Cultura: La Donna per essere sacra può essere nello stesso tempo anche laica?

Ne parliamo con Franco Valentini, noto appassionato di tutti gli aspetti culturali e antropologici della dorsale appenninica umbra.

di Francesco La Rosa

valentini

Franco Valentini

Franco so che c’è in corso un progetto culturale per esaltare la figura femminile in Umbria, e in particolare in Valnerina, visto che sappiamo che questo territorio ti sta a cuore, puoi raccontarci qualcosa?

Certo, partendo dall’aspetto che la figura della donna è laica e religiosa nello stesso tempo, in tutte e due le direzioni la donna caratterizza l’ambiente, la cultura e quindi processi storici, e la possibilità di rilanciare verso il futuro diventando figura centrale sul piano universale. Lo faremo attraverso un progetto che avrà come obiettivo il racconto del Sacro Femminile in Umbria.

Nello specifico cosa puoi dirci?

E’ in cantiere un progetto di itinerario che parte da Cascia fino a Perugia, riconoscendo alla donna il profilo dominante nella storia dell’umanità e nel futuro della dorsale appenninica del centro Italia e in particolare della Valnerina. Se pensiamo alle figure mistiche che hanno caratterizzato questo solco territoriale, potremmo elencare Rita da Cascia, Scolastica da Norcia, Angela da Foligno, Chiara da Assisi, note di eco da Chiara da Montefalco e non ultimo il sacro anello della Madonna custodito all’interno di un forziere dell’altare mobile nella Cattedrale di Perugia.

Allora dobbiamo pensare che si tratta un di un percorso ideale mistico e religioso?

Non esattamente, in questo itinerario la mistica delle donne deve essere interpretato nelle fatiche che storicamente in maniera quotidiana hanno arricchito la cultura , la scrittura , ed il racconto antropologico di questo territorio. Una sacralità che non ti aspetti, anche laica, che vede la donna come centro assoluto di tutto ciò che si muove intorno all’esistenza umana.

Come si sviluppa questo progetto?

Tutto comincia dalle figure principali sulle quali si muove parte dell’economia regionale ed il percorso delle donne sacre appena elencate , che tracciano sul piano estetico la via di questa dorsale , come forme di scultura , affreschi che caratterizzano in maniera molto precisa ambienti ai più sconosciuti, pensa a Ceseggi di Sellano, il punto più alto in Valnerina dove all’interno si presume che ci sia una madonna di Della Robbia, nello stesso tempo informa delle strutture architettoniche che hanno protetto per secoli questi luoghi, e delle figure delle donne che hanno reso possibile con le loro fatiche cesoiando i terreni (da qui Ceseggi, cesàre, ceselli,) permettendo alla terra la coltivazione dello zafferano, canapa per tessuti, cotone, la grande tradizione di una regione che per rimanere sul tema “ne sa una più del diavolo”, e che ha rappresentato nel mondo l’alta qualità senza essere alta quantità. Ma oltre il territorio e le sue coltivazioni, altri valori spronano il mondo che stiamo descrivendo.

Puoi precisare quali valori?

Penso all’acqua, che è simbolo di purezza e della vita, la vita  nella funzione più laica, non è forse questo il simbolo della sacralità della donna?

Come pensi di mostrare tutto questo?

Grande è stata la disponibilità di alcune università, italiane e americane, che vedono questa dorsale come unicità assoluta.

In che senso?

Nel senso che le università americane in particolare, pensano di spostare le linee di studi in questo territorio per capire meglio cosa è accaduto e come la gente vive e rilancia l’esperienza che è radicata nel proprio dna. Una specie di “arco e freccia” che con forza primordiale lancia, e la punta della freccia si modifica e si trasforma in vettore che si lancia verso il futuro.

Cosa ti aspetti in termini di impegno dalle istituzioni?

Se non riescono a fare squadra, molti lo dicono mettendo tutto in rete, altri facendo massa critica, le speranze per un rilancio della cultura e tutto ciò che ne deriva, e quindi se qualcuno si escludesse da questa logica itineraria, significa che questi soggetti, pur importanti, non colgono appieno le opportunità che gli eventi pongono di fronte. In verità sto utilizzando questa forma non per individuare il percorso per alcuni soggetti, ma nella speranza di operare una forma di supplenza che va aldilà del sottoscritto e del gruppo che in sentire umano e con grande passione sta operando senza paure delle differenze e che “l’umanesimismo” non prevalga sull’umanità.

Mi sembra di capire che questo progetto non ha solo una origine ed una motivazione strettamente religiosa e cristiana ….

Hai colto il problema nella sua vera essenza, l’essenza è data dalle armonie e dalle differenze di una grande scrittura musicale, e credo che le passioni con cui la donna, nel tempo e attraversando la vita siano le paure di futuri dolori che esprimono tutta la laicità della sua figura unita ad una diversa ricerca della sua anima, che chiude il cerchio e che rende la donna laicamente sacra.

Ma tutto questo come si pone di fronte alle grandi culture monoteiste?

Ti cito un evento di poco tempo fa per darti una risposta esaustiva. Lo scorso anno, in occasione della festa del primo maggio, pensai di mettere insieme una orchestra diretta dal maestro Lanzillotta

direttore stabili della Toscanini, e sull’inno della pace di Colabucci, in prima assoluta l’orchestra vedeva come strumenti principali due violoncelli allievi di Claudio Casadei primo violoncello della Scala di Milano e voluto personalmente da Abbado. I due giovani violoncelli erano, uno di cultura ebraica e l’altro di cultura mussulmana, ma questo evento unico e straordinario che premia un piccolo paesino della Valnerina di poche centinaia di abitanti, e opera di supplenza muovendo strumenti culturali dove gli uomini e le donne, nel rispetto delle proprie differenze diventano unità sul piano delle risposte culturali, avviene nel silenzio più assoluto di tutte le istituzioni regionali e nazionali.

Con quali strumenti pensate di presentare questo progetto all’opinione pubblica?

Alcuni percorsi li abbiamo già espletati, cercando di capire quali potessero essere le disponibilità ad un progetto comune, dove le forze agenti capissero la funzione dell’esistere al suo interno, abbiamo la speranza di incontrare l’Ente che più di altri si propone sia come formazione che informazione culturale che è la Rai, senza negare i primi passaggi che toccano in maniera fondante l’editoria e l’informazione, attraverso un volume – guida in italiano ed in inglese che presto avremo piacere di presentare. Aggiungo anche che è prevista la costruzione di un DVD ad alta definizione che accompagnerà il volume, e che intende raccontare per immagini e suoni l’ambiente e l’humus che ha dato origine a questo progetto.

Posso chiudere con un pensiero?

Certo, ti ascolto…

“Quello che Dio nella sua infinita saggezza crea, l’Umbria rilancia”

Carissimo Franco, fermiamoci qui, resta inteso che in caso di ulteriori sviluppi ci ritroveremo di nuovo qui per continuare il racconto di questa affascinante storia.

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