di Ciuenlai
Una volta si diceva “gli estremi si toccano”. Era una locuzione riferita agli “opposti estremismi” di destra e di sinistra. Per una strada diversa la cosa si sta ripetendo oggi. Anzi è accaduta
sabato. I discorsi di Veltroni al Lingotto e di Fini a Reggio Calabria mostrano pochissime differenze sia per i titoli che per le analisi dei temi scelti. I due hanno fatto una lunga strada per arrivare ad una medesima conclusione : “questo è il miglior mondo possibile”. Personalmente di quest’uomo che critico sui contenuti con tutte le mie forze, apprezzo la sincerità, a differenza dei suoi colleghi ex comunisti del Pd, che sono andati anche oltre il suo pensiero, ma continuano a darsi qualche falsa e ipocrita “imbellettata” di sinistra. Quando è caduto il muro di Berlino erano due le cose che si potevano fare . Provare a riaprire la partita o arrendersi e fare pace con l’ex “nemico”. Loro hanno scelto la seconda di quelle che ho detto, hanno scelto la strada dell’omologazione quella del “confesso che ho perduto”. Una opzione che ha una sua rispettabilità e una sua logica, ma che (bisogna saperlo ) trascina in area moderata milioni di persone. Veltroni lo ha detto chiaramente; non vuole più inseguire sogni di società diverse, ma
lontane, vuole ragionare solo con l’oggi, proponendo però, in alternativa, una utopia più grande di quella del comunismo : “rendere digeribile il capitalismo selvaggio dell’epoca del liberismo (che viene accettato senza se e senza ma)” . Una opzione, che come ormai ammettono esperti, intellettuali e analisti e come ha dimostrato Marchionne, (bisogna saperlo ) non contempla più i diritti dei “subalterni” come elemento di civiltà. Uolter, per dare un minimo di coraggio, si rifà ad improbabili rivoluzioni “democratiche”, aggrappandosi, come modello, a quelle che sarebbero state fatte in America. Se avere 40 milioni di poveri, il far west quotidiano, il più alto tasso di criminalità organizzata, nessuna protezione sociale, la segregazione razziale ancora vigente in molti stati e la guerra come principale metodo di risoluzione dei conflitti internazionali, è il prodotto di una rivoluzione democratica, come Peppone, per piacere, “fatemi continuare a credere alla mia”.
P.S. – L’area di Veltroni si chiama Mo – Dem, Moderati Democratici, per distinguersi dagli altri del Pd che, come noto, sono degli incalliti rivoluzionari.
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