di Ciuenlai
L’incredibile spettacolo della guerra per le candidature a cui abbiamo assistito in questi mesi e alla quale, purtroppo, continuiamo ad assistere, non è altro che l’atto finale, degli effetti del sistema maggioritario. La personalizzazione è stata spinta ai massimi livelli e ormai è l’unico elemento con il quale viene identificata la politica. I programmi (quando ci sono) vengono sempre dopo. Il processo ha avuto varie fasi, prima di arrivare alla degenerazione attuale. L’avvento dell’elezione diretta di Sindaci e Presidenti è parsa, all’inizio, come un elemento di stabilizzazione del sistema. Ma non ci si è resi conto che il primo periodo fu gestito in maniera proporzionale. I partiti, anche se dimagriti e meno organizzati, erano ancora una cosa seria. La sinistra sfondò perché mise in campo i migliori candidati possibili, gente di grande personalità dando l’impressione di una grande apertura verso al società civile. Ma durò poco; solo 5 anni. Il secondo decennio è quello del ritorno degli apparati e della formazione delle oligarchie. Da qui il passaggio all’individualismo sfrenato è stato, praticamente,automatico. La cultura dell’uomo solo al comando, non poteva che avere questa negativa conclusione. E la presunta stabilità si è trasformata in un inferno, in una competizione ad orario continuato. Quella che era considerata la normalità e cioè la riconferma per la seconda legislatura è diventata, nella maggioranza dei casi, una eccezione. Oggi, in realtà, la battaglia inizia il giorno dopo l’insediamento. E gli oppositori più accaniti e pericolosi sono interni più che esterni alla coalizione che ha vinto. Questo nuoce gravemente alla salute degli enti locali perché la condizione fondamentale per passare all’assalto di sindaci e Presidenti in carica è quella di mettere in difficoltà le varie amministrazioni. Peggio vanno e più aumentano le possibilità di mandare a casa i responsabili. E, lentamente questo assalto avviene ad una distanza sempre più ravvicinata. Prima si aspettava la fine delle due legislature, poi si è passati a sferrare l’attacco alla fine della prima e adesso si comincia a tramare dopo pochi anni dall’insediamento (in alcuni casi dopo pochi mesi). In ogni posto i “papabili” creano propri apparati, gruppi di sostenitori, che sfuggono alle strutture di partito e che rispondono solo ad interessi di parte. E’ un po’ come a fine impero, quando ogni generale si faceva incoronare imperatore dalla propria legione. E i generali aumentano ogni ora. Non sono teorie, ne chiacchiere ma fatti di questi tempi e di questi giorni. Basta leggere le cronache elettorali. I sindaci di Nocera Umbra e Di Amelia, che erano al primo mandato, non verranno riconfermati. Ricci di Assisi non avrà tutto il centrodestra con lui perchè il suo vicesindaco Bartolini è diventato un suo concorrente. In città come Spoleto e Terni ci sono forze dentro il Partito Democratico che stanno provando a far saltare il banco prima del 2014. A Perugia una manciata di Consiglieri di maggioranza tiene costantemente “sotto scorta” Boccali. Credo quindi che se si vuole provare a rimettere in campo un pizzico di normalità, bisognerà che, prima o poi qualcuno cominci a fare una seria battaglia contro questo sistema che sta andando in pezzi e che sta mandando in pezzi le istituzioni. Certo la modifica dell’elezione diretta è, per Comuni e Province, una questione nazionale, ma per la Regione è cosa nostra. Una legge elettorale che elimini il listino e che preveda (al massimo) solo l’indicazione del Presidente, potrebbe dare una mano alla democrazia e al buon governo.
Tag: amelia, assisi, bartolini, ciuenlai, elettorale, legge, maggioritario, nocera, ricci, sindaci
24 marzo 2011 alle 10:58 |
Eppure il Maggioritario, per un’italia moderna, è necessario.
Certo ci vuole tempo e pazienza, oltre a leggi adeguate per traghettare definitivamente quest’Italia al sistema Maggioritario.
Vi sono vecchi residui di carbonella della vecchia repubblica, nella lunga strada da percorrere e c’è qualche ramo impazzito dello stato che ci soffia sopra, pur di mantenere integri i loro privilegi.
Non per questo bisogna arrendersi, guai, sarebbe la rovina del nostro paese.
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