Referendum, Giacopetti (Pd): “Sconfitta profonda per il Sì. Dato in controtendenza a Perugia dove perde il largo fronte del no.

pd“E’ stata una sconfitta profonda quella maturata ieri nelle urne. Una sconfitta per Renzi e per quanti, come me, hanno creduto di cambiare in meglio le cose con il Sì; una sconfitta per il Pd, che esce con le ossa rotte da un confronto troppo spesso e per responsabilità larghe esasperato, rissoso, scomposto; una sconfitta per il Paese, che perde un’occasione storica di innovare; una sconfitta per la politica, che rischia di consegnare il futuro ai populismi e alle demagogie di ogni specie.

Vince, certo, la partecipazione, vince la democrazia, vincono i cittadini che hanno scelto di scegliere: un bel segnale. Ma vince pure, alla prova del voto, un fronte largo, quello del No, che va dai Cinquestelle a Forza Italia, dalla Lega a qualche partito della sinistra, a cui ora va la responsabilità della proposta e il compito di non affondare l’Italia nell’immobilismo. Ci sarà tempo per un’analisi approfondita, lo faremo negli organismi nelle prossime ore e nei prossimi giorni, come è giusto che sia”. Così il segretario del Pd di Perugia Francesco Maria Giacopetti, che con un occhio al dato cittadino aggiunge: “In questo panorama, un dato in controtendenza ce lo riserva Perugia, dove il fronte del no, in cui hanno militato la quasi totalità dei rappresentanti del governo cittadino, il partito del sindaco Romizi in testa, insieme ai Cinquestelle e alla Lega, non riesce ad affermarsi. Al netto di qualche voto più o meno trasversale e senza riferimenti partitici, il dato ci dice che a Perugia c’è un Pd che dimostra di saper fare il suo mestiere e di saper portare a casa il risultato. Era successo anche nel 2015, in occasione delle regionali, succede oggi, anche grazie all’impegno e alla passione di decine di giovani e meno giovani impegnati nei circoli e nei comitati per il Sì. Abbiamo messo in piedi più di 27 iniziative nell’ultimo mese e mezzo, oltre a banchetti ai mercati, porta a porta e volantinaggi. A quanti si sono spesi in questa avventura va il mio personale ringraziamento e mi auguro che l’entusiasmo e l’energia sprigionati, da ogni fronte, in campagna elettorale possano continuare a vivere nell’attività quotidiana del Pd e ad animare il dibattito cittadino. C’è una nuova classe dirigente che ha voglia di lavorare e che ha dimostrato di volersi impegnare e di saperlo fare (e bene) e ci sono tanti militanti da rimotivare: abbiamo le carte in regola per riuscirci. Ad almeno un paio di condizioni: che ci si scrolli di dosso, finalmente e alla luce dei numeri, il complesso di inferiorità che ci portiamo addosso dal giorno della sconfitta; che da oggi si lavori per ricomporre e ricostruire. E’ un voto dalle tante facce quello per il no: c’è un voto di pancia, dettato dalla rabbia per una condizione difficile e da orizzonti sempre più claustrofobici; c’è un voto giovane e di protesta, che va capito e interpretato; c’è un voto di opinione che ha trasformato la consultazione in un referendum sul governo Renzi; c’è un pezzo del Paese che nel merito non ha ritenuto le nostre proposte di riforma all’altezza. Nessuno però può credere che il variegato arcipelago per il no, unito solo dalla voglia di utilizzare il referendum costituzionale come occasione per dare una spallata al governo Renzi, possa esprimere una comune visione e un progetto di governo condiviso. Dobbiamo metterci al lavoro da subito. La strada per tornare al governo della città è difficile ma l’abbiamo imboccata con coraggio. Oggi più che mai serve ritrovare unità e coesione nel Partito cittadino, consapevoli che insieme potremo scrivere pagine belle e nuove per la città. Il lavoro da fare è tanto e lo faremo insieme, ripartendo dal comune obiettivo di provare ad attuare i principi e i diritti sanciti nella prima parte della Costituzione. Resto convinto, come diceva Brecht che ‘Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso’”.

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