Inaugurazione: sabato 11 dicembre, ore 17.30 Associazione Culturale Città del Futuro, c/o Arredamenti Mandarini v. Ferriera 52/54 – TORGIANO (PG)
Andrea Cernicchi – Assessore alla Cultura e Politiche Sociali del Comune di Perugia Mimmo Coletti – Critico d’arte e Giornalista
Home my sweet home mette in scena una vera e propria scomposizione del luogo dove l’artista crea le sue opere, ovvero la propria abitazione, nella quale si fa fatica a distinguere un’opera da qualcosa di funzionale alla vita di tutti i giorni; la dolce casa, allestita nello spazio espositivo dell’Associazione Culturale Città del Futuro, presso l’atelier Arredamenti Mandarini, rappresenta un viaggio nell’universo più intimo e quotidiano di Mirmina, e infatti, ciò che per il visitatore potrà sembrare nell’immediato una esposizione d’arte per Mir rappresenta la normalità di un’esistenza che non può prescindere dall’uso spregiudicato del collage e del colore. Mirmina in questa occasione pone soprattutto l’accento sull’unicità delle sue creazioni nell’ambito del design e dell’oggettistica da interni, andando decisamente controcorrente rispetto alla serialità e alla standardizzazione che sempre più frequentemente affollano le nostre abitazioni, evidente sintomo della sindrome da consumismo low-cost che caratterizza il nostro tempo. La sottile linea che sta tra originalità e conformismo, dunque, diviene qui la protagonista, il convitato di pietra non espresso ma pienamente percepito dal visitatore.
E così che sarà possibile ammirare oggetti d’uso comune divenuti oramai celebri, entrati a far parte del nostro immaginario collettivo, oltre a elementi di più recente ideazione prodotti da famose multinazionali dell’arredamento, il tutto rielaborato da Mirmina con il suo personalissimo stile. Ciò che ne deriva risulta essere un qualcosa a metà strada tra un complemento d’arredo e una opera d’arte nel vero senso della parola, ovvero quello che consente di interrompere, anche solo per un attimo, la routine quotidiana, fornendo un punto di vista altro e facendo scaturire una riflessione che non pretende di essere destinata a pochi, ma nella quale tutti possono facilmente riconoscersi.
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