GOOD MORNING UMBRIA o GOOD NIGHT?

giornaliRiceviamo e pubblichiamo

Il compito degli strumenti di comunicazione, come l’utilissimo “Good Morning Umbria” che ogni tanto mi usa la cortesia di pubblicarmi, dovrebbe essere quello di informare con immediatezza sulla realtà locale umbra, ma anche di contribuire ad acquisire, seppur in minima parte, la consapevolezza di essere una parte della coscienza civile e morale nazionale. Non si tratta di deformare o influenzare opinioni individuali, ma di considerare come funzione necessaria per noi tutti, quella di possedere ed alimentare la “cultura del vivere civile” senza ritenere questa parola, la somma di cose cui si guarda con sospettosa indifferenza.

Convivenza, integrazione, accoglienza, assistenza, collaborazione sono termini divenuti indigesti perché implicano una serie di azioni positive, costruttive, cioè un darsi da fare, mentre la quotidianità ci propina uno spettacolo interessante non per quello che fa ma per quello che disfa. In epoche come questa, chi sia dotato solo di un po’ di discernimento unito ad amor proprio, credo se ne fugga via lontano dall’idea di abbassarsi a confrontarsi con i problemi da cui siamo afflitti; per i più volenterosi che tentino di rimanere al corrente di quello che si dice o accade, questo equivale a farsi la doccia con acqua di fogna.

Ciò non dimeno questa è la realtà che abbiamo contribuito ad edificare e anche quando possiamo apprendere cose turpi, oscene, assurde o solo noiose, il semplice fatto di venirne a conoscenza ci deve divertire nel senso originario della parola (lat. divèrtere= volgere altrove). La realtà per quanto cruda deve indurci a volgere altrove la nostra riflessione: lo squallore da cui siamo circondati ci rende filiformi, privi di spessore e di profondità.

Abituati a pesare la quotidianità con i criteri semplicistici dell’economia spicciola, con le angustie di un vivere piccino-piccino, in un mondo fatto di espedienti per sopravvivere, dovremo invece intravedere tutto alla luce di una idea più generale e più grande: solo così l’individuo diventa persona. Ma, mi domando, se siamo ancora capaci di recuperare da un semplice avvenimento di cronaca (che è quello che ci colpisce di più, diciamo la verità!) un significato esistenziale assoluto? Con le nostre armi spuntate critichiamo il mondo che noi abbiamo costruito, senza più una fede, senza una etica, non dico religiosa, ma solo civica, senza coscienza di eternità, senza più gusto per l’arte (che sostituiamo con la pornografia), senza credere nella onestà e nella giustizia. Siamo rimasti senza memoria, viviamo immersi in una demenza imposta, che ieri si chiamava solitudine e che oggi ci illudiamo di curarla con la tecnologia wire less.

Chi ci insegnerà ancora se i nostri maestri sono stati uccisi dal desiderio di non più conoscere?

Il nostro destino lo consegniamo quotidianamente al primo passante sconosciuto che incontriamo mentre dovremo vigilare attentamente contro chi ci suggerisce soluzioni alternative a buon mercato; anzi dovremo magari sparare con qualsiasi arma, da qualsiasi cespuglio contro tutte le idee bizzarre che ci propinano.

Ma sappiamo opporci oppure la nostra pigrizia ci costringe all’omertà o peggio alla complicità?

Non esistono ricette per risolvere i problemi umani e chi spera che lo faccia la tecnica smette di essere uomo; questa tutt’al più li nasconde sotto il tappeto.

Allora, che fare?

Credo che nessuno possa ribellarsi al nichilismo ateo e conformista con la speranza di vincere, ma che almeno ci sia la coscienza di testimoniare, di rivendicare la dignità di uomo che non vuole pregare i feticci imposti da un’economia stupida, sempre all’affannosa ricerca di qualcosa in più. Allora amici, vi invito a pensare e scrivere quello che avete pensato, qui, su questo foglio, ogni volta che desiderate: scrivete quello che pensate e quello che fate, perché una comunità che manchi di testimoni è come una voce che manca di eco.

Allora: buongiorno Umbria o buonanotte?

MASSIMO CAPACCIOLA

Commento: Caro Massimo Capacciola, intanto complimenti per la interessante riflessione, e mi onora che sia coinvolto in questa, in qualche misura, anche Goodmorningumbria, un Blog nato come divulgatore di commenti e opinioni e non cronaca spicciola e tanto meno nera (questa la lascio fare a chi è più bravo di me)  e che molti conoscono come  aperto a tutte le opinioni, anche a quelle che personalmente non condivido, ma che in rispetto del progetto editoriale non esito a pubblicare lo stesso. La sua riflessione mi induce ad immaginare la società che stiamo vivendo e con tanta fatica costruendo, una società con il mal di vivere, spaventata da una crisi economica “forse indotta” da qualcuno (o da molti?) che sembrerebbe avere il compito di disgregare una società millenaria fondata sulla forte appartenenza alla comunità ed a una civiltà che non ha eguali nel mondo. La crisi economica, questo urlare al ladro al ladro, la mancanza di sicurezza personale e collettiva,  complici anche i mezzi di comunicazione di massa (stampa e tv) che ad ogni piè sospinto ci raccontano  della paura di perdere il lavoro, indicando in tutti i modi l’untore di turno,  ci sta facendo rinchiudere  in un privato cosi profondo che ci impedisce ogni giorno di partecipare ad una vita sociale libera da intrallazzi e ricca di partecipazione emotiva e culturale, da sempre il cuore del buon vivere, della conoscenza, della creatività ed il grande accogliente rispetto  per coloro che abitano in questo paese e che da secoli è stato esempio per molti e che ha  fatto conoscere al mondo lo stile di vita italiano.

Che dire? Sarò un ingenuo o un inguaribile ottimista, io ancora spero che si possa dire ancora Good Morning Umbria e che Good Night non debba essere prodromo di un insopportabile  periodo buio che questo nostro paese davvero non merita. Raccolgo e rilancio l’invito a tutti coloro che desiderano esprimere opinioni e riflessioni, di scriverci,  saremo onorati di pubblicare. Non molliamo. Francesco La Rosa

 

 

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