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Mio caro Amadeus …

28 gennaio 2020

 

Junior cally

Junior Cally

” Lei si chiama Gaia … balla nuda…dopo te la da. Si chiama Gaia, perché fa la troia, per la gioia di mamma e papà. L’ho ammazzata, strappato la borsa, c’ho rivestito la maschera. “

Roba da matti. Da rimanere pietrificati, la mitica Medusa non avrebbe saputo fare di meglio. Sono i versi di una becera canzone del rapper Junior Cally invitato al Festival di Sanremo che andrà in onda tra pochi giorni. Il rapper inneggia allo stupro, alla violenza, all’omicidio, a dire il vero al “femminicidio.”

In ogni caso, sono reati previsti dall’articolo 414 del Codice Penale. Come può la Rai, un servizio pubblico giustificare al Festival della canzone italiana, trasmesso in eurovisione, la presenza di un personaggio sempre più discusso negli ultimi giorni, che ha voglia di sdoganare il femminicidio, la violenza di genere?

Chi è Gaia? Una ragazza da annientare, sottomettere, assoggettare fino alla schiavitù o alla morte?

Cosa lasciamo intendere ai nostri ragazzi già vessati da comportamenti coattivi, erotismo violento, quasi incapaci di riconoscere nell’eros la forma più pulita di interazione fra due corpi?

Approvare leggi contro la violenza, ricordare il passato, non basta, per ridurre la violenza è necessario formare i giovani e dare loro il buon esempio, gli adulti abbiamo la responsabilità di proteggere i ragazzi nella loro fase adolescenziale. Proteggere, occorre proteggere. E sapete da dove dobbiamo cominciare? Dal chiedere a gran voce a Junior Cally  di mostrare il suo volto. Dovrebbe avere il coraggio di guardarci negli occhi quando insulta una donna per il solo piacere di farlo, o di torturarla e ammazzarla in diretta televisiva solo per far lievitare gli ascolti. È facile fare il bullo dietro ad una maschera. Il conduttore Amadeus che si mostra avvilito, si deve rendere conto che la sua è una scelta inaccettabile, non è una guerra, è un riferimento sessista che va censurato. Le scelte non vanno difese ad oltranza, a spada tratta quando incitano al femminicidio. Il festival è una vetrina per chi vuole fare arte. Mio caro Amadeus deciditi: o inviti giornalisti che lottano contro la violenza delle donne, o cantanti che inneggiano alla violenza delle donne. Basta un pizzico di coerenza e la pillola va giu’…la pillola va giu’!

Mariella Cutrona