ALLA FACCIA DELL’EQUITA’

di Ciuenlai

Sentito il discorso del prof. Monti al Senato, proviamo a fare due conti per capire ciò che ci aspetta subito, forse prima del 2012:

SUL PIANO ECONOMICO

1) PENSIONI – Passaggio al contributivo che vuol dire meno 20% di media (dall’80 al 60%)

2) AUMENTO DELL’IVA –1 o 2 % con effetto inflativo e diminuzione del potere di acquisto (ad essere buoni) di almeno 5 punti percentuali;

3) REINTRODUZIONE DELL’ICI – dai 100 ai 200 euro all’anno di tassa

4) PRIVATIZZAZIONE DEI BENI COMUNI – Che vuol dire servizi sulla base di quanto si paga come enti contraenti e come tariffe. In soldoni, questo porta a tre possibili conclusioni; o prestazioni minime ridotte all’osso o tariffe portate al massimo, o tutte e due messe insieme. Scegliete voi.

5) LIBERALIZZAZIONI – L’eliminazione delle tariffe minime sulle professioni può portare qualche vantaggio, ma dovrà superare l’ostacolo di potenti lobbies, anche a carattere massonico. Dubiterei, non che ci riescano, ma solo che ci provino.

SUL PIANO SOCIALE

1) CONTRATTO NAZIONALE FIGURATIVO – si passa prima al contratto aziendale e poi al vero obiettivo , il contratto individuale, quello nel quale il padrone ha la maggiore possibilità di ricatto e che mette i lavoratori uno contro l’altro. Quindi fine del contratto nazionale e fine del sindacato;

2) DIMINUZIONE DEI DIRITTI SUL POSTO DI LAVORO e via libera ai licenziamenti facili, l’aumento della flessibilità e quindi della precarietà.

3) CONTRATTO UNICO DI PRECARIATO – Subdolamente Monti ha spezzato una lancia, come fa Bersani, a favore dei contratti a tempo indeterminato. Ma se posso licenziare quando voglio, se posso applicare la flessibilità massima, se posso contrattare individualmente viene eliminata ogni differenza tra contratto a tempo e contratto indeterminato. Quindi ci lasceranno la libertà di chiamarlo come vuoi, tanto è lo stesso. Il tutto, per dovere di cronaca, innaffiato con una vaga promessa di patrimoniale (mai nominata), di ridare qualche soldo a lavoratori e imprese con una non meglio precisata riforma fiscale e una dichiarazione di lotta al nero e all’evasione fiscale e con un ostinato ed efficace ricorso alla paura attraverso il monito “dopo di me il diluvio”, che tende a “sottomettere” la gente sulla base di un ricatto.

Ma per carità, non chiamatela “macelleria sociale” ma equità. Cioè i ricchi saranno equamente ancora più ricchi e i poveri (che aumenteranno) equamente più poveri. Non è che è questo il tanto evocato cambiamento di Bersani?

P.S. – Ho paura però che la gran parte degli italiani considererà il programma di Monti come un discorso di buon senso. Girano per facebook decine di finti “antiberlusconiani” che, approfittando della grande impopolarità del nano, vanno sostenendo che tutto è meglio di Berlusconi e che questi ci salveranno dalla bancarotta a patto che si facciano i sacrifici richiesti. Sacrifici che , naturalmente, sono colpa unica del Caimano. La macchina della propaganda si è messa in moto, temo che quando gli italiani, smaltita la sbornia per la caduta di Berlusconi, se ne accorgeranno, sarà (purtroppo) troppo tardi.

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