di Stefania Montori
Il “II° festival internazionale dell’arte per il dialogo e la pace tra i popoli e le religioni” tenutosi nei giorni del 13 e 14 Giugno 2012, in via della Camilluccia, 355, all’ambasciata irachena presso la santa sede, si è concluso da poco e già è ora di pensare al prossimo anno. L’evento, a cura dell’artista Massimo Bigioni, patrocinato dai comuni di Leonessa (Ri) e Greccio (Ri) ha visto la presenza di ben 109 artisti provenienti da 25 nazioni.Habeeb Mohammed Hadi Ali Al Sadr,uomo molto colto ed illuminato, ha voluto fortemente che questo festival fosse rappresentato dall’arte, vale a dire pittura e scultura, arricchito ed accompagnato dalla musica, in un mix eccellente che ha affascinato tutti i presenti.
L’ambasciatore ha voluto sottolineare il grande valore che rivestono i colori, le pennellate, i giochi di luci ed ombre…ogni minimo tratto rappresenta un’idea, un valore…ogni volto parla di un evento, a sostenere l’arte come linguaggio universale di comunicazione di messaggi di dialogo e di pace. L’arte come rinascita, come luce dopo il buio, vissuto dal popolo iracheno e che ora vive una nuova era, quella della repubblica, quella del dialogo…della pace per ritornare all’antico splendore.L’artista Massimo Bigioni ha affidato il suo messaggio di pace citando un pensiero di un capo di una tribù indiana, cheyenne, Ichu, il quale diceva:” Non importa se un uomo vive in nazioni diverse, appartiene a diverse tradizioni, ha la pelle di colore diverso e diverse sono le religioni; dopotutto le religioni, portano tutte verso un grande messaggio d’Amore e di Pace. Tutti, quando ci svegliamo la mattina, abbiamo sopra di noi lo stesso sole, che ci riscalda.. tutti abbiamo un unico Dio”.
L’attuale contesto internazionale – dice Habeeb Mohammed Hadi Ali Al Sadr – costituisce uno scenario molto preoccupante per i diffusi attentati alla libertà e alla pace. Gli attacchi alle varie Fedi del mondo da parte dei regimi, associazioni terroristiche, conflitti, persecuzioni stanno sempre più recidendo quel legame che la parola stessa Religio (dal latino Legame), indica esserci tra Dio e la sua creatura più amata: l’uomo. La preghiera è già in se stessa una grande azione, ma ciò non ci esime dal mettere in atto comportamenti al servizio della pace. Lottare per essa è un dovere morale che non ci si può liberare, in quanto figli dello stesso Dio, nello stesso Creato…”la pace attende i suoi Artefici”(Karol Wojtyla).
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