Riceviamo e pubblichiamo
Con riferimento all’articolo pubblicato nel sito http://www.umbria24.it il 4 dicembre u.s. “Perugia, dai rubinetti di Case Bruciate acqua alla trielina: «Area limitata, colpa di artigiani e industrie»” e facendo seguito alle numerose segnalazioni dei cittadini che hanno contattato il servizio clienti aziendale, Umbra Acque S.p.a. comunica che le problematiche legate all’inquinamento da “trielina” emerso nella zona di Case Bruciate non interessa la rete del pubblico acquedotto. Nel caso specifico della zona di Case Bruciate, in un area circoscritta tra via Raniero Gigliarelli e la linea ferroviaria Perugia-Terentola, le indagini hanno evidenziato su n.3 pozzi privati concentrazioni di percloroetilene (TCE) e tetracloroetilene (PCE) superiori o uguali a 10 µg/l, valore limite di potabilità ai sensi del D.Lgs. 31/2001. E’ bene ricordare che l’area soggetta all’inquinamento di falda sopra descritto è rifornita, mediante l’acquedotto cittadino, da fonti di approvvigionamento molto distanti da Case Bruciate (sorgente di Nocera Umbra, sorgente di Scirca, acquifero di Petrignano, acquifero di Cannara e campo pozzi di Baschi). Tali fonti sono continuamente controllate da ASL e Soggetto Gestore ai fini della potabilità sia nei punti di adduzione che in quelli di distribuzione, garantendo la bontà e qualità della risorsa idrica distribuita dai civici acquedotti.
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