di Ciuenlai
Guardando i diversi sondaggi emerge che numeri e risultati dipendono, più che dalle risposte degli intervistati, dai desideri dei committenti. L’unica cosa certa sono le tendenze generali che sono uguali per tutti : Centrosinistra saldamente in testa e in lento ma progressivo calo, centrodestra ad inseguire in lento ma progressivo aumento, Grillo che sta frenando la caduta, Ingroia che supera lo sbarramento e Monti che si è fermato sul 15%.
Ma se andiamo ai numeri queste tendenze non hanno lo stesso valore. Per esempio sul vantaggio del centrosinistra si va da un sontuoso più 13 % dell’Ipsos (committente Ballarò), ad un misero 0,2% di Spin com (committente sconosciuto). Gli altri vanno da un minimo del 4% ad un massimo del 9%.
Per il centrosinistra non siamo all’allarme rosso, ma alla preoccupazione si. I sondaggi veri, quelli riservati in mano ai partiti, quelli che vengono fatti su campioni larghissimi e non su mille o poco più persone, dicono che la forbice si è ristretta e di brutto (5/7 punti). Un travaso di soli 2 o 3 punti da uno schieramento all’altro potrebbe addirittura cambiare le cose anche alla camera. Non è un caso che l’invito al voto utile sia partito un mese prima della scadenza. Molto prima di quanto fece Veltroni 5 anni fa. E l’assalto ai “traditori” è iniziato anche nelle trasmissioni Tv nelle quali Ingroia e soci vengono bombardati da domande che evitano come la peste i contenuti e scendono sul piano personale (come è successo recentemente allo stesso Ingroia e a Favia). Grillo l’ha capito da tempo ed è stato più furbo. Fa finta di scartare la TV ma invece ci va senza contraddittorio, con interviste monologo o spezzoni di comizio. Il problema è che Bersani e Monti, i futuri alleati, i vincitori reclamizzati, non scaldano gli animi e sembrano ormai aver fatto il pieno. Parlano un linguaggio strano, poco accessibile alla gente comune, soprattutto sulla questione delle alleanze. I due hanno un difficile compito. Debbono fare un Governo insieme, tenendo dentro Fini e Vendola. Perché con i numeri attuali, se si tagliano le estreme della vera coalizione, si rischia di non avere la maggioranza al Senato. Ma nello stesso tempo debbono evitare di dare la cosa per scontata, per non perdere voti verso Berlusconi, Ingroia e Grillo. Devono cercare di coprire un arco che va dall’ex Msi e satelliti all’ex Pci e satelliti. Un equilibrismo non facile che può scontentare una fetta di elettorato di entrambi riportandolo verso l’astensione. Ma, nelle condizioni date, con questa legge elettorale protetta e voluta da tutti, un’altra alternativa non c’è. Non mi piace, può non piacere, ma siamo ancora al voto “turandosi il naso”. E la colpa non è sempre di quei “poltronisti” del Pd, ma soprattutto di tutti quelle anime di questo paese che pur predicandola, non riescono a produrre una proposta unitaria e credibile di alternativa. E così continua a dominare la terribile domanda “è meglio che vinca Berlusconi o che vinca Bersani?”. Un dilemma che, in mancanza di un’offerta diversa che punta alle due cifre e non alla sopravvivenza, nemmeno si pone per chi ha votato sempre a sinistra.
Tag: ballarò, berlusconi, bersani, bufale, centro, com, destra, grillo, ingroia, ipsos. spin, nascoste, sinistra, sondaggi, verità
23 gennaio 2013 alle 15:58 |
In tutte le campagne elettorali se ne sono viste di tutti i colori, ma gli italiani non cadranno in certe “trappole” e sapranno esprimere il proprio assenso anche in questa tornata.l
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27 gennaio 2013 alle 21:56 |
Mi domando “come”? Con l’astensionismo o votando i partiti minori con dispersione di voti?
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