Tempo di fiabe: “La Principessa e i Briganti”

montefalco.pngCorreva l’anno 1249,  Federico II di Svevia arrivò a Montefalco – (Coccorone-Umbria) per praticare il suo sport preferito: la caccia con il falco. Tutti i nobili e cavalieri si misero in cammino per raggiungere Montefalco con la speranza di avere udienza dal Re.
Il Castello di Fratta si trovava sotto la piana di Montefalco, aveva delle robuste  mura con agli angoli quattro torri, intorno era difeso da un fossato d’acqua con  ponte levatoio.
Qui  arrivò per un periodo di riposo la bellissima principessa “Iman” famosa per i suoi occhi da cerbiatta ma sempre triste. Anche il principe guerriero “Jako” si mise  in sella al suo cavallo “Vandalo”(il più veloce di tutti) per raggiungere Federico del quale era amico. I suoi compagni di viaggio erano:

Carletto il gatto playboy, (famoso al tempo, per le sue zuffe con gli altri gatti, ma soprattutto perché conosceva sia la lingua degli animali che degli umani, inoltre per una misteriosa alchimia era immortale come il suo padrone Jako e il cavallo “Vandalo”) che sbadigliava pigro attaccato alla criniera.falco
Caruso l’usignolo  che dormiva sopra il cappello di Jako, Lucilla la lucciola che aveva trovato riparo sotto la sella e Luisa la tortora che svolazzava sulla spalla del principe, con loro camminava sorridente anche l’amico Fernando il Singalese ( famoso per la grande pazienza, le sue magie e perché sapeva predire il futuro).
Arrivato nei pressi del castello di Fratta Jako si fermò vicino al fossato per far bere  i suoi amici e rinfrescarsi. Intanto la bella Iman siccome era caldo  decise di fare una passeggiata nel camminatoio delle mura per godersi la brezza serale.
Quando il principe la vide  ne rimase folgorato, tale era il suo fascino…e la salutò con un inchino , anche la principessa alla vista del cavaliere ne rimase colpita e lo salutò con un sorriso. Il giovane allora scrisse un biglietto lo attaccò alla zampetta di Luisa la tortora ordinandole  di portarlo alla bella fanciulla. La tortora ubbidì e si posò sulla mano della fanciulla, lei ansiosa lo prese e subito lo lesse:
torre“Io sono Jako il principe guerriero, alla tua vista il mio cuore è impazzito, mi fermerò qui la notte perché domani voglio conoscerti e portarti via con me ” anche il cuore di Iman cominciò a battere forte forte e corse nella sua stanza felice. Intanto Ricciolino il falco ( che era al servizio dei briganti di Matigge     perché cacciato da Montefalco reo di aver mangiato la quaglia del signore) facendo  gli ultimi voli di perlustrazione si accorse della principessa e subito  volò dai briganti per avvisarli che nel castello di Fratta c’era una nobile fanciulla, dall’aspetto e dai preziosi vestiti doveva appartenere ad una famiglia molto ricca, rapirla significava un grande riscatto…
I Briganti di Matigge felicissimi della notizia ordirono un piano e con uno stratagemma la stessa notte  entrarono nel Castello.
Arrivati nella stanza della Principessa che dormiva beata sognando il principe , la legarono e imbavagliarono per portarla  fuori dal castello, mentre attraversavano il cortile per arrivare al ponte levatoio che senza far rumore avevano fatto aprire da un complice, Albano il Gallo di Fratta che soffriva d’insonnia si accorse degli intrusi e cominciò a cantare a squarciagola  e con un gran baccano diede l’allarme ; “allarmi allarmi stanno rapendo la principessa dagli occhi da cerbiatta urlava Albano il Gallo”.
Carletto il gatto (che capiva sia la lingua degli animali che degli umani) capì subito la gravità della situazione, smise di amoreggiare con la gatta di turno e mentre correva ad avvisare il Principe Guerriero  ordinò a Caruso l’usignolo e a Lucilla la lucciola di seguire i malfattori che intanto avevano caricato la principessa su un carro  prendendo la direzione del torrente “Tatarena ” verso Picciche.
Caruso subito obbedì e caricata Lucilla sotto le penne volando da albero in albero avvisò tutti gli usignoli della zona dell’orrendo misfatto pregandoli di seguire anche loro  i briganti, di avvisare tutti i loro amici e riferire….  Lucilla cominciò  a volare facendo tanti segnali luminosi per avvisare del rapimento tutte le lucciole della notte pregandole anche lei di seguire i briganti.
 Il principe Jako avvisato da Carletto alla notizia del rapimento sguainò la spada e fece un urlo talmente forte gridando vendetta che gli alberi si piegarono come investiti   da un forte vento, i grilli smisero di cantare nascondendosi sotto terra e le rane per chilometri smisero di gracidare.
Il Guerriero saltò in sella a Vandalo per raggiungere i lestofanti e passarli a fil di spada, ma sia Carletto che Fernando il Singalese lo sconsigliarono perché i malfattori vista la mal parata potevano far del male ad Iman, era meglio avere un piano e studiare una strategia, tanto sia Caruso che Lucilla stavano seguendo i sequestratori e presto avrebbero portato notizie sul luogo dove l’avrebbero nascosta.
Il principe suo malgrado dette loro ragione e riunì i suoi amici in consiglio.
I Briganti intanto sentendo tutti gli usignoli cantare , vedendo tutto il lampeggiare delle lucciole e udendo il grido di vendetta del Guerriero si impaurirono e decisero di cambiare piano.
Inizialmente il piano era di portare la principessa sul Monte Alago vicino Nocera (Nocera Umbra) dove potevano contare sulla complicità dei briganti della zona ( forse gli avi del famoso Cinicchia) ma visto che il rapimento era stato scoperto, maledicendo il gallo decisero di rinchiudere la Principessa nella Torre di Matigge e calmate le acque portarla in un luogo più sicuro.
Intanto Caruso l’usignolo e Lucilla la lucciola con la complicità dei loro amici (usignoli e lucciole) sicuri che la bella fanciulla era prigioniera nella Torre di Matigge e dato che era giunta l’alba ritornarono dai loro amici.
Jako, Fernando, Carletto, Vandalo il cavallo e Luisa la tortora (ormai sveglia) stavano in consiglio sotto le mura del castello di Fratta vicino al fossato e quando videro Caruso e Lucilla arrivare gli corsero incontro con ansia per avere notizie.
La lucciola e l’Usignolo raccontarono che la fanciulla era prigioniera dentro la Torre di Matigge, Carletto il gatto tradusse velocemente e tutti si incamminarono verso Matigge.
La torre di Matigge si trovava ( si trova tuttora) a metà strada tra Trevi e Foligno. Un imponente costruzione     con un ingresso sotterraneo segreto che porta ad un deposito di armi, uno di cibo, un mulino, un forno ed un rifugio dove potevano trovare alloggio anche 80 briganti. Un baluardo molto difficile da conquistare.
 Il principe era cosciente  dell’ardua impresa ma doveva liberare la sua amata, doveva farcela e giocare d’astuzia.
Ordinò a Luisa la Tortora di volare sulla finestrella della torre  e  portare un messaggio  alla principessa per tranquillizzarla perché lui presto l’avrebbe liberata.
Ma la tortora quando si librò in volo  per raggiungere la torre, il falco Ricciolino che volava in tondo molto in alto protetto dal sole  l’attaccò in picchiata e soltanto l’avvertimento di Carletto il gatto permise alla tortora di togliersi all’ultimo momento dalla traiettoria di Ricciolino evitando per un soffio una brutta fine.
Con il falco di guardia era impossibile per Luisa raggiungere la torre.
Bisognava eliminare il falco!!!
Fernando vide il futuro e disse al principe:
fai camminare la tortora per terra in bella vista e nascondere il gatto dietro quel cespuglio, vedrai che il falco verrà eliminato.
Infatti…
Ricciolino il falco  vide la tortora camminare sola, gli venne l’acquolina sul becco e in picchiata si lanciò su di lei  per ucciderla, ma quando era a circa un metro dalla preda Carletto il gatto con un gran balzo gli si avvinghiò con le unghie sul collo e con un morso gli ruppe un ala, il falco preso dalla paura e urlando dal dolore saltellando corse via a nascondersi in un buco.
Finalmente Luisa riuscì a portare il messaggio del principe alla principessa prigioniera sulla torre, nel messaggio lei lesse:
” mia amata se tu dalla torre guardi verso la Rocca di Fabbri (che si trova nella collinetta sotto Montefalco) vedrai il fiume “Clitunno” che attraversa un piccolo bosco, io sono qua nascosto con i miei amici pronto  ad attaccare i briganti e liberarti, ma tu mi devi aiutare.
“Se puoi fammi sapere quanti sono, i loro piani e il nome del loro capo”.
Iman con il cuore che batteva forte forte per la felicità girò il biglietto di pergamena dalla parte bianca e con un bastoncino bruciacchiato scrisse:
” mio eroe!! Non vedo l’ora di abbracciarti, ma fai in fretta perché il capo dei briganti un tal “Nasone da Foligno” questa notte con i suoi sgherri che sono più di cinquanta  mi vuol portare al di là dei monti Appennini, nelle Marche, per vendermi come schiava ai Pirati Mori” poi lo legò  sulla zampetta di Luisa la tortora che volò dal suo padrone.
Intanto Jako aveva mandato Carletto il gatto (che parlava la lingua degli umani) a chiedere aiuto al Re Federico (suo grande amico) perché gli mandasse dei soldati da Montefalco per circondare la Torre di Matigge in modo che i briganti non avessero vie di fuga. Quando Luisa gli portò il biglietto e lo lesse disse:
voglio proprio vedere come farà questo Nasone a fuggire con la torre circondata, anzi lo voglio sfidare a duello, vedremo se ha tanto coraggio da accettare… spero che i soldati arrivino in tempo…
Il dubbio spari in un lampo perché sentì un rumore di galoppo, si girò e vide il gatto sorridente in braccio al capitano di ventura “Chianella” seguito da almeno 300 soldati che circondarono subito la torre.
Quando Nasone e i suoi compari videro la torre circondata furono presi dalla rabbia e dalla paura, qualcuno aveva tradito!! Come avevano fatto là fuori a sapere che nella torre c’era la principessa? ( non avrebbero mai immaginato che era
tutto merito delle lucciole e degli usignoli) e cominciarono ad azzuffarsi tra di loro.
Il principe in sella al suo cavallo Vandalo (il più veloce di tutti) galoppò verso la torre e sguainata la spada ad alta voce tuonò ” Nasone vile rapitore di donne,  libera subito la principessa dagli occhi da Cerbiatta  e affrontami in duello, soltanto se accetti avrai salva la vita tu e i tuoi compari!!! Parola di Cavaliere e di Principe!!! Io sono Jako il principe guerriero!!!!
Nasone a quelle parole cominciò a sudare e tremare dalla paura perché conosceva la fama del principe Jako  e della sua invincibilità. Così cerco di convincere i suoi sgherri a resistere perché nella torre c’erano viveri e acqua per mesi, magari i soldati si sarebbero stancati e le cose cambiare… Ma i briganti che a quelle parole da vigliacco non gli riconobbero più nessuna autorità lo presero e lo buttarono fuori dalla torre perché andasse incontro al suo destino, vinto o vincente loro avrebbero salva la vita, Jako manteneva sempre la parola e gli lanciarono un forcone e una spada per il duello.
Nasone suo malgrado dovette accettare il duello, ma quando si vide davanti il guerriero con gli occhi furenti e il cavallo che faceva fiamme dalle narici, se la fece sotto, gettò la spada, il forcone e si prostrò in ginocchio davanti al principe implorandolo di salvargli la vita, era sì un brigante ma come tanti suoi compari una volta era onesto, soltanto quando gli rubarono le sue terre, lui come altri per sfamare la famiglia lo era diventato. Il guerriero impietosito, sapendo che poteva esserci un fondo di verità gli salvò la vita e lo mise al suo servizio insieme ad alcuni suoi compari, gli altri che tornassero pure alla macchia incontro al loro destino.
Nel frattempo Fernando eseguendo gli ordini del Principe, con la sua magia ( che soltanto gli abitanti di Ceylon e dell’India sapevano fare) sfruttando la confusione fece arrivare una corda sulla finestra della torre dove era prigioniera la fanciulla facendole segno di scendere in fretta, poi scrisse un biglietto, lo diede a Luisa la tortora per portarlo al guerriero.
Nel biglietto c’era scritto:
Mio signore e grande amico ho liberato la principessa come tu hai ordinato,  io e Carletto la stiamo portando al sicuro oltre Tatarena dalle parti di Picciche, raggiungici in fretta.
Il principe quando lesse il messaggio ordinò al capitano di ventura “Chianella” di seguirlo con i suoi soldati perché avrebbero fatto una grande festa e corse al galoppo per raggiungere la sua amata.
Passato il torrente Tatarena vide Fernando il Mago, Carletto il gatto e la sua “amata più bella che mai” corrergli incontro, i due amanti si baciarono a lungo promettendosi amore eterno, vicino c’era una piccola quercia, la guardarono e dissero : chiunque si bacerà vicino o all’ombra di questa quercia anche negli anni a venire avrà fortuna in amore. (Quella quercia esiste ancora  vicino al ponte della Mulinetta e si chiama “Quercia degli Innamorati”)
Nel Castello di Fratta intanto saputa la notizia, le campane suonarono a festa e tutti gli abitanti cantarono, tutti meno colui che complice dei briganti aveva abbassato il ponte levatoio e di cui non si seppe mai il nome.
Intanto il principe per festeggiare la sua amata scelse un pianoro tra il Castello e il torrente Ruicciano,  invitò tutti gli abitanti di Fratta e dintorni, persino la principessa Nina da Seborga che passava  vicino perché in cammino per Roma in udienza dal papa, accompagnata da Messer Plinto, Messer Barone e un certo Giovanni Coscialunga commerciante di gioielli, oltre che dai suoi cavalieri Templari. Lei accettò volentieri l’invito perché amica di Iman.
Anche il re Federico II scese da Montefalco per festeggiare insieme al suo amico. Era il solstizio d’estate del 21 Giugno 1249.
Il Principe e la Principessa si sposarono quella stessa notte, Il falco Ricciolino fu perdonato ma non poté più tornare a Montefalco, lui e i suoi discendenti ebbero dimora in quella che si chiama tuttora “Quercia dei Falchi”
.
Messer Natale Barone insegnò ai briganti riabilitati come coltivare le zucchine e la frutta. La principessa Nina tornò a Seborga e oggi una sua discendente  lotta per l’indipendenza.
Quella notte, alla festa, sul pianoro arrivarono migliaia di lucciole che lampeggiavano a festa, tutti i grilli e gli usignoli si misero in concerto per accompagnare Albano il Gallo che poté finalmente cantare davanti ad un grande pubblico la canzone “FELICITÀ”.
Il Principe, la Principessa (che tuttora si amano) Fernando il mago, Carletto il gatto playboy, Vandalo il cavallo più veloce, Luisa la tortora, Lucilla la lucciola e Caruso l’usignolo divennero per magia tutti immortali e cercarono  sempre avventure per il mondo, ma tornano tutti gli anni il 21 Giugno in quel pianoro dove adesso c’è “VILLA IDA” per ricordare la festa del “Grande Amore”.
Or Avla

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