Posts Tagged ‘arturo’

BERSANI E NAPOLITANO COME DE GAULLE

9 marzo 2013

bersani_napolitano_erÈ comprensibile che Pier Luigi Bersani non rinunci al proposito di installarsi a Palazzo Chigi dopo aver combattuto per un anno di seguito per questo unico obbiettivo. Ed è anche comprensibile che per raggiungere questo traguardo anche dopo il sostanziale fallimento della campagna elettorale abbia deciso di fare tra i neo parlamentari del
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QUELLA BOJATA PAZZESCA DELL’AGENDA MONTI

11 gennaio 2013

Nei paesi anglosassoni c’è il “premier-ombra”. In Italia l’ombra del premier. Cioè un presidente del Consiglio di un governo tecnico che partecipa alla campagna elettorale non in maniera fisica ma in maniera virtuale. Mette il proprio nome su una lista o su una coalizione di liste che hanno il (more…)

LA NARCOTIZZAZIONE DELLA DEMOCRAZIA, Compromesso indispensabile o ipocrisia insopportabile?

2 aprile 2012

Arturo Diaconale

Molto probabilmente l’uno e l’altro. Nel senso che il governo, le forze politiche di maggioranza e le forze sociali stanno raggiungendo una serie di compromessi indispensabili per smuovere la paralisi che ha bloccato il paese nel corso di troppi lunghi anni e lo stanno facendo ammantando i passi in avanti di una coltre talmente massiccia di ipocrisia da apparire assolutamente conformista ed insopportabile. E’ indiscusso, ad esempio, che il governo sia riuscito a realizzare prima una riforma delle pensioni e tra poco una riforma del mercato del lavoro senza scontri politici eccessivi e fratture sociali troppo dolorose. Ma è altrettanto indiscusso che questi risultati siano stati raggiunti applicando sui compromessi che li hanno consentiti una melassa di ipocrisia e di mistificazione addirittura esagerata. In caso della riforma del mercato del lavoro è fin troppo indicativo. La sostanza è che l’art.18 verrà modificato rendendo più facili i licenziamenti per motivi economici. Il tabù della sinistra politica e sociale, quello che per un decennio ha portato ripetutamente nelle piazze milioni di lavoratori imbufaliti ed in nome del quale qualche criminale forsennato ha addirittura messo mano alle pistola (D’Antona e Biagi), verrà così infranto. Ma per nascondere una realtà che dovrebbe far imbufalire di nuovo i milioni di lavoratori e questa volta contro quelli che li avevano spinti a combattere inutilmente e dolorosamente battaglie di retroguardia, giù con la mistificazione e la melassa conformista. Basta non parlare più di art.18 e nascondere le modifiche ricorrendo ad una terminologia che imbelletta e maschera i concetti ed il gioco è fatto. La formula è quella antica dell’”ego te baptizo piscem”. Cioè dell’applicazione moderna della formula con cui i vescovi dell’antichità trasformavano la carne in pesce nei venerdì in cui era impossibile rispettare la regola del mangiare di magro. Ed il gioco è fatto. I lavoratori accetteranno i licenziamenti per motivi economici con la santa benedizione del governo dell’emergenza sorretto dai partiti e della forze sociali provvisto di senso di responsabilità. Tutti contenti? Tutti soddisfatti? Sicuramente si. Se in questo paese è possibile compiere qualche timida riforma solo adottando l’antica regola del “contenti e coglionati”, applichiamo la regola ed incassiamo il risultato. D’altro canto siamo in emergenza. Ed in nome della necessità di superare la fase di difficoltà si può anche giustificare la melassa ipocrita che ammanta i compromessi sulle riforme. Ma alla soddisfazione deve anche affiancarsi la preoccupazione che se questo metodo dovesse andare avanti troppo a lungo gli effetti negativi diventerebbero ben più numerosi e pesanti di quelli positivi. L’ipocrisia in dosi massicce addormenta il paese, narcotizza l’opinione pubblica, paralizza la democrazia. Produce, in altri termini, una pericolosa assuefazione ad un sistema di governo e di gestione della cosa pubblica che nel lungo periodo diventa fatalmente e pericolosamente autoritario. Ed un sistema autoritario, anche se non indossa la divisa ma il loden, alla lunga azzera tutti i benefici ottenuti sul terreno delle riforme realizzate con l’overdose di ipocrisia. L’Italia ha vissuto più volte in passato fasi del genere. Ed ognuna di queste fasi si è conclusa in maniera traumatica. Basti pensare a quella della solidarietà nazionale degli anni ’70 ed ai guasti devastanti provocati dal conformismo autoritario. E’ legittimo, allora, rallegrarsi per le riforme fatte senza tensioni sociali. Ma è opportuno che chi lo fa tenga sempre ben presente che questa fase di narcotizzazione della democrazia ad alte dosi di ipocrisia non può durare troppo a lungo. Al massimo fino alle prossime elezioni!

Arturo Diaconale

www. opinione.it

 

Appalti in Umbria : sempre meno i bandi per le opere pubbliche, in sei anni flessione del 54,7%

11 marzo 2011

Seminario di ANCE Umbria


“La crisi durissima – ha sottolineato il presidente di ANCE Umbria Massimo Calzoni nel suo intervento di apertura – ha provocato uno scossone alle imprese edili: a livello nazionale, solo nel 2010, gli investimenti sono calati del 6,4% e un’altra perdita, del 2,4%, si stima per il 2011. Dall`inizio della crisi il settore ha perso 250 mila occupati, considerando anche l’indotto. Mai come in questo momento è necessario far partire le iniziative già decise, sbloccare fondi e prevedere incentivi per un settore che si trova immerso – non sappiamo ancora per quanto tempo – in una crisi senza precedenti”. La flessione del numero dei bandi di gara per i lavori pubblici in Italia e in Umbria è un indicatore molto rappresentativo del declino del settore. Tra il 2003 e il 2009 in Umbria il calo del numero dei bandi è stato del 54,7% (55,5% in Italia) mentre la diminuzione del valore della spesa prevista dai bandi regionali è stata del 40,5% (23,9% a livello nazionale). Durante l’incontro, che si è svolto stamani nella sede di Confindustria Perugia, sono state analizzate le novità e le più significative problematiche in materia di qualificazione SOA e aggiudicazione ed esecuzione del contratto di appalto di opere pubbliche, alla luce del nuovo Regolamento.   Il seminario ha rappresentato un utile momento di approfondimento e confronto tra i tanti professionisti, operatori del settore e funzionari pubblici, che a diversi livelli operano nel mercato dei lavori pubblici, e alcuni dei più autorevoli esperti in materia di appalti, tra cui Giuseppe Brienza, presidente dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici e Antonio Bargone, presidente di Unionsoa, che ha parlato del futuro e delle prospettive della qualificazione. Ai lavori hanno partecipato, inoltre, Sabatino Palmieri, direttore di Delosovim Spa che ha illustrato le novità introdotte dal Regolamento in materia di qualificazione SOA; Arturo Cancrini, avvocato esperto in diritto amministrativo che ha incentrato il suo intervento sulle modifiche nella fase di aggiudicazione e di esecuzione dell’appalto e Silvia Morelli, responsabile dell’ufficio legale Delosovim Spa che ha parlato dei requisiti generali e delle annotazioni sul Casellario. “Ritengo che noi tutti – ha concluso il presidente Calzoni – dobbiamo concentrarci e mettere al centro dell’attenzione la realizzazione delle opere pubbliche e l’Ente Committente deve essere in grado di selezionare imprese capaci e regolari, senza necessità di ricorrere a meccanismi complessi. In prospettiva, le imprese più virtuose nell’accrescimento della cultura della sicurezza e della regolarità dovrebbero trovare un sempre più ampio riconoscimento anche nella programmazione della politica dei controlli degli Enti preposti. In caso contrario, continueremo a subire la concorrenza anomala di imprenditori che offrono ribassi sconsiderati senza conoscere i reali costi di produzione, finalizzati alla acquisizione ad ogni costo della commessa, con percentuali di ribasso che hanno – anche recentemente – superato la soglia insostenibile del 50%. E tutti sappiamo che dietro i ribassi anomali si nascondono  la scarsa qualità, il lavoro nero, il mancato rispetto delle obbligazioni contrattuali, della regola dell’arte e dei tempi di realizzazione”.