ARCHEOLOGIA A TERNI: NON C’ERANO I CELTI MA GLI UMBRI NAHARKI

di Marina Antinori

La popolazione protostorica degli “Umbri Naharki” è stato l’argomento della trasmissione “Il Salotto Buono …di Sera” condotto da Livia Torre, andato in onda il 21 novembre alle ore 20,40 su Teleterni, visibile anche in web streaming. Ospiti in studio sono stati la dott.ssa Maria Cristina De Angelis della Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Umbria, la dott.ssa Marina Antinori, il dott. Stefano Ferrari, e Stefano Montori del Gruppo Speleologico delle Terre Arnolfe.

Gli argomenti trattati da parte dei rappresentati della Soprintendenza sono stati la necropoli delle Acciaierie (X-IV sec a. C.), la necropoli dell’ex Poligrafico Alterocca (VII-VI sec a. C.) e gli abitati in zona Maratta Bassa (di cui uno recentemente venuto alla luce, durante i lavori per la costruzione della bretella che collegherà il quartiere Gabelletta con Maratta). I due archeologi hanno tenuto a precisare che questa popolazione si identifica con una certa sicurezza con la denominazione di “Naharci” solo a partire dal IV sec. a. C. Per il periodo precedente vi sono delle incertezze.

Marina Antinori ha parlato del sistema difensivo dei santuari dall’altura, in particolare dei siti di S. Erasmo e M. Torre Maggiore di Cesi, e del culto del dio Marte ad essi strettamente correlato (bronzetti votivi di VI sec. a. C). Erano costituiti da strutture provvisorie e fosse (VI sec. a. C), e solo successivamente monumentalizzati con l’avvento della romanizzazione (inizi III sec. a. C.). Stefano Montori ha chiarito alcuni aspetti delle numerose grotte e cavità presenti nella stessa zona, come il c.d. “Buco del Diavolo” (uso cultuale?).

Tutti i partecipanti si sono adoperati – nonostante la difficoltà oggettiva di rendere comprensibili ad un vasto pubblico argomenti che necessitano di un gergo tecnico e terminologie che si rifanno a lingue antiche – per dividere nettamente le leggende metropolitane da quelle che sono le ipotesi verosimili ottenute seguendo una metodologia.

Una convinzione emerge su tutte – fatta pronunciare dalla conduttrice dall’autorità rappresentata dalla dott.ssa De Angelis allo scopo di renderla più incisiva – non ci sono riscontri materiali della presenza di popolazioni celtiche nella zona di Terni e siti limitrofi.

Questa conclusione può deludere molti, ma fa emergere una civiltà umbra di cui esistono numerosissime e interessanti testimonianze che merita finalmente di essere riconosciuta per il suo valore di fronte al grande pubblico. I ritrovamenti fanno pensare che Plinio il Vecchio non sia tanto lontano dalla verità considerando gli Umbri Gens Antiquissima Italiae cioè la popolazione più antica d’Italia (N.H., III, 112-113).

L’etnia degli Umbri – avente una propria lingua testimoniata da epigrafi, tradizioni, istituzioni, e probabilmente una complessa teologia – era divisa in varie comunità tribali tra le quali spicca quella dei Naharki o Naharci che occupava il territorio ternano. Nelle Tavole Eugubine (VIb, 48 e Ib 16-17) erano considerati nemici della tuta ikuvina (la comunità di Gubbio) e messi al bando durante la lustratio (purificazione) dell’esercito in armi.

Sono molte le ipotesi convincenti, ma a volte risultano contrastanti i pareri tra gli studiosi e alcuni aspetti rimangono ancora da chiarire per mancanza di elementi, tuttavia i reperti continuano ad emergere e il lavoro non si ferma.

Bravissima si è dimostrata Livia Torre che ha saputo cogliere tutte le sfumature di una materia tanto complessa, gestendo lo scambio tra gli ospiti impostando un’atmosfera ironica e piacevole per lo spettatore. La conduttrice si è ripromessa di dedicare altri appuntamenti della sua trasmissione per l’approfondimento dell’argomento. Infatti, il riappropriarsi di una “Coscienza di Luogo” in un periodo di crisi come quello attuale potrebbe rivelarsi sorprendentemente una preziosa risorsa.

Si consiglia un libro ancora fresco di stampa: “Colleluna: Ieri, Oggi e Domani. Archeologia, storia e attualità della II Circ. Nord del Comune di Terni (ed. Thyrus)”, che vede come autori principali Marina Antinori, Adriano Fabrizi, Luigi Di Sano e il fotografo David Fratini. Il volume nasce da un progetto di valorizzazione appoggiato dal Comune di Terni e Archivio di Stato di Terni per rendere fruibili alla gente comune gli studi scientifici degli accademici e le fonti storiche confrontandoli con “le voci di popolo” alla ricerca di una via d’incontro o una definitiva smentita.

Per info contattare Marina Antinori: mars2@teletu.it o Ed. Thyrus 0744-389496

 

 

 

 

 

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7 Risposte to “ARCHEOLOGIA A TERNI: NON C’ERANO I CELTI MA GLI UMBRI NAHARKI”

  1. Druidosibillino Says:

    Il video del Salotto buono con doppio audio. Complimenti Teleterni.
    I Naarky erano tribù celtiche. Studiate prima di parlare e leggete tutti i libri del Prof. Farinacci. Teleterni dovrebbe fare una trasmissione su tutti i reperti celtici trovati.

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    • Marina Antinori Says:

      Carissimo anonimo neo-celtista, che non hai la faccia nemmeno di dire il tuo nome, e che scrivi con la “k” che non fa parte della lingua italiana, ti faccio notare che alla trasmissione era presente una funzionaria della Soprintendenza dell’Umbria, stai dando dell’ignorante a lei, oltre a molti altri studiosi e docenti seri. Prima di dare degli “ignoranti” ad altri, vai tu in biblioteca a leggerti TUTTE le pubblicazioni serie degli accademici: sono tante e ci vogliono anni per comprenderle a fondo.
      Non ci sono reperti “celtici”, appartengono agli Umbri come testimoniano le tavole di Gubbio scritte in lingua UMBRA non in RUNICO.
      Davanti al mondo accademico fate solo una pessima figura e nessuno di loro vi sta prendendo in considerazione.
      Basta con con questa disinformazione deformante. L’archeologia va fatta dagli archeologi laureati in queste materie, non da gente che confonde l’archeologia con il neo-celtismo, l’esoterismo e culti neo-pagani.

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      • Marina Antinori Says:

        DI SEGUITO SOLO UNA PARTE DELLA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
        ANCILLOTTI-CERRI 1986 A.Ancillotti, R. Cerri, Le tavole di Gubbio e la civiltà degli
        Umbri, edizioni Java, Perugia 1996, .
        BELLUCCI 1881 G. Bellucci, in BCA 1881, p.120.
        BELLUCCI 1909 G. Bellucci, Recenti scoperte paletnologiche nell’antichissima necropoli di
        Terni, in BPI XXXV, 1909, p.97.
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        atti del convegno internazionale, Assisi, 18-21 dicembre 1991.
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        Como 1980-1982, Vol II, p. 561.
        BONOMI PONZI 1989 L .Bonomi Ponzi, Cesi: cultura ed ambiente di una terra antica, Todi
        1989, Ediart, pp. 9-27.
        BONOMI PONZI 1995 L. Bonomi Ponzi, L’Umbria meridionale dalla protostoria
        all’altomedioevo, Interamna: quaderni di storia dell’arte, Terni 1995.
        BONOMI PONZI 2006 in ANGELELLI 2006 C. Angelelli, L. Bonomi Ponzi Terni, Interamna
        Nahars: nascita e sviluppo di una città alla luce delle più recenti ricerche archeologiche, École
        française de Rome, Roma 2006.
        BRUSCHETTI 1995 P. Bruschetti, Carsulae, Ministero dei Beni Culturali Ambientali, Istituto Poligrafico e Libreria dello Stato, Roma 1995.
        BUETTENER 1988 C. Buettener, L’abitato umbro di Cesi e il santuario di S. Erasmo, in Ann.
        Perugia, XXV, 1987-88, pp. 58 e ss.
        CAVANAGH LAXTON 1984 W.G. Cavanagh, R.R. Laxton, Lead Figures from the Melaion
        and Seriaton, in ABSA LXXIX, 1984, tav. 2-6.
        CIOTTI 1963 U.Ciotti, Nuove Conoscenze dei Culti dell’Umbria antica in problemi di Storia e
        Archeologia dell’Umbria – Atti del Convegno di Studi umbri, Gubbio, 26-23 Maggio 1963.
        CIOTTI 1976 U. Ciotti, Carsulae, in San Gemini e Carsulae, Bestetti, 1976, pp.9-80.
        COARELLI 2008 F. Coarelli, Roma, Laterza, Bari 2008.
        COARELLI 1994 F. Coarelli, La Tavola di Agnone nel contesto italico, la lingua, storia,
        archeologia dei Sanniti. Convegno di studio, Agnone 13-15 Aprile 1994, Cosmo Iannone Editore
        Isernia 1996.
        COARELLI 1997 F. Coarelli, Il Campo Marzio: dalle origini alla fine della repubblica, Quasar,
        Roma 1997.
        COARELLI 2001 F. Coarelli, C. Fratini, S. Sisani, Archeologia ed arte in Umbria e nei suoi
        Musei, Electa, Perugia 2001.
        COLONNA 1970 G. Colonna, Votivi umbro sabellici a figura umana, Sansoni, Firenze 1970.
        COSTAMAGNA 2001 L. Costamagna, Il santuario di Monte Moro, in Cardinali, Manconi,
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        COSTANZI 1930 F. Costanzi, Visioni preistoriche: le caverne carsiche del Torre Maggiore
        comprendono la Città di Crotona, le grotte degli Umbri, la necropoli di Cesi, Terni 1930.
        COSTANZI 1929 F. Costanzi, Una strada e un sistema di fortilizi preistorici (Le Grotte degli
        Umbri), Terni 1929.
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        DEVOTO 1967 G.Devoto, Gli antichi italici, Einaudi, Torino 1967.
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        PROSDOCIMI 1984 A. L. Prosdomici, Le Tabulae Iguvinæ, Firenze 1984.
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        PROSDOCIMI 1996 A. L. Prosdocimi, La Tavola di Agnone. Un’ interpretazione, in la Tavola
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        origini all’età feudale, Ediclio, Foligno 1979.
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        SISANI 2001 S. Sisani, Tuta Ikuvina: sviluppo e ideologia della forma urbana a Gubbio, ed.
        Quasar, Roma 2001.
        SISANI 2006 S. Sisani, Umbria, Marche, Laterza, Bari 2006.
        SISANI 2009 S.Sisani, Umbrorum gens antiquissima Italiæ: studi sulla società e le istituzioni
        dell’Umbria preromana, Deputazione di storia patria per l’Umbria, Perugia 2009.
        STOPPONI 2001 S. Stopponi, Un luogo di culto lungo la Via Flaminia (loc. Montecastro,
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        VERRI LANZI 1911 A. Verri, L. Lanzi, L’uomo preistorico nella Conca di Terni, Roma 1911.
        VERRI 1914 A. Verri, La Cascata delle Marmore, estratto dal Bollettino della Società Geografica
        Italiana – Volume XXXII, Roma 1914.
        VITALI 2001 D. Vitali, A. M. Brizzolara, E. Lippolis, L’acropoli della città etrusca di
        Marzabotto, University Press Bologna, Imola 2001.
        WACEW 1929 A.J.B. WACEW, in The sanctuary of Artemis Orthia, London 1929, pp. 249 ss.,
        tav. CXCIX, 6-8; 10-12; CLXXXIII, 13-15.
        EDIZIONI CRITICHE DEI CLASSICI
        Tito Livio, Ab Urbe Condita,T.J. Luce, Oxford University Press, 1998.
        Dionigi di Alicarnasso, Antiquitatum Romanarum,V. Karl Jacoby, In Aedibus B.G. Teubneri,
        Leipzig 1898.
        M.Tullio Cicerone, De Divinatione,William Armistead Falconer, Harvard University Press,
        Cambridge 1923.
        Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, Karl Friedrich Theodor Mayhoff, Lipsiae Teubner, 1906

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  2. Denis Says:

    Brava! Una degna risposta a una indegna ricostruzione/invenzione della ‘storia’ di Terni. Basta con questi Celti.

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  3. Andrea Neri Says:

    I NAHARKI NON ERANO UMBRI,AL MASSIMO SABINI COME AFFERMATO DA PLINIO IL VECCHIO, FIGURANO CON GLI ETRUSCHI E GLI JAPIGI COME NEMICI APPUNTO DEGLI UMBRI E PROBABILMENTE PARLANTI UNA LINGUA AFFINE AL FENICIO, PER CUI NAHAR SIGNIFICA FIUME. GLI ETRUSCHI PARLAVANO ETRUSCO E GLI JAPIGI IL MESSAPICO. SUCCESSIVAMENTE INGLOBATI DALLA CULTURA UMBRA NE AVRANNO ASSORBITO ANCHE IL LINGUAGGIO.

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    • Marina Antinori Says:

      Non usare il carattere maiuscolo equivale all’urlato e non è di buona educazione. Veramente mi pare che tu non conosca le ultime pubblicazioni di studiosi e docenti validi. Studia prima di contraddire studiosi che fanno dell’archeologia un mestiere. Fenicio??? L’analisi delle tavole di Gubbio ha portato a comprendere che l’Umbro è una lingua indoeuropea diversa dall’Etrusco (leggere pubblicazioni in merito scritte sopra). Questa è una tua ipotesi, personale ed arbitraria e ti invito a dimostrarla magari con una pubblicazione seria con riferimenti puntuali senza venire qua è “strillare” in un post di un articolo via web. Scrivi seriamente e pubblica con una casa editrice seria e fai leggere il tutto a docenti e ricercatori di una certa validità. Loro ti sapranno dare credito o no. Buon divertimento!

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  4. Emili Egidio Says:

    grazie per l’articolo e le considerazioni, ma penso ‘timidamente’ che con quel ‘Numem’ riferito alla Nazione dei Naharki, non si intenda ‘comunità’… Egidio Emili, non storico né archeologo ma interessato a conoscere le proprie radici, grazie di nuovo

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