Il cuore di Perugia nelle poesie di Gian Paolo Migliarini

“Saluti Perugini”

Gian Paolo Migliarini

Podésse piatte n colpo, ncór sè vivo?

che magni per campà cussì parecchio?

Ma guarda chi te ncontro mentr’argivo!

quil cornacchion de Peppe de Fucecchio.

Piasse n brutto mal quanto stè bene!

e… la tu moje ncora… carca sue?

Cià qualch’aciacco lia, ma ncor è n trène,

ma l sè che nne stè male manco tue…!

Gni mod’ ho fretta, tocca salutasse,

l mi fiòl me spetta, quil malarlevèto!

Saluti Peppe, llupo te carcasse!

Saluti anche ta te, diavlo mpestèto!!

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Le nozze di Cana

A ‘n pranzo de le nozze con Gesù

mentre che tutti stevon a magnà

e mezzi ‘mbriachi aviavon a cantà,

s’acorsero che ‘l vino n’ c’era più.

Maria je fa: “fio mio, pensece tu”,

tai servi: “ fate quillo che dirà”

“sei giare d’acqua gitem a pijà,

riempitemel’a raso e anche più,

doppo spettate qualche minutino”.

Quanno arpijaron l’acqua dai brocconi

s’acors’ro che diventava vino.

Certo, ch’alora era ‘na bravura,

‘n miraq’lo de quilli fanfaroni,

adè sarìa ‘na bella fregatura!

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