Il 25 Giugno del 2014 un cane, un american Staffordshire Terrier (Amstaff) di appena due anni, di nome ARES è su tutti i quotidiani. Leggiamo di una vicenda con molti lati oscuri. “Trovato morto, legato ad un albero vicino all’eremo delle carceri ad Assisi. Potrebbe essere morto di fame e di sete, o potrebbe essere rimasto soffocato nel tentativo di liberarsi dalla corda con la quale è stato legato”. E, ancora, il 26 Giugno “che l’autopsia eseguita dall’Istituto Zooprofilattico di Perugia, rivela che ad Ares è stato somministrato un comune veleno..”
In quei giorni “restava da stabilire con gli esami istologici se i segni che aveva alla gola erano stati provocati prima o dopo la morte; e inoltre apprendevamo che sul fronte delle indagini erano state acquisite le registrazioni delle telecamere di sicurezza che si trovano nei pressi dell’eremo”.
La società civile e le associazioni di volontariato animalista hanno risposto a questa morte con pacifiche manifestazioni in un totale coinvolgimento di riprovazione per il gesto assassino e di sentita e condivisa pietà per ARES, creatura innocente così brutalmente e incomprensibilmente uccisa.
La LAV, con piena fiducia nella giustizia, ha più volte inoltrato formale istanza di accesso ai dati del procedimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, ma tale istanza rimane ad oggi inevasa.
Siamo oltremodo preoccupati che la morte di ARES sia potuta giungere ad un patteggiamento. Se così fosse la LAV, legittimata a costituirsi parte civile in un eventuale processo in quanto ha subito un danno riferibile ad un interesse proprio, con il massimo rispetto, chiede di saperlo.
Graziella Crescentini Gori
Responsabile LAV – Lega Anti Vivisezione Perugia.
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