“Ci chiediamo quale sia la logica alla base delle decisione di intitolare una strada a Piediluco a Mario Filipponi, partigiano della brigata “Antonio Gramsci”, da parte del Comune di Terni”. È quanto si legge in una nota dell’associazione culturale di promozione sociale, Libera Storia. “Siamo curiosi di apprendere le motivazioni che hanno spinto il Comune di Terni a questa decisione, a maggior ragione a fronte della necessità di raggiungere una reale pacificazione della stessa memoria storica nel nostro corpo sociale, come auspicato più volte dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso dei suoi molteplici interventi nelle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, in modo particolare a Terni, recentemente teatro di episodi di intollenza politica. Accomunare la figura del partigiano Filipponi, il cui operato dentro e fuori il movimento di liberazione è quanto meno discusso, stando a quanto scientificamente ed accuratamente documentato da diverse recenti pubblicazioni, con dati bibliografici e d’archivio di indubbia fondatezza, a quella di tanti protagonisti della nostra storia nazionale ed unitaria ci sembra una scelta forzata e dal sapore ideologico. Sarebbe stato più opportuno, a nostro avviso, dedicare una via ai tanti protagonisti sconosciuti, e spesso dimenticati, del processo unitario e risorgimentale, la memoria delle cui gesta sta risorgendo anche in Umbria attraverso molteplici iniziative culturali, accademiche ed editoriali, piuttosto che incensare una figura legata a pagine sicuramente più drammatiche della nostra storia contemporanea”.
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