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“LE LINEE GUIDA PER L’UTILIZZO DELLA PILLOLA ABORTIVA NECESSITANO DI UN APPROFONDIMENTO DA PARTE DEL CEAS”

11 novembre 2010

Zaffini replica a Stufara

“Male, molto male le linee guida recepite dalla Giunta in merito all’utilizzo della pillola abortiva

Franco Zaffini

che prevedono l’espulsione del feto in regime domiciliare. Male perché questo tipo di interruzione di gravidanza non rispetta né il principio di libertà della donna, né tantomeno ne tutela salute”. Franco Zaffini, firmatario di una mozione sulla Ru 486, replica alle dichiarazioni di Stufara che plaude all’adozione delle linee guida recepite dall’esecutivo. “La libertà delle donne – dice Zaffini- non si può ridurre alla possibilità di interrompere la gravidanza a casa, senza supporto medico e psicologico, a scapito e a rischio della loro stessa salute. Ne abbiamo fatti di passi avanti- prosegue- da quando gli aborti avvenivano in casa per nascondere una colpa, oggi pur di strumentalizzare ideologicamente la presunta emancipazione femminile si torna al passato e si torna lasciare sola la donna nel suo percorso, già di per se  doloroso, di interruzione di gravidanza. Tutto questo ha poco a che vedere con la tutela della privacy o dell’intimità, rappresenta soltanto l’ennesima azione pilatesca delle istituzioni nei confronti delle maternità controverse, in violazione dei principi della 194 con cui si dovrebbe comunque tentare di tutelare le gravidanze e la salute delle donne”. Il consigliere di Futuro e libertà ricorda che il documento da lui presentato e discusso in aula nell’ultima seduta di Consiglio prendeva le distanze da qualsiasi posizione ideologica o moralistica, chiedendo all’assemblea legislativa che le linee guida, prima di essere recepite dalla Giunta, fossero sottoposte al Ceas (comitato etico delle aziende sanitarie dell’Umbria). “L’adozione della Ru 486 in Italia – spiega Zaffini- è conseguente al principio di mutuo riconoscimento della Comunità Europea secondo cui la reciproca fiducia tra stati membri implica l’accettazione di prodotti fabbricati in altri stati membri. In osservanza di tale affinità – dice ancora Zaffini- anche l’Italia ha avviato un percorso di introduzione della pillola abortiva sottoponendo il farmaco al parere dei più importanti soggetti competenti in materia”.

A tal proposito, l’esponente futurista, cita i pareri del Consiglio superiore della sanità e dell’Aifa (agenzia italiana del farmaco). “In entrambi i casi – afferma- i vincoli di percorso di utilizzo indicano nel ricovero ospedaliero, dal momento dell’assunzione del farmaco al momento dell’espulsione del feto, l’unica via praticabile per l’aborto farmacologico. Per queste ragioni – chiosa Zaffini – non c’è da plaudire all’adozione delle linee guida regionali che, al contrario, lasciando che l’espulsione del feto avvenga tra le mura domestiche, espongono a gravi rischi la salute e il benessere psicologico delle donne”.