di Stelio Bonsegna – http://www.italia.politica.it
I Tea Party sono dei movimenti di pura ispirazione popolare.
Una iniziativa che nasce dal popolo, stanco delle dietrologie politiche e giochi di potere dei partiti sulla loro pelle, della costosa gestione dei partiti politici che finiscono sempre ad essere succubi delle lobbys affaristiche e soprattutto dello sperpero di denaro pubblico che risulta derivante da questi intrallazzi. Questo movimento, lontano dai partiti politici e dagli interessi delle grandi lobby, mira esclusivamente all’interesse del popolo del quale è genuina espressione, e risponde così alla grande crisi ed alle deludenti risposte di Obama e della sua amministrazione. Nelle Ultime elezioni americane, questi Tea Party, hanno affidato la loro rappresentanza a personaggi praticamente sconosciuti, ma sicuri portatori dei loro principi, i quali sono molto lontani da favori lobbistici.
In Italia, ora come ora, sarebbe impensabile la nascita di Tea Party, ma nell’aria è sempre più percepibile che gli italiani sono stufi di questa partitocrazia confusionaria e lobbistica, incapace di ammodernare ed adeguare ai tempi la Costituzione e soprattutto incapace di ridurre i troppi costosi poteri dello stato centrale e periferico, spesso conflittuali tra di loro.
Sarebbe auspicabile che anche gli Italiani apprendano e facciano propri questi suggerimenti americani di Democrazia Liberale e nascano anche in Italia, se non proprio con lo stesso nome, dei comitati collegati tra loro e con lo stesso scopo di alta democrazia. Logicamente gli obiettivi saranno molto differenti da quelli americani, ma sono quelli che vanno verso la concretezza desiderata dal popolo italiano:
1) Riforma e adeguamento della costituzione (con norme inerenti alla durata del mandato parlamentare, non oltre 3 legislature, per eliminare i politici di professione e l’eliminazione del loro diritto al pensionamento privilegiato).
2) Riduzione delle tasse.
3) Taglio della spesa pubblica.
4) Riforma della Giustizia, ed introduzione di responsabilità anche per i PM, come da vecchio referendum popolare (oltre al ridimensionamento dei poteri del pubblico ministero).
5) Riduzione del debito pubblico.
6) Un Federalismo vero e non virtuale.
7) Controllo serrato sull’immigrazione clandestina (che appesantisce la nostra spesa pubblica per la sanità).
8) Una rapida privatizzazione e depoliticizzazione della RAI (a cui si richiede una assoluta indipendenza dai partiti politici). Oggi in Rai vi è troppa politica e la gente è stufa di questa presenza arrogante.
9) Eliminazione delle Province, come da programma elettorale del PDL. Ma è importante per questi Tea Party all’italiana farsi rappresentare da persone affidabili, coerenti e immuni da sintomatologie idealiste della vecchia politica. Soprattutto esenti da sintomi di voltagabbanismo.
I Tea Party all’italiana, non dovranno essere la “cospirazione” ordita da certi potentati economici detronizzati e in cerca di rivincita, non dovranno essere il mezzo attraverso il quale, un partito politico in crisi profonda, cerca di rifarsi una verginità. Ma dovranno essere la legittima difesa della persona umana attaccata da un potere occulto nella sua dignità, dal ventre della madre al conto in banca. Solo così l’Italia potrà riprendere respiro e contare di più in una Europa che si allontana sempre più dalla nostra attuale situazione statalista. Quindi ben vengano i Tea Party all’italiana, male non faranno al nostro Paese, e sicuramente metteranno un pò di pepe in questa noiosa bolgia partitocratica, purchè perseguano obiettivi concreti a portata di popolo e non i fantasiosi obiettivi alla Beppe Grillo.