Salvador de Madariaga:”ASFALTAR NO ES GUBERNAR”

bastigliaRICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Perdonerete, cari lettori, una piccola citazione castigliana di Salvador de Madariaga, di questo intellettuale e politico spagnolo morto una quarantina d’anni or sono: la traduzione è immediata, quindi avrete compreso benissimo quel che vorrei dire in merito ad un nuovo ed impellente bisogno che il popolo (ma forse dovrei dire ogni popolo del pianeta Terra?) sembra aver scoperto in questo scorcio del XXI secolo. Più democrazia diretta! Meno bubbole parlamentaristiche, meno privilegi ai soliti noti, meno corruzione, meno compromessi sottobanco, meno caste, meno ruberie in nome della democrazia, insomma: W il populismo referendario e nazionalista!

Quello che adesso si grida sulle piazze virtuali d’Europa e degli U.S.A è spostare verso il cittadino il peso delle decisioni politiche senza intermediari partitici, che sono causa di ogni corruttela possibile. Idee belle, idee nuove!

Peccato che le idee belle non siano affatto nuove e quelle nuove non siano affatto belle.

Con il “progredire” del pensiero umano, la Storia è divenuta affare di uomini, da incombenza di Dio e Satana che era, e a cominciare da Machiavelli, Hobbes, Rousseau, Voltaire, tutti si affrettavano a precisare che era interesse della sola Ragione occuparsi del bene fisico e morale della società. Chi poi, dovesse prendersi cura di questi compiti, le ricette erano disparate: ora “sovrani illuminati”, ora la massoneria, ora “il popolo sovrano”, l’importante era correggere la naturale tendenza degli individui all’ingratitudine, alla volubilità, alla simulazione, all’ignavia, alla sete di denaro (solo Rousseau credeva alla naturale bontà dell’uomo, traviato solo dall’ambiente sociale).

Robespierre

Maximilien de Robespierre

Com’è andata a finire lo sappiamo: il popolo illuminato, l’utopismo ingenuo degli uomini “liberi”, dei cittadini consapevoli erano un ideale, un’icona, nulla a che vedere con il popolo reale; la volontà generale non è indicata dal numero! (altro che uno vale uno), si sa la carne è debole e la libertà del cittadino non conduce all’indipendenza del giudizio ma alla sua soppressione! Ecco a voi Robespierre, i Giacobini, Il Terrore! La forma diretta della democrazia popolare ha partorito la massa indistinta, la folla scatenata, tutta istinto e massacro, senza legge, senza freni. Le società popolari riunite in assemblee elettorali avevano creato il mostro rivoluzionario che pretendeva di rigenerare l’uomo corrotto. Mi ricorda tanto l’espressione usata da un famoso comico durante i festeggiamenti per l’elezione del nuovo sindaco romano, all’hotel Forum di Roma: “… costringeremo i nostri avversari a diventare persone per bene!”.

La democrazia diretta è una bella parola ma manca di prospettiva, di organicità, di visione globale del mondo, non prevede l’uso ponderato del compromesso, pretende poi informazioni costanti, accesso ai segreti di stato, una visone del mondo e delle cose che gli individui normali, anche se provvisti di smartphone, non potranno mai avere.

Forse può andare bene per il piccolo villaggio di periferia, dove tutti si conoscono, tutti si stimano (?), si sostengono a vicenda contro la corruzione (?), operano tutti per il bene comune (?). È per tutto questo, quindi, che esiste la delega agli specialisti politici che hanno loro il compito di informarsi ed informare, conoscere per poi elaborare le leggi. Asfaltare una strada non è come governare una nazione!

MASSIMO CAPACCIOLA

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