di Enzo Gaudiosi
Il futuro del Gruppo Merloni e dei suoi dipendenti è un problema serio e terribile. Aspettare con le mani in mano o peggio ancora girare il volto dall’altra parte in attesa che il 15 novembre scada il bando internazionale per le manifestazioni d’interesse è pericoloso e rischioso – dichiara il segretario confederale regionale dell’Ugl dell’Umbria, Enzo Gaudiosi.
Non è più tempo di inutili e sterili dibattiti, di passerelle politiche alle assemblee ed alle manifestazioni dei lavoratori. E’ ora di individuare, proporre e mettere in atto strategie economiche e industriali di rilievo nazionale capaci di contrastare la crisi in atto e di garantire un futuro occupazionale a circa 2300 dipendenti. In caso contrario vivremo tra pochi giorni una durissima e pericolosa resa dei conti. La scelta si impone oggi. Dobbiamo intervenire per assicurare ai nostri lavoratori la capacità di competere in un mondo globale. Auspichiamo, che da subito, si crei a livello governativo un nuovo e più forte impegno nelle politiche industriali e che in tale ottica si cerchi di riparare ai gravi ritardi compiuti in questi ultimi anni, che hanno indebolito la capacità di contrasto alla crisi del settore metalmeccanico, siderurgico e chimico della nostra regione.
E’ necessario che il neo ministro allo Sviluppo Economico si mobiliti per attrarre e cercare nuovi imprenditori per la Merloni. Un’operazione che va fatta e al più presto, ma va fatta con senso di responsabilità e realismo, guardando al contesto nel suo complesso e lasciando da parte gli slogan. Dalla sua azione dipende, infatti, il futuro di centinaia e centinaia di addetti, numerose famiglie e di un vasto territorio.
E’ evidente che la grave crisi che stiamo vivendo e l’aumento della concorrenza estera a basso costo frena i compratori italiani che oggi valutano attentamente dove e quanto investire. Una valutazione che risente anche della stretta sul credito imposta dal mondo finanziario e bancario nazionale. Si moltiplicano voci sull’esistenza di un interesse internazionale dell’area asiatica.
Non saremo certamente noi dell’Ugl a mettere i bastoni fra le ruote di fronte a compratori esteri ma avremmo preferito che si materializzasse una cordata italiana sostenuta dal Governo e dai commissari con l’aiuto dei nostri Istituti di credito, composta da imprenditori nazionali per arrivare ad una soluzione concreta e duratura capace di garantire un futuro ai tanti lavoratori del gruppo Merloni. Tant’è ci risulta che ci siano state manifestazioni d’interesse alla Merloni da parte di aziende italiane seppur manifestazioni esclusivamente verbali ai commissari incaricati all’amministrazione straordinaria del gruppo. Siamo consapevoli che rilanciare l’azienda Merloni non è semplice in relazione ad un mercato del “bianco” maturo e che presenta difficoltà specifiche a cui si sommano le difficoltà gestionali relative ad un numero imponente di dipendenti, l’obsolescenza, lo smaltimento dei vecchi macchinari, impianti non propriamente all’avanguardia, con catene di montaggio da ottimizzare e macchine che necessitano di adeguata manutenzione. Dismettere, garantire la piena occupazione, sostituire il vecchio con il nuovo comporta dei costi di gestione inimmaginabili. E’ assurdo pensare che un piano forte di risanamento e di rilancio possa essere circoscritto alle sole e limitate forse regionali. Serve un impegno chiaro nazionale e governativo. Il nostro Paese può vantare aziende di assoluta eccellenza capaci di mantenere e gestire in futuro il settore degli elettrodomestici. Una soluzione ancora oggi possibile e che vede in prima fila l’onorevole Pietro Laffranco, vice capogruppo alla Camera dei Deputati. L’onorevole Laffranco incontrerà lunedì il sottosegretario alla Sviluppo Economico Stefano Saglia. Un impegno forte che speriamo si traduca presto in soluzioni concrete.
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