‘I provvedimenti assunti, in conformità alla normativa regolamentare prevista dalla Regione, sono contrari alla legge, alla giurisprudenza e alla dottrina prevalente’. Sono le conclusioni a cui giunge la Corte dei Conti nella sua relazione sulla gestione finanziaria e contabile della Regione dell’Umbria per l’esercizio 2009 in riferimento alle consulenze e agli incarichi esterni affidati dall’Ente. A darne notizia è il consigliere di Futuro e Libertà, Franco Zaffini, già firmatario di diverse interrogazioni sugli affidamenti esterni e sulla mancata razionalizzazione delle risorse regionali. “La Corte dei Conti è chiara nelle sue conclusioni – afferma l’esponente di Fli – e dice alla Regione che, nonostante si sia dotata di un regolamento ad hoc per l’attivazione di rapporti di lavoro temporanei, tali azioni rientrano in comportamenti in frode alla legge”.
“Ormai – ribadisce Zaffini – lo strumento degli affidamenti esterni ha assunto carattere permanente anziché rappresentare un’eventualità in casi di eccezionali esigenze di risorse umane, così come prevede la legge. Ci sono – prosegue – persone che vengono praticamente ‘stipendiate’ dalla Regione da almeno cinque anni con contratti di consulenza o di lavoro coordinato per lo svolgimento di attività ordinarie e alcuni illustri personaggi, con questo escamotage, hanno maturato l’anzianità per essere stabilizzati nell’Ente”.
Zaffini ricorda come l’anomalia ‘Umbria’ in materia di consulenze esterne fosse stata già evidenziata da una inchiesta del Sole 24h in cui il ‘cuore verde’ risultava l’unica regione a non aver tagliato gli incarichi esterni dal bilancio, ravvisando, al contrario, una spesa addirittura triplicata rispetto agli esercizi precedenti.
“Il fondo – conclude Zaffini – si è toccato proprio nel 2009, anno che precedeva le Regionali di marzo, quando sono stati spesi oltre due milioni e mezzo di euro. Nel 2010 la spesa si è ridotta di circa un milione, anche grazie ai limiti imposti dall’esecutivo nazionale, ma tra i ‘consulenti straordinari’ della Regione dell’Umbria i nomi restano sempre gli stessi, quelli di assessori comunali, noti dirigenti di partito, consiglieri provinciali tutti della grande famiglia del ‘mutuo soccorso’ targata Pd. Gli stessi nomi che dal 2004 percepiscono un vero proprio stipendio grazie ad una chiamata diretta, senza alcuna procedura comparativa, una casta che agisce in barba ai tanti lavoratori umbri che oggi non solo faticano a trovare un lavoro, ma rischiano addirittura perdere quello che hanno”
Domanda di Goodmorningumbria : E adesso che succede?
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