Posts Tagged ‘amore’

Perugia: l’amore corre sui binari

13 febbraio 2021

Ho dentro un temporale, un maremoto sensoriale che dura da anni, il centro sismico sei tu, la donna bruna con gli occhi scuri, dolcissima, che ho aiutato portandole la leggera valigia su per le scalette della stazione di Perugia, in quel primo pomeriggio di un giorno d’agosto del 2014. Provenivamo entrambi, seduti su due scompartimenti vicini, dall’affollato treno locale che giungeva dalla Toscana. I nostri sguardi si erano già incrociati durante il viaggio, un brivido aveva rivelato un’alchimia timida. Non ho una spiegazione. Tu avevi l’aria dolce di una donna poco più che trentenne con uno sguardo che sbalordisce tutti, tutte le cose e ti fulmina. Si parte con uno sguardo, lo incrociamo ed entriamo in contatto senza una comunicazione verbale. Giunti alla stazione di Perugia, casualmente, ci trovammo faccia a faccia, quasi a scontrarci, fu in quel momento che mi offrii di portarti la valigia. Tu acconsentisti sorridendo… gli sguardi timidi e poetici non pronunciarono le parole. Il tempo passato non ha scalfito quel brivido, lo ha custodito, non ha mutato il mio sentire, la tua delicata immagine mi parla sottovoce. Non sono riuscito a dimenticare i tuoi occhi, il tuo ricordo è sempre vivo… quanta sofferenza nella ricerca del tuo sguardo, che non è mai sfumato! C’era l’infinito in quel brivido, l’universo in quei tuoi occhi neri, ed io mi sono perso. Forse non ti troverò, ma desidero che tu lo sappia. Per quanto questa cosa possa sembrare una pazzia ai comuni mortali, io ho deciso di provare a cercarti. Non conosciamo i nostri nomi, ma il mio sogno è quello di incrociare ancora una volta i miei occhi con i tuoi. Io sono alto e ho gli occhi chiari, lo ricordi?

Se mi leggi, contattami all’indirizzo email :820142021v@gmail.com oppure tel. 3701589224. Ti aspetto.

Francesco La Rosa – Goodmorningumbria

N. D. R. Vogliamo provare a dare una mano a questo nostro amico? La sua è una storia vera e romantica, d’altri tempi, che riconosce ancora all’amore un valore sacro ed eterno. Se vi riconoscete in questo appello, vi prego di diffonderlo a tutti i vostri conoscenti, certo che faranno altrettanto con i loro amici. Grazie a tutti.

Marsciano: Con “Equazione di un amore” si chiude il ciclo di incontri con l’autore “Tipi da biblioteca”

19 Maggio 2016

spaIl ciclo di incontri con gli autori “Tipi da biblioteca” si chiude sabato 21 maggio 2016 con la presentazione del romanzo “Equazione di un amore” di Simona Sparaco, in programma alle ore 17.30 presso la sala Antonio Gramsci della Biblioteca.

Un romanzo sentimentale, una riflessione a tutto tondo sull’amore e sul destino. L’attrazione tra una donna e un uomo sfuggente definisce i contorni di un amore complicato e non basta la distanza e il tempo a tenere separate due persone intimamente legate, anche se procedono su strada diverse, lontane e imprevedibili. (more…)

TEATRO BICINI: la Compagnia del Canguasto presenta “Vitaliano amore mio”

2 novembre 2015

tea7-8, 14-15, 21-22 e 28-29 novembre 2015

ATTO UNICO DI FRANCO BICINI

Tratto da «Pericolosamente» di E. De Filippo Al termine verranno presentate alcune scene brillanti della produzione cabarettistica del Canguasto REGIA MARIELLA CHIARINI 7-8, 14-15, 21-22 e 28-29 novembre 2015 (more…)

Libri: “Presente Assente” di Costanza Bondi e Giampiero Tasso

16 luglio 2014

presMe ne hanno regalato una copia, ci sono frasi di alcune poesie che mi rimarranno dentro. Ho trovato sublime l’accostamento poesia racconto, sul quale in realtà ero piuttosto prevenuta, il movimento ottenuto con la grafica è molto accattivante, il testo è sensualissimo e mai volgare. Un libro elegante in tutto: l’ho amato davvero.

Barbara Vianello

Info e acquisti

http://www.gruppoletterariowomenatwork.com/prosa-2/presente-assente/

Presentazione del libro “PRESENTE ASSENTE paradosso di un amore” di Costanza Bondi e Giampiero Tasso

29 Maggio 2014

Clicca la foto per ingrandire

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Una primizia letteraria: la presentazione – con letture a cura dei due autori – del romanzo poetico “PRESENTE ASSENTE paradosso di un amore” di Costanza Bondi e Giampiero Tasso, edito da Futura Edizioni. Un evento poetico/musicale di un poemetto sinfonico dalle scene leggendarie, ambientato fuori del tempo e, proprio per questo, ambientabili in ogni tempo… una storia indipendente e originale in una incantevole e incredibile, quanto veritiera e irriverente, avventura d’amore in cui la passione è descritta con linguaggi diversi, semplicemente dettati da realismo ed emozioni…
… dettagli, ma non solo… effetti, per niente speciali… di parole tra le righe e di versi tra poesie…
… per dichiarazioni d’amore e dediche di stupore!
29 MAGGIO 2014, ORE 18.00 – BIBLIOTECA SAN MATTEO DEGLI ARMENI – MONTERIPIDO – PERUGIA

http://wsimag.com/it/culture/9216-women-at-work

Come spezzare la routine sessuale e ritrovare la fantasia in coppia

2 gennaio 2014

sessualita-di-coppiaVi ricordate il film in cui Carlo Verdone metteva in scena la situazione della coppia che voleva “farlo strano”? Secondo i sondaggi, l’intimità al di fuori del letto piace sempre di più: complice la passione che si assopisce nel tempo, il gusto dell’illecito e la voglia di superare i limiti. Per questo (more…)

LIBRI: COSTANZA BONDI e FELICE DE MARTINO presentano QUEL DEMONE CHIAMATO AMORE / ALMA FELIX

30 novembre 2013

Uno stravagante libro che si può leggere aprendolo da entrambe le parti, per dialoghi poetici e boutade che vogliono porre all’attenzione del lettore, senza velleità filosofiche, la questione del misfatto/amore. Le immagini di copertina, dai titoli IL DEMONE e L’ATTESA, ritraggono dipinti dell’artista Vera Martino.

https://www.youtube.com/watch?v=8FqjqrsO510&feature=c4-overview&list=UUmaclOzQ3CtfkokQuNmdD3w

COSTANZA BONDI nasce e vive a Perugia, città che profondamente porta nel cuore: da sempre è dedita alla scrittura in tutte le sue forme e sfumature, tra le quali predilige il copywriting e la correzione di bozze. Data l’ecletticità che ne contraddistingue carattere e professionalità, ha creato il marchio WOMEN@WORK, un gruppo che raccoglie scrittrici non (more…)

Perle della Rete, poesia d’amore su internet

7 ottobre 2013

fichidindiaA volte il linguaggio o la lingua se volete, diventano essi stessi portatori di sentimenti veri e popolari, provate a tradurlo in altri dialetti e il significato è sempre lo stesso, a causa della crisi economica e di valori c’è un forte ritorno ai comuni ed al territorio di origine, come se si volesse ritrovare l’identità perduta e cosi nasce l’Italia dei comuni delle frazioni, e dei castelli, e nonostante internet si sente un profumo di medioevo, ma  in questa occasione il profumo vero è del gelsomino bianco di Sicilia o se preferite… dei fichidindia.

Un giorno un catanese s’innamorò di una messinese e le dedicò la seguente poesia:

“Oh mia bedda missinisi, ma quantu mi piaci, l’occhi toi rapaci mi livaru la paci, ma d’una cosa nun mi fazzu capaci: ma picchì avivi a iessiri propriu missinisi!!

e a missinisi c’a rispunniu:

“Taci!!! picchì pi l’amuri ca ti portu, mi fici a peri da missina fino a Catania, passannu ppi tutti li Aci, ppi livarimi st’infamia di esseri missinisa e pigghiarimi l’onuri d’addivintari catanisa!!!”.

 

Libri: QUEL DEMONE CHIAMATO AMORE / ALMA FELIX presentato alla libreria Feltrinelli di Perugia

27 giugno 2013

quel demoneCOSTANZA BONDI e FELICE DE MARTINO, moderati dall’editore FABIO VERSIGLIONI, venerdì 21 GIUGNO alla libreria Feltrinelli di Perugia hanno presentato QUEL DEMONE CHIAMATO AMORE / ALMA FELIX: uno stravagante libro che si può leggere aprendolo da entrambe le parti, per dialoghi poetici e boutade che vogliono porre all’attenzione del lettore, senza velleità filosofiche, la questione del misfatto/amore. Le immagini di copertina, dai titoli IL DEMONE e L’ATTESA, ritraggono dipinti dell’artista Vera Martino.

 

COSTANZA BONDI nasce e vive a Perugia, città che profondamente porta nel cuore: da (more…)

AMORE PER L’ARTE DEL RICAMO: GIOVEDI’ 16 MAGGIO PRESENTAZIONE AD ASSISI DEL LIBRO DI LUCIA SMURRA

14 Maggio 2013

luc«Amore per l’arte del ricamo». Questo il titolo del libro di Lucia Smurra, la maestra del ricamo, che sarà presentato giovedì pomeriggio, alle 17, nella sala della Conciliazione del comune di Assisi.

Saranno il sindaco Claudio Ricci e l’assessore Moreno Massucci ad esporre la trama e far conoscere le 100 pagine che raccontano questa antica arte.

Non è un libro solo per addetti ai lavori o esperte, anche se non mancano i consigli per le tecniche dei manufatti, ma per tutti quelli che amano creare con le proprie mani qualcosa di unico ed originale. Lucia Smurra insegna la passione in punta d’ago. Ricama da quando era bambina e da sei anni mette al servizio di chi ama il ricamo la sua esperienza. Ricamare sul telaio o dipingere su tela di lino con fili colorati, è (more…)

LA DECISIONE DI BENEDETTO XVI: UNA RINUNCIA UMANA O UNA VITTORIA DELL’AMORE DIVINO?

25 febbraio 2013

Pope Benedict XVIL’umanità cristiana e non cristiana si sta ponendo questa domanda che sembra alimentare le più svariate teorie , dalla mera stanchezza personale del Pontefice alla più complessa tesi del complotto interno alla Chiesa. L’unica certezza è che (more…)

Libri: “Il Nostro E’ Vero Amore” – Il primo “romanzo breve” di Vincenzo Trepiccione

8 novembre 2012

di RMG

Vincenzo Trepiccione, giovane poeta Spoletino (citato qualche anno or sono nella rivista di letteratura contemporanea Avanguardia di Roma), s’immedesima scrittore con il suo primo “romanzo breve” dal titolo “Il Nostro è Vero Amore – due giovani, due cuori, due famiglie diverse ed un amore che li unisce” (edito LULU Edizioni). Un romanzo che porta alla base la tematica universale d’eccellenza, l’amore. Una narrazione dal contesto quasi fiabesco ove solo i personaggi fanno da padrone con dialoghi semplificati (degni di un’opera teatrale irreale) e dove risultano assenti le descrizioni sui luoghi e personaggi. Il linguaggio risulta fantasioso per l’epoca nella quale si svolge la narrazione (anno 1912, quindi precisamente 100 anni or sono), in linea con la premessa dell’autore che comunica, nel quarto di copertina, che “… questa storia è tutto il frutto di un sogno dello scrittore …”. La (more…)

Amore Amaro, piccola raccolta di versi d’amore

9 dicembre 2011

2° edizione

Una piccola, grande raccolta di versi amorosi… Questo è dunque AMORE AMARO realizzato da Women@Work, un gruppo di amiche che ha scelto la poesia per comunicare le proprie sensazioni, i propri sentimenti. Un lavoro che accoglie con passione l’interiorità, la tenerezza, il senso di bellezza, di armonia, lo splendore dell’eros. L’amore è descritto come tensione costante e totale, come assolutezza e purezza. Ma, soprattutto, l’amore che appare nei ventiquattro versi che danno vita a questa raccolta è umano, chiaro. Non ermetico. La lettura dei versi poggia lungo la traiettoria dell’attesa, anche vana, dell’incontro e della intimità. L’amore è possesso, ma al contempo anche conquista e sorpresa. Versi che ogni uomo vorrebbe sentirsi dire. Il gioco delle Women@Work è intrigante: l’autore è sconosciuto e così i mariti, i fidanzati, gli amanti, gli amati non sapranno mai che quelle parole sono indirizzate proprio a loro. Le autrici sono riuscite con vera semplicità ad esprimere il calore della passione e della loro intimità. AMORE AMARO è pieno di immagini e di sensazioni suggestive: il fruscio, il fulmine, il dolore, il mare, l’inferno, la primavera, il silenzio, il respiro, la vita… “Il suo palato è come vino squisito, che scorre dritto verso il mio diletto e fluisce sulle labbra e sui denti”. E ancora: “Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di gemme, il suo petto è tutto d’avorio, tempestato di zaffiri”.

Questi versi non sono tratti da AMORE AMARO ma dal Cantico dei Cantici, un testo presente nella Bibbia, composto da otto capitoli contenenti poemi d’amore. Ciò a significare che passano i secoli, ma l’amore umano resta il più profondo mistero della creazione. La meraviglia delle meraviglie… che ritroviamo in AMORE AMARO alla sua, appunto meravigliosa, seconda edizione!

Diego Aristei

COSTANZA BONDI, umbra, 43 anni, dopo aver assunto se stessa come datore di lavoro è penna da decenni nota nell’ambiente pubblicitario; ospite di vari blog politici e letterari; correttrice di bozze di stampa; coautrice e curatrice di numerosi libri di poesie, romanzi d’amore e racconti di vita; ideatrice del marchio WOMEN@WORK; amante del cucinare-mangiare-bere in tutte le succulente possibilità che il dizionario culinario possa offrire: dalla A di arrosto… alla Z di zenzero! WOMEN@WORK è il marchio creato e registrato da COSTANZA BONDI che ne è ideatrice, scenografa, regista e protagonista, all’interno di un percorso artistico/poetico di donne scelte per la forza e per la passione del proprio carattere letterario, le cui parole ne restituiscono i tratti decisi di una intensità altamente creativa . Della stessa collana sono i sonetti d’amore e di passione raccolti in ALTER EGO, a cui fanno da contrappunto le esuberanze poetiche di PASSIONE LATINA, alchimia di una poesia; CATULLO, poesia d’amore alo stato puro maschile; NUDO PENSIERO, la poesia d’amore si veste di eros; il romanzo L’AMANTE DI LADY CHAT, cose di Facebook e dintorni (un omaggio sublime al moderno linguaggio della comunicazione virtuale) e il poema sinfonico PRESENTE ASSENTE, paradosso di un amore (un romanzo poetico di emozioni tanto incredibili quanto incantevoli).

San Francesco e il miracolo di Gubbio

29 gennaio 2010

San Francesco e il lupo

di Emanuela Ruffinelli

Francesco, giunto un giorno nella città di Gubbio, apprese con dolore che la popolazione era spaventata, a causa di un grosso e feroce lupo che da molto tempo tormentava gli abitanti della zona, faceva strage di animali, ma assaliva anche uomini, donne e bambini e li uccideva.

Il Santo ebbe compassione di quella povera gente e, ispirato dal Signore, andò, solo ed inerme, ad affrontarlo: uscì dalle mura della città e andò incontro al lupo. Quando lo vide da lontano si fece il segno della Croce e si fermò ad aspettarlo in mezzo alla strada, con le braccia allargate. Il lupo si avvicinò a Francesco e stette ad ascoltarlo: “Caro lupo, non fare più male a nessuno e io ti prometto che gli abitanti di Gubbio si prenderanno cura di te”. Il lupo, come se comprendesse quelle parole, chinando il capo e agitando festosamente la coda, sollevò la zampa e la mise tra le mani di Francesco: era il suo modo di dirgli che sarebbe diventato mansueto  e non avrebbe più ucciso nessuno.

prof. Roberto Bellucci

Infatti il lupo divenne docile come un cagnolino, camminava per le strade del paese a testa bassa, giocava con i bambini, faceva la guardia alle case quando i proprietari uscivano. Gli abitanti di Gubbio, in cambio della sua bontà, gli davano ogni giorno tanto buon cibo. Quando il lupo, diventato vecchio, morì, tutti erano tristi e venne seppellito vicino al camposanto.

Il prodigioso incontro tra San Francesco e il lupo è stato narrato in molte lingue a bambini di tutto il mondo. E’ stato un incontro storico, carico di significati, tanto da essere sempre vivo nella memoria degli eugubini e dei cristiani di tutto il mondo. Chiunque sia venuto a conoscenza dell’episodio, anche in età giovanissima, non ne ha perso nel tempo, il ricordo, anzi ha mantenuto impresso nella mente l’ammansimento del feroce lupo che aveva tramutato la sua forte carica aggressiva in forza d’amore.

Gubbio

Nel centro storico della città di Gubbio, nei pressi della Chiesa di San Francesco, nel giardino che gli eugubini chiamano l’orto dei frati, si può ammirare la splendida scultura  che ne rappresenta il miracolo. Autore della scultura, il prof. Roberto Bellucci, nativo di Gubbio: “Ho sempre sentito il fascino del messaggio francescano, e questo mi ha aiutato molto nella lunga ricerca della definizione dell’opera. Quello che mi preoccupava di più era il timore di scivolare sul banale, sul lezioso come spesso succede nella rappresentazione di soggetti religiosi. Comunque ce l’ho messa tutta nella creazione di questa scultura tesa verso il cielo”.

Nel monumento è raffigurato San Francesco che, dopo aver ammansito il lupo lo tiene sulle ginocchia mentre con un braccio teso verso l’alto, indica che è Dio che ha operato il miracolo per mezzo di un umile fraticello ed è pertanto il Creatore che va ringraziato dal Santo, perché ha compiuto il miracolo per tramite suo. L’opera ha un’altezza di 3 metri ed un peso di 16 quintali ed è stata realizzata presso la fonderia Brustolin di Verona.

Lo scultore prof. Roberto Bellucci ha interpretato con vigore uno dei momenti più significativi del francescanesimo, soprattutto perché riepiloga quell’amore verso la natura e le sue creature esaltato dal patrono d’Italia, inoltre ha saputo dare il senso di religiosità all’opera con quello slancio di San Francesco verso l’alto: la mano e lo sguardo elevato in alto, la bestia accucciata in un patto di amore e di abbandono. Lo slancio è il frutto di una storia sempre attuale: riconciliazione con Dio e ringraziamento al Creatore, la pace infatti, passa attraverso la riconciliazione con Dio e tra gli uomini. Il significato del messaggio che giunge dall’opera è che occorre avere la pace nel cuore di ciascuno, perché è dal cuore che sorgono gli ideali di pace con l’uomo e con la natura.

San Valentino da Terni: tra storia e leggenda

1 gennaio 2010

San Valentino

di Emanuela Ruffinelli

Tra i sentimenti umani, l’amore domina incontrastato. Cupido muove i fili e lancia frecce a suo prevedibile piacimento, al di là delle frontiere e in tutte le epoche della vita umana. Ogni storia d’amore è di per se unica, irripetibile, esclusiva; ci travolge, ci emoziona, ci fa sognare, piangere, riflettere.

L’amore con le sue tante declinazioni, le sue mille sfumature: amicizia, fisicità, irrazionalità, gelosia, paura di perdere qualcuno, desiderio inappagato, gioia, lacrime, gesti convenzionali, riti…

L’amore che non passa mai di moda: da Penelope e Ulisse, a Giulietta e Romeo, da Paolo e Francesca a Maria Callas e Aristotele Onassis.

All’amore conseguentemente, viene associato il nome di un santo, San Valentino, conosciuto e venerato in tutto il mondo quale protettore degli innamorati, più in generale, dell’amore in tutte le sue dimensioni, e non per ultimo l’amore per la pace e la concordia tra i popoli.

A San Valentino sono dedicate, in ogni parte del mondo cristiano cattolico, cappelle, altari, parrocchie, circoli giovanili, scuole, corali; a Lui sono consacrati giovani fidanzati, coppie di sposi che sono stati capaci di maturare il loro amore per lungo tempo.

San Valentino (Interamna Nahars, ca. 176 – Roma, 273) fu un vescovo e un martire cristiano. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e successivamente dalla Chiesa anglicana. Fu convertito al cristianesimo ed ordinato vescovo da San Feliciano di Foligno nel 197.
Nell’anno 270 Valentino si trovava a Roma per predicare il Vangelo e convertire i pagani. Invitato dall’imperatore Claudio II il Gotico a sospendere la celebrazione religiosa e ad abiurare la propria fede, rifiutò di farlo tentando anzi di convertire l’imperatore al cristianesimo. Claudio II lo graziò dall’esecuzione capitale affidandolo ad una nobile famiglia.

Basilica di San Valentino

Valentino venne arrestato una seconda volta sotto Aureliano, succeduto a Claudio II il Gotico. L’impero proseguiva nelle sue persecuzioni contro i cristiani ed i vertici della Chiesa di Roma e, poiché la popolarità di Valentino stava crescendo, i soldati romani lo catturarono e lo portarono fuori città lungo la via Flaminia per flagellarlo, temendo che la popolazione potesse insorgere in sua difesa. Questo terzo arresto gli fu fatale: morì decapitato nel 273 per mano del soldato romano Furius Placidus, agli ordini dell’imperatore Aureliano.

La città di Terni custodisce il corpo del santo e lo invoca come pricipale patrono. Le reliquie del santo si trovano presso la basilica di San Valentino: tali reliquie pare furono portate nella città dai tre discepoli del filosofo Cratone, Apollonio Efebo e Procuro, convertiti dal futuro santo, e che per questo trafugamento furono martirizzati. Altre reliquie sono presenti nella cattedrale di Maria Assunta di Savona. È conosciuto anche come san Valentino da Interamna o san Valentino da Terni.
La festa di San Valentino fu istituita un paio di secoli dopo la morte del Santo, nel 496; si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, del dio Fauno e del dio Lupesco. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli.

Sono molte le storie entrate a far parte della cultura popolare, su episodi riguardanti la vita di questo santo:
– Una storia narra che Valentino, graziato ed “affidato” ad una nobile famiglia, compie il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere, Asterius: Valentino, quando stava per essere decapitato, teneramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d’addio che si chiudeva con le parole: dal tuo Valentino….

Un’altra narra come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani; il capo canuto, il volto sereno e sorridente del buon vecchio e quella rosa, tenuta in alto col gesto di donarla, ebbero il magico potere di calmare i due innamorati in lite. I due giovani si sposarono e tra loro nacque un’unione così felice che spinse molte altre coppie a seguire il loro esempio, al punto da indurre il Santo a dedicare un giorno dell’anno ad una benedizione nuziale generale.

Un’altra versione narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci effusioni di affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell’espressione piccioncini.

Secondo un altro racconto, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia, gravemente malata, e il centurione romano Sabino; l’unione era ostacolata dai genitori di lei ma, chiamato dal centurione al capezzale della giovane morente, Valentino battezzò dapprima il giovane soldato e quindi lo unì in matrimonio alla sua amata, prima che entrambi cadessero in un sonno profondo.

Ogni anno, il 14 febbraio, moltissimi fidanzati vanno a Terni per scambiarsi un voto d’amore, e gli sposi che hanno raggiunto il venticinquesimo o il cinquantesimo anno di matrimonio possono rinnovare l’impegno del loro legame. Oggi la festa di San Valentino è celebrata ovunque, ma in particolare a Terni  che da sempre dedica al suo patrono, nel mese di febbraio, un nutrito calendario di iniziative di carattere culturale, sociale, scientifico e religioso. In tutta la città si tengono incontri letterari, conferenze, cortometraggi, mostre, concerti, eventi tra i più disparati nel campo artistico e dello spettacolo, legati ad un unico filo conduttore: l’amore. Tali  manifestazioni “valentiniane”, durano per tutto il mese di febbraio e  fanno di Terni la città dell’amore.

L’invito e la forza dell’amore che è racchiuso nel messaggio di San Valentino deve essere considerato in ogni angolazione; nell’amore risiede la solidarietà e la pace, l’unità della famiglia e dell’intera umanità.

in collaborazione con http://www.elama.it

Natale è luogo dell’infinito e dell’attesa

21 dicembre 2009

di Anita D’Alessandro

Tutto l’arco che precede e conclude il tempo di Natale si può riassumere in una parola ”attesa”.

La Santità del Natale passa attraverso le nostre vite, unisce i nostri cuori colmi di grazia divina e ci proietta all’avvenire.

Ma perchè il Natale ci regala la gioia e la dolcezza di un momento che se condiviso in amore ci accompagna verso un futuro pieno di speranza? Quanti si saranno fatti questa domanda?

La verità che si deve dire è che la vita è attesa. È nell’attesa di qualcuno o qualcosa che si colloca e vive l’avvenire. Proviamo ad immaginare la nostra vita senza il desiderio di aspettarsi che accada qualcosa, che vita sarebbe, guai cessassimo di attendere qualcosa o qualcuno.

Una persona che non si attende più nulla dalla vita e che non aspetta desideroso di amare qualcuno,  può considerarsi inerte!

Dunque la vita è attesa, ma è anche vero il contrario: l’attesa è vita!

È in questo che si distingue l’attesa del credente da ogni altra attesa, perché colui che attende il Bambin Gesù che è già venuto e che cammina al suo fianco, ha la certezza che Egli venga davvero, quindi che ritorni per essergli nuovamente accanto. Dio viene come vita. Egli viene per stringerci in un abbraccio di energia vitale e di rinnovo. È nell’attesa del rinnovo che vive la fede.

Si vive dunque in prospettiva della fede, che si traduce in una forte fiducia per la vita che si sceglie per se stessi.  Ci si adopera per il bene di se stessi ma ci si adopera anche per il bene degli altri. Ed è proprio in questo scambio che si crea l’attesa, si crea la promessa: la fede.

Gesù ogni anno rinnova la sua promessa in mezzo a noi, viene ad abitare i nostri cuori, la nostra vita, le nostre case, le nostre strade facendosi esperienza di vita. Per cui l’esperienza di vita non è attesa vuota, un lasciar passare il tempo, ma è  attesa che diventa comportamento di vita.

Il Natale rappresenta il tempo ideale per meditare su tali “questioni umane” partendo dal mistero dell’incarnazione, una verità che l’Apostolo Giovanni nel quarto Vangelo riassume: « E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Il verbo è la “luce”, è il “senso”, quel senso eterno che colma di grazia e di verità la nostra vita.

Così il Natale diventa un’occasione unica che ci invita a fermarci un istante, a fare il punto sulla nostra rotta, a porci alcune domande sul nostro percorso interiore del presente alla luce delle esperienze passate in una prospettiva futura.

Il Natale è la dolce conferma della calma e della riflessione in forma estatica come testimoniano i presepi viventi che animano e coinvolgono i cuori della gente di ogni età in ogni luogo, ed in forma ascetica perché eleviamo i nostri cuori al Signore, per questo viviamolo perchè Egli ci dona la luce del presente ma ci dona anche la luce per il futuro.

Ebbene ricordare come nelle letture della Santa Messa nel periodo di Avvento tutti i verbi sono al futuro “accoglieremo la Sua venuta…”, “verranno giorni in cui…”, tutto è proiettato al futuro, all’attesa, quindi alla vita che inizia e che continua.

È nella continuità di un evento tanto atteso che la nostra vita va verso un incontro, proprio per questo il Natale ha qualcosa di molto importante da dirci per la nostra vita.

Il Natale è attesa infinita, il Natale è vita e come tale coinvolge tutta l’umanità. L’umanità che si dipinge nel presepe, è accolta e protetta in quella mistica capanna. Quanta dolcezza può lasciarci dentro questa immagine così caritatevole, diventando intima per ognuno di noi.

E come dire fuori c’è tensione, fuori c’è rabbia, fuori c’è guerra…ma noi sotto quella capanna siamo beati, non “urliamo” perché i nostri cuori sono vicini e non lontani, con l’attesa di fare i primi passi verso una vita piena d’amore.

La Coppa della Rosa, simbolo del Sacro Graal

21 novembre 2009

di Rossella Cau – studiosa di scienze esoteriche

Non si può ricevere in dono una rosa, senza leggere nel suo colore l’intenzione di chi la offre. Non si può vederla   senza pensare alla perfezione ed alla magnificenza della Natura, e magari alla vita e alla morte. Anche inconsciamente, nelle nostre menti si accumulano simbolismi e significati: per esempio, rosa bianca amore puro spirituale, rosa rossa amore passionale.

Nell’esoterismo occidentale questo splendido fiore rappresenta, in primo luogo, l’archetipo della Madre Cosmica, significato che in Oriente è indicato dal loto. Infatti, studiando la sua struttura e la conseguente raffigurazione grafica, vediamo che la corolla della rosa da un centro si allarga, espandendosi verso l’esterno in una gloria di numerosi petali. Ci vuole poca fantasia, per ravvisarvi l’emblema della Creazione stessa: della Madre (Mater-ia) fecondata dal Padre (profumo = essenza) che fiorisce e si espande in innumerevoli forme, frutto ed espressione della perfezione di quest’Unione, il Figlio, Figlio, Figlio, amoroso Giglio piange la Vergine Addolorata in Iacopone da Todi.  Sempre ritorna il simbolo del fiore, questa volta il Giglio, in relazione con il Figlio. Ma nel Figlio i significati di Morte e Resurrezione, di Creazione e Rigenerazione sono indissolubili, poiché sono i cicli stessi dell’Evoluzione, in cui inevitabilmente uno segue l’altro all’infinito.  E allora il “Calice” della Rosa diventa, in relazione al piano umano, la “Coppa”, il Sacro Graal , che raccoglie il Sangue del Signore, versato per salvare l’uomo e per riportarlo al suo ruolo di figlio di Dio. Ma, sul livello cosmico, la Coppa richiama alla mente sempre la Madre che accoglie lo Spirito Divino e che genera. Sotto quest’accezione, l’iconografia ecclesiastica ha fatto della rosa, regina dei fiori, il simbolo della Regina Celeste, Maria, della sua verginità e del suo essere tramite privilegiato di salvazione. Nella raffigurazione grafica della rosa esiste però anche un altro elemento estremamente importante: è il cerchio che racchiude la moltitudine dei petali e che ne conferma l’appartenenza all’Uno. Il fiore arriva così a rappresentare la Trinità stessa, l’Uno e il Trino. La rosa come simbolo di iniziazione e rigenerazione spirituale è stata usata da moltissime correnti spirituali. In alchimia una rosa bianca ed una rossa indicano il sistema della dualità, mentre la rosa a cinque petali messa al centro di una croce, che rappresenta i quattro elementi, è il simbolo della Quintessenza ( quinta essenza), ovvero lo Spirito. Un  simbolo rosacrociano raffigura cinque rose (il cinque è il numero dell’uomo) una al centro della croce, il Sacro Cuore di Gesù Cristo, ed una su ogni braccio. Le rose della manifestazione salgono sulla croce, le prove della vita, nella loro ricerca spirituale. Anche la Massoneria utilizza simbolicamente la rosa durante lo svolgimento di diversi riti, come, ad esempio, in occasione dei funerali di un “fratello” vengono gettate nella sua tomba tre rose, dette le “rose di S. Giovanni”, che significano Luce Amore Vita. La rosa viene raffigurata con un numero variabile di petali, secondo cui cambia il significato del simbolo. Nel Rosone, elemento architettonico in pietra traforata o in vetro colorato delle Chiese cristiane medioevali, sono presenti tutti i significati di cui abbiamo già parlato. Innegabile la somiglianza con i Mandala della tradizione simbolica tibetana, che può far pensare che queste grafiche archetipiche facciano parte dell’inconscio collettivo dell’Umanità. A questo proposito Jung aveva osservato nei suoi studi su patologie psichiche come i pazienti in via di guarigione tendono a disegnare istintivamente figure  assimilabili ai mandala, come a simboleggiare l’integrazione armonica nell’unità della personalità di parti prima dissociate. Nella sua rappresentazione di ricerca interiore, di viaggio iniziatico, il rosone è posizionato nelle Cattedrali medioevali sulla facciata sopra l’ingresso, come punto di raccordo fra il sacro e il profano, ad indicare il punto di partenza della coscienza umana che, entrando nella casa di Dio, volge le spalle al mondo materiale guardando al punto di arrivo, l’altare, dove avverrà il ricongiungimento col Divino, del Figlio col Padre.

Amici di Goodmorningumbria

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