Assisi, Bartolini replica all’assessore Paoletti

Giorgio Bartolini

Appaiono paradossali le lamentele dell’assessore al turismo Paoletti secondo il quale, se il suo settore non ha dato prove soddisfacenti per ipotetiche carenze di fondi in questi anni, la colpa sarebbe da attribuire a me che avevo invece la delega ai lavori pubblici, accusandomi, udite udite, di aver fatto troppo per il mio settore.

Dovrebbe sapere che i fondi sono stanziati nel bilancio di previsione deliberato dai consiglieri comunali. Gli assessori ne prendono atto e, di conseguenza, operano. E si smentisce ancora una volta, se è vero come è vero, che solo nell’estate di un anno fa, durante un’assemblea da lui indetta senza che Ricci ne sapesse alcunché e fosse stato invitato, attribuì la colpa della carenza del suo settore al sindaco. Non ho mai osteggiato, anche se per lo più non condividevo l’operato di Paoletti e certe spese sul turismo, perché non di mia responsabilità, ma del sindaco, che è a capo dell’amministrazione.

Ora, come la maggior parte degli operatori lamenta, posso dire con chiarezza che, malgrado i non pochi finanziamenti del settore, inefficace è stata tale politica, lasciata per lo più all’iniziativa dei soli imprenditori. Ciò, però, non per insufficienza di mezzi, ma per la mancanza di idee e soprattutto di un progetto strategico che non è stato elaborato in questi ultimi anni perché, purtroppo, nell’amministrazione c’è chi pensa di capire di tutto e quindi anche di turismo. Ricordo questo fatto paradossale: nello scorso novembre, su indicazione degli assessori Paoletti e Brunozzi, con la compiacenza del sindaco, ed io in realtà contrariato, la giunta decise di non autorizzare il progetto dei mercatini di Natale con la scusa del ritardo della presentazione della domanda. Gli imprenditori volevano solo una risposta rapida che invece è stata data in ritardo, strumentalmente, per giustificarne il diniego.

Quello che invece è trapelato da parte dei due assessori è stata la preoccupazione, in presenza dei mercatini, che i negozianti di Assisi non avrebbero venduto le loro merci. Tesi assurda, frutto di incompetenza, ridicola, perché questi mercatini, ormai è esperienza consolidata, attirano tanta gente che incrementa il commercio delle altre attività esistenti in loco. Ripeto, l’investimento dei 150 mila euro era tutto a carico dei richiedenti, se il comune non voleva dare quei pochi supporti di mezzi comunali che, generalmente, concede anche per iniziative di poco conto poteva farlo presente; non sarebbe stato comunque d’impedimento alla realizzazione del progetto, che aveva avuto, seppur in modo informale, il gradimento e lo spazio di una famiglia francescana anche al fine di esaltare i valori della Natività. La verità è che il rifiuto è stato di una cecità culturale terribile, specialmente nel giorni che precedono il Natale in cui si registra il consueto “periodo morto”.

Come si fa ad amministrare il settore del turismo se non si colgono al volo i progetti finanziati senza spese per il Comune?

Se il turismo ad Assisi non ha migliorato in questi ultimi anni, come in altre località, è dovuto anche al fatto che questa amministrazione non ha compreso a fondo l’importanza di affiancare gli imprenditori che hanno interesse ad operare con il turismo, soprattutto ora che i bilanci comunali hanno maggiori difficoltà e perché, lo ripeto, manca ad Assisi un valido piano strategico che, terminata la ricostruzione e ristrutturati gli immobili di maggior pregio, doveva essere già promosso da chi ne aveva le competenze. Questa politica finora adottata va completamente capovolta con un piano speciale elaborato da un professionista del settore di prestigio internazionale e l’affiancamento dell’amministrazione comunale agli imprenditori locali.

 

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