Tetto invalicabile al totale delle tasse -fissato costituzionalmente- per cittadini, famiglie e imprese (non distante dal 20% del reddito lordo, “curva di Laffer”). Aliquota unica per tutti (“Flat Tax”). Quoziente familiare. Abolizione del sostituto d’imposta.
Numero di dipendenti statali, regionali, degli enti locali e degli altri enti pubblici di ogni ordine e grado non superiore a una percentuale prefissata (media europea). Non più di un dirigente ogni 20 dipendenti. Dirigenti superiori solo a contratto temporaneo (Spoyl system).
Obbligo per enti pubblici di ogni ordine e grado alla percentuale massima del 20% del proprio bilancio per spese fisse (stipendi, affitti, etc.). Consulenze esterne pagate attingendo al monte stipendio dei dirigenti.
Assegnazione dei seggi parlamentari (regionali e degli enti locali), solo in proporzione alla percentuale di votanti.
Divieto a qualsiasi ufficio pubblico di chiedere a cittadini e imprese documenti e dati già in possesso della pubblica amministrazione: decadimento e interdizione perpetua per sindaci, assessori, presidenti e dirigenti che non ottemperano a disposizioni di legge.
Allargamento basi della democrazia: riconoscimento giuridico di partiti, sindacati e associazioni; bilanci pubblici, obbligo di regole interne democratiche.
Allargamento basi della democrazia: divieto di cumulo di cariche pubbliche (consigliere, presidente, sindaco, dirigente di partito/sindacato, etc.).
Allargamento basi della democrazia: incompatibilità tra cariche di partito e cariche elettive.
Allargamento basi della democrazia: eletti dipendenti pubblici massimo 30% del totale. Forme di rappresentanza per tutti i mestieri e categorie sociali e per tutti i territori.
Repubblica presidenziale. Premio di maggioranza.
Non più di duecento parlamentari. Non più di 30 parlamentari europei italiani, stesso stipendio dei primi. Riduzione di 2/3 del contributo italiano all’onu e alla cee.
Stipendio dei parlamentari non superiore al 150% di quello percepito prima (con tetto max € 7.000mensili).
Massimo dieci ministeri e dieci ministri. Riduzione autority, enti speciali e “sottobosco” del 90%.
Nessun stipendio pubblico o pensione superiore a € 7.000,00 mensili compresi benefit.
Trattamento economico dei consiglieri regionali uguale ai parlamentari. Abolizione della Regione Molise (da aggregare con l’Abruzzo). Abolizione statuto speciale delle regioni.
Riduzione del numero di province alle originarie 92. Poi abolizione delle province nelle regioni con sole una, due e tre province. Abolizione delle Prefetture, delle Comunità Montane fuori dalle montagne, delle Camere di Commercio.
Riduzione sedi universitarie al numero del 1970. Finanziamento pubblico non superiore al 50% dei costi. Riforma Gelmini.
Servizi pubblici (trasporti, acqua, rifiuti, energia, scuola, sanità, sicurezza, etc.), erogati in regime di libera concorrenza tra imprese (private o statali è secondario). “Buono scuola”, “buono sanità” in mano all’utente. Sovranità del consumatore.
Forti incentivi alla famiglia tradizionale e alla procreazione. Forti incentivi (defiscalizzazione) alla libera iniziativa imprenditoriale e alla concorrenza. Forti incentivi al volontariato di prossimità.
Abolizione degli ordini professionali. Abolizione valore legale della laurea. Abolizione obbligo al notariato.
Separazione netta tra inquirenti e giudici: terzietà del giudice. Abolizione dei tar, del giudice del lavoro e di ogni magistratura extra-ordinaria. Divieto di rinvio delle udienze. Controllo di presenza per i magistrati. Responsabilità civile dei magistrati.
Abolizione Statuto dei Lavoratori e legge Gozzini.
Abolizione canone rai, vendita della rai. Divieto di denaro pubblico ai mass media nazionali.
Divieto di finanziamento pubblico a fondo perduto alle aziende private: Alitalia a Fiat, etc.
Piano nazionale energia, pari dignità al nucleare, stop agli incentivi al falso alternativo.
Opere pubbliche: divieto di subappalto; fideiussione dell’appaltatore almeno del 70% del valore dell’opera appaltata.
Obbligo di urbanizzazioni complete a carico del costruttore.
Centralità del patrimonio culturale a naturale della Nazione.
Delegificazione, semplificazione, sburocratizzazione. Controllo e valutazione da parte di organismi indipendenti misti (casalinghe, liberi professionisti, cittadini sorteggiati, etc.).
Concorsi pubblici col metodo del sorteggio, applicato sul 30 o 50 o 70% di idonei selezionati per titoli ed esami.
Commissione parlamentare di inchiesta (“Processo di Norimberga”) sulla spesa pubblica degli ultimi 30 anni. Diritto perpetuo di rivalsa sui responsabili politici e amministrativi e loro eredi.
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