di Ciuenlai
La vicenda del congresso intercomunale del Pd si complica. E’ ancora lontana la possibilità di trovare un accordo tra la componente che sostiene Alessandro Torrini (Batino e popolari di Bocci) e quella che ha messo in pista Giorgio Fioretto (Giovagnola, Tomassoni, Fallarino e Bianchi e dice anche la Marini. E questa sarebbe una notizia). Il segretario regionale Lamberto Bottini sta, in questi giorni, anzi in queste ore, cercando una soluzione con una serie di incontri, più o meno segreti, con le due parti.
Un intervento “rigorosamente neutrale”, non solo e non tanto per l’incarico “super partes” che ricopre, ma per l’impossibilità di sostenere una delle due fazioni. Torrini è l’espressione dei bersaniani, della sua corrente, ma è anche l’uomo di Piero Mignini il dalemiano che, dicono, vorrebbe strappargli lo scettro di segretario. Favorirlo sarebbe come darsi la zappa sui piedi. Fioretto è il candidato della “concorrenza”.
Appoggiarlo sarebbe come certificare il tradimento. Bottini quindi cerca di entrare nel gioco facendo il suo mestiere. L’obbiettivo è evitare lo scontro, diventando una garanzia per i contendenti. Anche perché sembra che le cose siano precipitate negli ultimi giorni. Gli uomini di Batino avrebbero deciso di convocare l’assemblea congressuale intercomunale sabato 11 giugno.
L’altra sponda si sarebbe immediatamente irritata e avrebbe minacciato l’intenzione di disertare l’assemblea. Non si sa ancora quale sia effettivamente la consistenza dei due gruppi. L’unica cosa certa è che tutti danno Torrini come favorito. C’è chi dice che abbia un vantaggio di 4 voti e chi afferma che invece lo scarto superi i dieci delegati, perchè i popolari “a forza di cene”, avrebbero recuperato diversi eletti che facevano riferimento all’assessore regionale Franco Tomassoni.
Comunque la distanza tra i due gruppi non sarebbe abissale. La posta in gioco è tutta politica con un pizzico di geografia : l’egemonia di Castiglion del Lago sul resto del comprensorio. Se Torrini verrà eletto lo dovrà essenzialmente ai circoli del suo comune che gli hanno messo a disposizione 37 dei 39 delegati disponibili, azzerando, in pratica, la minoranza di Fabio Duca.
La questione vera è però il controllo della futura Associazione dei comuni, quella che dovrebbe sostituire la Comunità Montana Monti del Trasimeno, quella sulla quale avrebbe messo gli occhi il sindaco di Magione Massimo Alunni, il grande alleato dei Castiglionesi. Ma, alla fine, quello che viene alla luce è il tramonto di una ex enclave rossa, che ha perso il suo elemento di forza : l’unità. E questo, alla lunga, potrebbe condannarla anche alla marginalità