UN SOGNO PER DOMANI:L’EREMO DELLE CARCERI AD ASSISI

di Aldo Schippa

Era una mattina di qualche tempo fa e non so quale impulso mi condusse all’Eremo delle Carceri. Immediatamente ebbi delle sensazioni molto forti in questo luogo pregno di trasudata spiritualità .  Il silenzio, la pace, la natura, l’ aria, i profumi, l’odore fresco e, nello stesso tempo, acre del sotto-bosco, ilcanto degli uccelli e il mite vento primaverile complice gradito per unire iltutto in un’unica cosa: Il permeare della spiritualità  del “Poverello” di Assisi. Invaso e pervaso da questa percezione, mi avviai in questo magico percorso (La piccola Cappella, Le Grotte, Il Piccolo Chiostro, I Due Pozzi ,di cui uno alimentato dalla Sorgente del “Miracolo dell’Acqua” ), La Grotta di S.Francesco, ecc), percependo, con chiarezza, al mio fianco la presenza di Fratello Francesco, quale mio preziosissimo e graditissimo accompagnatore. In quei momenti  realizzai come l’anima, nella sua spiritualità  sopravviva alla morte fisica, continuando la sua missione di pace, indicando continuamente la direzione da seguire, secondo una rigorosa geometria d’ intenti a tutti coloro che sono attenti e disposti nell’accettare il proprio “essere” quale frutto della natura, riconoscendo in essa l’Ente Supremo.

“Fratello Francesco”  non è morto. Egli è vivo e vive tra noi, e per noi sta continuando nel Suo insegnamento di Pace e Umiltà . Visitare i luoghi dove egli  è stato nel percorso della sua vita terrena ( Assisi, Greccio, La Verna, ecc.) significa entrare nella meraviglia delle cose, per capirle e penetrarle nel loro intimo, per scoprire la Meraviglia Divina. Quel Divino che c’è in noi. Quel Divino che c’è  in tutte le cose e in tutte le creature: Osservare un fiore nella sua perfezione geometrica, l’armonia dei suoi colori e  il messaggio del suo profumo. Osservare tutti gli animali nella loro bellezza, il messaggio del loro sguardo e del loro parlare. Osservare il Creato con lo stupore e l’innocenza di un bambino per scoprire il prezioso valore del “tre in uno”: Quell’uno composto da corpo, anima  e spirito.

Il corpo fisico mangia e traduce tutto in escrementi. Invecchia muore e imputridisce. Alla “Mente” (Anima)  non possiamo permettere di imputridire insieme al corpo. Essa deve scoprire l’Anima, per raggiungere un “minimo” di spiritualità . Quella spiritualità  che si fonde e si riconosce nell’ Ente Supremo. Vivere la spiritualità  nella sua concretezza e grandezza porta a diffondere la pace e la fratellanza tra i popoli.

Ritengo utile riportare alcuni passi importanti tratti dai Fioretti di S. Francesco di Mariano d’Alatri edizioni Paoline.

( I Fioretti sono ” un codice morale e di santità” , in cui vien predicato il candore, l’umiltà , l’amor fraterno, e soprattutto la sincerità  e la verità : Vale a dire la sottomissione alla verità,  la rimozione dell’ostacolo che impedisce all’ anima di darsi al Bene Totale, di abbracciarlo e di trovarvi la gioia)

” Come fece la pace delli huommini d’Agobbio con uno cattivo et malvagio lupo” Al tempo che S. Francesco dimorava in Agobbio, venne nel contado di detta città un grandissimo lupo, terribile et feroce, che non solamente divorava li animali, ma eziandio li huommini, in tanto che li cittadini stavan tutti in gran timore, chè  molto spesso si avvicinava alla città . Onde, quando fuori andavano, tutti andavano armati come andassero a combattere; et, con tutto questo, non si potevano difendere da lui, chi solo con esso si scontrava. Et per la paura che di lui avevano, vennero a quello che nulla ardiva uscire dalla terra solo. Per la qual cosa san Francesco, avendo loro gran compassione, deliberò uscir fuori a questo lupo, ben che da’ cittadini sconsigliato ne fosse. Et fattosi lui il segno di santa croce, uscì  dalla terra con suoi compagni, et solo puose la sua fidanza in dio. Dubitando li altri andare più innanzi, san Francesco solo piglia il cammino al luogo ove lo lupo stava. Et presente molti cittadini, quali eran venuti ad vedere quel miracolo, lo lupo si sta incontra san Francesco con la bocca aperta. Appressandosi san Francesco a lui, fattoli il segno di santa croce, lo chiama a se , dicendo:” Io ti comando da parte di Iesu Cristo, frate lupo, che non facci male ad me nè ad nulla altra persona”. Mirabil cosa ! Come san Francesco ebbe fatto il segno della santa croce al lupo terribile et pauroso, subito ristette di correre et, chiudendo la bocca, fu fatto mansueto come un agnello, gittandosi a’ piedi di san Francesco. Al quale san Francesco disse: â” Fra lupo , tu ài   fatti di molti mali et grandissimì malificii in queste parti, uccidendo et guastando le creature di Dio senza licenzia; et non solo ài uccise et divorate le bestie, ma ài aùto ardimentosi guastare et uccider li huommini, fatti ad la immagine di Dio. Onde meriti le forche, come ladro et omicida pessimo. Et omni gente, gridando, mormora di te; et tutta questa terra t’è inimica. Ma io voglio far questa pace fra loro et te, sì  che tu non li offenda più  et loro non ti perseguiteranno più  gl’ uomini, nè cani. Queste parole udite, il lupo, con atto di capo et orecchi et di corpo chinando il capo, mostrava di accettare quello che san Francesco diceva, et voleva osservare. San Francesco dice: “Frate lupo, poi che ti piace di fare et di tenere questa pace, io ti che continuamente ti farò dare le spese, mentre che viverai, ad gli uomini di questa terra, si che non patirai più  fame: però ch’io so bene che per la fame omni male ai fatto. Ma poi ch’io ti farò questa grazia, voglio, frate lupo, che mi prometta di più non nuocere a nullo huomo nè animale. Promettimi tu questo ? Et lo lupo , con chinare di capo, fece evidente segno che prometteva. Omissis … San Francesco si rivolge ai cittadini dicendo: Fratelli miei, frate lupo che, ch’è  qui dinanzi a voi, m’ha   promesso et fatto fede di di far pace con voi et non offendervi più  di alcuna cosa, se voi promettete a lui di darli omni di le cose nicissarie da vivere. Et io per lui entro mallevadore ad voi che patto della pace vi osserverà di certo”. Allora il popolo a una boce promisono tutti di nutricarlo continuamente….Omissis … Allora lo lupo, levando alto il più diritto, lo puose in mano di san Francesco. … Omissis… Fu tanta ammirazione et allegrezza in tutto il popolo: per la devozione del Santo, per la novità   del miracolo et per la pace aùta, che tutti cominciarono a gridare al cielo, laudano et ringraziando Iddio che aveva mandato loro san Francesco, qual per i sui meriti li aveva liberati di bocca di sì crudel bestia. Vivette frate lupo di poi due anni in Agobbio, dimesticamente entrandosi per le case, a uscio a uscio, senza far male a persona, così senza ricevere da nullo, cortesemente da gl’ uomini nutricato; et andandosi così per la terra et per le case senza abbaiarli li cani. Passati due anni, frate lupo di vecchiezza si morì , et li cittadini di sua morte si dolsero assai, perchè  a si mansueto andare per la città , molto si ricordarono della santità  et virtù di san Francesco. Vivere la spiritualità  nella sua concretezza e grandezza mi invita a visitare di nuovo certi luoghi per respirare quella particolare aria appartenente ad un mondo onirico che esula dalla piccolezza dell’ attualità , prestando attenzione ad ogni particolare per percepire utili messaggi di vita interiore ed infine godere di quella carica di mistica verità  del conoscere per sapere e sapere per conoscere. Non sono un turista.

 

Una Risposta to “UN SOGNO PER DOMANI:L’EREMO DELLE CARCERI AD ASSISI”

  1. A DREAM FOR TOMORROW: THE EREMO DELLE CARCERI IN ASSISI « Says:

    […] https://goodmorningumbria.wordpress.com/2010/02/23/un-sogno-per-domanil%E2%80%99eremo-delle-carceri-a… […]

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