I test della Bce sulle banche italiane, aveva detto il ministro il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio al Senato il 6 maggio 2015 è solido. Il sistema bancario italiano “rimane solido e sta reagendo alla crisi”. “Nei prossimi giorni sarà approvato in via definitiva il dlgs sulla nuova direttiva sui requisiti di capitale” delle banche, secondo cui “sui mercati già si vedono gli effetti della riforma delle banche popolari, che sta avendo conseguenze positive su altri segmenti: per esempio le Bcc si stanno avviando verso (more…)
Posts Tagged ‘banche’
Adusbef e Federconsumatori: “Risarcire i truffati non è ‘manovra umanitaria’”
11 dicembre 2015Della Vecchia/Prc: “Vicenda Merloni: salvaguardare il lavoro contro la speculazione delle banche”
24 settembre 2013La sentenza del Tribunale di Ancona che ha cancellato la vendita della Merloni alla JP Industries rappresenta il colpo di grazia per l’economia ed il sistema industriale dell’Appennino umbro (more…)
SISTEMA BANCARIO DI UMBRIA, MARCHE E TOSCANA, PER ESG89 È PROFONDO ROSSO
20 Maggio 2013Riceviamo e pubblichiamo
“Una volta, quando si voleva parlare di una società sana si diceva: hai i numeri di una ‘banca’. Ora tutto questo sembra essere quasi un insulto in considerazione dei pessimi risultati che il sistema del credito di Umbria, Marche e Toscana rilevano per l’esercizio 2012”.
A dirlo Giovanni Giorgetti, Ceo del Centro Studi Economico e Finanziario (more…)
Seminario: “Anatocismo ed Usura: come affrontarli?”.
10 Maggio 2013Mercoledì 8 maggio 2013, presso il Cinema Teatro “Cesare Caporali” di Castiglione del Lago, si è tenuto un Seminario Informativo dal titolo: (more…)
Teniamoci pronti….Unicredit: “Accettabile confisca risparmi per salvare banche”
5 aprile 2013I risparmi che non sono garantiti da alcuna tutela potrebbero essere usati in futuro per contribuire al salvataggio delle banche a rischio fallimento, a patto che diventi una soluzione unica in Europa. Lo ha detto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit.
“Far partecipare i risparmi non assicurati al piano di salvataggio delle banche e’ (more…)
“MONTE DEI PASCHI DI SIENA: DA BANCA ROSSA A BANCA ROTTA”
5 febbraio 2013Riceviamo e pubblichiamo
Ieri, proprio nel giorno in cui l’inchiesta sulla vicenda del Monte dei Paschi di Siena è entrata nel vivo, i ragazzi di Gioventù Italiana Terni, con il supporto del Segretario Provinciale de La Destra, Daniela Cirillo, capolista al Senato della Repubblica, nelle prime ore pomeridiane (more…)
Mutui prima casa: anche Crediumbria aderisce alla convenzione regione Gepafin banche
3 gennaio 2013Anche Crediumbria, la banca di credito cooperativo umbra, ha aderito alla nuova convenzione tra Gepafin e gli istituti bancari che garantisce tassi di interesse ridotti sui mutui ipotecari contratti per l’acquisto della prima casa al fine di soddisfare il fabbisogno abitativo delle famiglie meno abbienti e di particolari categorie sociali. Grazie alla decisione della Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle politiche abitative Stefano Vinti, di assegnare un ulteriore milione (more…)
Diamo addosso solo alla politica? forse che si, forse che no
10 ottobre 2012di Giampiero Tasso
Adesso tutti a gridare agli assassini, adesso tutti a dare addosso ai politici e alla politica. Magnapane a tradimento, la ghigliottina, uccideteli, fateli a pezzi, tutti a casa. E’ vero i politici ne (more…)
Dramma del credito negato: suicidio o “omicidio” ?
19 aprile 2012Nel 2011, 187 imprenditori si sono suicidati; altri 23, nei primi mesi del 2012, hanno avuto la stessa drammatica sorte, nel silenzio di chi dovrebbe capire le motivazioni che spingono tanti piccoli titolari di impresa a compiere questi gesti estremi. Invece chi dovrebbe capire – e soprattutto porvi rimedio – fa finta di non capire! In Italia paghiamo l’energia il 40% in più che nel resto d’Europa; il 20% in più ci costano i trasporti; una burocrazia soffocante rallenta ogni iter; le nostre aziende aspettano dallo Stato e dagli Enti 70 miliardi, 30 miliardi per rimborsi fiscali. L’ironia della sorte, anche se non c’è niente da ridere, è che la gente si spara perché ha crediti e non debiti! Le banche non concedono finanziamenti; se chiedi 1, vogliono il doppio come garanzia e non mollano i cordoni della borsa; soldi ne hanno con le loro Fondazioni…… Dove sono finiti i 200 miliardi “regalati” dalla BCE alle Banche italiane? A sostegno dell’economia reale o della finanza? Nulla si fa per la crescita! Occorre allentare la tenaglia della burocrazia per le imprese; Non si può pensare alla ripresa economica se le famiglie vengono costantemente tartassate con una pressione fiscale in continua crescita che le priva dei soldi per far fronte perfino all’indispensabile; E’ necessario operare perché le banche sostengano le imprese allentando la stretta creditizia; Le risorse, ripetiamo, ci sono. Il problema è come vengono spese e dilapidate. Si taglino gli elefantiaci apparati burocratici, tutti gli Enti inutili ed i relativi Consigli di Amministrazione che rispondono solo alle esigenze clientelari dei partiti, mentre fanno a pugni con l’efficienza. L’economia italiana può ripartire solo se si sostiene la piccola e media impresa, il mondo artigiano; categorie sempre nominate, ma altrettanto dimenticate da chi fa le “riforme”! In Italia c’è chi ha preso provvedimenti tangibili. La regione Veneto ha stanziato 36 milioni di euro come fondo di garanzia per sostenere il credito da concedere alle piccole e medie imprese. E’ un esempio da imitare anche per la nostra Regione se davvero si vuole intervenire nel concreto e non soltanto con vuote parole di circostanza! La folla di piccoli imprenditori, stipata lunedì 16 aprile nella Sala Convegni dell’Hotel Giò, per ascoltare le scuse ed i giochi di parole dei vari esponenti del mondo bancario, mi ha toccato profondamente. L’Umbria è disperata, il tessuto artigianale e piccolo industriale è a terra. Cosa rispondono questi “illustri bancari”? Nulla. Ed invece di risposte vi è necessità. Subito. Non si può più aspettare! Non possono essere solo i piccoli imprenditori, insieme ai pensionati ed ai lavoratori dipendenti a pagare il prezzo di una crisi che stanno subendo senza averla provocata!
Carla Spagnoli – Coordinatore Regionale di Futuro e Libertà Umbria
Umbria senza banche
17 aprile 2012L’organizzazione del credito in Umbria continua ad impoverirsi con semplificazioni societarie che rendono gli istituti di credito sempre più distanti dalla società civile ed imprenditoriale della regione. Se a questo si aggiunge il concreto rischio di una ulteriore stretta sul numero dei dipendenti delle casse umbre, c’è poco da stare allegri risultando per altro incomprensibili dichiarazioni trionfalistiche di amministratori regionali e locali che o non hanno capito o fanno finta di non aver capito. Quello che è certo è che con un credito sempre meno umbro la ripresa nella nostra regione sarà più difficile.
nota di Maurizio Ronconi
DUE MONDI, DUE EUROPE, DUE ITALIE
9 marzo 2012di Ciuenlai
La propaganda parla di pericolo scampato e di problema risolto. In parte è vero. Il Governo Monti sta portando a termine il compito che i suoi mandanti gli hanno assegnato. Quello di risanare la situazione finanziaria. Infatti lo spread scende e la borsa sale. Per i “principali” del Governo tecnico la ripresa è già iniziata. Loro stanno tornando a riempirsi il portafoglio con le loro speculazioni. Oggi i giornali raccontano delle povere banche che, per salvare il mondo, hanno rinunciato al 75% del debito della Grecia. Mica vero! Lo hanno fatto perché in questi anni con una serie di operazioni legate alle assicurazioni, alle vendite allo scoperto e altre alchimie, si sono fatti “tondi” sulle spalle dei greci. Perdite? No guadagni! La propaganda però non racconta l’altra parte, quella nostra, quella della gente comune e delle famiglie. Per risanare i “loro” conti i “finanzieri” hanno agito sul “nostro” portafoglio. Il prodotto interno lordo è calato dell’1% nell’ultimo trimestre, il potere di acquisto degli gli stipendi è diminuito, durante la crisi, di circa il 25%, tutte le tasse e le tariffe sono aumentate o stanno per aumentare, la spesa è più cara di un 5/10%, la disoccupazione è a livelli record, la cassa integrazione (che vogliono eliminare) è cresciuta del 50% in un solo mese, perché centinaia di aziende sono in crisi o chiudono. Questa è la situazione dell’economia reale, la nostra situazione. E non è un caso che il capo della Bce, il nostro amato Draghi, parli di ripresa lenta nel 2012. E come ci può essere ripresa dell’economia reale se la quantità di ricchezza in mano al famoso 90% diminuisce a vista d’occhio? Chi compra se non ci sono soldi da spendere? E come faranno a resistere quelli che vendono o fanno i prodotti da vendere se quelli che devono comprare non possono farlo? La verità è che la grande operazione di ristrutturazione sociale è arrivata quasi alla fine. D’ora in poi ci saranno due mondi, due Europe, due Italie. Quella dei ricchi,sempre più ricchi, il cui mercato crescerà e quella degli altri, sempre più poveri la cui condizione peggiorerà e di brutto. E’ forse un caso che la Fiat pensi di costruire Suv, di depotenziare gli stabilimenti per le utilitarie e di chiudere quelle per gli autobus?
Export Italia 2011: la Troika bara come l’URSS ?
18 febbraio 2012L’articolo di Dicembre del Sole24ore decanta infatti l’ottimo risultato per i dati sull’export italiano, dopo aver finalmente cambiano questi arcaici valori…. si antediluviani e chissà perché li hanno cambiati in piena crisi economica con la nazione sull’orlo del default !?
Sarà che Monti viene suo malgrado dalla Troika UE che un po’ come l’URSS ci ha abituato a questi giochetti statistici mentre la nazione sprofondava verso il baratro ?
Eppure solo il mese precedente, lo stesso Sole24ore forniva una dettagliata analisi statistica sul crollo dell’export in Italia che vede il settore dei beni strumentali ( manifatturiero ) in recessione di ben -21,8%. In altre parole anche le nuove serie “truccate” dell’Istat confermano che l’industria generica è al collasso. E non vediamo del resto come potrebbe essere diverso con le massive delocalizzazioni e outsourcing aggravate enormemente dalla concorrenza sleale, per non parlare del crollo della domanda a fronte dei sostegni più o meno di stato che hanno portato sovrapproduzione e innalzamento del debito privato delle imprese balzato dal 60% al 100%.
Quei pochi miglioramenti che ci sono derivano essenzialmente dalla svalutazione dell’Euro che è quello di cui abbiamo un disperato bisogno come la Grecia del resto… La sola industria del lusso che ha visto aumentare la domanda e l’export, e del turismo che però è da riformare in quanto poco competitivi e troppo costosi, si veda invece la Francia, riuscirà ad assorbire l’intera manodopera ? E nel frattempo gli operai del settore metalmeccanico e manifatturiero, settori a forte orientamento dell’Italia, che fine faranno ? E che fine faranno le loro imprese ? E le miriadi di PMI che ne costituiscono l’indotto ?
E infatti di oggi la notizia che l’Italia entra ufficialmente in recessione tecnica… anzi a dire il vero a guardare i dati reali e non valori artefatti, il nord Italia più ricco entra in recessione tecnica, perché il resto del paese è alla fame.
Vediamo cosa porta l’aumento di pressione fiscale e la mancanza di una politica decisa in termini di liberalizzazioni, nonché la mancanza di sviluppo di un programma concreto e sostenibile per il successivo calo delle tasse. Il governo annuncia che dalla lotta all’evasione sarà detratto l’Irpef. Una parte di questi fondi, 10 miliardi di euro ( senza contare gli aumenti della pressione fiscale ), saranno sottratti agli sconti fiscali per poi restituirli sotto forma di sconto IRPEF. In altre parole le tasse escono dalla porta e rientrano dalla finestra, un bel gioco di prestigio non c’è che dire.
Ci chiediamo come questo possa davvero dare fiducia agli investitori. Le carte sono scoperte signori, la BCE sta emettendo moneta, la dà alle banche ed esse poi acquistano debito visto che la BCE non può darla direttamente agli stati per statuto. Per evitare l’inflazione serve l’oro italiano che però ci serve per darlo in garanzia sul debito o per emettere una moneta italiana stabile… Essenzialmente è probabilmente questo il motivo per cui Draghi è alla BCE ossia per usare l’oro italiano su cui la Germania da tempo ha messo gli occhi e con esso comprare il debito italiano dalla Germania tramite il fondo del MES e/o dell’ESFS, un pericolo di cui avevamo già parlato in passato. Senza contare la penetrazione cinese nell’economia Europea a cominciare dalle esportazioni, impianto di aziende cinesi, e acquisto del debito dell’Eurozona che ovviamente non sarà a gratis…
Questo fa ridurre lo Spread per mero effetto tecnico, che però è lì nuovamente a risalire da un momento all’altro, con gli investitori pronti a scappare a gambe levate dall’Eurozona a meno che appunto USA o Cina intervengano nel debito Europeo. Ecco perché la volatilità in Europa è estrema e molto altalenante, del resto e come il sottoscritto denunciava già 3 anni fa fra altisonanti dichiarazione in merito la solidità dell’euro, invero l’Eurozona è fragile e piena di debiti. Né la vendita del patrimonio immobiliare Italiano, per quanto ci riguarda, risolve niente di per sé. Prima di tutto perché dovrebbero esserci dei compratori, potenzialmente ci sarebbero poichè c’è grande interesse nel mondo verso l’Italia, ma il mercato immobiliare, e non solo, Italiano è nettamente in contrazione, poiché la gente non compra più case e le aziende chiudono e con la fuga dei capitali e degli investimenti il crack immobiliare è alle porte anche in Italia, tanto più se una massa così grande di immobili viene immessa su un mercato in contrazione; in seconda analisi non serve fare cassa senza risolvere gli squilibri strutturali o i problemi torneranno con la differenza che per allora non avremo più niente da vendere. Del resto la gallina dalle uova d’oro dell’emissione di moneta sta ingrassando le banche piene di debiti e investimenti sbagliati e uccidendo la cittadinanza in piena recessione. Perché ? Perché quella che dovrebbe essere un’azione transitoria per dare respiro e agire in concreto sugli squilibri strutturali, sta diventando come l’assuefazione ad una droga. Attenti che stiamo andando in overdose….! Ci sono già i primi segnali: vedi Grecia e Portogallo.
Domenico Galardo
SOCCI: “QUESTA NON E’ UNA CRISI. L’ITALIA E’ BOTTINO DI GUERRA”
11 febbraio 2012Quando Mario Monti diceva la verità e ci vedeva lungo: “Sui mercati è nato un vero e proprio conflitto”. E noi siamo la preda grossa. «Sembra che una coltre di oscurità sia scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza la luce del giorno», scrive il Papa nel suo messaggio per la giornata mondiale della pace. Ma da dove viene questa tenebra che produce ansia e insicurezza? Cosa esattamente sta accadendo e perché? I saputelli di casa nostra indicano il nostro «debito pubblico», ma la risposta è sbagliata (e provinciale) perché era a questi livelli anche dieci anni fa. Del resto il Giappone ha un debito pubblico che è quasi il doppio del nostro e un’economia che va male eppure non è minacciato da speculazione e default. Noi abbiamo le nostre colpe, ma è assai più complesso scoprire perché d’improvviso tutto l’Occidente (anche Francia, Spagna o Germania e Stati Uniti) si trova sull’orlo dell’abisso. Il primo passo per capire e uscire fuori dalla foresta oscura è dare il giusto nome alla cose.
Diciamo allora la verità. Quella in cui ci troviamo non è una «crisi», ma una «guerra». Passa un’enorme differenza tra le due situazioni. Una «crisi» infatti è come un disastro naturale (terremoto o alluvione) o come la traversata di un deserto: ci fa sentire uniti da un compito comune e fa dire a delle persone in gamba che è addirittura «un’opportunità» (espressione che io però userei sempre con cautela o mai perché ci sono delle vittime). Ma una «guerra» invece non è «un’opportunità» per nessuna persona perbene (solo loschi potentati bramano guadagnarci, ma di certo nessun uomo che abbia una moralità). In una guerra ci sono nemici, interessi in conflitto e forti che assalgono deboli. In una guerra è vitale capire chi sta combattendo, per cosa e come.
E da che parte stiamo noi. A me pare che molte persone in gamba (penso al mondo cattolico) siano incorse nell’abbaglio di confondere una guerra con una crisi, scambiando lucciole per lanterne, o le cannonate delle artiglierie per i fulmini di un temporale o per i fuochi d’artificio della festa paesana. Ha colto bene la situazione invece il gruppo di Alleanza Cattolica di Massimo Introvigne che sulla rivista “Cristianità” ha proposto una riflessione molto interessante, partendo proprio dalla nozione di «guerra». È proprio perché non ci si è ancora resi conto che siamo in guerra – dice Cristianità – che molti, i quali condividono ideali comuni (per esempio cattolico-liberali o ispirati alla dottrina sociale della Chiesa) «rischiano di dividersi tra loro»: sui «sacrifici», il «governo dei tecnici», l’Europa e altro. Ed è anche per questo che in Italia i vecchi schieramenti politici si frantumano e tutto sta cambiando.
Capiamo allora di che tipo di guerra si tratta. «Cristianità» spiega: «Almeno dal 2008 è in corso una guerra mondiale più difficile da capire di altre, perché combattuta non su campi di battaglia militari – almeno non principalmente, perché non mancano episodi di questo genere, come la guerra in Libia – ma nelle borse, nelle banche e nel sistema finanziario internazionale. Che questa sia una modalità delle moderne guerre dette “asimmetriche”, a proposito delle quali la parola “guerra” è usata in senso proprio e non solo metaforico, è stato chiarito dagli stessi ideatori della nozione di “guerra asimmetrica”, i colonnelli dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese Qiao Liang e Wang Xiangsui, che nel loro libro “Guerre senza limiti. L’arte della guerra asimmetrica tra terrorismo e globalizzazione”, talora presentato come “la Bibbia dei nuovi conflitti”, oltre all’esempio del terrorismo citano precisamente quello delle aggressioni attraverso tecniche di tipo finanziario». Anche Mario Monti concorda che il problema comincia nel 2008 con la grande esplosione dei «subprime» americani (costata 4.100 miliardi di dollari che hanno dissestato l’economia mondiale). In una conferenza tenuta alla Luiss nel febbraio scorso affermava che anche in quel caso il disastro «è stato per un problema di regole e soprattutto di “enforcement” delle regole» (cioè di attuazione, esecuzione delle regole) e – proseguiva Monti – «non tanto per carenze nei meccanismi di “enforcement” quanto per il motivo più brutto che può star dietro a questa mancanza». Monti indicava l’atteggiamento dell’autorità che doveva sorvegliare i mercati e «le sue genuflessioni di fronte al mondo del grande capitalismo americano in quegli anni… ma anche abbiamo visto l’asservimento di finalità sociali, come quella di dare l’alloggio in proprietà ad ogni americano.
Per cui si sono fatte cose turpi. Nessuno ha osato richiamare al rispetto di certe regole che pure esistevano». Anche Monti – a proposito di questa regolazione dei mercati – parla di «conflitto, non armato, ma conflitto». Resta da capire se, quanto e come tale regolazione «bellica» di forze finanziarie più potenti degli stati possa essere imposta da tecnocrazie spesso provenienti dallo stesso mondo finanziario e bancario e con procedure che sembrano annacquare sempre più democrazia e sovranità popolare. «Cristianità» scrive: «Dopo che la crisi del 2008, seguita dall’elezione di un presidente degli Stati Uniti particolarmente inadatto a governarla, ha dimostrato che per la prima volta dopo la fine della Seconda guerra mondiale l’egemonia statunitense può essere messa in discussione, si è scatenata una guerra asimmetrica di tutti contro tutti per cercare di sostituirla con “qualche cos’altro”, dove i principali contendenti sono la Cina, alcuni Paesi arabi – che si muovono anche secondo una logica di tipo religioso -, e il BRI, sigla riferita a Brasile-Russia-India, Paesi che si considerano le potenze economiche emergenti del futuro e formano il cosiddetto BRIC con la Cina, con cui però hanno interessi non coincidenti». Questa descrizione della situazione ha molti annessi: per esempio l’atteggiamento della Gran Bretagna risente del fatto che la sua prima «industria» è quella finanziaria e i capitali che hanno scelto Londra come loro «patria» sono anzitutto quelli del petrolio arabo. Bisogna tener presente infatti che i protagonisti in campo non sono solo degli interessi nazionali definiti perché vi sono ormai masse di capitali, senza patria e più potenti degli stati, che si muovono su loro logiche di profitto (o anche ideologiche o religiose). Inoltre ci sono errori degli Stati Uniti e dell’Europa che hanno contribuito grandemente a dar fuoco alle polveri e a rendere l’Europa il vaso di coccio o meglio la preda.
Primo: gli Usa hanno «dopato» la loro economia non solo con le «bolle» speculative, ma anche consentendo alla finanza quell’errata globalizzazione che ha trasformato l’Asia e soprattutto la Cina in produttore a basso costo. Per questo hanno consentito quell’ingresso di schianto e senza condizioni della Cina nel Wto che ha messo in ginocchio le nostre produzioni e ha trasformato la Cina oggi nel «padrone» degli Usa (visto che ne detiene una parte significativa del debito pubblico).
Secondo: In Europa, col crollo del comunismo e la riunificazione della Germania, è riesploso lo scontro fra interessi nazionali, si è accantonata la cultura cattolica europeista di Adenauer, Schuman e De Gasperi e si è dato il potere a una tecnocrazia che ha inventato un’altra Europa, quella della moneta unica, senza una banca centrale come referente finale e senza un governo politico federale. Così esponendo l’euro e l’Europa – inermi – agli assalti.
In questo scenario «bellico» l’Italia è un vaso di coccio che ha perfino osato andare per conto suo alla ricerca del petrolio libico e del metano russo.
Perciò hanno usato il suo storico debito pubblico (e certi errori della sua classe politica) per punirla e metterla a guinzaglio essendo peraltro una preda appetitosa per i tesori che possiede (dal grande risparmio delle famiglie, alle aziende di stato, al patrimonio pubblico in generale) e che molti vogliono spolpare. La guerra continua e non è chiaro come si difende l’Italia e chi sta con chi.
Antonio Socci
Liberalizzazioni:perché prendersela con i tassisti? Ovvio la ripresa economica dipende solo da loro
11 gennaio 2012Il Presidente del Consiglio Monti ha annunciato l’imminente varo di provvedimenti per le liberalizzazioni. Lo ha fatto con enfasi, come se la soluzione della crisi economica e finanziaria dell’Italia, stesse nell’adozione di quelle misure. In taluni casi si rendono necessarie. I privilegi di casta vanno combattuti ed eliminati. Magari cominciando da quelli di cui gode il mondo politico e quello della finanza. Invece alla politica si concedono ingiustificate ed ingiustificabili dilazioni. Della finanza non si parla neppure, anzi si tollera che le banche vengano finanziate e ricapitalizzate dalla Banca Europea con miliardi di euro “regalati” al tasso dell’1% e si concede loro di “rivenderli” a tassi esorbitanti e che spesso vengono percepiti al limite dell’ “usura”. Certo è molto più facile prendersela con i tassisti, additandoli come una casta e non come una semplice e non ricca categoria del mondo del lavoro. Hanno “ideato” di regalare una licenza gratis per ogni licenza posseduta (60.000 in Italia) a titolo di parziale risarcimento degli effetti della liberalizzazione. Queste licenze, immesse sul mercato, serviranno soltanto a consentire al Governo di affermare di aver creato 60.000 nuovi posti di lavoro. Ma solo sulla carta. Perché, nel concreto, il provvedimento avrà come unico effetto quello di creare 120.000 nuove povertà: quelle dei tassisti,vecchi e nuovi, che non potranno trovare, con una professione inflazionata ed un mercato fermo, sufficiente sostentamento per le proprie famiglie. Per di più senza alcun vantaggio per i cittadini che non vedranno certamente abbassarsi le tariffe a causa dei costi incomprimibili che i tassisti sostengono per la loro attività. E’ probabile invece che – a causa del contrarsi della quota individuale di mercato sulla quale oggi possono contare – la liberalizzazione provocherà un aumento del costo che il cittadino dovrà sostenere per il servizio che i tassisti svolgono. Se c’è qualcosa che nel settore non funziona, se ne parli, se ne discuta, con la categoria e con i rappresentanti dei consumatori. per trovare una adeguata soluzione. Provvedimenti affrettati rischiano di provocare soltanto danni e nessun beneficio alla collettività. Quando si mostra di avere tanta pazienza nell’attendere che la politica tagli i propri privilegi, è proprio indispensabile avere tanta fretta nell’emanare provvedimenti che rischiano di colpire ingiustamente una categoria di onesti e certamente non ricchi lavoratori?
Carla Spagnoli
nota di redazione. Questo intervento di Carla Spagnoli che condivido in pieno, mi fa venire in mente una domanda: ma a quei giovani tassisti che hanno voluto intraprendere questo lavoro per guadagnarsi da vivere onestamente che con grandi sacrifici hanno comprato una licenza anche oltre cento mila euro , cosa diciamo? Da oggi la tua licenza vale zero perchè il tuo comune le darà gratis? e chi aveva ottenuto un prestito per farlo come si troverà? E questa secondo Monti sarebbe una casta? Se secondo Monti la ripresa economica dipende dai tassisti stiamo messi davvero male, oltre ogni pessimistica previsione.
LA CRISI E L’ORDINE NUOVO DEL NUOVO REICH
10 novembre 2011di Ciuenlai
Dracula e tutti i suoi discendenti volano in boeing, vera mutazione genetico – finanziaria.
18 settembre 2011Peccato che l’Occidente sedotto per troppo tempo da fasti e nefasti non abbia trovato in tempo la cura ai suoi mali ed abbia offerto una ghiotta occasione a fattori od esseri para-normali, finora invisibili ed inafferrabili , al cui amo, dall’esca velenosa, siamo abboccati fatalmente. Ma finalmente, dopo una mia piccola indagine, ho trovato qualche riferimento che potrebbe consentire di individuarne le origini e il capostipite che, dopo un certo periodo di oblio e di astinenza s’è risvegliato dal letargo insieme alla numerosa discendenza, che come sappiamo da vittime ereditavano automaticamente il suo carattere affabile e seducente, le sue aggraziate sembianze che all’occasione però mostravano quei canini piuttosto affilati ed occhi di fuoco per la sete insaziabile di una bevanda biologica al 100 % .
Proprio lui il conte Dracula che stanco della solita Transilvania e dei soliti Carpazi, annusando un colossale salasso per sé, la sua famigliola e tutta la sua stirpe, ha deciso di fare il giramondo adattandosi con una vera mutazione genetica ai luoghi e tempi diversi con modi , mezzi e fini al passo con la modernità . Quindi , ora passando dalla leggenda alla realtà odierna Dracula perde il suo charme di seduttore o vampiro in carne ed ossa, ora è invisibile, ha anche perso quella parvenza aristocratica di fascinosa truculenza ed agisce su spazi illimitati con feroci scatti felini, non gira più con la carrozza traballante ma ovviamente preferisce il veloce boeing per i suoi spostamenti intercontinentali , la sua arma letale non sfoggia più dietro il suo smagliante sorriso, ma dal macabro strumento telematico armato di un Internet spietato e fulmineo, ora, con grande spirito di adattamento, osservando che tra i popoli e le finanze del mondo non corre “buon sangue“, si accontenterà di un suo succedaneo, non più biologico, ma comunque di grandi risorse di liquidità ( ben diverse da quelle nei flaconi dell’Avis, ma spesso sottoforma di titoli finanziari dai nomi più strambi ed esotici , comunque di finta liquidità ) .
Ovviamente questi oriundi vampiri, di fronte a un sì vasto scenario ricco di sterminate prede, non si attardano nella selezione di singole vittime , colpiscono indiscriminatamente interi popoli e così l’evoluzione della specie, dietro le forme più varie ed indistinte , ha sviluppato il “dissanguamento di massa “ .
Ormai , anche se è troppo facile capire le cause del male ( materialismo sprecone , globalizzazione selvaggia , scomparsa dei valori universali ………) , per evitare che Dracula si arrenda per sazietà ( cosa impossibile ) , occorre rispondere a due cruciali punti :
1. Identifichiamo questi vampiri clandestini, peraltro senza permesso di soggiorno, non si può vincere una guerra con un nemico anonimo ( anche se un sospetto, avallato poi da altri, l’ho avuto subito collegandomi alla tesi della “ mutazione genetica “ che a bordo del boeing fa presto dalla Transilvania all’estremo Oriente facendo apparire vampiri con occhi a mandorla che con la loro accumulata forza di liquidità immensa ormai umilia anche gli USA ( finanziariamente e politicamente ) e minaccia di accrescere in Europa una stratosferica rete di banche del sangue per vampiri
2. Mettiamo subito in atto anche noi in Italia una cura d’urto , anche se finora urta qualcuno e scansa qualcun altro; non s’è capito (o qualcuno pur avendolo ben capito non puo’ smentire la sua storia politica) che l’ubriacatura lunga 50 anni è finita, ed in modo traumatico su base mondiale nonostante i “lungimiranti” economisti di fama, e che il percorso inverso dalle stelle alle stalle prevede una infinita e massacrante maratona. Occorre quindi da subito individuare i punti deboli non solo economici (effetti), ma soprattutto quelli che li hanno determinati (cause) ed intervenire, pur se con effetti impopolari, chiedendo sacrifici a tutti (inclusa CGIL+COOP, Magistrati e Calciatori che hanno o vorrebbero opporsi, per le loro specifiche categorie, con assurdi scioperi), anche se con maggior peso sui ricconi. Nessuno potrà o dovrà sottrarsi ed i più sono anche disponibili a condizione di una equita’ distributiva senza ulteriori colpi ai meno abbienti.
Infine un consiglio a Dracula : nel tuo stesso interesse, non esagerare coi salassi continui che hanno già provocato terremoti nelle Economie di tutto il mondo che dovranno lottare solo per non arretrare troppo, … altro che crescita, mito da tutti ingenuamente invocato a forza di miliardi di €uro. (comunque sempre a rischio, se per aumentare artificiosamente consumi indiscriminati e/o sostenere sprechi e surplus del passato, senza considerare che con oculati tagli e razionalizzando la macchina statale quella benedetta crescita sarà sottintesa in automatico) !
Insomma Dracula attento che un’ anemia cronica delle tue vittime alla fine ti ridurrà a conficcare i tuoi deliziosi canini in corpi esanimi e restando disoccupato non avrai altra scelta che il ritorno in Transilvania , come tutti ci auguriamo e per sempre.
Leonida Laconico