Ho letto “l’arrampicarsi sugli specchi” dell’assessore Lunghi, che ha fatto riferimento a casi che non hanno nulla di analogo a quello in questione, a difesa del suo forte desiderio di concedere un’autorizzazione a porre tavoli in fondo a via Portica, vicino ad una storica fontana, ad esclusivo servizio di una pizzeria del responsabile della sua lista civica alle ultime elezioni amministrative. Ma veniamo al fatto vero. A Lunghi, che è architetto, per l’ultima volta ricordo che la fontana presso cui verrebbero posti i tavoli risalirebbe al XIII secolo, e che la stessa sullo sfondo porta scolpito lo stemma dei Mammoni. Ciò per ricordare l’importanza anche civica di questo monumento. Ricordo anche che quello spazio è l’unico carico-scarico utilizzato da non meno di 20 negozi e da abitanti del luogo per brevi minuti di sosta. I tavoli inoltre recherebbero un intoppo alla circolazione, tanto che il comune, non a caso, in passato ha espresso parere negativo. Quanto ai dettagli poi, visto che lo stesso assessore dice di essersi recato sul posto, avrà notato che manca il rubinetto e non dovrebbe essere difficile rimetterne uno. Per quanto riguarda la plancia delle pubbliche affissioni è come tutte le altre. Certi provvedimenti, anche se non in contrasto con la legge, risultano inopportuni, perché contro l’interesse pubblico, e per di più anche in palese contrasto con quanto egli stesso afferma sulla volontà di “valorizzare tutti gli angoli di Assisi” e quindi non vanno accolti, altrimenti si denotano come provvedimenti clientelari, o peggio, come scambio di voti. Gli amministratori dovrebbero sempre tener presente che la moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta; in caso contrario è meglio che diano le dimissioni.
Giorgio Bartolini
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