La raccolta differenziata è la foglia di fico dietro cui si nasconde l’inceneritore?

riceviamo da Movimento Perugia Civica e volentieri pubblichiamo

Dopo l’incontro pubblico di Ponte Valleceppi (29 ottobre), in cui per la prima volta ben quattordici associazioni, movimenti e comitati costituitisi in “Cittadini in Rete” si sono trovati insieme per esprimere un’opinione civica sul tema dell’inceneritore, la rete si va rafforzando e dotando di strumenti organizzativi e di comunicazione. Di tale rete, Perugia Civica si sente forza propulsiva e in essa investe le sue energie e il suo impegno.

L’incontro di P. Valleceppi è stata anche la prima volta che ha visto qualcuno portare  tra la cittadinanza delle informazioni tecnico/scientifiche sul tema dei rifiuti e sui problemi e rischi che pone l’ipotesi di incenerimento. Non lo ha fatto la Regione al momento di concepire il Piano regionale dei rifiuti, non lo ha fatto il Comune al momento di varare il piano per la raccolta differenziata porta a porta.

Per questo, ci colpisce che l’assessore Pesaresi, sia nell’assemblea di P. Valleceppi, sia nelle assemblee che organizza nei quartieri, abbia sempre evitato di nominare l’inceneritore, sia pure sotto il nome di termovalorizzatore. Solo negli interventi sui giornali o sui siti, l’assessore ha dichiarato che “il trattamento termico dei rifiuti non sarà mai sostitutivo della raccolta differenziata ma complementare e indispensabile” (Corriere dell’Umbria del 12 agosto, pag. 14) e lo ha dichiarato  prima ancora di aver messo a regime la prima parte della raccolta porta a porta, quella che interessa solo alcuni quartieri minori e poco popolosi della città.

Eppure, dell’inceneritore non si parla né nelle Linee programmatiche della Giunta Boccali, né in alcun atto ufficiale della Giunta o del Consiglio comunale: non c’è mai stato confronto pubblico su questo tema a Perugia.

Allora, o l’assessore parla a titolo personale, o c’è una volontà precisa di andare verso l’inceneritore senza sentire né i cittadini, né i loro rappresentanti, né le associazioni che propongono soluzioni alternative per la chiusura del ciclo della gestione dei rifiuti. E allora, la raccolta differenziata potrebbe essere solo la foglia di fico dietro cui si nasconde l’inceneritore.

La questione dell’inceneritore fa affiorare, con grande evidenza, il problema della mancata trasparenza e della partecipazione. Infatti, mentre l’assessore polemizza con i cittadini e le associazioni accusandoli di demagogia, non provvede minimamente a far conoscere (e magari anche discutere!) il progetto di raccolta differenziata porta a porta che sta cominciando ad attuare: non è ancora emerso né il piano finanziario, né il piano di estensione della raccolta differenziata.

La raccolta differenziata porta a porta è cominciata, con un’ottima accoglienza da parte dell’insieme della popolazione, in alcuni quartieri minori e periferici, e nel centro storico: ma quando sarà avviata a Madonna Alta, Ferro di Cavallo, San Sisto, Ponte San Giovanni, cioè nei grandi e popolosi quartieri in cui si oggi si concentra il grosso della produzione dei rifiuti? Quanto tempo (mesi, anni) durerà, e con quali fasi e tappe, l’estensione della raccolta porta a porta a tutto il territorio comunale?

E non sappiamo nemmeno quanto sarà investito nell’operazione e quale sarà il ricavo utile. Eppure l’assessore ha già parlato della necessità di aumentare in misura notevole la Tia, addirittura lasciando pensare che la colpa dell’aumento sia nei costi per l’avvio della raccolta porta a porta. Un bell’autogol, specialmente se vediamo che in tutti i comuni in cui si è avviata la raccolta porta a porta , la Tia è diminuita in modo considerevole.

Prima di arrivare a una conclusione, assessore Pesaresi, parliamone in pubblico!

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