PERUGIA, SPARATORIA CON TRE MORTI IN REGIONE E L’URLO DISPERATO

Comunque sia andata, la terrificante e assordante vicenda del duplice omicidio-suicidio a Perugia, negli uffici della Regione, lascia stupiti, interdetti ma non del tutto. Un uomo, un imprenditore di 43 anni, entra, ammazza la prima impiegata, spara alla seconda, che perde la vita nonostante le disperate cure dei sanitari, infine infligge a se stesso la morte.

Fuggi fuggi, panico, in una terra francescana, dove il verde è pace, dove latranquillità dovrebbe essere l’habitat quotidiano. L’Umbria invece non è una terra tranquilla. Perugia è un deserto, la sera è vuota e silenziosa, la cassa integrazione è tra le più alte d’Italia, i protesti sono cresciuti, dati dell’altro giorno, del 43%. Le imprese chiudono, la grande industria ha dato forfait da tempo. Acciaierie, indotto degli elettrodomestici, agroalimentare, sono un ricordo sbiadito. E la piccola impresa è al fallimento.

Comunque sia andata, l’Umbria si sveglia più disperata di prima. A Ponte San Giovanni, ieri, una profumeria, non una banca, subiva la decima spaccata nell’arco di un anno. C’è da chiedersi se tutto vada bene, se l’apparenza non nasconda un focolaio di disperata follia, di ultimo lancio nel vuoto che trascina con sè il primo che passa. Una terra che non ha autostrade, che è enclave di se stessa e che vive d’inerzia culturale e ormai economica per quello che è stata la ricchezza e la storia, si ritrova al centro del mondo per il silenzio che viene dopo gli spari. Diverso dal silenzio di pace, vuoto di disperazione prima dell’ultimo urlo di fuoco.

Stefania Piazzo

Nota:  Lo sparatore si chiamerebbe  Andrea Zampi, di  quarantatre anni, non si conoscono  le motivazioni del gesto.  Pare che le vittime (si tratterebbe di Margherita Peccati, originaria di Todi, e la sua collega Daniela Crispolti) fossero impiegate dell’ufficio accreditamento strutture formative della Regione Umbria.  L’uomo sarebbe stato titolare di un’agenzia formativa di Perugia alla quale sarebbe stato tolto l’accreditamento con la Regione in quanto non avrebbe avuto più i requisiti.

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4 Risposte to “PERUGIA, SPARATORIA CON TRE MORTI IN REGIONE E L’URLO DISPERATO”

  1. Luciano Passerini Says:

    Certi ambienti politici l’hanno fatta da padrone dal dopoguerra ad oggi nella nostra Umbria verde – terra di santi……… ! ecco i risultati .

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  2. Cristiano Troiani Says:

    Brutto anzi bruttissimo episodio…… comunque non buttiamola sul populistico e demagogico. Gli umbri solo sanno cosa significa vivere in Umbria , terra silente ma sorda. Terra povera , terra mafiosa , mafia che non usa la lupara come in Sicilia . Mafia che non fa fuoriuscire i propri impicci….. nulla su stampa…..nulla sui media….. i poveri sono sempre più poveri e sempre più numerosi. Non si riesce a costituire un servizio se i comunisti non vogliono. In Lombardia il Trota si é dimesso , Marrazzo nel Lazio non c’é più , Lusi , Fiorito … tutti in carcere o ai domiciliari. Goracci é ancora alla vicepresidenza della Regione Umbria pur pesantemente sfiduciato dai vertici nazionali di Rifondazione Comunista. Quando il cittadino si trova davanti a questo muro incrollabile comunista , incrollabile e senza pudore……. non può farci nulla. Sparare é assolutamente sbagliato , si protesta con democrazia ma non tutte le menti sono ferme , non tutti hanno il sangue freddo. Se qualcuno si é mai recato a Ponte Felcino al Deposito Giudiziario , solo lì può capire la disperazione degli imprenditori umbri. Impalcature di muratori,betoniere,macchine smontagomme di gommisti,forni da carrozzieri,caschi da parrucchiere,furgoni,furgoncini,camion…… Questa é l’Umbria , un mostro fagocitante tutto ciò che non é statale, terra di ruderi,di lupi e di iene.

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  3. partigiano Says:

    Inoltre, quando un cittadino non riesce a farsi valere ricorrendo alle buone maniere e alla legge, è ovvio e logico che passi alle armi.

    Dirigenti pubblici siete dei parassiti sociali, andate a lavorare come fanno i privati, e restituiteci i soldi!
    Vergogna!

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  4. Camilla Says:

    Quando si comincia a pensare e rendere plausibile che una persona disperata possa farsi giustizia e/o vendicarsi così significa che la situazione sociale è già degenerata

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