Avevano in testa la testardaggine della speranza, l’imperativo categorico di salvare le vite umane che, per una sorta di destino cinico, erano rimaste intrappolate sotto le macerie dell’albergo e la neve caduta…e iniziarono a scavare…con le mani…quasi accarezzando il ghiaccio per timore di ferire ancor di più quelle candide anime in attesa…in spasmodica attesa di qualcuno…e non di un qualcuno qualsiasi…ma di un angelo, degli “angeli della salvezza”!…e hanno scavato…con delicatezza…con eleganza…con amore…come solo gli “angeli” sanno fare!…nel silenzio della notte…sino all’alba…sino a quasi mezzogiorno…e ancora…ancora…ancora…e le loro “carezze” hanno fatto il miracolo…hanno riportato in vita le prime anime…hanno incollato davanti ai televisori un intero Paese…un Paese in lacrime…un Paese commosso…un Paese che ha applaudito quando i capelli del primo bambino, tirato fuori dal tunnel della morte, sono apparsi…un applauso liberatorio…di grande speranza e di vita…un applauso che ha ridato ancor più energia e voglia di continuare…per far nascere a nuova vita altre persone…e poi la mamma…e poi la sorella…e poi…e poi…ancora…e ancora…e ancora…e nel frattempo continuano a scavare…sempre con delicatezza e grande sensibilità…con le qualità degli “angeli”…gli “angeli della salvezza”!
Angeli…ci avete trasmesso una carica di emozione non indifferente…e a voi va il mio, il nostro “grazie”…
Vincenzo Fiore