuto dei colloqui con Chiara: una ragazza già proveniente da un disagio scolastico nelle Scuole Medie che  dietro suggerimento delle insegnanti , si sottopose ad una Psicoterapia di gruppo per sbloccare un suo comportamento introverso, chiuso , taciturno ,tendente a isolarsi dagli altri, terminata con esito favorevole dopo due anni.

Durante l’adolescenza non è difficile ricadere in stati depressivi se l’ambiente in cui si vive e ci si confronta non è favorevole ad una sana comunicazione soprattutto, se intervengono fattori di sfiducia, incomprensione, emarginazione. E questo è accaduto a Chiara che oggi è ricaduta in seguito al  “doppio rifiuto”, compagni di classe e professoressa ad uno  stato emotivo fragile tendente al pianto e, spesso, a chiudersi senza accenno di risposte alle domande. Riferisce  che ha difficoltà ad addormentarsi, spesso soffre di emicrania e questo le comporta una difficoltà a concentrarsi. Con il cibo alterna momenti di grande fame a momenti di rifiuto e questo le causa delle difficoltà digestive. I rapporti interpersonali sono allentati se non abbandonati e questo si riflette nella carenza della cura di sé: niente più trucchi, né scelta di abiti  e pettinature personalizzate.   Sono segnali evidenti di una Depressione che aveva in passato, che con la Psicoterapia di Gruppo aveva risolto e che oggi è ritornata da spiacevoli  incidenti di percorso: la precedente bocciatura, l’inserimento in  un gruppo-classe emarginante, il rapporto conflittuale soprattutto con la professoressa di latino e la impossibilità a vedere una via di uscita se non, a metà anno scolastico, a cambiare Istituto (condizione inappellabile data dalla docente di latino) per non essere di nuovo bocciata e non ridare un altro dispiacere ai suoi genitori.

La Depressione può essere vinta con appropriate terapie  ma, può ripresentarsi quando ci si confronta con un ambiente ostile e con persone non adatte alla nostra sensibilità. Chiara  non è stata capita,  accettata e aiutata , in maniera  educativa, dalla Scuola che oggi, dai principi della Nuova Riforma Scolastica, non ha più solo il compito di svolgere il Programma Ministeriale ma, soprattutto  ha il compito di lavorare con i ragazzi sulla conoscenza del sé corporeo, di allestire laboratori creativi  atti a sbloccare dinamiche di relazione conflittuali che  possono nascere dalla relazione insegnanti-alunni, alunni-alunni fino al raggiungimento dell’obiettivo primario che è: LA CONVIVENZA CIVILE.

Mi sorprende che questo sia accaduto all’Istituto Psicopedagogico!..Mi chiedo..perchè la professoressa non ha chiesto il supporto psicologico scolastico per affrontare e non “ lasciar andare via” dalla scuola  Chiara e Paola, visto che si  è resa conto che non era solo il problema Latino ma, che Chiara, alle volte non era a scuola.

Analizzando attentamente il caso  e le sue risposte comportamentali (di fatto Chiara e Paola hanno aderito a una delle soluzioni della loro professoressa di cambiare Istituto con aggravi non solo economici ma, ogni cambiamento produce stress e richiede un investimento psicologico non indifferente) ho dedotto che ci sono gli elementi per una diagnosi di MOBBING A SCUOLA non esercitata dal dirigente scolastico verso gli insegnanti o tra insegnanti o nel cosidetto “bullismo” tra ragazzi o tra ragazzi e insegnanti.  Questo episodio  denuncia  l’esercizio di un potere , tra l’altro educativo, che gli insegnanti “ possono” esercitare , essendo “pubblici ufficiali” sia sulle famiglie, sia sugli alunni. La signora Maria  che si è permessa di chiedere spiegazioni alla professoressa di Latino di sua figlia, si è vista arrivare una querela penale. Sì forse la signora Maria delusa, amareggiata tradita dall’obiettivo educativo della Scuola per sua figlia, avrà pure borbottato, ma che insegnamento è rispondere con una querela e togliersi dalla classe, posto di lavoro, persone che hanno più bisogno degli altri di attenzione e di guida?

Sto scrivendo di “persone” e non elementi e non numeri, né del registro di classe.

Ma che cos’è il Mobbing? Letteralmente significa “assalire con violenza psicologica”- E’ stato osservato e analizzato inizialmente nell’ambito dei comportamenti tra gli animali dallo zoologo Konrad Lorenz per definire l’aggressività nei confronti di un intruso e per analogia è stato utilizzato anche nel campo della Psicologia Umana . Fonte del Mobbing non è solo il luogo del lavoro o l’ambiente( militare, scolastico, associativo, familiare, dello spettacolo, sport..) quanto  la distorsione di determinate dinamiche relazionali che scatenano una serie di comportamenti ed effetti negativi. E paradossalmente proprio nelle scuole, luogo di formazione per antonomasia che si stanno, sempre più, verificando fenomeni di Mobbing. Chi subisce il Mobbing soffre generalmente di Depressione ed è spesso una persona che vive una catastrofe emotiva composta dalla triade: depressione-ansia-panico-Gli effetti comportamentali di chi subisce il Mobbing sono il trasferimento, le dimissioni o l’autoeliminazione dall’ambiente di lavoro mentre le cause cliniche sono: sofferenze psicologiche , psicosomatiche e sociali. Heins Leymann definisce il mobbing come “una forma di terrorismo  psicologico che implica un atteggiamento ostile e non etico posto in essere in forma sistematica da uno o più soggetti ( mobbing trasversale: professoressa più compagni di classe), di solito nei confronti di un unico individuo che, a causa di tale persecuzione, si viene a trovare in una condizione indifesa e diventa oggetto di continue attività vessatorie …perde l’autostima, cade in depressione e si ammala, in casi estremi si suicida”.( ricerca da internet).

Attualmente  Chiara necessita di una Psicoterapia individuale con frequenza di due sedute settimanali.per riparare a un danno  profondo certamente non provocato da sé stessa.

La redazione desidera aprire uno Spazio – Scuola rivolto a tutte le età  scolastiche e ai genitori affinchè  questo spazio possa raccogliere le vostre storie e insieme cercare le migliori soluzioni perché la scuola diventi un luogo di crescita, di esperienze positive, di incontro.

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43 Risposte to “Un caso clinico di Mobbing a scuola esercitato dall’insegnate su due alunne”

  1. luigiagulli Says:

    Leggendo questa storia,mi viene in mente che anche quella di mia figlia potrebbe essere una ennesima dimostrazione che il mobbing da insegnante ad alunno esiste.La ragazza al primo anno di liceo classico ha cambiato scuola,nel nuovo istituto ha trovato un ambiente accogliente,anche se dal punto di vista relazionale non ha mai avuto alcun problema poichè è una ragazza solare.A metà anno una insegnante mi ha detto che è una delle peggiori riguardo la sua materia,nelle altre è sufficiente!Bene, considerando che nella vecchia scuola non avevano svolto per intero i programmi, la ragazza ha dovuto faticare per rimettersi in pari seguendo per due volte a settimana lezioni private(profumatamente pagate).A fine anno tre debiti.Ok,per tutta l’estate corsi di recupero(male organizzati e gestiti dalla scuola),lezioni private anche in vacanza.Settembre:esami per il recupero del debito sostenuti pochi giorni prima della riapertura della scuola,esito:bocciata!!!!!perchè l’insegnante suddetta ha pensato che non sarebbe stata in grado di affrontare quanto richiesto nel successivo anno scolastico.Mi chiedo dove fossero tutti gli altri insegnanti che a giugno avevano valutato sufficientemente la ragazza nelle loro materie.Leccandosi le dolorose ferite come un cane bastonato mia figlia ricomincia l’anno rimboccandosi le maniche,frequentando i corsi di recupero a scuola ,lo sportello didattico,le lezioni private(le solite due volte a settimana).Morale:debito nelle stesse due materie!
    E’ possibile che sia io che mio marito,tra l’altro anche insegnanti dellaGLORIOSA SCUOLA PUBBLICA ITALIANA non ci siamo resi conto di avere una figlia deficiente?La stessa figlia che all’orale non ha problemi,ma “lo scritto è quello che è”,la stessa figlia che prende 7 a italiano ,inglese……. Come uscire da questa situazione?Adesso lei è terrorizzata dal fatto che a settembre possa ripetersi la stessa cosa dello scorso anno in nome di un decreto che lega gli insegnanti che si vedono costretti a bocciare se non si raggiunge la sufficienza in tutte le materie.Cosa dire delle umiliazioni in famiglia,tra gli amici di sempre alcuni dei quali compagni fin dall’asilo,della mortificazione nel vedere quei compagni che hanno marinato la scuola,quelli che hanno evitato interrogazioni e compiti in classe per ritrovarsi promossi!cosa dire del senso di frustrazione e di inadeguatezza che si è sviluppato in lei?
    Scusatemi per lo sfogo ma sono veramente avvilita e non riesco a vedere neanch’io una via d’uscita se non quella di un istituto privato.Se questa è la scuola pubblica!!!!!!!!

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  2. MARIA Says:

    cara luigia gulli, sono la mamma di un ragazzo che frequenta il 4° anno del
    liceo scientifico e posso dirti che sono in una situazione forse peggiore della
    tua. mio figlio fin dal primo anno di liceo ha subito continui sopprusi da
    parte di una insegnante la quale nonostante siano 4 anni che frequenta
    lezioni private (ti lascio immaginare i soldi che abbiamo speso), continua a
    prendere 3 nelle interrogazioni e nei compiti. voglio precisare che nessuno
    altro insegnante si lamenta , ne mio figlio e’ un lavativo o maleducato, anzi forse il suo rispetto per gli altri lo porta a volte ad assere timido per paura di offendere il prossimo. questa insegnante continua a sgridarlo durante le interrogazioni e nei compiti lo fa sedere in cattedra, puoi immaginarti i commenti dei compagni. con questo comportamento il ragazzo non fa altro che andare nella piu’ completa confusione e per paura di sbagliare tante volte non risponde. ora io mi chiedo, visto che gli altri insegnanti sono a conoscenza di questa situazione e anche il preside, che peraltro e’ una situazione che si presenta con la maggior parte dei suoi studenti, come possano permettere che atti di vero “TERRORISMO PSICOLOGICO”, possano esercitarsi a scuola. quella stessa scuola che dovrebbe insegnare ai ragazzi il rispetto. VERGOGNA.

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  3. caterina Says:

    ho un bambino che frequenta il 3° anno della scuola primaria e in questi giorni è accaduta l’ennesima manifestazione di ostilità da parte di una maestra.Altro che mobbing verso un bambino che non può riuscire a difendersi di fonte a false accuse da parte dei compagni che incitati dall’insegnante continuavano ad alzare la mano e a raccontare uno alla volta ciò che mio figlio nel tempo passato aveva fatto (del tipo mi ha dato una spinta , mi ha storto un braccio ….cose che tra bambini avvengono quotidianamente o mi da fastidio) e lei, pur vedendo che piangeva dicendo che qualcosa era vero ma altro no, continuava a sgridarlo. ho saputo questa cosa da alcuni compagni che indignati hanno raccontato l’accaduto ai genitori, mio figlio non mi diceva nulla perchè si è convinto che tutto ciò che accade è per colpa sua e questo nonostante viva a casa un clima sereno e rassicurante .che bella scuola! l’offerta formativa riguarda l’insicurezza la paura le ingiustizie e il mettere uno contro ‘altro.

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  4. sabrina Says:

    Salve sono una mamma di un ragazzo di 13 anni…in 5° elementare ha subito innumerevoli ingiustizie da parte di insegnante e compagni dopo tante violenze psicologike ha reagito passando lui da violento e aggressivo..arrivarono addirittura a diffamarlo.non voleva piu andare a scuola peggiorando nel comportamento e nello studio..ora è in prima media e grazie ad una presentazione dele elementari lo hanno etikettato, in piu un insegnante lo ha preso di mira punendolo ogni giorno e mettendolo in un banco da solo.ho parlato con la dirigente che ovviamente ha preso le difese dell insegnante vorrei sapere se è giusto punire un ragazzo tenendolo in piedi durante la lezione perchè un suo compagno glii ha tirato una carta e lui glii ha detto di farla finita…mio figlio nn può difendersi ne parlare se subisce torti dai compagni anzi viene punito lui su 25 alunni è l’unico che viene ripreso e punito in piu offeso dalla stessa insegnante con parole pesanti.mio figlio nn dorme piu, piange teme tutto, non ha piu stima in se stesso e da 2 mesi a questa parte questa situazione sta danneggiando anche me…cosa posso fare?ki può aiutarci per far finire questo calvario?mio figlio in lacrime mi ha detto che vuole morire…io ho paura…grazie…

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  5. Maurizio Says:

    Cari Genitori,

    ho scoperto con sorpresa questo sito e mi rendo conto solo ora come certi argomenti siano davvero troppo “scomodi” per essere trattati dalle TV sia di Stato sia private.

    Per fortuna c’è Internet.

    La mia storia è molto semplice, simile per molti versi alla Vostra. Mia figlia è sempre andata benissimo (con rischio di essere considerata una “secchiona”) alle medie e approda (su sugerimento delle sue professoresse) ad un “antico e glorioso” Liceo-Ginasio di una grande città del nord. Scusate se non dico qual’è l’istituto ma siccome il Preside mi ha già minacciato di ricorrere a “suoi amici Giudici” preferirei non dargli una mano a mandarmi in galera per diffamazione a mezzo stampa e, davvero, rovinare del tutto la vita di mia figlia oltre alla mia.

    Andiamo ai fatti. L’insegnate di due materie portanti del Ginnasio ha deciso (lei di suo o istigata, ora o da 20 anni non so, non è mia competenza appurarlo) di selezionare chi doveva passare alla 5^ in base a:

    1) capacità extra di comprensione (ovvero innata genialità)
    2) censo, ovvero capacità di pagarsi a gogò lezioni private

    Prese questa strategica decisone il modus operandi è semplice: ficcano 1— sui compiti fin dal primo giorno a seguito di lezioni tenute sommariamente, concetti difficilissimi spiegati in poche parole e subito inseriti nei compiti, nozioni secondarie spiegate qualche mese prima e reinserite nei compiti qualche mese dopo.

    Oltre a questo, ovviamente prese in giro scherzose e “amichevoli” per le somare (e i somari) e azione di rinforzo per isolare rispetto gli altri chi si opponeva impartendo punizioni collettive anche quando era chiaro ed evidente che l'”indisciplinata” era stata una sola.

    Ho ascoltato per mesi queste storie facendo con cortesia presente all’insegnate che mia figlia stava registrando emotivamente la cosa e mentre da parte nostra ci si impegnava anche (magari tardivamente) a farle dare una mano con un’insegnate privata (seppure con contrarietà perchè si riteneva che la scuola pubblica dovesse essere per sé sufficiente) da parte della signora in questione nulla, nessun arretramento: segnati i predestinati a continuare e quelli a mollare si trattava solo di separare i ragazzi, minacciare chi di coscienza pur essendo bravo non se la sentiva di tradire i compagni e continuare sulla sua strada.

    Arrivato al limite per un paio di episodi di mobbismo collettivo chiari e manifesti che hanno portato l’ennesima insufficienza grave al (solito) 50% della classe ho provato a contattare il Preside il quale prima mi ha rimandato all’insegnate con la quale ovviamente è scoppiata una lite e alla quale ho fatto presente che eravamo al limite di una denuncia per danno biologico e mobbismo. Infine indotto dalla necessità il Preside ci ha incontrati salvo minacciarci due minuti dopo l’inizio della conversazione di “rovinarci” perchè lui “conosce fior fior di avvocati e ci sono Giudici pronti a farci passare guai seri” o qualcosa del genere, le parole esatte non le ricordo ma il concetto che ho afferrato era proprio questo, a mio opinabile, parere condiviso dalla moglie che ha potuto riprendersi solo dopo un bichiere d’acqua nel vicino bar e qualche minuto di crollo psicologico.

    Quindi da genitori che avevano il diritto di capire cosa sta succendedo alla propria figlia ci ritroviamo minaccati da un Preside che nella Scuola Pubblica, quella che noi paghiamo con le nostre tasse, quella che noi sosteniamo con il nostro lavoro e che dovrebbe formare il futuro del nostro Paese può quello che vuole perchè “ha conoscenze”.

    Lascio a voi immaginare cosa penso di un Giudice che per difendere un’istituzione così contro una ragazzina di 14 anni si farebbe pilotare e in quale Paese mi sentirei di vivere se fosse vera questa affermazione. Spero non sia così, non solo per me e per mia figlia ma per i 50 milioni di italiani che ci vivono.

    Andiamo avanti. Finita queste sceneggiata e noi fuori dalla scuola mia figlia viene chiamata, sottoposta ad interrogatorio davanti a due suoi compagni chiamati a loro volta a testimoniare sull’operato della professoressa avvisati di dire solo cose che potevano anche ripetere davanti ad un Giudice. Addirittura chiede, a due ragazzi di 14 anni (!!) se ritengono che la loro compagna abbia subito mobbing da parte della loro professoressa, in questo esercitando una violenza psicologica degna del peggiore dei peggiori atti mobbizzanti. Sic transit gloria mundi per dirla alla maniera di chi ha studiato al “loro” Classico!

    Ecco il quadro.

    Ovviamente le uniche insufficienze gravi di mia figlia sono nelle materie insegnate dalla signora e tutto il resto se non brillante è passabile e recuperabile. Ad oggi chiaramente e dopo un anno di mobbing sulle materie portanti, però, non posso neanche sapere se lo “spegnimento” di cervello di una brillante ragazzina di 14 anni sia legato alla sua asineria (!!) o all’azione psicologica di una signora supportata e appoggiata da un Preside che al posto di capire le ragioni di una ragazza senza difesa (secondo loro, almeno) mantiene e sostiene e (devo dirlo a questo punto) caldeggia un sistema di selezione basato istituzionalmente sul censo e sul mobbig come arma attuativa.

    Amarezza? Tanta.

    Voglia di combattere molta ma ovviamente chi ha soldi, potere e forza non sono certo io. Non io da solo, non io con una professione in contrazione, 48 anni, affetto da connettivite diffusa indifferenziata, stanco e poco propenso a farmi tritare in una solitaria battaglia contro un’Istituzione che fino a ieri vedevo come amica, come alleata e ora vedo come mostro, nemico della mia famiglia, del futuro di mia figlia.

    Intanto cambieremo scuola e ringrazieremo di avere perso solo un anno (se la ragazza sarà. come prevedo a questo punto, rimandata o peggio bocciata) e poi, coi dovuti modi avviseremo amici e colleghi e parenti e altri (se possibile) di non portare i figli in quel “glorioso istituto”. Ad oggi neanche penso di fare altro e mi dispiace perchè mentre non ho potuto risparmiare mia figlia da questa cocente delusione (che cercheremo insieme a lei di superare) non so come (senza rischiare tanti e tanti guai) risparmiare la stessa delusione e la stessa amarezza a tanti e tante ragazze e ragazzi che trovano una bella porta sul loro futuro, una porta di violenza verbale, ricatti, minacce, imbarbarimento della collettività.

    Accetto volentieri suggerimenti e consigli su come rimettere in pista mia figlia e SOPRATTUTTO su come evitare di portarla in un altro istituto che applichi lo stesso stile di selezione inumana. Due volte sarebbe davvero troppo.

    Grazie

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  6. maddalena Says:

    Sono la mamma di una bimbo che frequenta la seconda elementare e sta subendo mobbing da maestre bambini e genitori per ora il suo carattere forte e allegro lo fa tenere ma è stato completamente isolato da bambini e genitori e soffre del fatto che nessuno lo invita più a casa e nessuno vuole venire a casa nostra tutto questo perchè io mi sono permessa di esercitare il mio diritto di genitore di far notare cose che non andavano bene questo ci ha fatto mettere alla gogna, io ho parlato con il dirigente scolastino ma è tutta una mafia ed ora sto vagliando anche un esposto sono in……..ata nera perchè tutti in quella classe sperano che mio figlio vada via io non lo faro’ mai non posso insegnare a mio figlio a scappare dalle avversita’ la vita purtroppo ne presentera’ a bizzeffe datemi un consiglio per favore!

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  7. goodmorningumbria Says:

    gentile signora maddalena, nella sua gradita lettera non ci dice da quale città ci scrive, comunque faremo leggere il suo caso alla nostra psicologa, e sappia che goodmornoingumbria è disponibile a dare voce al suo disagio.
    in email troverà il num. telef. della d.ssa giovannetta e vista la delicatezza della sua situazione è opportuno che lei abbia una telefonata riservata.
    cordiali saluti
    francesco la rosa

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  8. maddalena Says:

    Sono Maddalena che ha lasciato il commento sul mobbing da parte delle maestre genitori e bambini scrivo da Roma ed ora mi stanno venendo anche i sensi di colpa perchè per mandarlo in quella scuola che mi era stata tanto raccomandata ho fatto i salti mortali grazie per il numero della dr.ssa la chiamerò grazie di ascoltarmi anche questo serve saluti maddalena

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  9. claudia Says:

    salve a tutti!! sono la mamma di 3 bimbi, la piu’ grande di 9 anni frequenta la terza elementare. lunedi’ mattina e’ entrata a scuola alle 10.30 e non essendoci io ma la nonna non ha mesdso il grembiulino. era vestita con un vestitino a palloncino smanicato con sotto una polo grigia e per essere certa di poter giocare tranquilla nel giardino della scuola si era messa un pantaloncino sotto il vestito, e un paio di sandali non infradito.
    durante l’intervallo la bambina ha chiesto il permesso di togliersi la polo poiche’ aveva caldo, e la mestra S. le ha detto di si’ …..avviandosi verso il bagno la bimba sente un’altra maestra V. che commenta l’abbigliamento come ridicolo l’altra ancora E. risponde: aspetta che andiamo in classe poi la sistemo io.
    peccato che mia figlia dal bagno aveva gia’ sentito tutto.
    finito l’intervallo rientrano in classe e la maestra V. viene chiamat in classe dalla maestra E. per commentare davanti a tutti l’abbigliamento di mia figlia , ovviamente la maestra V ripete davanti alla classe : oggi sei proprio ridicola!!!
    arrivata a casa la bimba me lo racconta e a dire proprio la verita’ sono andata in crisi…….
    la sera la maestra V mi chiama per scusarsi…….troppo tardi e l’indomani vado a scuola ad affrontare la maestra E.
    entrambe si passano la palla ….peccato che tutti i bambini della classe l’hanno raccontato a casa….voglio scrivere una lettera al dirigente….qualcuno mi puo’ aiutare?
    grazie claudia

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  10. simonetta simonetti Says:

    ciao io sono la mamma di vittoria 20 anni…da 4 frequenta la scuola di abbigliamento e moda all’istituto civitali di lucca, e da 4 anni la professoressa di disegno l’ha vessata umiliata in tutte le maniere fino all’esame di maturita durante il quale ha fatto faccine risolini per tutto il tempo tali da ridurre a brandelli chiunque sotto stress da 4 anni aggiunto a quello della maturita. io la voglio denunciare per mobbing. chi mi aiuta. grazie

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  11. laura Says:

    ciao sono la mamma di due ragazzi che frequentano le scuole superiori entrambi la seconda anche se uno ha due anni in più, ed entrambi subiscono vessazioni e umiliazioni di vario genere da parte di alcuni insegnanti …e pensare che il maggiore ha anche la diagnosi di dislessia che puntualmente viene considerata carta straccia !!!! Sono stanca di lottare per difendere i loro diritti e sentirmi sempre dire che è colpa mia perchè li difendo….E’ possibile che gli studenti non abbiano nessun diritto neanche quello di poter studiare !!!!!

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    • simonetta simonetti Says:

      professoressa ceccherelli istituto abbigliamento e moda a lucca….e’ riuscita a far bocciare mia figlia all’esame di maturita prima di iscrivere vostra figlia accertatevi che non sia tra gli insegnanti

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  12. Simona Diotalevi Says:

    Sono una mamma di Genova e anche io ho una figlia che sta subendo qualsiasi cosa a scuola: vittima di bullismo da parte dei compagni che l’hanno ostracizzata dalla classe, l’insegnante di greco e latino le ha anche detto che era colpa sua (colpevolizzando la vittima) per come si vestiva: un paio di jeans e una maglia con i suoi gruppi musicali preferiti! Entrata in depressione il suo risultato scolastico è andato naturalmente in calo. A fine anno (e non prima) vengo chiamata perché mia figlia ha cinque e mezzo di greco e latino e quattro di matematica. I voti non chiedono bocciatura, ma la professoressa vuole togliersela dai piedi e parla di immaturità della ragazza e fallimento educativo della famiglia, la ragazza non ha le doti necessarie a frequentare il liceo classico. La professoressa di italiano mi dice esplicitamente che non è assolutamente d’accordo con il giudizio della collega di latino: reputa la ragazza molto più matura della sua età. Per lei è solo un problema che supererà. Risultato:bocciatura. Andiamo dalla psicologa per indagare ed approfondire: la ragazza ha un quoziente intellettivo notevolmente superiore alla norma con un QI verbale 150 (140 è il QI di un genio). Sia la psicologa che la neuropsichiatra dichiarano che la fanciulla ha la maturità di una ventenne e tutte le carte in regola per fare il liceo classico, ha la depressione a causa di ciò che ha subito e nessuna stima di se’ per cui dovremo fare degli interventi mirati per ricostruire la fiducia in se stessa. Era diventata autolesionista e ha tentato il suicidio perchè rifiutata dai vecchi compagni e dalla scuola. Ha cambiato compagni, anche insegnanti ,ma alcuni sono rimasti. Non ha voluto cambiare scuola per il terrore di essere rifiutata anche dalla nuova scuola, instaurando un volano autolesionistico comunque. Abbiamo anche scoperto che è discalculea, ma solo quest’anno ( ma dov’era la scuola che doveva segnalarlo anni fa?). Chi se ne frega, fa il liceo classico! E invece no! Allora abbiamo fatto la certificazione di discalculia. E ancora una volta ci sentiamo dire che è meglio cambiare scuola. E già di matematica tocca fare un piano personalizzato! troppo lavoro!
    La neuropsichiatra di nuovo conferma che lei può frequentare il liceo classico senza alcun problema dato il suo quoziente intellettivo così alto. Vado a parlare a scuola e mi dicono che loro non sanno che cos’è la discalculia. Parlo della sua depressione e mi sento dire “E, ma ora è tutto passato!” e che forse è meglio cambiare scuola e farne una più semplice! Ma la neuropsichiatra è scema? la Psicologa è alienata? Loro mi hanno detto il contrario.Chi sono ‘sti deficienti che decidono della vita di mia figlia, che accusano me di non essere in grado di educare mia figlia perchè non le ho dato i “paletti” giusti (sai dove glieli metto i paletti?) Come faccio a combattere contro tutto ciò? Io ho un’idea : siamo in tanti che abbiamo scritto qui, scriviamo a PORTA A PORTA alziamo un caso e diamolo in pasto alla stampa creiamo un’associazione e cerchiamo il patrocinio di uno studio di avvocati che facciano mettere in galera queste persone perchè sono dei pazzi e stanno uccidendo nell’anima i nostri ragazzi e non è giusto subire quest’arbitrio.

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    • laura Says:

      Purtroppo questo non sarebbe ancora abbastanza perchè il vero problema stà nel sistema scolastico completamente sbagliato e intervenendo a valle alla fine non cambierebbe molto.
      Come può uno stato lasciare in mano l’incarico della formazione dei
      giovani a persone che sono totalmente prive di formazione (cito una biro non ha mai insegnato a nessuno a scrivere) e soprattutto di predisposizione all’insegnamento! Dov’è la meritocrazia nella scuola ! Perchè a un’insegnante che crea terra bruciata attorno a sè gli viene permesso di continuare ad insegnare, meglio viene anche tutelato perchè si sà è sempre colpa delle famiglie o dei ragazzi!
      Sono stanca di pagare lo stipendio a chi non interessa proprio niente del futuro dei miei figli e poi dover pagare specialisti per aiutarli a venirne fuori
      Penso ormai sia arrivato il momento di cambiare e penso che di questo cambiamento ci dobbiamo prendere carico soprattutto noi genitori. Oltre a far smuovere le acque dobbiamo anche riuscire ad intervenire in quello che è il sistema e quindi arrivare in parlamento. Lo so che il mio progetto è molto, forse troppo ambizioso, ma sono convinta che con l’unione, la tenacia e la pazienza si possono ottenere risultati fantastici.
      Questo lo dobbiamo ai nostri figli e anche a quei pochi (ma per fortuna che ci sono) insegnanti che davvero conosco il significato della parola: insegnare!
      Cerco supporto per mettere in atto questo mio progetto!

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      • Simona Diotalevi Says:

        Sono tua alleata, per i nostri ragazzi questo ed altro. Non possiamo aspettare che degli incompetenti continuino ad abusare di un potere che comunque non possono avere!
        Se hai proposte sono con te. Muoviamoci e speriamo che altri ci seguano!

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      • anna Says:

        HO UN BAMBINO IN 4 ELEMENTARE CHE DA 4 ANNI STA SUBENDO DI TUTTO E DI PIU’.MERCOLEDI’ E’ TORNATO CON IL PULMINO E INVECE DI VENIRE A CASA E’ SCAPPATO,PERCHE’ AVEVA PAURA DEL PADRE IN QUANTO CHIAMATO PER L’ENNESIMA VOLTA DALLE MAESTRE.LO ACCUSANO SEMPRE ,LO UMILIANO LO Sò PER CERTO,PERCHE’ HO MESSO NELLO ZAINO UNA MICRO SPIA.ADESSO HO DECISO CHE NON LO MANDO PIU’ A SCUOLA E DI RIVOLGERMI A QUALCUNO PER DENUNCIARE QUSTA COSA MA A CHI?

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    • anna Says:

      hai ragione ma come possiamo fare per farci sentire?Loro hanno sempre ragione sono i nostri figli che creano problemi,loro li vogliono aiutare a sotterrarli però.Oggi ho avuto l’ennesima litigata con le brave maestre e purtoppo chi soffre e’ mio figlio,basta cambierò scuola quest’estate cercherò una scuola dove ci siano le condizioni giuste e soprattutto maestre brave.

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      • Simona Diotalevi Says:

        Se avete registrato tutto quello che è successo in classe con una microspia, fate pervenire tutto il materiale all’Ufficio per il disagio scolastico Provveditorato agli Studi della vostra regione con allegata una lettera che spiega tutto. Il tutto inviato per raccomandata … non danno risposta diretta a voi, ma vi accorgerete che c’è stato un intervento perché il dirigente scolastico vi manderà a chiamare dicendovi … “Signora avrebbe potuto prima venire da me e avremmo cercato di fare qualche cosa …” e dopo una denuncia del genere le cose inizieranno a cambiare vedrete!

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  13. Marina Says:

    Sono una mamma che si trova nella Vostra stessa situazione. Io e mia figlia ci siamo trasferite in un’altra città e lei ha così cambiato scuola, dall’inizio dell’anno la prof. di italiano ha dimostrato nei suoi confronti un’ostilità particolare che all’inizio ho cercato di sminuire, poi ho detto a mia figlia (18 anni) di parlarne con la preside, ma dopo 5 mesi le cose non sono cambiate, la prof. in questione continua con le sue vessazioni, 20 rapporti disciplinari, anche 5 nella stessa ora di lezione, le mette 3 quando è assente e lo giustifica dicendo che avrebbe voluto interrogarla. Mia figlia che è una ragazza molto indipendente e forte ha iniziato a sentirsi talmente a disagio da non voler più andare a scuola, disturbi del sonno con incubi terribili e psoriasi da stress. Ho cercato di parlare con la preside presentandomi a scuola e telefonando, ma gli operatori scolastici mi dicevano che solo con appuntamento avrebbe potuto ricevermi e mi avrebbero richiamata per comunicarmi quando. Dopo giorni di attesa mi sono dovuta arrabbiare per pretendere “un’udienza”.
    Ho scritto al Provveditorato degli studi ma ancora non ho ricevuto risposta, intanto l’insegnante continua con i suoi atteggiamenti, i rapporti, i brutti voti e le offese a mia figlia su come è stata male educata dai suoi genitori. L’insegnante le ha impedito di rivolgerle la parola in quanto le ha chiaramente detto che non la sopporta dall’inizio dell’anno. Premetto che mia figlia non ha difficoltà scolastiche, in italiano sopratutto, non ha problemi con gli altri insegnanti che sono al corrente dei comportamenti della loro collega, addirittura uno di essi l’ha denunciata per diffamazione. E’ chiaro che l’insegnante ha dei problemi e che il dirigente scolastico dovrebbe prendere dei seri provvedimenti. Cosa mi consigliate di fare? Quale potrebbe essere una pratica a cui ricorrere che abbia subito effetto in modo da non far perdere l’anno alla ragazza? La stampa? Attendo i Vostri consigli. Grazie

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  14. Simona Diotalevi Says:

    Nella mia lotta contro il sistema scolastico, ho trovato alcune indicazioni che potrebbero risultare utili a chi come me ha problemi con le rigidità degli insegnanti. Premesso che l’Italia è in multa con l’Europa per la dispersione scolastica e per la prevenzione del disagio, ci sono delle leggi ben precise cui possiamo appellarci per far si che questi professori rivedano in qualche modo i loro comportamenti. Per quanto riguarda i DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) nel caso in cui i professori si irrigidiscano su posizioni assurde si può inviare all’ufficio disagio della propria regione (Assessorato agli studi ufficio disagio) una lettera che dichiara la mancata applicazione alla legge 170/2010, che trovate per intero sul sito del MIUR o sulla Gazzetta Ufficiale n.244 del 18 ottobre 2010.
    Esiste anche una legge per la prevenzione del disagio in generale, Ordinanza ministeriale n.92 Prot. n. 11075 del 5 novembre 2011, sui sistemi di valutazione nelle scuole ed istituti di istruzione secondaria di II° grado, nella quale il Ministero Ordina come condurre metodi di valutazione e di recupero che devono essere attivati dalla scuola e NON a carico solo della famiglia.
    Io ho già denunciato all’ufficio disagio e vi assicuro che dopo una settimana sono riuscita almeno ad ottenere una riunione con tutte le insegnanti, durante la quale ho imposto, secondo la legge, che vengano rispettati i tempi e i modi per lo studio. Non so se hanno capito molto! Sono offesi e rigidi. La prossima mossa sarà di farli lavorare per monitorare gli apprendimenti in itinere e non alla fine del quadrimestre, e per far si che il voto abbia una valenza pedagogica e non punitiva. In tutto ciò sono aiutata dall’associazione italiana dislessia AID e dalla mia psicoterapeuta.
    Vado avanti come un carro armato e se necessario fino in tribunale. Il mio consiglio: DENUNCIATE all’ufficio scolastico del disagio, ai giornali, più denunciamo e più il problema diventerà sensibile anche all’opinione pubblica, solo così avremo la forza di cambiare il sistema. Sono un’insegnante, spesso devo litigare con i colleghi perché far ciò che la legge richiede vuol dire sicuramente lavorare di più, lo vedo con i miei bambini, ma noi insegnanti dobbiamo sviluppare la consapevolezza che il nostro lavoro ha una ricaduta sociale di grande importanza: i nostri ragazzi sono i cittadini del domani e il nostro futuro. DENUNCIATE!

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  15. Maddalena Corvasce Says:

    Ho letto il commento di Simona.
    La scuola ha tanto bisogno di insegnanti come lei, con la “S” maiuscola.Ieri sono stata a scuola di mia figlia per firmare le pagelle. Al mio disappunto pubblico sulla valutazione e di fronte alla classe piena di genitori, l’insegnante mi si è avvicinata cercando di rabbonirmi e portandomi fuori per giustificare le colleghe e l’esito del consiglio.
    la professoressa di inglese fa mobbing a mia figlia suscitandoepisodi di ilarità in classe e sinceramente non sono neanche tanto convinta del suo metro di valutazione. Come posso fare a richiedere delle interrogazioni “aperte” e il confronto con le verifiche dei compagni che a dire di mia figlia hanno commesso gli stessi errori e hanno preso un voto più alto? Mia figlia dice che viene rimproverata se l’insegnante la sorprende a guardare le verifiche delle compagne e nonostante noi come genitori ci siamo impegnate per corsi privati a pagamento, la sudetta insegnante non è contenta e ultimamente si è espressa testualmente:” nonostante ti fai seguire da OBAMA , la verifica è stata uno shifo!”.
    Ora è troppo mi sento offesa io, ed ho pensato di rivolgermi ai carabinieri per denunciare questo ed altro. Posso farlo? Può rispondermi?GRAZIE.
    Un cordiale saluto.
    Maddalena.

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    • Simona Diotalevi Says:

      Purtroppo non può chiedere il confronto con le verifiche dei compagni di scuola per la legge sulla “Privacy”, ma può sicuramente chiedere di visionare tutte le verifiche di sua figlia, può fotocopiarle e chiedere all’insegnante i parametri di valutazione che usa. Sicuramente, verifiche alla mano, può chiedere al preside un confronto con l’insegnante e appellandosi alle leggi sul disagio scolastico può chiedere un intervento del Preside. Se il preside prende le difese dell’insegnante, come spesso accade, può chiedere udienza all’ufficio disagio scolastico del provveditorato della sua regione o inviare una lettera con :”Oggetto: mancata applicazione legge sul disagio Ordinanza Ministeriale n. 92
      Prot. n. 11075 del 5.11.2007 ” (lo cerchi sul sito e Le si aprirà un mondo) e chiedere chiarimenti se non addirittura un intervento per mancata applicazione delle leggi sul disagio scolastico che trova sul sito del MIUR http://WWW.istruzione .it. (ci sono tantissimi decreti e ordinanze che può scaricare e stampare). A questo punto sono loro dal Provveditorato che intervengono direttamente. Se va dai carabinieri alza un gran polverone ma rischia di ritorcere tutto contro di voi, perché i carabinieri non conoscono fino in fondo le leggi del ministero della Pubblica Istruzione e fanno dei casini o fanno in modo di far decadere la situazione. Purtroppo ci sono molti casi nelle scuole italiane di disagio provocate dal sistema o di rigidità didattica o di rigidità di valutazione o di entrambe. Le leggi sono state promulgate proprio per questo, per evitare anche l’abbandono scolastico e per aiutare i ragazzi in difficoltà anche solo perché più sensibili di altri che non riescono ad esprimere al meglio la propria personalità. Questi infatti, quando si trovano davanti adulti troppo invadenti, troppo aggressivi come personalità, troppo rigidi, si inibiscono e si chiudono in se’ stessi e la depressione adolescenziale è molto pericolosa, così come quella infantile, che non sono mai da sottovalutare, sfociano spesso in fughe da casa, autolesionismo, anoressia o bulemia se non addirittura in suicidi. Combatta con tutte le sue forze!
      Io lo faccio dall’interno litigando con i colleghi, voi fatelo dall’esterno. A suon di gridare che i ragazzi NON sono pacchi postali, forse qualcuno ci ascolterà!

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  16. Margherita Says:

    Sono una mamma davvero indignata .mio figlio frequenta il quinto anno della scuola elementare ma ha degli atteggiamenti strani ,nell ultimo periodo appena alziamo il tono della voce inizia a piangere ed appare mortificato.ho l’impressione che subisca gli atteggiamenti delle insegnanti e degli altri bambini a scuola. Spesso viene punito al posto di altri solo perché,bloccato dalla timidezza, non riesce a difendersi. ma la cosa più grave è capitata l’altro giorno alla consegna delle valutazioni del primo quadrimestre, lo hanno valutato con una insufficienza in arte e immagine una materia che svolgono solo attraverso pochi disegni svolti a casa e senza alcun sostegno didattico. Legalmente è possibile comportarsi così ? Vorrei una risposta a questi miei interrogativi

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    • Simona Diotalevi Says:

      Arte e immagine nella scuola elementare non è una materia di studio, ma un’educazione, cosa vuol dire … è una disciplina che serve per aiutare il bambino ad esprimere i propri sentimenti (non sono “valutabili” come voto …) per educarlo all’uso dello spazio, all’uso del colore, per educarlo all’estetica. Quello che un’insegnante può “valutare” è se colora all’interno dei margini, (se il bambino dopo la terza elementare ha un problema del genere può avere un problema visivo, cioè vede poco?) un problema di spazialità (problemi percettivi degli spazi? gli occhi vedono lo spazio il cervello vede “diversamente”?), problemi di disgrafia cioè legato alla dislessia. In questo caso si chiamano i genitori e si può cercare educatamente con la famiglia di risolvere il problema, visto che con il supporto di una psicoterapeuta o di una logopedista il problema si risolve in pochissimo tempo (mia figlia oltre ad essere dislessica era disgrafica e il problema, preso subito, lo abbiamo risolto in quattro lezioni fatte da me e dalla sua insegnante elle elementari e ora scrive come un’amanuense). Fino a quindici anni il disegno di chiunque non è valutabile come bello o brutto neppure Giotto prima dei quindici anni è stato capace di produrre un disegno che potesse far pensare che sarebbe diventato il grande Giotto. Michelangelo aveva vent’anni quando ha dipinto il tondo Doni, e solo dopo quel dipinto il suo maestro lo ha considerato un pittore. Questo perchè il cervello umano mette moltissimo tempo a sviluppare quella capacità di osservazione della realtà, quella capacità di coordinazione oculo – manuale necessaria per diventare pittore. Tutto questo ammesso e non concesso che un bambino naturalmente portato al disegno, perchè il disegno è una delle nove intelligenze che noi abbiamo, ma non è detto che siano tutti pittori, non si può insegnare a disegnare se uno non ha doti innate. Compito della scuola elementare è semmai sviluppare le potenzialità latenti del bambino, educarlo ad apprezzare la pittura dei maestri, cercare di capire cosa vuol raccontare un pittore nel suo quadro, il perchè un pittore usa un colore anzichè un altro e via dicendo… poi faccio sperimentare modi diversi di colorare: tempere e dita, a pennello, colori a cera, a olio, pigmenti naturali miscelati con olii o cera d’api e mostro i vari effetti finali … ma non posso pretendere che un bambino produca un Caravaggio. Devo semplicemente sviluppare in lui la capacità di osservazione e di ragionamento su ciò che vedo. Se è portato per la pittura svilupperà le sue capacità nel tempo. Arte e immagine nella scuola elementare fa parte dell’area logico – linguistica ed è un linguaggio che la scuola deve insegnare a decifrare. Valuto percò al massimo l’impegno del bambino nel svolgere le consegne.
      Se hanno valutato negativamente in arte e immagine solo alcuni disegni fatti a casa e non a scuola, già c’è qualche cosa che non funziona nella didattica!
      Io chiederei cosa fanno le insegnanti a scuola come programmazione per questa materia, qual è l’offerta formativa della scuola (il POF dell’istituto) e se la programmazione delle insegnanti è aderente al POF dell’istituto, quali obiettivi formativi e quali obiettivi specifici di apprendimento si sono prefissate le insegnanti per questa materia. La programmazione di noi insegnanti deve sempre essere aderente all’offerta formativa dell’istituto e questa deve essere aderente agli obiettivi del MIUR, cioè quello che il ministero della pubblica istruzione chiede che le scuole facciano perchè siano all’altezza delle scuole europee. E’ il problema di avere una buona scuola, cioè una scuola formativa non punitiva!
      Per quanto riguarda le reazioni psicologiche del suo bambino, è difficile dimostrare quello che fanno a scuola, e sicuramente troverà un muro da parte delle insegnanti. Io sono dovuta ricorrere all’aiuto di una psicoterapeuta, con la quale abbiamo focalizzato il problema (la scuola naturalmente …) e abbiamo iniziato un lavoro per corazzare la fanciulla, insegnarle a difendersi, a rispondere etc! Cerchi sul sito del MIUR l’Ordinanza Ministeriale n. 92 Prot. n. 11075 del 5.11.2007 ” sul disagio scolastico e lo metta sotto il naso del preside e delle insegnanti … se tutto ciò non bastasse fotocopi voti e verifiche del suo bambino, le alleghi ad una lettera dove scrive tutto quello che le ha detto la psicoterapeuta e si appelli alla mancata applicazione dell’ordinanza Ministeriale che le ho indicato o tante altre che ci sono sul sito del ministero, scrivendo all’ufficio disagio della sua regione. Solo continuando a denunciare al Provveditorato in questo modo riusciremo a cambiare la scuola dall’interno!
      E’ un lavoraccio, lo so, ma non abbiamo molte alternative…
      La scuola deve essere un ambiente per i bambini dove sono felici di andare e dove crescere sereni

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      • anna Says:

        Ciao Simona anche io come te sono una maestra che delle volte si vergogna di appartenere al mondo della scuola,ma poi dico che comunque ci sono tantissime maestre molto brave.Ho un bimbo che dall’inzio e’ della primaria, e’ stato sempre incolpato di tutto dalle maestre in primis e poi dalle mamme . Ci hanno reso la vita impossibile finchè abbiamo messo il sostegno al bimbo pur senza nessuna disabilità.”Per il suo bene”.ma si sono sempre lamentate nonostante i progressi del bambino . in seguito gli è venuta l’ansia e la depressione e gli facciamo fare un percorso di psicoterapia.Infatti consigliati dallo psicoterapeuta gli abbiamo tolto il sostegno.Ha fatto passi da giganti con questo percorso ma se a scuola lo continuano a incolpare,umiliare .ti dirò che c’è un insegnante che tutte le volte mi dice di far prescrivere al bimbo la pillolina.La cosa che mi fa arrabbiare è che sono stati interpellati vari specialisti che hanno dato consigli,ma mai usati .l’altro giorno il bimbo è scappato per fortuna me ne sono accorta ,era spaventatissimo.Ora ho deciso di non mandarlo più in quella scuola e denunciare questo mobbing ma non so da dove partire.

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      • Simona Diotalevi Says:

        Ciao Anna, se ti fai seguire da una psicoterapeuta fatti scrivere una relazione dettagliata su quanto ha dedotto lei, perché vi siete dovuti rivolgere a lei e quali sono le strategie che avete adottato per il tuo bambino, i consigli dati come interventi educativi che sono stati dati alle insegnanti. Quando hai in mano il tutto, scrivi una tua lettera con scritto tutto ciò che ti hanno detto e tutto ciò che tu hai fatto e tutto ciò che loro NON hanno fatto nonostante le direttive della psicoterapeuta. Allega fotocopie delle verifiche del tuo bambino e della pagella. Dopo di che prendi il plico, fai una bella raccomandata con ricevuta di ritorno all’Ufficio Scolastico per il disagio, alla cortese attenzione del dott…. ( sul sito regionale trovi il nome ) e invii tutto al Provveditorato della tua regione. Non ti daranno risposta diretta, ma ti accorgerai che qualcosa è cambiato perché il dirigente scolastico ti manderà a chiamare insieme con le insegnanti e con fare melenso ti dirà: “ma signora poteva venire da me e avremmo fatto qualche cosa per gestire la situazione ….” Non farti prendere in contropiede e da loro una bella lezione di pedagogia!
        Comunque valuta che il tuo bimbo non sia dislessico. A questo punto puoi fare una denuncia anche all’Ufficio del comune “Ufficio politiche giovanili e disagio”(in quanto il responsabile ultimo è anche il sindaco della tua città) e alla Procura della Repubblica Tribunale dei Minori, perché nel qual caso il tuo bimbo sia dislessico e loro non hanno agevolato neppure la diagnosi allora la cosa è più divertente. Esistono infatti parecchie leggi al riguardo (170/2010 e altre che trovi sul sito del MIUR) alle quali se loro non si attengono possono venire addirittura denunciati per violenza psicologica a danno di un minore con il rischio di sette anni di reclusione e 3000 euro di multa per il dirigente scolastico e sospensione dal lavoro per le insegnanti. La prassi è comunque quella di mandare all’Ufficio Scolastico per il disagio del Provveditorato agli Studi della tua regione una bella raccomandata. Io l’ho fatto e ti assicuro che l’atteggiamento di quella gentaglia è notevolmente cambiato. Io ho la mia ragazza che è dislessica e discalculea con un quoziente intellettivo di 130 e fa il liceo classico. Non ti dico cosa è successo, tra cui dare della deficiente alla ragazza perché non capisce niente e mi hanno accusato di fallimento educativo…. dopo la raccomandata al Provveditorato mi hanno chiamata … trovato scuse, si sono arrampicati sugli specchi … ma il preside si è beccato 3000 euro di multa e quando mi vede mi saluta abbassando la testa. Sarò considerata una madre rompi…. ma chi se ne frega. Pensa che hanno voluto parlare con i professori che la seguono perché pensavano che non facesse ripetizione e che io raccontassi delle storie …poi li ho messi davanti anche ai professori che la seguono …. e hanno dovuto tacere. Ora li aspetto al varco per la fine dell’anno, perché per legge la scuola è obbligata ad attivare delle attività di recupero e fare un piano personalizzato per questi ragazzi che devono studiare con metodi differenti, e loro naturalmente non hanno fatto nulla, inoltre il preside ha archiviato il tutto come problema di comunicazione tra scuola e famiglia …. ora lo becco e lo sistemo per le feste … una bella raccomandata al provveditorato (e due…) e uno alla Procura della Repubblica tutto documentato: certificati, verifiche, pagelle e mobbing incluso … poi vedremo se fanno ancora i furbi. Provaci e vedrai che anche per il tuo bimbo le cose cambieranno!

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  17. Anna Maria Perrone Says:

    Sono una conoscente molto vicina alla nonna di un bambino rimasto orfano della mamma a7 anni.Attualmente il bimbo ha 10 anni frequenta la V° elementare.E’ un bimbo intelligente e sensibile ,molto educato, “cercato” sia dagli altri bambini che dagli allenatori negli ambienti sportivi (calcetto e piscina ) che frequenta con impegno e ottimi risultati sia per ciò che riguarda le capacità “atletiche” che per quelle umane.
    Nella scuola purtroppo ,a mio avviso,è mal trattato.
    Si schiera dalla parte del più debole (l’anno scorso un compagno di classe gli buttò dalla finestra una penna ,per cui fu invitato dalla sua insegnante a buttare a terra lo zaino del suddetto compagno per poterlo calpestare ma lui si rifiutò ) .
    Attualmente quando viene interrogato gli viene detto”meriteresti otto ma ti metto sei ,se la prossima volta ti meriterai ancora otto ti metterò sette.Prima della interrogazione gli viene chiesto “con chi hai studiato ieri?” Se il bimbo risponde “con papà” viene interrogato e non risulta preparato perché il papà non lo segue molto;se invece risponde di aver studiato con la nonna a quel punto non viene interrogato perché sanno che ha imparato di sicuro la lezione.
    Deve pagare questo bimbo per la negligenza di un genitore visto che ne ha uno solo e non godere invece del piacere di avere dei nonni cosi’ presenti?
    Sono venuta a conoscenza che l’Istituto ha indetto una riunione con il genitore e con i nonni perché ,a loro avviso,il bimbo è diventato un piccolo delinquente che da grande non potrà che stare nei giardinetti a far nulla.Tutto questo è sempre detto al bambino dalle sue insegnanti.
    Ringrazio e confido in una sollecita risposta.

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    • Simona Diotalevi Says:

      Sono convinta che il bimbo manifesti nell’ambiente scolastico un suo disagio, che le insegnanti non hanno saputo leggere e lo manifesti a scuola, non a casa ne’ in palestra perché lì il disagio non si presenta. Può essere infatti che le insegnanti non vedano che è vittima di forme di bullismo da parte dei suoi compagni, e succede spesso quando ci sono casi di bambini orfani e le insegnanti hanno il dovere di avere un occhio di riguardo per questi bambini e semmai farsi aiutare proprio dai nonni quando questi sono presenti come spiegava Lei, anche perché il carico di lavoro per la crescita di un bimbo NON si può far ricadere tutto sul solo genitore rimasto, che naturalmente fa quello che può.
      Le insegnanti che non sanno far fronte ai fenomeni di bullismo e mobbing nella scuola hanno il dovere di farsi i corsi di aggiornamento che annualmente si tengono al provveditorato, perché il bullismo si manifesta già nella scuola elementare, non nelle superiori come si vuol far credere. Se non si vogliono vedere i problemi all’inizio del loro manifestarsi, dopo è troppo tardi per fermarli. Le signore insegnanti che cercano di cogliere in fallo il bambino a tutti i costi perché sanno che se studia con il papà è meno preparato, sono delle vere stronze, me lo lasci dire, perché hanno la pretesa che il carico di lavoro di quel povero signore ricada su di lui, che dopo una giornata di lavoro, le preoccupazioni del lavoro della famiglia e di un bimbo da crescere deve mettersi alla sera a far studiare il bimbo. Perché le maestre non hanno aiutato il bimbo a conquistare una sua autonomia nello studio? Perché, visto che i nonni sono disponibili, non hanno discusso con loro un piano educativo che puntasse all’autonomia del bimbo nello studio? In quinta elementare un bimbo può essere responsabilizzato ad autogestirsi lo studio, certo deve esserci la collaborazione della scuola oltre a quella della famiglia, devono applicare quella flessibilità didattica e di valutazione che metta in grado il bambino di camminare con le sue gambe, piano piano e rispettando i suoi tempi. Questo nella scuola elementare si può fare e si deve pretendere! Esistono le leggi sulla prevenzione del disagio scolastico e le famiglie devono pretendere che vengano applicate: Ordinanza Ministeriale n. 92 Prot. n. 11075 del 5.11.2007 ” e ve ne sono altre, vada sul sito le cerchi, le stampi e le metta sotto il naso del Preside e delle insegnanti, se non basta invii una lettera all’ufficio disagio del Provveditorato segnalando il caso con “oggetto: mancata applicazione delle leggi contro il disagio scolastico”.
      Comunque consiglio anche di farsi aiutare da una psicoterapeuta, perché aiutano molto a focalizzare qual è il problema che si presenta a scuola e che fa insorgere quei comportamenti che le insegnanti considerano inadeguati all’ambiente scolastico. Sono sicuramente imputabili alla scuola, a comportamenti che adulti e compagni hanno nei confronti del bambino, ma detto da una psicoterapeuta hanno una valenza diversa che non detto dai genitori, perché la scuola ai genitori non crede … Anche io ho dovuto ricorrere alla psicoterapeuta con mia figlia, ma messi davanti ad un parere medico non hanno potuto negare …
      così come non hanno potuto negare che il problema era solo ed esclusivamente scolastico e non famigliare come avevano detto loro, perché la scuola non vuole vedere i propri limiti e colpevolizzano sempre la famiglia. Purtroppo le insegnanti si credono spesso superiori e non ammettono i loro limiti, invece dovrebbero chiedere aiuto alle famiglie!

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  18. carlo guarini Says:

    ho lo stesso problema di una pseudo insegnante nei riguardi di mio figlio,vorrei sapere cosa posso fare?grazie in anticipo

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  19. Simona Diotalevi Says:

    Dovrei avere dettagli maggiori comunque il consiglio è sempre quello di capire quale disagio sta vivendo il bambino e l’unico che può farlo è uno psicologo o uno psicoterapeuta. Può darsi che suo figlio sia vittima di bullismo da parte dei compagni e anche se ha chiesto aiuto agli insegnanti non abbia ricevuto le risposte che lui sperava, che sia in difficoltà nell’apprendimento e allora gli insegnanti dovrebbero aiutarvi a capire quale è la difficoltà. Non abbiate paura se al vostro bimbo viene diagnosticata la dislessia, è solo un modo medico per dire che avete in casa il classico genio incompreso (anche Einstein era dislessico e discalculeo) Sono bambini con quozienti intellettivi sempre superiori alla norma, ma hanno il cervello che funziona in modo diverso dai cosiddetti normali (altrimenti non sarebbero geni), con ciò il problema è prettamente scolastico non è un handicap, solo che gli insegnanti non sanno come gestire questi bambini e NON possono dare la colpa a loro. Ecco perché il certificato: serve sopratutto a proteggere i bambini. Vi sono infatti leggi severissime per tutelarli e allora basta fare una raccomandata all’Ufficio Scolastico per il disagio, Provveditorato agli Studi della vostra regione, allegando fotocopia del certificato, pagelle verifiche, una lettera con OGGETTO: mancata applicazione della legge 170/2010 spiegando cosa succede.
    Se il bambino non ha problemi di dislessia, è utile la psicologa per capire quale disagio scolastico vive il bambino e dopo di che la procedura è simile: relazione della psicoterapeuta e inviare raccomandata all’ufficio disagio scolastico.
    Il mio consiglio è di fare queste denunce. Io l’ho fatto loro si sono dovuti adeguare con molta riluttanza, ma piano piano li sto sistemando e sto facendo capire loro come si lavora con i ragazzi. Non mi sopportano molto, il preside quando mi saluta non mi guarda negli occhi, ma in fondo ha parecchio di cui chiedere scusa!

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  20. deborah fortini Says:

    Domattina ( anzi tra poche ore ), mi recherò presso la scuola di figlia per avere chiarimenti su una situazione che dall’inizio dell’anno la coinvolge negativamente nei confronti di una materia. : francese. Mia figlia ha dodici anni ; 8 in italiano-9 in inglese-più scarsa in matematica ma il 6 lo ha raggiunto- 4 in francese. L’insegnante è sorda , cagionevole, spesso assente dalle lezioni, tanto da non riuscire nemmeno ad incontrarla nei colloqui stabiliti.
    Nell’ultimo periodo ( sto parlando di circa 3 mesi ) è mancata ed è stata sostituita dalla classica supplente che ha condotto le lezioni normalmente, procedendo nel programma e sottoponendo gli allievi al solito iter di interrogazioni e compiti in classe. Mia figlia con questa nuova figura, prende stranamente 7 all’orale e 7 1/2 allo scritto. Due giorni fa , mi dice che la sua insegnante di ruolo, finalmente ritornata, le avrebbe detto : ” i miei colleghi possono fare e dire quello che vogliono, ma tu nella mia materia non avrai la sufficienza “. la bambina, con rassegnazione aggiunge che tanto non c’è nulla da fare, perché l’insegnante ce l’ha con lei. ( questa cosa pare essere talmente evidente da sollevare lo sdegno persino dei compagni ).
    Ora, io non so chi sia questa insegnante ( mai vista perché ha iniziato con la classe solamente quest’anno ),ma credo che tali minacce, oltre ad essere eticamente scorrette, costituiscano quel tipo di situazione in cui bambino non vivrà più serenamente l’apprendimento della materia in questione: E ritengo che il senso di frustrazione provato da una ragazzina mortificata ed impaurita, non costituiscano certo lo stimolo per incentivarla allo studio.
    Per capire che sta succedendo mi rivolgerò direttamente alla preside con la speranza di fare luce su tale atteggiamento. Se la scuola italiana , come molti paesi anglosassoni, avesse una commissione esterna ,che periodicamente monitora le capacità dell’insegnante , forse molti dei casi che ho letto stasera, non esisterebbero.

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  21. Quando un insegnante prende di mira un alunno. Che fare? | CAMBIAMO LA SCUOLA, CAMBIANDO CHI LA GOVERNA Says:

    […] un buon clima educativo nelle proprie classi.Tuttavia, se ne parla pochissimo e quando se ne parla, come in questo articolo, i genitori non sanno cosa fare: l’unico a poter intervenire davvero è il dirigente scolastico. […]

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  22. Luciana Says:

    Se un maestro arrivato a novembre 2013 fa del mobbing verticale nei confronti di mia figlia costringendomi a cambiare scuola che azione posso fare contro di lui?

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  23. lorenza Says:

    Bene anzi male! Leggendo i commenti riportati qui mi rendo conto che il problema di prof che usano il loro ruolo al fine di ferire ed umiliare gli adolescenti è diffuso. Allora mi domando come sia possibile che non si possa fare nulla. Noi genitori dobbiamo assistere inermi di fronte allo sfacelo psicologico dei nostri figli? No io non ci sto! Mio figlio frequenta il liceo artistico Cottini di Torino. Non ha mai avuto problemi in italiano e storia tanto è vero che gli era stato consigliato di scegliere il classico. Nel 3 e 4 anno ci siamo. Ritrovati una prof con la quale non si riesce a prendere una sufficienza. Neanche copiando dai testi. Ma vi rendete conto cosa ci costringono a fare? Dopo aver trascorso un estate sui libri alla vigilia dell’inizio dell’scolastico abbiamo appreso che è stato bocciato. Ditemi voi se queste non sono torture psicologiche ?! Ma Che Organizzazione è questa? Chi è che deve vigilare su tutto questo? Se la scuola non é on grado di fare ciò che deve nei tempi previsti nessuno interviene? Come si fa a convincere un adolescente, deluso ed ancora ignaro che purtroppo il nostro sistema funziona al contrario, a continuare gli studi? A convincerlo di continuare a credere in se stesso e nelle sue capacità? Può un solo prof marchiare la vita di un studente per sempre?

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  24. Lucia Colombo Says:

    Il problema di mobbing e frustrazioni psicologiche nella scuola esiste e come vedo è presente in tutta Italia.
    Anche mio figlio ha subito ciò sin dalla scuola Primaria di I° grado (ex elementare) dall’insegnate coordinatrice di classe in contrasto con le altre due insegnanti che lo reputavano un alunno eccellente.
    Dopo notti insonni con incubi verificatosi a mio figlio, ho richiesto l’intervento di una psicologa-pedagogista che ha verificato l’effettive capacità di mio figlio ritenendolo un bambino particolarmente sensibile ma con poca autostima.
    Dopo l’intervento della professionista a scuola la situazione di disagio sembrava conclusa, il bambino ha finito la seconda elementare con voti eccellenti ma con un comportamento non del tutto corretto.
    Premetto mio figlio non ha mai avuto problemi di socializzazione abituato fin dai 5 anni a centri estivi (anche di un mese) lontano da casa e nulla di negativo mi veniva riportato sul comportamento.
    Il terzo anno scolastico le cose si sono di nuovo ripetute::note disciplinari, ingiuste (secondo mio figlio); chiedevo spiegazioni all’insegnante che arrossendo alludeva a giustificazioni inopportune per esempio che lei aveva problemi famigliari (secondo me più che famigliari diventavano personali!); le altre due insegnanti pur cercando di spalleggiarla mi consigliavano di non dare troppo peso alle note.
    Prima dell’inizio del IV° anno scolastico, quando seppi che le altre insegnanti della classe si erano trasferite, decisi di cambiare scuola confrontandomi con il parere della pedagogista che mi consigliò, purtroppo, di mantenerlo presso la stessa direzione didattica.
    La quarta classe fu l’ottimo anche per quanto riguarda il comportamento “corretto”; l’insegnate coordinatrice mi parlo di un ragazzino molto brillante e con grandi capacità cognitive, un bambino socievole e un leader positivo in quanto molto sensibile soprattutto con i più deboli.
    L’anno a seguire iniziò brillantemente ma fu solo una breve situazione le cose peggiorarono soprattutto con la nuova giovanissima insegnante di Inglese (istruita con pregiudizi negativi dalla Preside).
    Nonostante le sue capacità venne presentato alla scuola Primaria di 2° grado con un comportamento non corretto, ciò influenzò il giudizio dei professori nei suoi riguardi, soprattutto la prof. di matematica ,(materia nella quale lui ha l’eccellenza) tant’è che è arrivato alle finali delle olimpiadi della matematica presso l’Università Bocconi.
    Ogni giorno era una nota di comportamento da parte di questa professoressa per arrivare alla sospensione di un giorno da scuola.
    Chiamati noi genitori per essere informati di questa decisione feci notare per la prima volta di parlarne con la zia del ragazzo “psicologa”, a quel punto l’atteggiamento sia della Prof. coordinatrice di sezione che della Dirigente cambiò dicendomi palesemente che le cose sarebbero state viste diversamente.
    Ciò non accadde il ragazzo è stato trasferito a metà dell’anno scolastico della seconda media presso un altra scuola soprattutto perché la Prof. di Inglese dopo averlo apostrofato “idiota” + di una volta è perfino arrivata a metterle le mani addosso.
    La seconda classe

    si è conclusa nei migliori dei modi ma questo ultimo anno le note si sono ripresentate e il ragazzo deluso si sta arrendendo alla scuola.
    Il nostro più grande pensiero come genitori è quello di saper valutare al meglio la scelta nel proseguo degli studi scolastici per evitare ulteriori disagi ad un ragazzo così sensibile e con poca autostima.
    Grazie

    Lucia Elisabetta – Provincia Firenze

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  25. Mariam71 Says:

    Ho una figlia di 10 anni che frequenta la scuola primaria e sta manifestando rifiuto della scuola e calo di autostima a causa del comportamento tenuto nei suoi confronti dalle maestre e, di conseguenza, dalla classe cui è additata come esempio negativo, umiliandola pubblicamente e tacciandola di dire bugie. Lei ci chiede di non parlarne con le maestre altrimenti la sgridano. Ho letto il consiglio di segnalare il caso all’Ufficio per il disagio scolastico, allegando eventuali registrazioni. Ma non è illegale usare registrazioni fatte senza le autorizzazioni? Anche iio avevo pensato ad una microspia per capire la reale portata del problema, ma non pensavo di poterne fare altro uso che nostro conoscitivo . E comunque penso di spostare mia figlia, il suo benessere prima di tutto .
    Datemi un consiglio

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  26. connie vella Says:

    Ma per difendersi da tanta cattiveria gratuita, a chi ci si deve rivolgere? Perché non vengono puniti questi insegnanti?? Dovrebbero stimolare, aiutare i ragazzi non terrorizzarli… Ma come si fa ad essere così …..Non ho parole!

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  27. connie vella Says:

    Lavoro nel mondo della scuola da quindici anni, non sono un insegnante, ma una collaboratrice scolastica. Svolgo il mio lavoro con amore, impegno, rispetto, disponibilità, correttezza …ma nonostante tutto sono anch’io una vittima del mobbing verticale ed orizzontale. L’unica nota positiva la stima, l’affetto dei ragazzi, mi considerano un amica, una mamma, una persona a cui confidare segreti, delusioni, amarezze. Io certo per quanto possibile, consigliarli e confortarli e leggere le lettere di questi abusi sui giovani, mi rattrista e amareggia…. Mi è capitato spesso, rivolgermi a insegnanti e preside , per discutere o difendere alcuni ragazzi presi di mira da alcuni docenti o compagni. Purtroppo, dire la verità molte volte diventa scomodo e ci si ritrova poi ad avere contro tutti.

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  28. connie vella Says:

    mi scuso per errori ortografici e grammaticali, ho dato invio senza fare le correzioni necessarie.

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  29. Antonietta De Toma Says:

    La scuola purtroppo non ha ne’ personale competente ne’ volenteroso. Troppo faticoso per i dirigenti in primis contrastare le prepotenze e sostenere le vittima e affrontare le famiglie. Piu’ facile sicuramente insabbiare e fingere che non esistano problemi. A subire sono i nostri figli.

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  30. Cinzia Says:

    Leggendo, ho visto che oggi ci sono parecchi episodi di mobbing….in questo caso lo sta subendo anche mia figlia dalla prof di scienze, che si sta accannrndo in modo brutale verso mia figlia….. Vi racconto un episodio ,mia figlia frequentava il 1° liceo coreutico ….ha avuto un debito in scienze che poi ha fatto l esame con esito positivo….. Ho incontrato la prof di scienze quest anno che mus figlia è passata in 2° e ha iniziato a dire che lei non è rimasta assolutamente contenta dell esame, e che quest anno avrebbe voluto riascoltare il programma della 1°, io l ho rassicurata con calma che avrei aiutato mia figlia a portarle il programma vecchio….nel frattempo mia figlia sta studiando il programma, chiama da parte la prof dicendo di darle un pi di tempo per il programma vecchio, lei, la prof le risponde dicendo che voleva sapere il programma di quest anno….BAH…….nel frattempo mia figlia si offre nell interrogazione e lei non rimane contenta, io da casa spiego a mia figlia di stare tranquillo e di non aver paura che la prof si convincerà che studia, la settimana dopo mia figlia si offre di nuovo e la prof che fa, gli chiede di parlare del programma della 1° , mi figlia gli spiega che l aveva chiamata da parte riguardo al programma…..lei si innervosisce dicendogli che la boccera….poi le fa dire il programma di quest anno e inizia a bloccarla dicendogli che stava sbagliando e insinuava quello che diceva mia figlia tanto di bloccarla e mandarla al posto. Io il giorno dopo parlò col coordinatore di classe spiegando l episodio che non mi pareva giusto, dopo un po nell ora d italiano entra sbattendo la porta la prof mortificando mia figlia il perche io avevo parlato col coordinatore e continuando a mirtificarla davanti a tutti e farla passare per bugiarda….io non ne posso più perche ormai già dalla iniziò dell anno è decisa di volerla bocciare, mia figlia per paura non è più motivata a continuare in questa scuola e non vuole andare più e cambiare istituto….abbiamo deciso di ritirarla e iscrivere in un altra scuola sperando che ci vada bene
    Premettendo che mia figlia già alle scuola media ha subito bullismo psicologico…. E non si finisce mai……BAH

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  31. Nico Says:

    Mio nipote non riesce ad andare più a scuola in quanto preso da attacchi di panico, ansia, sudorazione, vertigini, etcc..
    Questo dopo aver subito delle ingiustizie da parte di alcuni insegnanti: una ha messo 2+ senza motivo, un’altra ha riferito testuali parole “..se non riesci a prendere 6 te ne vai a lavorare..”
    Da allora il ragazzo accusa i disturbi di cui sopra e non riesce ad andare a scuola. Cosa si può fare? Scrivo da Trapani.

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