“i Solisti di Perugia” inaugurano UmbriaLibri 2010

Saranno le note dell’Orchestra da Camera “i Solisti di Perugia” a dare l’avvio all’edizione 2010 di “UmbriaLibri”: sabato 6 novembre, alle ore 17 al Teatro del Pavone di Perugia (ingresso libero fino ad esaurimento posti), i musicisti umbri si esibiranno nel Concerto “Fratelli d’Italia”, dedicato all’Unità d’Italia, tema scelto per edizione della kermesse culturale che quest’anno porterà come sottotitolo “W l’Italia”.

Coerentemente con l’indirizzo della manifestazione, il programma musicale scelto per il Concerto de “i Solisti” prevede musiche di Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi, compositori italiani le cui vicende biografiche ed artistiche si intrecciarono con quelle storiche dell’Unità d’Italia.

Il Concerto si aprirà con la “Sonata à Quattro” in La maggiore di Rossini, che il grande pesarese scrisse ancora giovanissimo rielaborando una sua precedente stesura risalente addirittura agli anni dell’adolescenza. La spontaneità della vena melodica, le impennate virtuosistiche ed i contrasti teatrali tra figure liriche e grottesche, lasciano facilmente presagire le scene dei Teatri d’Opera che con successo crescente il compositore avrebbe frequentato.

Di Verdi “i Solisti” eseguiranno il famoso “Quartetto in mi minore” nella versione orchestrale. Opera poderosa, articolata ed estremamente preziosa nella cura dei dettagli stilistici ed armonici, il “Quartetto” fu composto da Verdi come orgogliosa risposta alle critiche d’oltralpe che volevano leggere nella dedizione verdiana al melodramma un’incapacità a rapportarsi con la Musica strumentale.

Non tutti, forse, sanno che Verdi, oltre che sommo compositore fu anche un vigile partecipe del rinnovamento civile, etico e politico della sua amata Patria, alla cui unificazione contribuì con il personale impegno civile ed artistico. Intrattenne rapporti costanti con il circolo liberale e risorgimentale della Contessa Maffei a Milano e con gli intellettuali più attivi dell’epoca; fu eletto deputato del Regno d’Italia (1861-1865), prima di essere nominato, successivamente,senatore. Così Verdi scriveva a Cavour che lo aveva ricevuto nella sua tenuta di Leri: “Non scorderò mai quel suo Leri, dov’io ebbi l’onore di stringere la mano al grand’Uomo di stato, al sommo cittadino, a Colui che ogni italiano dovrà giustamente chiamare Padre della Patria. Accolga con bontà, Eccellenza, queste sincere parole del povero Artista, che non ha altro merito se non quello di amare e d’aver sempre amato il proprio Paese”.

Aspettando UmbriaLibri proseguirà, alle ore 18, con il filosofo Massimo Cacciari e le sue riflessioni pubbliche sul Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani di Giacomo Leopardi.

 

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