VERONICA GIULIANI “LA SPOSA DI CRISTO”

santa veronica giulianiTesto dal volume “Sacro Femminile in Umbria” di Francesco La Rosa, anno 2017

Veronica Giuliani è una grande mistica vissuta tra il 1600 e il 1700, che ha donato tutta la sua esistenza a Dio in un monastero di clausura.

Nasce il 27 dicembre del 1660 a Mercatello nel ducato di Urbino. Veronica è una
bambina dal carattere vivace, tutti la chiamano “fuoco”! Ad onor del vero, la piccola Orsola questo il suo nome di battesimo, è un’anima privilegiata sin dall’infanzia.
A quattro anni le capita un fatto strano, insolito: mentre sta cogliendo i fiorinell’orto di casa un Bambino le dice di essere lui il “fiore”.
Quell’incontro e quelle parole si imprimono in modo indelebile nella sua mente, e la svuotano di ogni interesse terreno; la sua vita diventa una ricerca incessante dell’Amore.
Il 28 aprile 1667, la mamma Benedetta muore, e poco prima di morire chiama le
cinque figlie e con il crocifisso in mano, ad ognuna di esse assegna una piaga del Salvatore, ad Orsola tocca quella del costato perché impari cosa voglia dire amare.
Il tempo passa e per Orsola arriva la chiamata divina, è, l’inizio di una nuova vita.
Il Salvatore la vuole per se’, ma deve lottare contro l’opposizione del padre affezionatissimo alla figlia. I momenti duri sono tanti, ma Orsola confida nella grazia divina.
Un giorno sfoga la sua amarezza davanti l’immagine del crocifisso che ama tanto, ed è il Signore che con voce intellegibile la rassicura sul fatto che vuole essere il suo Sposo, e che lei è sua.
Finalmente nel 1677,viene accettata dalle monache cappuccine del monastero di Città di Castello, luogo da lei scelto come il più consono per la ricerca di Dio nella povertà, nella penitenza, nell’austerità.
Orsola entra nel monastero e prende il nome di Veronica “vera icona”di Gesù crocifisso. Al quarto anno di vita religiosa iniziano a manifestarsi in maniera evidente le visioni, le lotte col demonio, l’estasi.

I confessori si rendono conto dello spessore mistico e spirituale della giovane e si interrogano sull’autenticità delle sue esperienze mistiche. Il padre Girolamo Bastianelli le chiede di scrivere ciò che sperimenta nelle sue unioni con Dio, e nel dicembre 1695 inizia a rendere pubblico questo suo amore per Dio.
Scrive 22.000 pagine fino a quando la Vergine Maria tre mesi prima della morte non le dice :”Fa il punto”!
Nel 1681 affiora in Veronica il desiderio di offrirsi come “mezzana”tra Dio e i
peccatori, e mentre prega davanti al Crocifisso dell’infermeria, Dio le parla: ”Mia Sposa, mi sono care le penitenze che fai per coloro che sono in mia disgrazia, perciò ti confermo mezzana tra me e i
peccatori, come tu brami.”

Poi Gesù stacca un braccio dalla croce, e le fa cenno di accostarsi al suo costato, e
si ritrova tra le braccia del Crocifisso dove Veronica vorrebbe stare per sempre.
Il 5 aprile del 1677, venerdì Santo gli eventi straordinari culminano con l’impressione delle stimmate.
Le verifiche del Sant’Ufficio non si fanno attendere e dal 1697 al 1715 Veronica è
sottoposta ad esami continui, viene segregata, privata della voce attiva e passiva nei capitoli, interdetta alla grata. Provata, affronta la, sofferenza senza perdere la gioia e la pace del cuore.
Il tempo però,non tarda a convincere della sua santità anche chi l’ha sottomessa alle
prove più umilianti.
Completamente riabilitata, alla soglia dei 56 anni, è ormai trasformata, cambiata, lo spirito è sempre più rivolto al cielo. Le sorelle del monastero la vogliono badessa e chiedono la revoca della
proibizione del Sant’Ufficio che arriva il 7 marzo 1716.
Nello stesso anno diventa badessa, fa costruire una nuova ala del monastero, l’attuale noviziato.
Negli anni 1721-1722 ottiene dal marchese Nicolò Vitelli l’avanzo di acqua esistente
nella sua villa, fa trasportare cinquemila libbre di piombo dal porto di Livorno per
le tubature della conduzione. Ancora oggi le tubature che portano
l’acqua al pollaio, alla cucina, alla lavanderia.
E un pozzo scavato nel chiostro mette fine alla stressante fatica di trasportare secchi
d’acqua fino al terzo piano. Dotata di un senso della realtà come nessuno,Veronica esercita il suo servizio con dolcezza e autorità. Il 25marzo 1727 scrive l’ultima pagina del
suo diario, la Vergine le dice: ”Fa punto”! È giunta al culmine la sua unione con Dio.
Il 6 giugno viene colpita da apoplessia e dopo 33 giorni di sofferenze si spegne.
È l’alba, l’ora in cui il nuovo giorno si annuncia, l’ora della risurrezione di Cristo,
il suo Sposo, e la luce di Veronica si congiunge a quella luce che non tramonta
mai, per guidare gli uomini di tutti i tempi.
Le parole di Veronica riassumono un’esistenza incentrata sul desiderio di
unirsi con il suo Sposo. Ha trovato l’Amore! È il segreto delle sue gioie, dei suoi dolori, delle sue sofferenze, ma l’amore si è lasciato trovare.
Quando la campana annuncia il decesso tutta la città accorre a venerarla. Veronica
viene beatificata da Pio VII il 17 giugno del 1804 e canonizzata da Gregorio XVI il 26
maggio del 1839. Santa Veronica è la testimone del binomio amore e patire, la sua vita testimonianza viva degli eccessi dell’amore di Dio verso gli uomini, e della capacità di amarlo senza mezze misure per sé e per tutti coloro che non lo amano. Veronica rappresenta i
peccatori davanti a Dio, patisce e prega per i bisogni della Santa Chiesa, per la pace
degli abitanti di Città di Castello e di tutti i popoli del mondo.
La sua comunità religiosa rimane fucina di santità e di apostolato ancora oggi.

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Testo dal volume “Sacro Femminile in Umbria” di Francesco La Rosa anno 2017

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