di Viviana Picchiarelli
Debutto di successo per l’Accademia degli InQuieti di Spello con la commedia noir “Tre di Picche” di Alberto Perrini.
Domenica 16 Gennaio presso il teatro del Subasio la due atti diretta da Claudio Carini ha saputo coinvolgere lo spettatore in un crescendo di suspence inframmezzato da momenti di pura commedia.
Per 90 minuti alle tre protagoniste, Suor Castigata (Anna Lucia Fuso), Suor Irene (Emanuela Fuso) e Suor Bibiana (Marusca Gubbini), è vietato uscire dalla cabina della nave che le sta portando in missione se non per essere interrogate dal commissario di bordo in merito alla scomparsa della Madre Superiore.
La convivenza forzata e la drammaticità dell’evento sono occasione per le tre donne, dal carattere profondamente diverso, per interrogarsi prima sulla misteriosa scomparsa della Madre Superiora cercando di ricostruirne gli ultimi movimenti e quindi, quando su di loro incombe il fondato sospetto di aver ucciso la consorella, per accusarsi a vicenda, cambiando spesso l’alleanza di due di esse contro l’altra
Così conosciamo la ex trapezista Suor Castigata “che si occupa solo di futilità”, la timorata di Dio, Suor Irene detta anche “Suor Lacrimetta” e la scontrosa Suor Bibiana “Saggia e Posata”. Se all’inizio i loro personaggi sono delineati in maniera distinta, il secondo atto, incentrato su un accanimento rabbioso che sottende i crescenti battibecchi, mette in luce tratti impensabili del loro modo di essere rimescolando le carte fino alla clamorosa conclusione per dimostrarci che niente è come sembra.
Grazie ad una recitazione che fa dell’esagerazione e dell’esasperazione di certi tratti il punto di forza della caratterizzazione dei personaggi e ad una regia che sa come dare respiro ad ambientazioni “claustrofobiche”, lo spettacolo riesce ad avvolgere lo spettatore e a farlo entrare in quella cabina.
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