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STUPORE E MISTERO IN CASTEL DEL MONTE

31 ottobre 2009

casteldelmonte

di Aldo Schippa

Un alone di mistero e di grande fascino è racchiuso in questa costruzione: Da un aspetto matematico astrologico si passa a fenomeni paranormali.

Da energie cosmiche si passa alla presenza dei Figli della Luce.

Una cosa è però certa: Non si conosce lo scopo pratico della costruzione e non certamente una dimora di caccia come qualcuno aveva azzardato.

Le sue origini sono continuamente contrastate da supposizioni varie. Alcuni la vogliono eretta dai Templari, altri l’attribuiscono ai romani con Agrippa. Infatti molte caratteristiche la identificano secondo canoni  e principi templari, altre caratteristiche la identificano secondo caratteristiche romane ( una cosa è certa : non è attribuita a Federico II). Ma quali sono, le une e le altre?

L’impronta templare si riconosce nelle simbologie, nell’aspetto astronomico-matematico e nei fenomeni magnetici e radioestetici. L’impronta romana nei rapporti di proporzione aurea nella conduzione architettonica.

Rimane comunque dubbia la sua origine.

In questa costruzione ottagona è presente il misterioso cavaliere Templare che secondo le dicerie era a conoscenza dei segreti dell’alchimia e trasformava i metalli vili in oro, nascondeva tesori in luoghi misteriosi, adorava un idolo mostruoso che si chiamava Bafometto, adorava i gatti neri e in gran parte delle costruzioni preferiva la forma ottagonale in quanto il numero otto era simbolo di infinito. Non a caso nel XV secolo una allegoria della distruzione dell’Ordine del Tempio rappresenta una torre ottagona in fiamme. La storia invece lo vede come monaco guerriero, povero, casto e obbediente.

Quando Filippo il Bello ne decretò la distruzione , i cavalieri superstiti si rifugiarono in altri ordini monastici  e fra questi nell’Ordine Ospitaliero di San Giovanni in Gerusalemme, poi divenuti il Sacro Militare dell’Ordine di Malta. Sarebbe alquanto interessante visitare la Torre di Magione per riconoscervi  indicazioni e simboli.

Ma ritornando a Castel del Monte; E’ interessante il linguaggio della pietra  secondo il Prof. Petrarolo, attento studioso di simbologia alchemica, il quale ha contato 21 modiglioni nella parte inferiore del frontone, 21 nell’architrave, 34 quadrifogli in mezzo ai modiglioni. Parlando di numerologia il 21 è da 2 e 1 che sommati danno 3, numero sacro per eccellenza. Come anche il 34 è formato da 3 e 4 che sommati danno 7 e che sommato al tre da 10. Lo 0 nella numerologia non assume valore proprio, per tanto rimane 1.

La Chiesa simboleggia il 34 con Il Padre Nostro. Nella preghiera le prime 3 proposizioni sono dedicate a Dio e le altre 4 riguardano l’uomo. Nelle chiese medievali il 34 è la misura lineare, quale cubito, piede, palmo ecc.

Una chiesa medievale è lunga 34 cubiti e larga 34 piedi.

Se si divide il 34 per 21 si ottiene 1,619 che per un millesimo supera il numero d’oro che è 1,618.

Altri numeri presenti sono: 13 le monofore, 8 le torri, 5 camini, 5 cisterne, tre torri con le scale a chiocciola, 2 gli ingressi 1 il castello. Perfettamente nel rispetto della serie di numeri  fornita dal Fibonacci, matematico vissuto nel periodo templare, che è: 1,2,3,5,8,13,21,34.

Altri e tanti altri sono i fenomeni presenti in questa magica e misteriosa costruzione. Ad esempio; Nella sala interna del piano terra il Sonar non risponde . L’Omphalos templare quale centro di energie fisiche rappresentato da tre quadrati concentrici.

Altra cosa interessante e di grande significato simbolico è rappresentata da un fenomeno ricorrente a cui si assiste nella sala rivolta ad Est, infatti al mattino degli equinozi, il sole entra dalla bifora, attraversa la sala, esce dalla finestra che si affaccia sul cortile e va a posarsi su un bassorilievo in cui è rappresentata una donna. Per questo sono state azzardate varie ipotesi; ma la più attendibile è quella che considera la fecondazione della terra da parte del sole. Si assiste all’inizio di una nuova vita. La natura che si risveglia con forza e vigore.

All’equinozio di autunno il sole che entra dalla bifora ad Ovest entra e raggiunge il camino per accendere la fiaccola del giorno perché la custodisca sino all’indomani.

Libri di pietra dei Cavalieri Templari

9 ottobre 2009

Le Grandi cattedrali gotiche

L’alchimia per l’uomo molto probabilmente non è altro che la ricerca ed il risveglio della Vita segretamente assopitasi sotto il pesante involucro dell’essere e la grezza scorza delle cose, ricerca e risveglio derivanti da un certo stato d’animo molto prossimo alla grazia reale ed efficace. Sui due piani universali dove siedono  insieme la materia e lo spirito, il processo è assoluto e consiste in una permanente purificazione fino alla purificazione più completa. A questo scopo, almeno sotto il profilo del metodo, niente è più utile dell’aforisma «Solve et coagula». Lo stesso aforisma, mostrato dal Baphomet dei Templari, che compare nella parabola del grano: «In verità, in verità vi dico, se  il granello di frumento, cadendo a terra, non muore, rimane solo; ma se muore porta molti frutti» (Giov. XII, 24).

Si ritiene che cavalieri Templari avessero rinvenuto documenti relativi alle “leggi divine dei numeri, dei pesi e delle misure” sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme e li avrebbero forniti ai costruttori di cattedrali.

Non si può non restare stupiti come nel giro di 50 anni si sia stravolto completamente ogni canone costruttivo fino ad allora perseguito ed è certamente singolare che tale stravolgimento sia iniziato proprio dopo il ritorno dei Cavalieri Templari dalla Terrasanta, menifestando una maestria costruttiva tecnica e architettonica completamente diversa dalle precedenti chiese romaniche.

In tutta la Francia sorsero in brevissimo tempo (tra il 1200 e il 1250), numerose chiese dallo stile particolare, fino ad allora sconosciuto: le grandi cattedrali gotiche. Una dopo l’altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. Uno stile incredibile, quello gotico, tutto proteso verso l’alto, con un sistema di spinte e controspinte straordinario, una tecnica costruttiva decisamente rivoluzionaria, che ha consentito ai Templari di progettare e costruire queste cattedrali che, nonostante le loro migliaia di tonnellate di peso, basate come sono sui vuoti e sui pieni, sembrano leggerissime e tali da sfidare la legge di gravità.

I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale dove i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l’alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo.

Si appalesa singolare anche la scelta dei luoghi in cui le Cattedrali vennero costruite. Su luoghi cioè già considerati sacri al culto della “Grande Madre”, ritenuto il culto unitario più diffuso prima del Cristianesimo, e per una altrettanto singolare coincidenza, se si uniscono su una mappa i luoghi dove sono state costruite la grandi Cattedrali si scopre che questi luoghi formano esattamente la costellazione della Vergine  solo per caso, inoltre, sono dei veri e propri nodi di correnti terrestri, ovvero punti in cui l’energia terrestre è molto forte (grandi allineamenti di megaliti).

Naturalmente le Cattedrali sono tutte orientate secondo la tradizione: con l’abside rivolto verso est (cioè verso la luce) e, cosa significativa, sono tutte dedicate a Nostra Signora, cioè alla Vergine Maria. Hanno una pianta a croce latina che, secondo Fulcanelli, “é il geroglifico alchemico del crogiuolo“, ed è nell’Athanor che la materia prima necessaria per la Grande Opera alchemica muore, per poi rinascere trasformata in un qualcosa di più elevato.

La struttura stessa delle cattedrali, come i bassorilievi presenti nelle facciate – particolari si presentano quelli di Parigi – parlano di alchimia nel senso che rappresentano l’alternativa, in chiave di immagini, ai testi alchemici destinati soltanto a chi sapeva leggere. Ed in effetti, le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli ed a codici particolari, avrebbero potuto comprendere. Infatti la grandiosità, l’imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal.

Ciascuna cattedrale è dotata di una cripta in cui secondo alcune tradizioni sarebbero nascosti degli oggetti sacri molto importanti (ad esempio si dice che in una delle cripte della Cattedrale di Chartres sia custodita l’Arca dell’Alleanza, e che quando questa cripta sarà scoperta la cattedrale crollerà al suolo). Ma le cripte sono legate ad un altro elemento molto misterioso: le “Vergini Nere”, statue o bassorilievi, che raffigurano appunto la vergine Maria, con la particolarità della carnagione scura. E’ da sottolineare la relazione tra le statue di Iside, la divinità egizia corrispondente alla dea greca Gea (“la Terra”), che venivano custodite nei sotterranei dei templi egizi, con le Vergini Nere, anch’esse collegate al culto della Terra, diffuso in tutta l’Europa. La stessa Madonna sarebbe la cristianizzazione di questa figura troppo radicata nell’immaginario popolare, da poter essere estirpata del tutto. Per questo, i costruttori delle cattedrali gotiche, che anche in altri particolari (ad esempio quello di erigere le cattedrali sui luoghi sacri alla Grande Madre) si erano dimostrati legati a tale culto, avrebbero colorato in modo diverso il volto della Vergine cattolica, affinché coloro che “sapessero” avrebbero facilmente compreso di chi si trattasse realmente .

Dicono gli antichi cronisti che «benché strano debbasi tenere in alta stima e segretezza né sia da narrare a chi non puote intenderlo, sendo li segreti del sacramento da non rivelare che a quegli cui Dio diè forza a tanto. Cosa come questa buona, se diffusa fra uomini indegni non potrà tuttavia essere da essi intesa».

Dice la tradizione che Federico II imperatore non sarebbe morto a Ferentino né altrove. Il Prete Gianni non permise che morisse,  perciò una mano celeste lo raccolse morente e lo portò fino alla nave dei Templari con la croce rossa sulla vela bianca comparsa come per incanto sul mare. Era la nave medesima che portava il Santo Graal, il vaso da cui sgorga il fiume bianco ricco di pesci di sapienza che bruciano le mani ma posti in bocca danno l’onniscienza. È il ricco nutrimento del Re Pescatore e dei santi monaci guerrieri, il cibo inesauribile del Graal e portava la lancia infuocata, la terribile lancia di Amore  che è come quella di Lang, il signore della folgore.

È l’inizio della profezia del pescatore di Chiaravalle che continuerà con la ferita insanabile del Re Pestatore e con la maledizione della terra che solo il II Federico risanerà ponendo la domanda «Dov’è dunque il Graal ? »; quella stessa domanda che Parsifal non fece, perdendo così la possibilità di prendere possesso della sacra coppa. Ed allora il malato Re Pescatore sarà guarito, l’albero secco riprenderà vita e la terre gaste si trasformerà ancora nella terra benedetta..

In quel momento storico particolare in Puglia vi era una presenza molto massiccia dei Cavalieri Templari, i monaci guerrieri i quali erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese. La Puglia era una delle dieci province dei Cavalieri Templari disseminate dal centro Europa fino al medio Oriente e in più la Puglia a quel tempo era la cerniera tra oriente e occidente

Quindi il curioso allineamento tra Chartres, Castel del Monte e la piramide di Cheope è stato voluto da chi ha voluto erigere l’ultima di queste costruzioni. Cioè  Federico II con Castel del Monte. Ma questa è un’altra storia.