
Islàmico o islamico?
In un’epoca di totale perdita dei punti di riferimento spirituali, etici, politici, economici, con una forma liquida, evaporata, di società occidentale, il rapporto con il mondo islamico, nel bene e nel male, sembra rappresentare il punto di convergenza e di confronto più dolente e stimolante (absit iniuria verbis) dell’attuale congiuntura storica. Per secoli abbiamo sempre ricacciato indietro il problema di una matura relazione culturale con l’Islam, che costituisce una parte cospicua dell’umanità, preferendo in sua vece, un approccio utilitaristico-pragmatico in un clima di continuo sospetto e reciproca diffidenza nei rapporti internazionali bilaterali. Sfruttando una evidente superiorità scientifico-tecnologica, una incontrovertibile predominanza economico-finanziaria e forti delle armi del capitalismo ( libertà, mercato, laicità), l’Occidente ha solo preso petrolio contro dollari trascurando del tutto l’aspetto motivazionale che anima “in nuce” il mondo islamico. La Storia del mondo sembra giunta ad uno snodo fondamentale, come pochi altri momenti ( caduta dell’Impero romano, scisma luterano, rivoluzione francese, seconda guerra mondiale). La nostra supposta superiorità si sta rivelando fragile, insufficiente e disorientata a motivo delle istanze radicali, che ci vengono poste dal minaccioso diktat islamico. Anche se non tutto il mondo arabo accetta le posizioni oltranziste del fondamentalismo teologico, la

Sarà questa la nuova Europa?
rivoluzione islamica di stampo khomeinista del 1979 s’impose al mondo ed introdusse la “novità ” ideologica (da sempre conosciuta ed ignorata) dell’Islam faro e guida di una nuova umanità, depurata del simulacro fallimentare del movimento comunista mondiale e del simmetrico sistema capitalistico occidentale che avevano paurosamente corrotto le coscienze, prima ancora delle esistenze del mondo Occidentale. Ovvio che una motivazione così potente non poteva avvalersi di un metodo di persuasione e proselitismo pacifico, né di un approccio dialogante intorno ad un tavolo. L’Islam, fornito fin dalla sua creazione di un vocabolario semplice, didattico ed autoritario, ha sempre parlato un linguaggio forte, ficcante, violento e tale rimane pur nella nostra società del “politically correct”. Noi siamo (a loro dire) i corrotti e i corruttori, siamo gli apostati, i grandi miscredenti: nel novero della categoria trovano posto anche i paesi islamici filo-occidentali, rei di praticare una politica iperrealista ed ipocrita nei confronti del Corano. Il risultato di questa critica è stata la dichiarazione (mai ufficialmente formalizzata) di una tragica, pervicace ed inesorabile belligeranza con l’unica arma in dotazione a forze prive di capacità

O sarà questa la nuova Europa?
tecnologica e raffinata strategia: l’opzione del terrore. Da allora (l’undici settembre 2001) il terrorismo indiscriminato, accompagnato da crudeltà ed efferatezze indicibili, fu portato nei santuari civili dell’Occidente senza minimamente curarsi del devastante impatto psicologico e sociale che causavano. Da una parte ci sono, quindi a loro dire, masse di milioni di musulmani sottoposti a tensioni culturali distruttive da parte della Modernità occidentale, trasformandole in popolazioni sradicate ed alienate e dall’altra prende il sopravvento una specie di proletariato religioso fortemente risentito perché fortemente colonizzato ed emarginato. Noi occidentali, invece, godendo dei frutti risultanti dalla sconfitta dei totalitarismi (settanta anni di pace) ci siamo accovacciati, con perfetto spirito borghese, accanto al focolare della globalizzazione dei mercati illudendoci che, con il benessere personale e collettivo, con il progresso tecnologico e con le illimitate disponibilità economiche, avremmo potuto in breve estendere il dominio mercantile su tutto il pianeta. Il dato imponderabile ed imprevisto è che mentre l’Islam ha conservato la fede, l’Occidente l’ha definitivamente perduta in nome di una perfetta supposta laicità, pur conservando la necessità del pensiero della fede dei padri. La Civiltà liberale occidentale, passata attraverso l’Illuminismo, ha esaltato l’Io e quindi lo Stato, ha annientato la Tradizione Cristiana, ha introdotto la legge del ” tutto quello che si può fare, si deve fare ” rompendo la diga etica insita nella legge naturale. Dimenticata la legge divina si è rotto il legame religioso verticale ( Dio )ed orizzontale (umanità ) dando libertà di disimpegno dalla responsabilità, la ricerca opportunistica del piacere, e, laddove la Chiesa istituzionale resisteva, tendeva essa stessa, svuotandosi di significato, alla secolarizzazione sia sul lato della carità che su quello della pedagogia pastorale. Il risultato è ciò che siamo diventati ed è ciò contro cui l’Islam rivendica diritto alla ribellione. In conclusione si può sintetizzare quanto segue:
Tag: capacciola, cristiani, europa, guerra, islam, islamico, massimo, occidente, terrorismo
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