POMPEI
Il crollo presso gli scavi di Pompei dà nuovo fiato ai lamenti sui tagli. Eppure noi ricordiamo che nel ‘97 Walter Weltroni, allora ministro della cultura, dichiarò (gli scappò detto) che di oltre 500 dipendenti addetti all’area archeologica ogni giorno se ne presentano mediamente 145, chissà se è cambiato qualcosa. Giova rivangare questo dato perché le famose manutenzioni (non i restauri, che spettano agli specialisti), cioè pulizia dei detriti, canaline di scolo, taglio di erbe e arbusti etc, potrebbero ben farle i custodi, anziché bivaccare straccamente da un sedile all’altro. Il direttore generale Mario Resca non sbaglia una parola circa l’enorme potenzialità economica del turismo culturale, peccato che le stesse cose le diceva già Ronchey nel ‘92 e Spadolini ancor prima, ma non pare se ne sia fatto un buon costrutto. Per cambiare registro bisogna avere il coraggio di rompere barbare consuetudini sindacali e politiche. Altrimenti saranno sempre soldi gettati al vento.
Luigi arch Fressoia – PG
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