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Se il blog si oscura….la cattiveria e la stupidità volano sul web

16 marzo 2012

Torneremo cosi?

di Francesco La Rosa

Sorpresa, un sedicente Islamik Ghosts Team con una ardita, subdola e intimidatoria opera di Hakeraggio blocca e oscura un noto blog politico http://www.italia-poltica.it. dell’amico Stelio Bonsegna al quale esprimiamo solidarietà piena. Per carità sul web ormai succede di tutto, e dobbiamo essere sempre pronti al peggio, ti spiano, ti controllano, ti oscurano, di fatto entrano a casa tua senza permesso. La firma può essere autoreferenziale o forse depistante, ma di fatto ci tocca assistere ad attacchi di sedicenti gruppi islamici,. Ma ci viene di fare delle domande: Cosa ha fatto Italia Politica per meritare l’altare dell’oscuramento? A chi fa scomodo? Questo atto  può essere prodromo dell’imbarbarimento della politica italiana? Forse non avremo mai una risposta a queste domande, ma se qualcuno pensa che con questi sistemi si possa eliminare il blogger dal mondo dell’informazione spontanea e fuori dagli interessi mediatici consolidati viene da pensare che non ha capito nulla della rete oppure cerca di ispirarsi a quelle “democrazie” che puntano sull’oscurantismo mediatico per poter esercitare un dominio totale sui cittadini liberi.

La censura in Italia: 50.000 blog a rischio chiusura?

1 giugno 2011

Fonte: www.rischocalcolato.it

All’inizio di maggio una sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania ha equiparato un blog ai giornali di carta. Dunque commette il reato di stampa clandestina chiunque abbia un diario in Internet e non lo registra come testata giornalistica presso il tribunale competente, come prevede la legge sulla stampa n 47 del 1948. La vicenda è paradossale e accade in Italia. Lo storico e giornalista siciliano Carlo Ruta aveva un blog: si chiamava Accadeinsicilia e si occupava del delicato tema della corruzione politica e mafiosa. In seguito a una denuncia del procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, quel blog è stato sequestrato e chiuso nel 2004 e Ruta ha subito una condanna in primo grado nel 2008. Ora la Corte di Appello di Catania, nel 2011, ritiene che quel blog andava considerato come un giornale qualsiasi – ad esempio La Repubblica, Il Corriere della Sera o Il Giornale – è dunque doveva essere registrato presso il “registro della stampa” indicando il nome del direttore responsabile e l’editore. La notizia farà discutere a lungo la blogosfera italiana: cosa succederà ora?
Massimo Mantellini se la prende con Giuseppe Giulietti e Vannino Chiti per aver presentato in Parlamento la Legge 62 sull’editoria, che è stata poi approvata, con la quale si definisce la natura di prodotto editoriale nell’epoca di Internet. Ma il vero problema, a mio avviso, è la completa o scarsa conoscenza di cosa sia la Rete da parte di grandi pezzi dello Stato, incluso la magistratura. Migliaia di burocrati gestiscono quintali di carta e non sanno quasi nulla di cosa accade in Internet e nei social network. Questa sentenza, quindi, è un regalo alla politica cialtrona che tenterà ora di far chiudere i blog scomodi. Proveranno a imbavagliarci.
In Italia ci sono oltre 50 mila blog. Soltanto BlogBabel ne monitorizza 31 mila. Nel mondo esistono almeno 30 milioni di blog e forse sono anche di più. I blog nascono come diari liberi on line, può aprirne uno chiunque. Una casalinga. Uno studente. Un professore universitario. Un operaio. Un filosofo. Chiunque. Ma adesso in Italia non è più possibile e possiamo dire che inizia il Medioevo Digitale. Nel mondo arabo i blog e i social network hanno acceso il vento della democrazia, il presidente americano Barack Obama plaude il valore di Internet e la libertà d’informazione, Wikileaks apre gli archivi segreti delle diplomazie, e noi, in Italia, in un polveroso palazzo di giustizia, celebriamo la morte dei blog.
(…) Vogliamo innalzare una grande scritta davanti alla Corte Costituzionale con lo slogan “Io bloggo libero, non sono clandestino!”. Eggià: perché gli avvocati di Ruta faranno appello in Cassazione e a quei giudici bisognerà far sapere che in Italia ci sono 50 mila persone libere che hanno un blog e confidano nell’articolo 21 della Costituzione, che permette la libertà di espressione con qualunque mezzo.