di Marta Cassieri
Questo il titolo della Tavola Rotonda organizzata dal Centro Internazionale Montessori di Perugia e dalla Fondazione “Aldo Capitini” di Perugia. L’evento, patrocinato anche dal Comune e dalla Provincia di Perugia, dalla Regione Umbria, dall’Università per Stranieri di Perugia, avrà luogo il giorno venerdì 18 Gennaio 2013, alle ore 17,00, presso la Sala dei Notari del Palazzo dei Priori di Perugia.
L’inizio sarà affidato al saluto delle autorità: Wladimiro Boccali, Sindaco di Perugia, e Andrea Cernicchi, Assessore comunale alle Attività culturali, Politiche giovanili, Coesione e Servizi sociali. A seguire interverranno
eminenti personalità per testimoniare il trait d’union esistente tra Aldo Capitini e Maria Montessori: Stefania Giannini, Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia; Claudio Francescaglia, Presidente della Fondazione “A. Capitini” di Perugia; Mario Martini, docente di Filosofia morale all’Università di Perugia e autore di importanti studi sul pensiero nonviolento e sulla filosofia di Aldo; Massimo Pomi, dirigente scolastico e autore del libro “Al servizio dell’impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini”; Lidia Celi, Opera Nazionale Montessori; Tiziana Pironi, docente di Storia della Pedagogia all’Università di Bologna; Luciano Mazzetti, Presidente del Centro Internazionale Montessori di Perugia.
La scelta del luogo dove tenere l’evento non è stata causale: la città di Perugia nel particolare e l’Umbria nel generale sono uno due parole chiave testimonianti il legame che intercorre tra le figure di A. Capitini e M. Montessori. Aldo, che viveva sotto la Torre campanaria del Comune di Perugia (Palazzo dei Priori) perché il padre era il campanaro del Comune, dopo le esperienze alle Università di Cagliari e di Pisa, torna nella sua città natale e qui dà inizio alle sue attività di filosofo, politico (il suo pensiero confluisce nel Socialismo liberale), antifascista, poeta ed educatore. E’ l’inventore della Marcia della Pace: partita per la prima volta da Perugia nel 1961. Il soprannome di Gandhi italiano gli è stato affibbiato perché per primo in Italia ha colto e teorizzato il pensiero non violento gandhiano. Nel secondo dopoguerra diventa Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia.
Maria, dal suo canto, è legata a Perugia e all’Umbria perché a Città di Castello scrive le prime pagine della sua storia, nel 1950 riceve la cittadinanza onoraria di Perugia e nel 1952 è docente all’Univesità per Stranieri di Perugia.
L’altra parola chiave per dimostare l’unione tra i due è: pensiero. Entrambi hanno elaborato il concetto di mondialità della pace, entrambi si sono “definiti” cittadini del mondo. A. Capitini e M. Montessori, però, sono anche due geni della pedagogia. Capitini, nel suo testo, “Educazione aperta”, parla specificatamente del Metodo Montessori. Nella pedagogia di Capitini, una pedagogia tra profezia e liberazione, c’è bisogno che l’educazione compia il movimento contrario: portare il mondo all’altezza del fanciullo, cioè spendere la propria esperienza per renderlo degno di lui e della festa che solo lui potrà celebrare. Ciò è possibile allontanando il fanciullo dalla mentalità educativa, oggi tanto diffusa, che orienta tutto il percorso formativo dell’individuo sulla base di logiche mercantili. Evidente è l’affinità elettiva tra Aldo e Mario: la loro attività pedagogica è l’attività pedagogica dell’educazione non violenta: “Dopo la nuova educazione saranno impossibili rivoluzioni violente” (Maria Montessori)
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