di Irene Di Liberto
Circa seicentomila anni fa, i movimenti verticali e lenti della terra crearono lo sprofondamento di una conca all’interno della quale si raccolsero depositi alluvionali che diedero origine al Trasimeno: un lago molto esteso, il primo dell’Italia centrale, e poco profondo, alimentato solo da pioggia, quindi fragile perché esposto ai rischi della siccità, con conseguenti cali di livello.
Il suo clima generoso lo ha reso prezioso per l’uomo che si è attivato per regolarne nel corso dei secoli il livello, aprendo canali per il deflusso delle acque, in caso di alluvioni.
La zona del lago era abitata sin dall’epoca preistorica. Nel 217 a.C. ,sulle sue rive, ebbe luogo la battaglia del Lago Trasimeno che vide le forze cartaginesi di Annibale sconfiggere le legioni romane del console Gaio Flaminio. Successivamente, ai tempi dell’imperatore Claudio, per ovviare al problema delle frequenti alluvioni, i romani costruirono un primo emissario artificiale collegato al Tevere. Il canale fu definitivamente abbandonato alla fine dell’800 e solo in questi ultimi anni si è provveduto a far confluire alcuni piccoli corsi d’acqua nel lago per alimentarlo.
E se l’azione dell’uomo ha impedito la scomparsa del lago, il lago ha ricambiato con un ambiente favorevole alle colture e ricco di pescato. E’ nata così una realtà di tranquilla convivenza tra uomo e natura, in una lunga storia di civilizzazione reciproca.
Il Trasimeno, chiuso su tre lati da distese collinari e solo su un lato aperto sulla piana, ospita tre isole: la Polvese, che è la più grande , la Maggiore, l’unica abitata, e la Minore, a forma di virgola e ricca di vegetazione, raggiungibili attraverso battelli che le collegano alla costa.
E sulle sue coste, intorno al diciannovesimo secolo, sostò Lord Byron quando , travolto dagli scandali familiari, si sottopose ad un esilio volontario, trovando nell’Italia la sua patria adottiva. E rimanendo colpito dalla sua meravigliosa bellezza, così lo definì:
““Trasimeno, il suo lago è un velo argenteo.”
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