Riceviamo e pubblichiamo
Ho letto negli ultimi tempi, vari articoli e lettere al riguardo della triste situazione in cui versano le aree verdi ed i giardini di Perugia. Si parla di cause e motivi più o meno condivisibili ma credo che nelle varie analisi, almeno in quelle lette da me, manchino i veri e più profondi motivi della brutta situazione in cui versa Perugia in generale da ormai 25/30 anni.
Bisogna fare un salto indietro di qualche decennio per capire bene la metamorfosi avvenuta, da quando è iniziato a verificarsi un profondo cambiamento rispetto all’ usuale utilizzo di molti spazi della città. Il giardino del Frontone, faccio un esempio concreto, in quei tempi era un posto silenzioso e pieno di magnifici alberi ed aiuole tenuti in perfetto stato. Le potature delle piante, che servivano ad alleggerirle e rinforzarle correttamente, avvenivano annualmente e preservavano meravigliose grandi chiome. Entrare in quei luoghi, me ne rendo conto maggiormente ora, era come entrare in una cattedrale; un piccolo santuario della natura nel cuore della città, dove il turista (e il cittadino, stanco per la giornata di lavoro o aggravato dalle vicissitudini della giornata), vi entrava e si ritemprava in quel silenzio ed in quella frescura straordinaria (nella calura estiva in particolare), godendo di tale condizione meditativa nella bellezza e ne usciva ristorato ed appagato. Poi, dagli anni ’90, gli utilizzi saltuari che si facevano fino ad allora per motivi diversi (piccole fiere e simili), sono aumentati via via di anno in anno. Oggi il Frontone è un posto in agonia; utilizzato praticamente ogni fine settimana per EVENTI (eccola finalmente la triste parola!) di ogni genere: feste dei fiori, gay pride, mostre dei cani e dei gatti, feste della musica “che spacca” (quindi “del rumore” senza alcun senso musicale, dove qualche MIGLIAIO di residenti è obbligato ad aspettare le 2/3 di notte per addormentarsi perché ci sono due o trecento esagitati, spesso in evidente stato di alterazione, che “hanno il permesso del Comune” di rovinarsi l’udito oltre a rovinare il riposo degli altri ), del cibo di strada e così via (compresi oltre tre mesi di cinema all’aperto, tutti i giorni: davvero troppi per la sopravvivenza di un giardino secolare) . Nella pratica, questo è l’uso che si fa abitualmente di una sala, di un palazzetto o una grande palestra. Peccato che invece tale luogo, sia un giardino. E che giardino. Ha mai pensato Romizi (che ho votato alle scorse comunali) e la sua giunta a tutto ciò ? Anche se le responsabilità degli attuali amministratori sono relative, i segnali che giungono sono deboli e contrastanti. Esiste qualcos’altro oltre alla Banda Larga e le politiche giovanili (ma attenti al GIOVANILISMO) caro Sindaco. Qualcosa (molte cose!) che i nostri avi ci hanno trasmesso con cura ed amore di generazione in generazione e che abbiamo fatto a pezzi nel giro di 30 anni. Al Frontone molti alberi sono caduti o stati tagliati per MOTIVI DI SICUREZZA (altra triste espressione in nome della quale sono state compiute le peggiori nefandezze sul patrimonio verde della città); quelli rimasti sono stati storpiati da potature che, pur non avendo io esperienza specifica, dimostrano lontano un miglio a quale sofferenza siano stati condannati. Al posto di quelli tagliati o caduti, non ne è stato piantato UNO che è UNO (e non solo qui). Vedere per credere. Immondizia, cartacce e plastica; altro che la cacca dei cani o i piccioni che, pur se presenti, sembrano eau de toilette se paragonati ai residui dell’umano utilizzo!
Marco Tinarelli
Contrabbassista e socio fondatore orchestra “ i Solisti di Perugia”
Docente di Sostegno presso Istituti Superiori Statali
via B. Telesio 35
06121 Perugia
Tag: comune, di, frontone, giardino, marco, perugia, pubblico, tinarelli, verde
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