Riceviamo e pubblichiamo
Nel 2013 arriva la nuova bastonata della nettezza urbana, ora chiamata TARES, di cui i cittadini non si accorgeranno prima delle elezioni perché il pagamento avverrà dal secondo semestre. Ciò dopo la stangata dell’IMU nel 2012, che poteva, anzi doveva essere attenuata dal comune, applicando in misura ridotta i parametri del governo, in quanto le rendite catastali degli immobili di Assisi sono le più alte dell’Umbria. Purtroppo l’amministrazione ha rescisso anzitempo, nel 2011, il contratto della nettezza urbana più favorevole con l’ECOCAVE, che scadeva nel 2014, sottoscritto dall’amministrazione antecedente a quella di Ricci. Il nuovo contratto con l’ATI, il cui aumento si applica in tre fasi, ha comportato più costi e minori servizi sia delle spazzature (meno passaggi) ed altri servizi posti a carico dei cittadini (uno per tutti, l’obbligo di portare le potature all’isola ecologica anziché nei cassonetti come in precedenza). L’aumento del costo con il nuovo contratto nel 2012 (prima fase) è stato coperto non con l’aumento della tassa ma con il maggiore incasso dell’IMU.
Nel 2013 la spesa passerà da 4.800.000 euro del 2012 a circa 7.000.000 ed avrà un impatto notevole sulle famiglie e aziende soprattutto in questo momento di crisi.
Quindi, nel 2013, “grazie” al maggior costo del nuovo contratto (seconda fase), alla tassa comunale sui servizi e all’obbligo della copertura, ci sarà un aumento medio di oltre il 40% (poi ci sarà un ulteriore aumento con la terza fase del contratto). Un modo di fare incomprensibile che fa dubitare della capacità di amministrare, perché tutto questo aumento si poteva evitare. Ora qualcuno dirà che non è vero e che ad Assisi “non sono aumentate né tasse né tariffe”.
Vedremo ancora una volta chi avrà ragione.
Giorgio Bartolini
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