Posts Tagged ‘appennino’

ORA COL TERREMOTO TUTTI SCOPRONO L’ITALIA DEI BORGHI. MA IN QUELLE TERRE COLPITE C’E’ ANCHE L’ANIMA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

31 ottobre 2016
norcia

Basilica San Benedetto a Norcia

di Antonio Socci

Ci sono voluti due terremoti per far scoprire all’Italia la sua “civiltà appenninica”, cioè l’Italia dei borghi arrampicati sulle colline e sulla dorsale montuosa della penisola.

Ma questa “Italia appenninica” è molto più dei paeselli pittoreschi costruiti in pietra e della buona cucina casereccia poi importata nei ristoranti metropolitani. Molto più dell’amatriciana. (more…)

In attesa del Calendimaggio Sellano “si veste” di canti e musica

27 gennaio 2016
franco-valentini

Franco Valentini

Il 31 gennaio alle ore 15, nella sala multimediale del comune di Sellano, gli appassionati ed i cultori potranno assistere ad un magnifico spettacolo di circa 25 gruppi, tutti  cantori e musici, della tradizione popolare della dorsale appenninica dell’Italia Centrale.

Di fatto può essere considerato un’anticipazione del Calendimaggio, un autentico trionfo di “ciombele e timbele”, il tutto alla presenza dei sindaci del territorio coinvolto, che assisteranno alla testimonianza della cultura che unisce queste comunità, oltre che di una grande cultura popolare, tradizione vocale, che, se seguita attentamente è di assoluta grandezza poetica e musicale.

Da tempo ormai, Sellano si offre e cerca di concentrare l’interesse culturale del territorio, cercando anche di attualizzare , per quanto possibile, le tradizioni musicali anche meno conosciute.

L’Associazione delle Terre di Mezzo, in questa occasione ha ritenuto di avvalersi  anche della competenza e dell’entusiasmo di Franco Valentini, presidente onorario della formazione di musica classica “Il quintetto d’archi di Berlino”, (che comprendeva il mai dimenticato maestro Fernando Grillo al contrabbasso e il primo violino della Filarmonica di Berlino, il russo Dimitri Tombassov), e noto appassionato e ricercatore del valore assoluto delle antiche tradizioni popolari, musicali,  vocali.

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Un ricordo commosso del mai dimenticato  Fernando Grillo insieme al maestro Dimitri Tombassov in un famoso concerto al Castello di Giomici nel 2012.

 

 

 

LA NATURA A LUME DI CANDELA

19 Maggio 2012

INAUGURATA LA TERAZZA ESTIVA

Ristorante Locanda Appennino

Menu degustazione 30 euro – menù degustazione pranzo 22 euro

Centro storico  – Umbertide, via Grilli 19/21

prenotazioni: tel. 075 914 33 83334 – 353 65 85

RISTORANTE LOCANDA APPENNINO, MA ALLORA … PROVOCHI

26 aprile 2012

Sformato di verdure con ricotta salata germogli di aglio porro

Menu degustazione 30 euro – menù degustazione pranzo 22 euro

Ristorante Locanda Appennino – Centro storico – terrazza in estate

Umbertide, via Grilli 19/21

Info e prenotazioni: tel. 075 914 33 83 – 334 353 65 85

nota di redazione: lo abbiamo provato , assolutamente da non perdere

E’ Festa, facciamoci la bocca dolce con le fragole

25 aprile 2012

Crema al rosmarino con olio extravergine di oliva fragole e meringhe.

Menu degustazione 30 euro – menù degustazione pranzo 22 euro

Ristorante Locanda Appennino – Centro storico – terrazza in estate

Umbertide, via Grilli 19/21

Info e prenotazioni: tel. 075 914 33 83 – 334 353 65 85

nota di redazione: lo abbiamo provato personalmente, assolutamente da assaggiare

Riscopriamo il piacere della tavola

20 aprile 2012

Ravioli di patate ripieni con caprino e conditi con zucchina e guanciale

Menu degustazione 30 euro – menù degustazione pranzo 22 euro

Ristorante Locanda Appennino

Centro storico –  terrazza in estate

Umbertide, via Grilli 19/21

Info e prenotazioni: tel. 075 914 33 83 – 334 353 65 85

nota di redazione: lo abbiamo provato personalmente, assolutamente da scoprire

7 marzo 2011

2 marzo 2011

8 febbraio 2011

I sapori dell’Umbria interpretati da Laura nella sua Locanda Appennino di Umbertide

28 gennaio 2011

Anima della Locanda Appennino, dagli ambienti confortevoli all’attento servizio, dalla ricerca delle materie prime al modo di metterle in piatto è Laura. Sabbiniani Appassionata proprietaria che a 26 anni, smessi i panni di chimico, con il solo aiuto di sua mamma Elvira in cucina, ha rilevato la Locanda nel 2004, perpetuando la storia del locale di Umbertide aperto oltre 120 anni fa. Quando c’erano i cantieri aperti per la costruzione della linea ferroviaria Appennino e i profumi che rivelano la qualità degli ingredienti non erano imbavagliati dalle plastiche del packaging. Profumi aromi e sapori che Laura ha deciso di ricercare e trovare dai selezionati fornitori. Materie prime di assoluta qualità per per preparare i piatti che escono dalla linda cucina. A partire dall’ olio extravergine di frantoi locali che privilegiano la spremitura a freddo; farina per la pasta, i dolci e i pani, tutti fatti in casa, fornita da un molino di Bevagna, che macina solo “biologico”; miele prodotto da un’azienda a un tiro di schioppo, carne di animali da pascolo accuditi da piccoli allevatori locali. Menù non buono per chi ha voglia di leggere anche a tavola, cosa del resto da maleducati, ma ben commisurato al piccolo e raccolto locale che accoglie al massimo una quarantina di persone. Subito a loro agio con le proposte del territorio e della tradizione della cucina umbra con qualche felice apertura alla freschezza delle idee di una giovane chef sempre in cerca di ispirazioni. Dopo un antipasto con piccoli assaggi, sfornatini di verdure, si può scegliere tra insoliti ravioli di patate, delicati taglierini al sugo di piccione e la pasta “Appennino”. Una pasta all’uovo tirata un po’ molle e lavorata come i

Oca in porchetta

passatelli. Laura la prepara con gli asparagi o con il classico tartufo. In questo caso, niente di turistico, quel che vedrete sopra la pasta è una vera lenzuolata di lamelle di tartufo. Tra i secondi, un must :l’Arrabbiata di pollo , affiancata da un più che morbido stinco di maiale, un’oca in porchetta che mamma Elvira si è allenata a cucinare per anni nella sagra del paese. Buona al punto che nei giorni della festa, così vuole l’aneddotica, il paese si riempisse di gente da tutta l’Umbria, per assaggiarla. Per finire, se ancora non vi basta (le porzioni sono abbondanti) ci sono i dolci: fatti in casa. Qualcuno obietta che Laura, talora pecca di zucchero ma una torta al limone se ha un po’ di zucchero in più non guasta e in ogni caso si può sempre scegliere la crostata con pere, cioccolato e cannella o il semplice ma ghiotto pane abbrustolito con miele e noci. Cantina piccola ma ben curata, dove i ricarichi sono onestissimi con particolare attenzione ai piccoli produttori. Conto, per un pranzo completo, difficilmente fra  30 e 40 euro.

informazioni : Locanda Appennino – Umbertide via l.grilli 19/21 tel. 334 35 36 585

www.vinoecibo.it


20 gennaio 2011

5 gennaio 2011

3 gennaio 2011

18 dicembre 2010

MERCOLEDI 22 DICEMBRE SERATA DELL’ARINGA….

POLENTA CON SUGO DI MAIALE
ARINGA CON TORTA MISCHIA
RAPI E CAVOLI CON PATATE
…(VINO ACQUA CAFFE)25 EURO……

15 dicembre 2010

6 dicembre 2010

4 dicembre 2010

1 dicembre 2010

23 novembre 2010

22 novembre 2010

21 novembre 2010

18 novembre 2010

17 novembre 2010


Locanda Appennino, il gusto delle tradizioni umbre

19 marzo 2010

 

Umbertide (PG) via Grilli 19/21 – Centro Storico – tel. 334 3536585 mail:laurasab@hotmail.com

di Renato Ciccarelli Esperto Enogastronomia

Ci sono posti come la Locanda Appennino,dove tutto, dagli ambienti confortevoli all’attento servizio, dalla ricerca delle materie prime al modo di cucinarle, sembra pensato per riconciliare con il piacere e il gusto di mangiare al ristorante. Il merito è di Laura, minuta, tenacissima, appassionata proprietaria del locale. Nel suo essere patronne, chef e vera e propria “One woman show”, Laura ricorda, nello spirito non certo nel fisico e nei modi, i proprietari delle osterie di una volta, (ma qui siamo a ben altro livello) cioè quegli omoni che, vere anime dei loro locali, dopo aver fatto la spesa e passato la mattina a cucinare, all’ ora di pranzo e di cena si trasferivano tra i tavoli a ricevere i clienti.

Laura Sabbiniani

Appassionata proprietaria si diceva. In effetti, se non fosse stata sorretta da una passione divorante ( è forse questo l’aggettivo che la fotografa meglio) difficilmente a 26 anni, smessi i panni di chimico, senza alcuna esperienza né tradizione famigliare alle spalle, avrebbe potuto lanciarsi in questa avventura. Era il 2004 quando, con il solo aiuto di mamma Elvira in cucina, ha deciso di rilevare la Locanda luogo storico della ristorazione di Umbertide, aperta oltre 120 anni fa al tempo della costruzione della linea ferroviaria Appennino (da qui il nome). Laura non ha avuto dubbi nel puntare fin da subito alla qualità. Partire dalle materie prime di assoluta eccellenza. In cucina (di una pulizia specchiatissima, così come il bagno: particolari spesso ingiustamente trascurati nella valutazione di un ristorante) si usa solo olio extravergine di frantoi locali che privilegiano la spremitura a freddo; la farina per la pasta , i dolci e i pani, tutti fatti in casa, la fornisce un molino di Bevagna che macina solo “biologico”; il miele lo produce un’ azienda apistica della zona, mentre la carne proviene da piccoli allevamenti locali, dove gli animali pascolano all’ aperto. Con queste premesse che “aprono “ lo stomaco, veniamo al cucinato. Menù non vasto, com’è giusto che sia per un locale piccolo e raccolto che accoglie al massimo 40 coperti. La linea è quella dettata dal territorio e dalla tradizione della cucina umbra con qualche indovinata apertura. Dopo un antipasto di assaggini dove giganteggiano  dei deliziosi sformatini di verdure, la scelta spazia tra degli insoliti ravioli di patate, delicati taglierini al sugo di piccione e la pasta”Appennino”, una pasta all’uovo tirata un po’ molle e trattata come i passatelli. Laura  la prepara con gli asparagi o con il classico tartufo. A questo proposito, una piccola digressione. La pasta con il tartufo si trova ovunque in Umbria. Senonchè, spesso il condimento è a base di ignobili salse che del tartufo hanno solo il nome, manco l’ odore. E’ facile accorgersi che la pasta portata in tavola da Laura non è condita con simili porcherie,essendo letteralmente ricoperta di tartufo. Tra i secondi, una gloria locale come l’Arrabbiata di pollo, è affiancata da uno stinco di maiale che si scioglie in bocca e da un’oca in porchetta che mamma Elvira si è allenata a cucinare per anni nella sagra del paese. Ed è arrivata a farla buona al punto che, nei giorni della festa, sembra che il paese si riempisse di gente giunta lì da tutta l’Umbria per assaggiarla. Per finire, se avete ancora posto (le porzioni sono abbondanti) ci sono i dolci fatti, come dicevamo, in casa: buona, anche se per i nostri gusti un po’ troppo zuccherina , la torta al limone; ben eseguita la crostata con pere, cioccolato e cannella. Laura ci ha magnificato anche un pane abbrustolito con miele e noci. Il giorno della nostra visita non c’era ma, assaggiato tutto il resto, non abbiamo difficoltà a crederle sulla parola. Detto di una cantina piccola ma ben curata, dove i ricarichi sono modestissimi e “attenzione” è rivolta ai piccoli produttori, veniamo al conto,che vi riserva un’ultima piacevole sorpresa: per un pasto completo, gratificante e molto sazievole, difficilmente spenderete più di 30 euro. In tanto godimento due soli nei, piccoli e di poco conto,tovaglie e tovaglioli di carta, anche se in tinta e molto carini; e, alle pareti, le foto di terre lontane e addirittura un tappeto africano. Ma al riguardo, Laura non vuole saperne; sono il ricordo dice, dei suoi viaggi di piacere e umanitari ( è anche impegnata nel volontariato). E chissà che, alla fine, non abbia ragione lei.

BELLADONNA

31 ottobre 2009

bella donna

(Atropa belladonna)

di Loriana mari

Caratteristiche: E’  una pianta perenne, rigida, eretta,  a radice rizomatosa alta fino ad un metro e mezzo, spesso coperta di peluria; ha foglie ovali non dentate, peduncolate. I fiori sono di colore porpora spento, solitari a forma di campana e il frutto è una bacca nera lucida dall’ aspetto invitante e può essere confusa con gli appetitosi frutti del sottobosco come i mirtilli

Habitat: si trova nelle radure dei boschi, negli arbusteti e nei terreni a sub strati calcarei ed è comune in tutta Italia. Cresce nella zona montana e sub montana nei boschi ombrosi delle Alpi e dell’Appennino.

Proprietà : la belladonna contiene tre alcaloidi: l’ atropina, la giusquiamina e la scopolamina, che hanno effetti profondi sul sistema nervoso. L’atropina viene usata per dilatare la pupilla e per preparare medicinali contro la diarrea; inoltre ha proprietà sedative e anestetiche, ma è pericolosissima, perchè è mortale. I sintomi sono condensati in una vecchia filastrocca inglese: caldo come una lepre (febbre), cieco come un pipistrello (dilatazione pupillare e paralisi dell’accomodazione), secco come un osso (blocco della sudorazione e della salivazione), rosso come una barbabietola (congestione del volto e del collo), matto come una gallina (eccitazione psico-motoria e allucinazioni).

Storia, leggenda, mito e magia: è una delle più tipiche piante utilizzatenella magia tradizionale, a causa del suo potente ed immediato effetto, le streghe ai tempi del sabba si spalmavano un unguento sul corpo permettendo alla sostanza di entrare in circolo velocemente e di volare:  chiamato “il sussurro delle streghe” . L’ Atropa belladonna, deve il suo nome ai suoi effetti letali e al suo utilizzo nel campo della cosmetica. Atropa deriva dal nome della parca Atropo alla quale era affidato il compito, nella mitologia greca, di recidere il filo della vita ai comuni mortali. Belladonna poichè nel rinascimento le dame la utilizzavano per migliorare il colorito della pelle del viso e dare lucentezza agli occhi. L’atropina e’ una sostanza allucinogena molto conosciuta in medicina fin dai tempi di Ippocrate nel 400 a.c. e che si trova nelle piante di Belladonna, Mandragora, Stramonio e Giusquiamo. Queste piante hanno un potere sia ipnotico che afrodisiaco e venivano utilizzate per creare allucinazioni, stordimento e eccitazione nei riti per incontrare Satana. L’atropina ha un fascino particolare che ha coinvolto nei secoli streghe, poeti, scrittori, scienziati medici e alchimisti. Affascinato da questa sostanza un professore antropologo tedesco, Will Erich Peuckert, nell’anno 1960, si ritrova tra le mani una ricetta di antica stregoneria tratta dal libro Magia Naturalis di Giambattista e ne viene tentato. Seguendo le istruzioni Peuckert prepara un unguento che utilizza su se stesso. Cade in catalessi e in un sonno profondo di più venti ore durante le quali viene tormentato da orribili visioni: mostri, paesaggi infernali, esseri diabolici e creature sataniche. Lievissima è la differenza tra la quantità che dà allucinazioni e tra quella che dà la morte. Per questo è necessario evitarne l’utilizzo in ogni tipo di situazione.