di Betti Cristina – Segretario Provinciale Perugia UGL Medici
Scompare per alcuni giorni e riappare improvvisamente la bacheca sindacale dell’Ugl dell’Umbria nei corridoi dell’ospedale del capoluogo regionale, Santa Maria della Misericordia. La segreteria provinciale dell’UGL Medici ha immediatamente denunciato il fatto agendo contro ignoti esponendo il fatto presso il Posto di Polizia dell’ospedale. “La bacheca da noi acquistata e di proprietà dell’Ugl Medici, rimossa senza previo avviso e accordo dal corridoio situato al piano – 2 dell’ex Silvestrini, non si trova più, è scomparsa nel nulla. Le altre bacheche sindacali invece, di proprietà dell’ospedale e affidate in uso alla Triplice, si trovano legittimamente al loro posto – denuncia il segretario provinciale dell’Ugl Medici Betti Cristina – Lo sconcerto a proposito della situazione attuale non è solo dovuto alla gravità della situazione stessa, ma soprattutto al fatto di essere stati ghettizzati rispetto alle altre sigle sindacali, in quanto non viene data la stessa visibilità opportunità nei rapporti sindacato-azienda delle altre sigle sindacali. In bacheca i professionisti che operano nel settore sanitario trovano precise risposte alle loro domande puntuali, informazioni preziose che posso garantire maggiore tutela e migliorare le condizioni di lavoro.
Si evince quindi una situazione per la nostra associazione palesemente critica. La circostanza ci preoccupa – continua Betti – perché esprime una disparità sostanziale su cui bisogna riflettere e prontamente intervenire. I numerosi casi di disparità sindacale, registrati negli ultimi mesi, a nostro svantaggio parlano purtroppo di una realtà che, agli occhi di molti iscritti e lavoratori, appare poco equa e quasi beffarda, penalizzando alcuni e privilegiando altri. L’idea che muove l’Ugl è che tutti i lavoratori siano parte attiva nelle decisioni da prendere. Partecipazione che può realizzarsi concretamente ed effettivamente soltanto attraverso l’informazione e il coinvolgimento diretto. Un coinvolgimento negato, ultimo caso di una lunga serie di violazioni di diritti sacrosanti. A cominciare dal mancato recapito della corrispondenza, dal continuo rinvio di incontri con la direzione aziendale, dall’impossibilità di discutere problemi e proporre soluzioni. Si tratta di comportamenti antisindacali non più tollerabili, soprattutto in questo periodo di crisi che richiede il massimo impegno da parte di tutte la parti sociali e di quelle istituzionali. Comportamenti che insieme alla gestione fallimentare emersa nella bufera giudiziaria meglio nota come Sanitopoli, bloccano l’efficienza, peggiorano le condizioni di lavoro dei professionisti sanitari e di conseguenza abbassano il livello delle prestazioni offerte agli utenti. Alle consorterie e ai comitati d’affari va sostituito il merito e il rispetto dei diritti. Noi crediamo che il confronto basato sulle regole incoraggi il dialogo e permetta l’individuazione di soluzioni condivise. Crediamo sia molto importante trasmettere il messaggio che tutti i lavoratori del settore sanitario abbiano pari diritti e godano di uguali tutele. Siamo convinti che oggi più di ieri sia urgente dare spazio a tutte le voci che difendono il lavoro, il reddito, il diritto alla salute pubblica”.
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