Posts Tagged ‘centrale’

Ferrovia Centrale Umbra, nessun rilancio… anzi

14 novembre 2015

fcuRitorniamo a parlare della Ferrovia Centrale Umbra. In questi mesi i nostri politici si sono riempiti la bocca di parole come “rilancio della FCU” ed “FCU strategica” ma la nostra ferrovia è ancora abbandonata a se stessa: la manutenzione della linea è una chimera, la tratta Città di Castello-Umbertide è chiusa (chissà se riaprirà mai…) e il rischio concreto è che presto ci saranno altre chiusure e altri disagi per gli umbri. Persino i lavori per il tanto sbandierato raddoppio della linea Ponte San Giovanni-Sant’Anna, nonostante i 30 milioni già stanziati, sono al palo da anni: oggi si parla di “raddoppio selettivo” da circa 20 milioni di euro, ma questo progetto non era negli accordi di (more…)

CENTRALE ENEL A CARBONE DI GUALDO CATTANEO (PG): INTERROGAZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE AL SENATO

24 aprile 2013

Il Movimento 5 Stelle va all’attacco sulla Centrale Enel “P. Vannucci” alimentata a carbone di Gualdo Cattaneo (Perugia). Lo fa con una interrogazione al Senato sottoscritto da sette cittadini portavoce e che vede come primo firmatario Stefano Lucidi e come co-firmatari le colleghe e i colleghi Blundo, Nugnes, (more…)

PANICALE: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI PANICALE COSTRETTA A FARE UN PASSO INDIETRO SULL’IMPIANTO DI BIOGAS

25 febbraio 2012

E’ stata comunicata nel Consiglio Comunale di ieri sera, dal Sindaco, la notizia della inevitabile presa d’atto dell’impossibilità di realizzare l’impianto di Biogas in località Sprofondato, in quanto non conforme alle norme urbanistiche, cosa che tutti sapevano già da tempo e che era stata fatta presente in una dettagliata relazione che il comitato ha fatto pervenire al Comune e a tutte le istituzioni superiori a seguire la petizione contenente le prime 687 firme raccolte. Decisione che avrebbe dovuto essere presa dal Comune, per obbligo di legge, subito dopo la presentazione del progetto da parte della Azienda Agricola Forestale Novera S.r.l., in quanto, progetto, non solo non conforme alle norme urbanistiche, ma anche irricevibile. L’Amministrazione ha invece preferito scegliere la tattica dell’attesa che gli ha consentito di venire a presentare in modo convinto l’iniziativa il 20 gennaio scorso, scomodando illuminati tecnici e esperti universitari per avvalorare la bontà del progetto, e, creando allarmismo e preoccupazione nella piccola comunità di Casalini nella quale, una scelta di questa natura, sconvolgerebbe la qualità della vita quotidiana oltreché inciderebbe profondamente e negativamente sul tipo di sviluppo che, da anni, è stato pensato in quel territorio. Per la sconfitta sul piano politico, per aver valutato l’interesse privato, seppur legittimo, prima dell’interesse pubblico della collettività, per l’incertezza che danno ai futuri programmi del nostro territorio, questi nostri amministratori, soprattutto i più convinti, il Sindaco e l’assessore Gallo, dovrebbero avere la dignità di dimettersi e seguire l’esempio dei colleghi tedeschi, dove ben più alte cariche lo hanno fatto per molto meno. Anche il dissenso, composto ma deciso, della Frazione di Casalini, roccaforte nel 2009 del consenso per la lista Bianco lo richiederebbe.

Francesca Caproni – Per il Gruppo Consiliare “Liberiamoci”

Il Comitato “proteggiamo il territorio” di Panicale contro l’installazione della centrale a Biogas

19 febbraio 2012

A seguito di una affollata riunione dei sostenitori della petizione contro l’installazione dell’impianto a Biogas da 999 MW, in località “Sprofondato” in zona Casalini-Cerreto, é stato costituito il Comitato “Proteggiamo il territorio” la cui finalità principale é la tutela del territorio e la messa, in atto di tutte le azioni consentite per respingere il progetto presentato ed altri eventuali dello stesso tipo, ugualmente impattanti in tutto il territorio comunale e circostanti. Tali impianti comporterebbero un degrado ambientale con forti ricadute anche economiche su un territorio di grande pregio paesaggistico, artigianale e turistico a ridosso del Lago Trasimeno che ha consentito a tutta l’area di fare parte a pieno titolo dell’Umbria Verde. Il primo elenco di circa 700 firme insieme alla petizione é stato depositato in Comune di Panicale il giorno 13 Febbraio 2012. In data 18 Febbraio é stata inviata una nota integrativa a tutti gli enti coinvolti nell’iter autorizzativo contenente una serie di motivazioni a supporto delle ragioni di opposizione al progetto. Il comitato si prefigge di promuovere il dibattito e di raccogliere ulteriori adesioni attraverso incontri con le popolazioni della zona. Il calendario di tali incontri sarà comunicato attraverso inviti che saranno affissi nei locali pubblici.Invitiamo la popolazione a partecipare e sostenere l’iniziativa che si oppone ad una pratica che sta sollevando reazioni di opposizione in tutta Italia a dimostrazione che il problema “Sprofondato” é di tutti.

Il Comitato “Proteggiamo il Territorio” –  Casalini

 

Il governo Monti è un colpo di stato finanziario

11 novembre 2011

di Magdi Cristiano Allam

I  poteri finanziari forti hanno realizzato un colpo di stato nel nostro Paese riuscendo a far dimettere Silvio Berlusconi e imponendo Mario Monti. E’ un colpo di stato che vede partecipi un’ampia coalizione di congiurati eccellenti: dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco al Presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, dal Segretario nazionale del Partito Democratico Pier Luigi Bersani al leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, dal Corriere della Sera di Ferruccio De Bortoli a Michele Santoro resuscitato con “Servizio Pubblico”. La nostra Costituzione che dice che l’Italia è una Repubblica parlamentare è stata fatta a pezzi e Napolitano ha trasformato l’Italia in una Repubblica presidenziale dove ormai ha assunto nelle sue mani il potere esecutivo decidendo anticipatamente chi dovrà guidare l’Italia, nominando Monti arbitrariamente senatore a vita quasi si trattasse di una sorta di pizzo da pagare ai poteri finanziari forte per convincerli della sua determinazione ad accondiscendere alle loro richieste.

La scelta sovrana degli italiani, espressa alle urne liberamente attraverso le elezioni, è ormai carta straccia. Berlusconi che era stato investito della responsabilità di governare è stato costretto a dimettersi. La colpa è innanzitutto sua, si è rivelato un capo di governo incapace di gestire la sua stessa maggioranza e ad operare da statista per realizzare il suo stesso programma di riforme liberali, nonostante godesse della più ampia maggioranza parlamentare nella storia dell’Italia repubblicana. Ma è anche vero che è stato sottoposto al fuoco incrociato di tutti i poteri forti, Napolitano, la magistratura, la Confindustria, la grande finanza, i sindacati, i partiti del centro-sinistra, la stampa nazionale e persino la Chiesa. Non gli hanno dato tregua, giorno dopo giorno è stato colpito direttamente fino a logorarlo e a impedirgli di poter esercitare le proprie funzioni. Il colpo di stato finanziario si sta perpetrando mettendo alla guida del governo un economista gradito alla Banca Centrale Europea, al Fondo Monetario Internazionale e alla Commissione dell’Unione Europea, le tre centrali del potere finanziario che hanno messo sotto tutela l’Italia per dare il colpo di grazia al governo Berlusconi. Monti, che non è stato eletto dagli italiani e che soprattutto non dovrà rispondere del suo operato agli italiani, ha l’incarico di imporre agli italiani una manovra di almeno 400 miliardi di euro che si tradurrà nell’ulteriore impoverimento del ceto medio e nell’acutizzazione dei conflitti sociali. Sarà una manovra omicida ed irresponsabile di chi ritiene che pur di contenere l’indebitamento pubblico e conseguire il pareggio di bilancio sia assolutamente legittimo e doveroso imporre ai cittadini italiani che tutti i giorni si rimboccano le maniche e vivono con il sudore della propria fronte nuovi sacrifici. (…)

E lo chiamano sviluppo! Autostrada, nodo, maxistalla, mercato coperto, argini del Tevere, Monteluce, Ikea, inceneritore… Vecchie idee che non funzionano più

5 novembre 2011

A metterle tutte in fila, le grandi pensate degli amministratori locali, c’è da rabbrividire:  la trasformazione della E45 in autostrada (con annesso pedaggio); il nodo di Perugia (22km di strada che per collegare l’ospedale alla “regione” e “snellire il traffico” distruggerà per sempre aree agricole di pregio); la Maxistalla con annesso biodigestore indispensabile per salvare dal collasso le Opere Pie (piazzando l’impianto giusto a Santa Maria Rossa, epicentro di una zona già martoriata da residui zootecnici prodotti dagli impianti di Olmeto/Bettona); la trasformazione del mercato coperto in un mega centro commerciale (con s-vendita alla società privata “nuova Oberdan” dell’intero complesso e con lo scavo di una voragine a pochi metri dal Palazzo del Popolo); l’arginatura scriteriata del Tevere (con la conseguente urbanizzazione delle aree non più a rischio di esondazione, il tutto sembra fatto apposta per accontentare qualche imprenditore locale); l’operazione Monteluce (demolizioni terminate… ricostruzione quando?); l’operazione Ikea (con il discutibile scambio di terreni su cui indaga la magistratura, l’altrettanto discutibile aumento dei posti di lavoro e lo sbandierato arrivo di 2 milioni di clienti all’anno – e altrettante auto circolanti!); l’inceneritore rifiuti da costruire a tutti i costi anche se non ci dicono dove (con una raccolta differenziata che sembra fatta apposta per fallire); la demolizione dell’ex Tabacchificio di Ponte Valleceppi, oramai ex esempio di archeologia industriale (da rimpiazzare con le ennesime palazzine che rimarranno invendute). Il tutto infarcito da interventi “di contorno”, come le tante deroghe dal piano regolatore per rendere edificabili le aree agricole, rotonde che spuntano ovunque come funghi, (altri sette se ne attendono in via Pievaiola), distese di impianti fotovoltaici al posto dei campi coltivati, parcheggi al posto di antichi orti medievali, centrali termiche che bruceranno biomasse (o rifiuti?) a due passi dall’ospedale regionale, eventi “altamente culturali” come l’eurochocolate ecc…  Tali scelte, capaci di arricchire solo un limitato gruppo di imprenditori/speculatori, non sembrano portare grossi benefici ad una larga fetta di cittadini, sempre più poveri e costretti, in nome della crescita economica, a subire come inevitabili i tanti episodi di inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, la desertificazione di quartieri vecchi e nuovi ceduti  alla microcriminalità, un traffico automobilistico in continuo aumento e una vita sempre più difficile. La frenetica corsa al cemento per inseguire il miraggio dello sviluppo non funziona più: abitazioni e capannoni rimangono invenduti, gli ipermercati chiudono per mancanza di clienti (si veda la recente chiusura di ELDO, preceduta negli anni dalla chiusura di STANDA, COIN, UPIM) e le opere pubbliche sono ferme per mancanza di risorse e di idee della classe politica. E’ ora che i cittadini tornino a dire la loro per trovare nuove vie alternative ad un sistema che sembra essersi  esaurito. E’ ora che la politica si apra ad una reale partecipazione.

Movimento Perugia Civica

“Declassamento e sottoutilizzo della centrale a carbone di Bastardo”. Interrogazione di Sandra Monacelli al presidente della regione

15 settembre 2011

Sandra Monacelli

La centrale di Bastardo, oggi Pietro Vannucci, nasce nel 1958 come impianto a lignite (grazie alla presenza nel territorio circostante di importanti giacimenti) ed entra in funzione nel 1967 alimentata però ad olio combustibile sin dall’inizio; nel 1989-90 viene realizzata la riconversione a carbone che tutt’oggi alimenta l’impianto e che proviene dall’estero, trasportato via mare fino al porto di Ancona; fino al 31 dicembre 2009, la centrale ha avuto un elevatissimo fattore di utilizzo, essendo l’impianto considerato strategico dal GSE (gestore del servizio elettrico) sia per la collocazione geografica, sia per l’equilibrio energetico nelle reti di trasmissione; avendo ormai smaltito  i costi di ammortamento, esso risultava essere economicamente vantaggioso ed infatti la sua produzione era richiesta all’ENEL praticamente per l’intero anno; l’interrogante chiede: i motivi per cui il citato impianto è stato declassato e portato ad un bassissimo fattore di utilizzo, con un budget preventivo di circa un mese di funzionamento; in particolare il motivo che ha portato in data 26 febbraio 2011 a dichiarare l’impianto «riserva fredda» (termine tecnico usato per indicare che l’impianto è ritenuto escluso da qualsiasi possibilità di essere chiamato in servizio) e ciò proprio nel momento in cui, a causa della crisi libica che ha sospeso le forniture di combustibile verso il nostro Paese, si dovrebbe a maggior ragione puntare sulla diversificazione delle fonti energetiche; e quali siano le conseguenze in termini occupazionali e di indotto di una tale decisione.

Sandra Monacelli – consigliere regionale UDC

La realizzazione di un impianto di cogenerazione da biomasse esige la presenza di una fase partecipativa rivolta a tutta la cittadinanza

5 marzo 2011

di Cinzia Moriconi

Cinzia Moriconi

In questi giorni la comunità di Fratta Todina dimostra una notevole inquietudine per la decisione che l’Amministrazione Comunale dovrà assumere in merito all’autorizzazione o meno per la realizzazione di un impianto di cogenerazione da biomasse a combustibile oleaginoso da realizzarsi presso la zona industriale del capoluogo. Come Consigliere comunale, ma soprattutto  come semplice cittadino, ritengo che i nostri amministratori non possano prendere una decisione così  importante per lo sviluppo futuro della nostra comunità eludendo totalmente l’esigenza dei cittadini di essere informati e ledendo totalmente il loro diritto alla partecipazione e alla condivisione.

La presenza di una fase partecipativa rivolta a tutta la cittadinanza, in cui discutere l’opportunità o meno di inserire la struttura in oggetto nel nostro territorio comunale, è fondamentale per garantire democrazia, trasparenza e informazione ai cittadini.

Considerato per di più che già è stata attivata una raccolta firme contro l’impianto in questione, sarebbe doveroso che l’Amministrazione si adoperasse per garantire il diritto all’informazione della comunità, arginando così il rischio che sull’onda emotiva  e sulla sensibilità delle persone verso l’ambiente, la salute e la qualità della vita  si compiano facili strumentalizzazioni politiche. Per questa ragione chiedo con forza al Sindaco Pintori di provvedere all’organizzazione di un tavolo di confronto, aperto a tutta la cittadinanza, convocando la ditta proponente , i progettisti,  i tecnici dell’Arpa e del Comune in maniera tale da mettere la popolazione nella condizione di poter formulare agli esperti le proprie eventuali perplessità  e di prendere coscienza delle eventuali implicazioni, siano esse positive o negative, per potersi così pronunciare nel merito avendone preso coscienza. Invito pertanto tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, a sostenere l’opportunità di questo incontro, al fine di consentire la possibilità di un dibattitto completo e costruttivo nell’interesse di Fratta Todina e dei suoi cittadini.

Comitato difesa dei Cittadini, ancora perplessità sull’aumento del biglietto del trasporto pubblico

18 ottobre 2010

di Mary Mancinelli

Mary Mancinelli

Riporto la richiesta fatta dal Comitato per la Difesa dei Diritti dei Cittadini il quale prende posizione contro l’aumento del biglietto (TPL) a Perugia passato ad euro1,50 . Il comitato chiede come mai visto che l’aumento viene attribuito ai famosi tagli del Governo, il biglietto a Terni costa a tuttoggi 1,00 euro come pure a Spoleto e Foligno dove oltretutto il servizio è svolto da SSIT, società notoriamente in grosse difficoltà economiche. Sostiene inoltre, che l’ APM nel bilancio 2009 dichiara “attribuzione ai soci Comune e Provincia di Perugia di euro 2.000.000 di riserve ” La verità, continua a sostenere il Comitato, è probabilmente che non si sà come mantenere aperto il Minimetrò di Perugia per quanto riguarda l’anno 2.011, in considerazione dei seguenti motivi: il Comune di Perugia passa al Minimetrò circa 1 milione di euro al mese, cifra comprendente il contratto di servizio e le rate di mutui e swap 2.107.136 euro. La Regione versa a sua volta c.ca 500.000 euro mensili, comprensive di 5 milioni di sovvenzioni ed euro 905.025 come compensazione del biglietto unico. Probabilmente a causa dei tagli del Governo, dal prossimo anno sarà impossibile passare al Minimetrò la cifra di 1,5 milioni al mese, e per questo si è iniziato da subito alzare il prezzo del biglietto ed a gennaio a tagliare i servizi, senza considerare che, da quanto appreso sulla stampa, anche i privati ACAP e SULGA faranno altrettanto lasciando a piedi quelli delle frazioni limitrofe già da tempo penalizzati. Il comitato a tal proposito pone la domanda e vuol capire se è buon operato e come mai contano di più per l’amministrazione i 10 mila viaggiatori giornalieri del Minimetrò piuttosto che i 140 mila abitanti dell’intero comprensorio di Perugia. (Eros Panemi CDDC). Aggiungo che già dalla stracitata Legge 144/99 le spese ed i progetti (viabilità, mobilità sostenibile) veniva normata da costi/benefici, naturalmente di pubblico interesse e non di ristrette “cerchie” o/e questioni di visioni “Cesaree”, cui da anni si risponde ad ogni problematica cittadina con il mantra…”i soldi non ci sono perchè sono state fatte “grandi opere”. Or dunque, difficile constatare che tale affermazione in un paese civile non avrebbe avuto modo di esser pronunciata una seconda volta, crisi o non crisi, fù invece messa “in circolo” come fatto ineluttabile e di nessuna responsabilità attribuibile usata per rispondere a richieste che andavano per la messa in sicurezza di una scuola piuttosto che di illuminazione stradale, buche, autobus ecc e già in tempi non sospetti alla crisi. Ora riproposta in salsa Governo/crisi, ma proprio adesso emerge sempre più prepotente la questione di come mai non si diede priorità al rifacimento della FCU come metropolitana di superficie chiesta da sempre a gran voce la quale oltre che costare meno avrebbe prodotto  vantaggi certi e benefici  notevolmente  superiori al Minimetrò.