riceviamo e pubblichiamo
I conflitti in medio Oriente, la situazione politica e sociale di quella parte del mondo aggraverà sempre più il flusso migratorio e la nostra regione per motivi di antica tradizione già rappresenta meta privilegiata di questi flussi.
Per motivi di ordine pubblico, di sicurezza per gli umbri ma anche per i tanti immigrati, appare ormai necessario un CIE in Umbria così come auspicato anche da autorevoli rappresentati delle forze dell’ordine.
Sarebbe per altro fuori luogo accusare chi propone questa soluzione di insensibilità o di scarsa attenzione verso un fenomeno che invece è sempre più drammatico e meritevole di attenzione.
Se il segretario del Pd di Perugia insisterà sulla sua proposta, l’UDC sarà della partita e comunque avanzerà la soluzione al governo nazionale.
Maurizio Ronconi
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Wladimiro Boccali, Sindaco di Perugia: «Un Cie in Umbria non è all’ordine del giorno. Ed a livello nazionale bisogna prendere atto che queste strutture sono superate e che non hanno funzionato, perché non hanno adempiuto ai compiti per cui erano nate e perché nel frattempo sono diventate luoghi di detenzione inumani. Ma non credo che il tema per noi prioritario del contrasto alle attività illegali commesse da cittadini stranieri, in particolare per traffico di stupefacenti e furti, possa trovare con questa azione una soluzione. Le forze di polizia ricorrono ai Cie perché più “efficaci” dei percorsi giudiziari. E’ in quest’ottica che il segretario del Pd Parlavecchio credo abbia parlato di Cie».
Enzo Gaudiosi Ugl: “Ai cittadini bisogna dire la verità senza illuderli come vorrebbero fare certi sindacati che in questi giorni stanno cavalcando la proprosta di un Cie tutto umbro, non faccio un discorso ideologico che per cultura non mi appartiene ma come Ugl nazionale abbiamo studiato i centri e quello che hanno prodotto per la tutela della sicurezza. I dati del Ministero indicano che solo il 43 per cento degli stranieri fermati perché irregolari sono espulsi mentre i restanti alla fine, scaduti i termini, sono rimessi in libertà perché non identificati. E se non si riesce ad accertare l’identità ovviamente nessun Paese accetterà il trasferimento del clandestino”.
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