Una lunetta federiciana inedita, datata 1223 e raffigurante Federico II di Svevia che
riceve lo scettro gigliato dalla madre Costanza d’Altavilla, è stata scoperta da Carlo Bizzarri sul portale della chiesa di San Bartolomeo nel castello di Montecchio. Fatta oggetto di una pubblicazione a stampa, presentata questa mattina nella sala Fiume di palazzo Donini alla presenza del sindaco di Giano dell’Umbria Marcello Bioli, dell’Onorevole. Giampiero Giulietti, dell’assessore alla Cultura della Regione Fernanda Cecchini e del consigliere regionale Giacomo Leonelli, la scoperta rappresenta un fatto importante per il territorio e, soprattutto in virtù delle particolarità della rappresentazione, per la storia dell’Umbria. (more…)
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IL RITORNO DI BENEDETTO XVI SCATENA REAZIONI FURIBONDE, MA LA SUA E’ LA VERA VOCE DELLA CHIESA CHE TORNA A FARSI SENTIRE
21 Maggio 2017
Riceviamo e pubblichiamo
![[SCM]actwin,180,132,1024,839;23/07/2008 , 11.50.04](https://goodmorningumbria.files.wordpress.com/2017/05/bene.jpg?w=348&h=319)
Benedetto XVI
Il ritorno di Benedetto XVI (che forse non ha mai lasciato il papato): questa è la sensazione di molti cattolici. Sono bastati due suoi sorprendenti interventi per provocare la rabbia dell’attuale establishment bergogliano e – dall’altra parte – l’entusiasmo dei tanti credenti (smarriti e confusi) che ora riconoscono finalmente la voce del vero pastore. (more…)
DOMENICA, MALEDETTA DOMENICA, A QUANDO LE CHIESE NEI CENTRI COMMERCIALI?
9 Maggio 2017
NUOVA SOCIETA’: ANDATE…LA MESSA E’ FINITA
26 dicembre 2016La Chiesa, spalancando le sue porte, ha voluto facilitare l’ingresso di chi era fuori senza pensare che, così facendo, facilitava l’uscita di chi era dentro. Dobbiamo fare i conti con un drastico ridimensionamento del numero dei credenti, un vistoso calo delle vocazioni e, quel che è peggio, un indebolimento del senso religioso sostituito da un comune pensiero negativo, una viscida umidità che nella comunità sociale, credente o meno, oscilla tra il ridicolo ed il diabolico. In materia di fede i numeri hanno un’importanza relativa (è l’individuo, la persona che conta nel rapporto metafisico. (more…)
MULLER CONFERMA ANCORA UNA VOLTA CHE I PAPI SONO DUE E SONO ENTRAMBI IN CARICA. PER QUANTO ANCORA SI POTRA’ FAR FINTA DI NON CAPIRE? E PERCHE’ NON CHIARIRE COME STANNO LE COSE?
8 novembre 2016Nel mio articolo del 28 ottobre (che potete rileggere QUI ) segnalavo la clamorosa intervista del card. Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, alla Radio vaticana in lingua tedesca.
Un vaticanista (sebbene molto felpato e non molto ardimentoso), dovendo intervistare lo stesso cardinal Müller (QUI), è partito dalle stesse mie conclusioni. E scrive: “Sembra quindi di capire che anche per il cardinale Müller siamo di fronte, per usare le categorie a cui ha fatto ricorso tempo fa monsignor Georg Gänswein, a una sorta di «ministero comune», «collegiale» o «sinodale», all’interno del quale ognuno porta un contributo specifico”.
La sua prima domanda ripropone al cardinale proprio quelle sue dichiarazioni (che io avevo segnalato e rilanciato). (more…)
Todi: torna a suonare l’organo ottocentesco della SS. Annunziata
14 ottobre 2015Grazie alla particolare sensibilità del FAI e del Rotary Todi, l’antico organo di particolare pregio, che si trova all’interno della chiesa del Monastero della SS Annunziata a Todi, tornerà finalmente a suonare. Opera del celebrato organaro Angelo Morettini di Perugia, lo strumento risulta integro in ogni sua parte tanto che, dalla sua costruzione (datata 1835) ad oggi non risulta che sia mai stato toccato o manomesso da alcuno per manutenzione, restauro o riparazione. (more…)
Cannara: venerdì 2 ottobre incontro culturale presso la Chiesa di San Francesco
1 ottobre 2015Venerdì 2 ottobre alle ore 20:30 presso la Chiesa di San Francesco in Cannara si terrà un interessante incontro culturale sul tema: ‘Cannara, il Terz’Ordine e Cesare Sermei’.
L’Associazione ‘Orfini Numeister’ di Foligno ha recentemente pubblicato un libro di Elvio Lunghi e Paola Mercurelli Salari dedicato a Cesare Sermei, pittore umbro del Seicento autore della tela sovrastante l’altare maggiore della Chiesa di San Francesco in Cannara e raffigurante la vestizione di una Terziaria da parte del santo.
La pubblicazione ha offerto l’occasione per realizzare un incontro culturale che illustri sia la storia della Chiesa di San Francesco ed il ruolo svolto in relazione al Terz’Ordine Francescano locale, sia l’analisi tecnica del dipinto. (more…)
Una bellissima storia di donne. Sensibilità, intelligenza, lungimiranza, amore.
23 gennaio 2015Ma andiamo con ordine. Il luogo: San Francesco delle Donne (non a caso) chiesa ormai sconsacrata all’interno delle mura dell’antica città di Perugia, dedicata al Santo di Assisi ed eretta quando era ancora in vita nel posto da lui prescelto per ripararsi quando veniva a Perugia.. La più antica delle chiese francescane della città e tra le più antiche di Italia.
La chiesa, dal 1250, dai Francescani passò ad un convento di suore benedettine che ne modificarono l’aspetto originario e dalle quali mutuò il nome “delle Donne” (un nome, un destino). (more…)
APPELLO: Salviamo la Grande Bellezza del Natale 2014!
2 gennaio 2015Ancora per pochi giorni, fino all’Epifania, si potrà ammirare a Massa Martana un’opera d’arte che a pieno titolo può essere considerata la Grande Bellezza del Natale 2014, a livello nazionale.
Si, ancora per pochi giorni, perché è una istallazione artistica che al termine della mostra Presepi d’Italia verrà smantellata, a meno che non si trovano le risorse per renderla stabile nel tempo.
Trattasi di un’opera di assoluta bellezza, frutto di un’idea geniale del famoso pittore Lorenzo Fonda, il quale nella Chiesa di San Sebastiano presenta una pala d’altare di ben 7×3 metri raffigurante il presepe che, con una magia di colori e trasparenze, si armonizza mirabilmente con il Presepe in cartapesta ispirato ad un’opera del Perugino, già da anni in bella mostra nella chiesa.
Il risultato è un “insieme” artistico di rara bellezza che in questi giorni affascina le migliaia di turisti che arrivano a Massa Martana, da ogni regione, per visitare la Mostra Presepi d’Italia. (more…)
Mia madre Chiesa risolverà tutto
7 marzo 2014di Costanza Miriano
Credo che sia ormai ufficiale: non sarò mai una vaticanista. Ci sono realtà con cui uno deve fare i conti. Eppure era il mio sogno. D’altra parte anche atletica leggera l’ ho cominciata perché ero innamorata di Sara Simeoni, ma poi ho scoperto che l’asticella mi metteva l’ansia e mi tuffavo sul tappetone passandoci sotto. In compenso ero bravissima nel riscaldamento (ho ripiegato sul mezzofondo).
Volevo fare la vaticanista, ma sono troppo figlia della Chiesa per essere in grado di leggerne in filigrana movimenti interni, fila politiche, correnti. Aspetto con abbandono filiale le sue decisioni, e mi godo enormemente il privilegio di avere una madre tanto esperta,intelligente, prudente. Credo che la Chiesa raccolga le migliori intelligenze del nostro tempo, credo che credere affini il logos e scolpisca come con uno scalpello l’intelligenza dell’uomo. (more…)
PERUGIA, BRUTTURA EDILIZIA DISTRUGGE IL PAESAGGIO MEDIEVALE
21 febbraio 2014La monumentalità della perugina chiesa templare di san Bevignate (NELLA FOTO A SINISTRA), iniziata verso il 1256 e conclusa intorno al 1262, certifica l’importanza dell’insediamento dell’Ordine; dovuto probabilmente alla ricorrente presenza in città della Corte papale nella quale i dignitari dell’Ordine rivestivano rilevanti incarichi.
È una delle più importanti e affascinanti chiese templari d’Europa, ospita affreschi di notevole (more…)
Castel del Piano (PG), 8 dicembre: Dedicazione della Chiesa di San Pio da Pietrelcina
7 dicembre 2013di Floriana Lenti
“La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo” Mc 12, 1-12. Sono queste le Parole della Sacra Bibbia messe alla base della nuova Chiesa dedicata a San Pio da Pietrelcina che domani aprirà per la prima volta le porte alla tutta la (more…)
STRANA STORIA ITALIANA: DALL’ORATORIO ALLA DISCARICA
5 settembre 2013riceviamo e pubblichiamo
Un bel giorno di luglio 2007 mi apprestavo a rincasare nell’appartamento di via dei Priori 72. Nel percorrere l’adiacente via della Stella, la mia attenzione fu catturata (more…)
Cannara, non solo Infiorate, non solo Cipolla … sorpresa… c’è anche il Sacro Tugurio Francescano
27 giugno 2013Intervista di Francesco La Rosa
Ad un anno delle prossime elezioni comunali, proviamo a parlare con Giovanna Petrini, già sindaco di Cannara al secondo mandato e quindi non rieleggibile, per capire come è lo stato dell’arte del suo comune dopo 10 anni di sindacatura.
Non mi ricandido a nulla, questa politica mi ha stancata, non mi piace, e trovo giusto che ci siano solo due mandati, dovrebbero esserci anche per altri incarichi elettivi e istituzionali, a me e alla gente non piacciono i postifici a vita anche se lo ammetto, queste esperienze ti coinvolgono molto. (more…)
L’INFALLIBILE METODO TOGLIATTI UTILIZZATO CONTRO BERLUSCONI.
4 aprile 2013Non è cambiato nulla nel corso degli anni , gli insegnamenti di Togliatti sono penetrati nelle menti della sinistra e oggi come ieri si utilizza il suo insegnamento per distruggere il “nemico” . Ricordo bene , quasi a memoria , le lettere di Togliatti inviate alla classe operaia dove insegnava come attaccare la chiesa , renderla fragile e non affidabile , ( questo insegnamento non è mai stato dimenticato e tutt’oggi viene utilizzato). Oggi però gli insegnamenti del più perfido comunista Italiano sono risultati utili per fare lo stesso identico (more…)
Inaugurazione sabato 6 ottobre di opere d’arte sacra nella chiesa del Rosario di Agello
4 ottobre 2012Sarà inaugurato. presso la Chiesa della Madonna del Rosario di Agello nel comune di Magione. sabato 6 ottobre alle ore 16,30, alla presenza di autorità civili e religiose, il piccolo museo di arte sacra che conserverà le opere relative al progetto “Arte Sacra Contemporanea ad Agello – La Via Crucis di Giovanni Paolo II” realizzate ed offerte dagli artisti amici del (more…)
I TEMPLARI E LA CAPPELLA DI ROSSLYN
10 luglio 2012di Diego Antolini (www.thexplan.net)
Poche miglia a sud di Edimburgo, Scozia, si erge una delle cappelle medievali del XV sec. con piu’ decorazioni su pietra di tutta l’Europa. Gli enigmatici simboli delle incisioni di Rosslyn, in particolare il Green Man e la Colonna dell’Apprendista – continuano a suscitare un enorme interesse ancora oggi. La Cappella di Rosslyn e’ sata oggetto di numerose ricerche attraverso i secoli, e si pensa che possa contenere dei segreti a lungo perduti: l’Arca dell’Alleanza, la testa di Cristo mummificata, il Sacro Graal, una Madonna (more…)
Santa Maria dei Laici (o dei Bianchi), il “gioiellino” di Gubbio riapre le porte
13 aprile 2012Riaperta al pubblico la chiesetta di Santa Maria dei Laici, detta dei Bianchi, all’angolo tra via Piccardi e la ‘loggia dei tiratori’ in piazza Quaranta Martiri, domenica scorsa, otto aprile, in occasione della giornata di Pasqua. La riapertura, dopo la pausa invernale, è stata però solo una prova generale, date anche le condizioni meteorologiche non particolarmente favorevoli. La riapertura ufficiale della Chiesetta sarà invece posticipata all’ultimo fine settimana di aprile, in occasione dell’esposizione delle opere in ceramica a lustro del gualdese Paolo Rubboli (info su http://www.roccaflea.com ). La struttura sarà poi aperta tutti i fine settimana, dal giovedì alla domenica, più festivi, dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, ingresso a offerta di due euro, un euro il ridotto, entrambi daranno diritto alla riduzione sul biglietto per la visita del Palazzo del Bargello e del Museo Diocesano, in via Federico da Montefeltro, adiacente al Duomo.
La costruzione della chiesetta dei Laici risale alla seconda metà del XIV secolo, quando la Confraternita dei Bianchi ottenne della terra dal Comune e vi edificò la prima struttura, che nei secoli successivi ha subito diverse opere di ampliamento e restaurazione, come l’aggiunta dell’ospedale e della sacrestia, in particolare risalenti al barocco, fino ad oggi, passata sotto la gestione amministrativa della Associazione Onlus del Polo museale di Gualdo Tadino, Museo dell’Emigrazione Pietro Conti.
La Confraternita dei Bianchi, anche detta dei ‘Disciplinati’ o dei ‘Battuti Bianchi’ – per via della lunga tunica candida (“saccone”) con la croce porpora cucita sul petto, indossata dai consociati durante le riunioni e le opere di solidarietà e beneficienza rivolte alla comunità della ‘città di pietra’ – nasce a Bologna dal perugino Barcobini Fasani e ottiene poi riconoscimento ufficiale grazie alla bolla papale del 1399; a Gubbio viene fondata nel 1313 con uno statuto proprio sotto l’invocazione e la benedizione della Beata Vergine Maria. La costruzione è composta di due sale su due livelli, una cripta ipogea affrescata con pitture sulla Passione di Cristo e la sala dedicata al culto a livello stradale la cui peculiarità è la presenza di una sola navata. Verso la fine del VX secolo è stato innalzato il campanile a vela, per fare entrare maggior luce nella sala del culto. Ai lati del pulpito sono posizionati due conchiglioni azzurri con due finestrelle. Sotto di essi sono due dipinti del reatino Gherardi: una Natività a sinistra e a destra un’Adorazione dei Magi. La chiesa è decorata, tutt’intorno alle quattro pareti, cantoria inclusa, da una serie di dipinti ritraenti la storia della Vergine, tratti dai vangeli apocrifi e dalla Leggenda Aurea, che vanno dall’infanzia all’Assunzione in cielo, che si trova però – questa – al centro dell’arco trionfale tra navata e abside. Questi dipinti, in origine 31, ora rimasti solo 27, sono incorniciati da una composizione lignea dorata e suddivisi da circa 12 cariatidi, opera per di più dell’eugubino Felice Damiani. La maestosa e meravigliosa opera dell’Annunciazione di Federico Fiori, detto “il Barocci”, completata postuma dal cantianese Ventura Mazza, è posta su un altare innalzato sul lato sinistro della struttura e incorporato alle mura stesse ed è solo uno dei preziosi tesori contenuti in questo gioiellino di architettura, arte, storia della città di Gubbio, insieme a paramenti antichi decorati a mano e altre suppellettili religiose di alta qualità artigianale locale.
Agello di Magione, domenica 6 novembre riapre al culto la chiesa di San Donato
2 novembre 2011Riapre al culto domenica 6 novembre con una festosa cerimonia che avrà inizio alle ore 16 con la presenza dell’Arcivescovo di Perugia, monsignor Gualtiero Bassetti, del Ministro Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, Agnone padre Colaceli e del Sindaco di Magione Massimo Alunni Proietti, la Chiesa di San Donato in Agello, dichiarata con decreto della Soprintendenza dell’Umbria nel dicembre 2008 “edificio di interesse culturale per i suo profilo storico, ambientale ed architettonico oltre alle ricche decorazioni interne”. I lavori di restauro, diretti dall’architetto Cristina Passeri e dall’ingegnere Mauro Cruccolini, hanno interessato la parte interna dell’edificio e sono stati finanziati con i fondi messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana e con le offerte degli abitanti di Agello. Sono in corso delle pratiche per ottenere un contributo da parte della Soprintendenza. Nel 2006 l’allora parroco Giuliano Governatori, prematuramente scomparso, aveva iniziato le pratiche burocratiche per accedere ai fondi previsti attività proseguita dal nuovo parroco, padre Francesco Ciaffoloni, che ha completato l’iter permettendo l’inizio del restauro e seguendo personalmente i lavori. Alcuni artigiani e volontari di Agello hanno risistemato le parti in legno della chiesa (porte, panche e l’antico ambone), mentre il restauratore Nicola Panichi ha provveduto ai lavori di tinteggiatura e di sistemazione degli affreschi sotto il vigile controllo della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria.
Dopo i lavori di restauro interni rimane da sistemare il sagrato e la piazza circostante, questa parte di lavori verranno eseguiti entro i primi mesi del prossimo anno sulla base dell’accordo tra la Parrocchia di Agello ed il Comune di Magione; la Croce posta sul sagrato verrà restaurata e riposizionata su un nuovo piedistallo a cura della Pro Loco e della famiglia Prelati Ruggero. La Chiesa di San Donato, eretta fuori del paese, ha un notevole valore storico ed artistico. Il suo impianto originario è certamente precedente al 1115 come si può dedurre in un documento dell’8 febbraio di quest’anno in cui Papa Pasquale II, nel confermare “all’Abate del Monastero di San Pietro di Perugia i beni, i privilegi e le chiese già concessi ai suoi antecessori”, cita la chiesa di San Donato unitamente a ciò che il Monastero possedeva in Agello S.Donato rimane sotto la giurisdizione del Monastero fino al 1859, anno in cui fu ingrandita e restaurata dal Santini. Da quella data, fino al secondo dopoguerra, è sede di una delle due parrocchie del paese con un proprio parroco nominato dalla Diocesi di Perugia. Per gli abitanti di Agello, colpiti anche dal terremoto del dicembre del 2009, la riapertura al culto della chiesa rappresenta un momento di grande festa anche in preparazione alle Feste Giubilari del S.S. Crocifisso che si terranno nel mese di giugno 2012.
MAGIONE: Rubata una delle tele del Santuario delle Fontanelle
27 settembre 2011Rubato uno dei dipinti del Santuario della Madonna delle Fontanelle in località Montecolognola a Magione. La scoperta del furto è avvenuta questa mattina durante un sopralluogo, richiesto dall’assessore alla cultura del Comune Giacomo Chiodini, per una verifica dello stato di conservazione di alcuni monumenti del territorio. Il gruppo di lavoro, costituito da Roberto Minelli, della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria; Giovanna Bacoccoli, della Soprintendenza Archeologica; don Augusto dell’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve; Stefano Picciafuoco, Comitato per Montecolognola, dopo aver effettuato il sopralluogo alla chiesa di Montecolognola, pregevole edificio che conserva al suo interno affreschi di Gerardo Dottori in gravi condizioni di degrado a causa di infiltrazioni provenienti dal tetto; ha proseguito, senza l’assessore Chiodini, il giro per l’accertamento dello stato di conservazione di alcuni monumenti del territorio comunale, raggiungendo la seconda tappa della visita: il Santuario delle Fontanelle. La porta, con evidenti segni di scasso, ha subito allertato gli studiosi che, entrati nell’edificio, hanno visto che uno dei due grandi dipinti, realizzati nel Settecento ai lati dell’altare e incorniciati da una ricca edicola di stucco, era stato tagliato e rubato. Il giro di ricognizione, che doveva toccare anche Collesanto ed Agello, dove altri edifici religiosi necessitano di interventi, è stato quindi interrotto ed i presenti si sono recati presso la locale stazione dei carabinieri per sporgere denuncia.
Il santuario, edificato nel Cinquecento, in un luogo di grande suggestione, è stato sempre oggetto di grande culto. Come altri edifici del Comune anche questo necessita di lavori di restauro, da qui le ricognizioni volute dall’Assessore Chiodini di cui la prima, effettuata nel mese di marzo di quest’anno, aveva visto la presenza dell’allora soprintendente Vittoria Garibaldi.
«Il furto del dipinto – fa sapere l’assessore Giacomo Chiodini – rappresenta una gravissima perdita per il patrimonio artistico del nostro territorio e conferma la necessità di una maggiore tutela non solo per quanto riguarda la manutenzione ma, anche, per la sua sicurezza».
MARIA ROSI, LE ISTITUZIONI E LA CHIESA VOGLIONO STARE A FIANCO DEI GIOVANI”
23 settembre 2011“Plaudo al ritorno il ritorno della ‘Missione Giovani’ annunciata ieri da Monsignor Bassetti a dimostrazione che Perugia può essere anche una città piena di gioventù che non pensa solo a ‘sballarsi’”. Così il consigliere regionale del Pdl, Maria Rosi, che sottolinea come “in questo momento di grande crisi non solo economica, ma soprattutto di valori è importante che i giovani vedano che le istituzioni e la Chiesa vogliono stare al loro fianco senza giudicarli. Tutti i giorni – aggiunge Rosi – le pagine dei giornali sono piene di racconti di droga legati alla nostra città (guerre tra bande, ragazzi morti per overdose) e proprio per questo è importante mostrare che ci può essere un alternativa, se tutti ci impegniamo , al modello distruttivo”. “Mostriamo ai nostri giovani che si può essere anche più sereni – sottolinea Maria Rosi – se si sceglie di essere ‘sani’: proponiamogli un modello di vita alternativo a quello dell’auto-distruzione. Il disagio giovanile – conclude – in parte è frutto anche dal distacco del mondo adulto da loro. E proprio per questo è importante che le istituzioni, le famiglie e la chiesa tornino a dialogare con loro con il loro linguaggio: la vita è un dono, e va tutelata, non distrutta”
SPELLO: visite guidate gratuite all’ex abbazia di San Silvestro a Collepino e nella chiesa del complesso di Santa Maria di Vallegloria
21 settembre 2011Sabato 24 settembre alle ore 16.30 è in programma una visita guidata all’ex abbazia di San Silvestro a Collepino, l’edificio cristiano dell’ XI secolo più antico di Spello. Si proseguirà alle 17.30 con il concerto dell’Ensemble vocale Kamenes inCanto che eseguirà un repertorio di canti sacri.
Domenica 25 settembre alle 16.30 è in programma una visita storico-artistica tra i tesori della chiesa trecentesca di Santa Maria Vallegloria, di recente riaperta al culto, e al complesso monastico.
“Invito a prendere parte ai due appuntamenti – dichiara l’assessore alla cultura Liana Tili – perché spellani e non avranno l’occasione unica di visitare tesori d’arte per lo più sconosciuti, i cui contenuti sono frutto di recenti studi confluiti in pubblicazioni curate appositamente dal Comune di Spello. Mi auguro – aggiunge l’assessore Liana Tili – che la partecipazione agli eventi in
programma, sia numerosa e raccolga bambini, giovani e adulti, spinti dalla curiosità e il piacere di conoscere la storia della nostra città, attraverso l’esperienza diretta sui beni culturali recuperati, scrigni delle radici sociali, politiche ed artistiche del passato giunti fino ai nostri giorni come testimonianza del tempo trascorso”. L’evento è stato realizzato con la collaborazione della Comunità delle Piccole Sorelle di Maria dell’Eremo della Trasfigurazione, la Comunità delle Clarisse di Santa Maria di Vallegloria di Spello e il Sistema Museo.
Sanitopoli umbra: dalle pressioni per assunzioni ed appalti, alle esenzioni Ici, una voragine senza fine.
9 settembre 2011NOTA DEL PARTITO RADICALE
Il clamoroso scoop pubblicato oggi da alcuni quotidiani umbri conferma nero su bianco quello che tutti sanno ma che nessuno ha avuto il coraggio di denunciare. Un sistema di potere fatto di raccomandazioni, favori a parenti, amici e ad amici di amici descritto in files che gli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri sequestrarono a casa di Sandra Santoni, capo di gabinetto dell’ex governatrice dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, nel settembre dello scorso anno.
Sta alla magistratura accertare l’eventuale responsabilità penale del contenuto dei files. Ci limitiamo a sottolineare, ancora una volta, come il sistema di potere ecclesiastico non abbia limiti di decenza: le raccomandazioni per i propri protetti si aggiungono a quel sistema che i Radicali, in solitudine, stanno denunciando da molti anni e ultimamente anche nelle iniziative sulla manovra economica in Parlamento
La Chiesa non si limita solo alla gestione di un miliardo di euro l’anno grazie all’ 8 per mille, spesi soprattutto per pagare gli stipendi ai sacerdoti, costruire nuove chiese, finanziare i Tribunali della Sacra Rota, nonché le varie iniziative politico-culturali della Conferenza episcopale e la galassia di associazioni protagoniste della guerra al referendum sulla Legge 40 e contro Welby ed Englaro. No, il sistema è anche quello dell’esenzione dell’Ici per le attività commerciali del Vaticano o, come nel caso umbro, del finanziamento pubblico degli oratori parrocchiali.
Una voragine senza fine, di cui le “segnalazioni” sono solo apice di un sistema consolidato.
Liliana Chiaramello – Andrea Maori (Partito Radicale)
Nota di redazione:
I RADICALI PUNTANO IL DITO SULLA CHIESA
Francamente sembra poco credibile che la voragine finanziaria che stiamo toccando con mano sia responsabilità della Chiesa, forse è più giusto pensare invece ai decenni di mala amministrazione locale e nazionale che ha consentito un autentico assalto alla diligenza con la compiacenza di chi aveva la responsabilità dei controlli.
Commento di Maria Rosi – consigliere regionale PDL
La Chiesa ha tutto il diritto di chiedere aiuti e finanziamenti per proseguire con successo la sua missione di aiutare i più deboli, ma ovviamente è responsabilità della politica capire se si può dare con la massima trasparenza e legalità. Si ha netta la sensazione che l’attacco alla Chiesa sia solo un misero tentativo di disinformazione per tentare di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dal malaffare ormai diventato consuetudine, consolidato in 70 anni e di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità politica.
“La Pompei del centro-Italia”: Carsulae
17 gennaio 2011di Francesca Romana Plebani
Le rovine dell’antica Carsulae romana (Comune di Terni e Sangemini[1]) sono ubicate lungo l’originario ramo occidentale della Via Flaminia, asse viario di fondamentale importanza che permetteva la comunicazione tra Roma e le zone alto-adriatiche.
Va premesso che il territorio del ternano entrò nell’orbita d’interesse di Roma quando questa, nella seconda metà del IV sec a.C., pianificò la conquista dell’Italia centro – orientale. A seguito della battaglia di Sentino (295 a.C.) e grazie all’azione militare di M. Curio Dentato, avvenne la definitiva occupazione della zona, la quale fu rafforzata dalla fondazione di alcune colonie e dall’apertura della Via Flaminia. La romanizzazione di queste aree comportò, dunque, una più razionale organizzazione del territorio attraverso pianificati ed intensi interventi di urbanizzazione: Carsulae, colonia romana fondata successivamente al 220 a.C. (apertura della via Flaminia), ne costituisce uno tra i più tangibili segni.
Le rovine di questa città antica furono descritte e identificate fin dal XVII secolo. Tuttavia, soltanto le campagne di scavo svoltesi tra il 1951 e il 1972 hanno permesso di riportare alla luce buona parte del foro, il teatro e l’anfiteatro, un lungo tratto della Via Flaminia[2] e alcune tombe monumentali.
La città occupa un’area di oltre 20 ettari, di cui con immediata evidenza salta agli occhi la favorevole e strategica posizione geografica: protetta ad est dalle pendici del poggio Chicchirichi, propaggine meridionale dei vicini e visibili Monti Martani, si estende su un pianoro appena ondulato, con direzioni aperte ad ovest, a nord e a sud, dominando la vallata del torrente Naia, immissario del Tevere. Rispetto all’originario nucleo insediativo di fine III sec. a.C., s’ingrandì successivamente non solo per la sua posizione privilegiata lungo la via Flaminia, ma anche per la bellezza del luogo, di cui ne rimane memoria nelle parole di Tacito[3] e di Plinio il Giovane[4].
La via Flaminia, attraversando la città in senso nord-sud, coincide con il cardo maximus della città. Il tratto urbano della strada è pavimentato con basoli e, all’altezza dell’ingresso al foro, incrocia il decumanus maximus, altro fondamentale asse viario, che, con orientamento est-ovest, conduce agli edifici di spettacolo.
Divenuta municipium e iscritta alla tribù Clustumina, Carsulae viene menzionata da Strabone (Geogr. V, 2, 10) tra i centri più importanti lungo la strada consolare. Tacito (Hist. III, 60), rivela che il sito venne scelto da Vespasiano per accamparvi, durante l’inverno dell’anno 69 d. C., le sue truppe in marcia verso Roma alla conquista del soglio imperiale, in considerazione sia alla possibilità di recuperare rifornimenti dai fiorenti municipi vicini, e in virtù della sua posizione strategica, posta di fronte alle truppe fedeli a Vitellio, acquartierate a Narni. Si devono a Plinio il Vecchio (Nat. Hist. XVII, 213) le notizie circa il terreno locale, particolarmente adatto alla coltivazione della vite, mentre è Plinio il Giovane (Ep. I, 4) a testimoniare la presenza nel territorio carsulano di parte della proprietà della sua ricca suocera, Pompea Celerina.
La città conobbe il momento di massimo splendore tra il I ed il II sec. d.C., periodo a cui è riferibile la maggior parte degli edifici pubblici finora rinvenuti. Nulla resta del nucleo insediativo originario, formatosi probabilmente già nel corso del III sec. a.C., poco dopo la costruzione della strada.
Carsulae fu abbandonata in seguito ad un grave evento tellurico, collocabile ragionevolmente intorno al IV sec. d.C., evento che si rivelò catastrofico poiché, oltre ad abbattere numerosi edifici, comportò il collasso di alcune delle doline carsiche sopra le quali erano stati costruiti i principali edifici pubblici. Il cataclisma fu con tutta probabilità il colpo di grazia per la città, che già impoverita dallo spostamento ad est della Via Flaminia e dalla sua posizione che la rese successivamente esposta alle invasioni barbariche, finì per ridursi l’ombra delle sue antiche vestigia.
Nel medioevo, fu abitata soltanto da una comunità benedettina, raccoltasi intorno alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano[5], che non a caso, fu edificata con materiali di rimpiego, su di un edificio romano nei pressi del foro.
Nel corso del 1500 iniziarono i primi scavi ad opera dei Conti Cesi, fra cui Federico, fondatore nel 1602 della prestigiosa Accademia dei Lincei.
Complice la luce di queste assolate giornate di metà gennaio, lo splendido panorama, incorniciato da un terso cielo azzurro, il Parco archeologico di Carsulae, oltre al suo inestimabile valore culturale, assume i contorni di una preziosa oasi di bellezza nel territorio dell’Umbria meridionale.
Approfondimenti: Il Centro Visita e Documentazione “Umberto Ciotti”, realizzato grazie alla collaborazione tra il Comune di Terni e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, sorge a sud dell’area archeologica, in posizione rialzata rispetto agli scavi, e funge da porta d’ingresso alla città romana e da punto di accoglienza, informazione ed orientamento per i visitatori. Al suo interno ci sono la biglietteria, un bookshop, un angolo giochi per bambini, la sala di studio “Cinzia Perissinotto” sul territorio della bassa Umbria ed un’aula didattica. Nelle due sale superiori e nella galleria centrale è allestita un’esposizione permanente di reperti, rinvenuti durante gli scavi condotti fra il 1951 e il 1972, che si riappropriano del loro contesto originario dopo esserne stati allontanati per motivi logistici e di sicurezza.
http://carsulae.it/home.php?lang=ita
http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_1027&curcol=sea_cd-AIAC_3104
[1] Carsulae si raggiunge facilmente dalla Villa di Monte Solare percorrendo la E45 in direzione Terni e, superata Acquasparta, uscendo a Sangemini.
[2] Partendo da sud e seguendo quest’antica via consolare si intravedono le terme, attualmente ancora interrate, ma di cui si conoscono la struttura e l’esistenza di pavimenti a mosaico.
[3]Tacito, Hist., III, 60. “I capi del partito, giunti a Carsulae, si prendono pochi giorni di riposo […] . La località stessa del campo era assai piacevole: la vista era molto ampia, assicurati i rifornimenti per le truppe, avevano alle spalle municipi estremamente fiorenti […].
[4] Ep. I, 4.
[5] La venerazione di questi due santi sarebbe da porsi in relazione con il culto dei Dioscuri, largamente diffusosi in Umbria in età medio-repubblicana, e che a Carsuale sembrerebbe trovare la sua sede presso i templi gemelli – di età augustea – siti nei pressi del foro, e a breve distanza dalla chiesa stessa. Il culto dei gemelli divini, infatti, potrebbe essersi tradotto nella devozione, a partire dal VI sec. d.C., dei santi Cosma e Damiano, gemelli medici martirizzati tramite decapitazione nel 300 d.C.
Spiritualità, la chiesa di Santa Maria Assunta in Strettura
5 gennaio 2011Strettura prese il nome dalla comunità rurale sorta nello stretto fondovalle dove c’era la strada romana che da Terni giungeva a Spoleto. In epoca medievale fu feudo della nobile famiglia Scelli.
La Chiesa Parrocchiale è stata costruita sotto lo Stato Pontificio e portata al termine sul finire del XVIII,nell’anno 1791 e dal 2007 ci sono tre parroci indiani, don Siby, don Roy, don Elvis.
E’ di forma rettangolare in stile neoclassico ed entrando in Chiesa troviamo un’acquasantiera in marmo con in basso lo stemma della famiglia Pini, sopra gli altari vi sono pitture ad olio su tela di autori secondari ma ben dipinti del sec.XVIII .rilevanti le statue, tra cui quella di SANT’ANTONIO ABATE in legno di quercia intagliato del sec.XVII, il santo, patrono degli animali, viene festeggiato ogni anno la prima domenica dopo il 17 gennaio con la benedizione degli animali delle fattorie vicine.
La grande tela dell’altare maggiore raffigura MARIA ASSUNTA, S. GIOVANNI EVANGELISTA S.PIETRO e due Apostoli.
Sulla base del Sarcofago la firma:Vincenzo Angeli 1791. La chiesa Parrocchiale di Strettura anche se non antichissima è una delle più belle nel preappennino compreso tra Spoleto e Terni.
Foligno, i direttori di albergo umbri eleggono il nuovo consiglio ADA
18 dicembre 2010Lunedi 13 dicembre all’Hotel Italia di Foligno si sono riuniti i direttori di albergo umbri per
eleggere il nuovo consiglio direttivo regionale all’interno dell’ADA associazione nazionale direttori d’albergo , sono risultati eletti : Presidente Angelo Felice dell’hotel Fontecesia di Todi, Vicepresidente Cinzia Rosati dell’hotel Beniamino Ubaldi di Gubbio, Segretario Umberto Generosi della Residenza Palazzo Grande di Corciano, tesoriere Claudia Bellachioma dell’hotel Relais dell’Olmo , revisore dei conti Stefano Chiesa direttore dell’hotel Brufani di Perugia.
Crollata la volta della chiesa di S. Giacomo di Spoleto
23 novembre 2010Non si segnalano danni alle persone. L’evento capitato durante i lavori di manutenzione e restauro della chiesa situata al centro della omonima frazione. I vigili del fuoco sono prontamente intervenuti per transennare la zona interessata e metterla in sicurezza. Non si conoscono ancora le cause del crollo, anche se si sospetta un’infiltrazione d’acqua dovuta alle copiose piogge che hanno investito negli ultimi giorni il territorio spoletino.
La chiesa di San Giacomo, risale al XIII secolo ed è famosa in tutto il mondo per ospitare gli affreschi di Giovanni di Pietro detto “Lo spagna”, inizialmente collegata ad una struttura medievale antecedente al 1290 è stata ristrutturata ed ampliata nel 1568 dal parroco San Felice Mansueto da Cascia, che ha fatto aggiungere le due navate laterali.
Crocifisso o compromessi sulle questioni religiose?
27 novembre 2009
Per esortare alla riflessione, nei precedenti articoli, sul tema della secolarizzazione, sono stati affrontati alcuni argomenti che hanno posto alcuni interrogativi sulla religione oggi.
Pertanto si è ritenuto opportuno partire e soffermarsi sull’importante tema riguardante il progresso della scienza, argomento di grande rilievo culturale e sociale per l’essere umano, perché essendo la scienza il risultato di un rigoroso sillogismo scientifico ci ha beneficiati di tanta tecnologia e progresso, a tal punto da dominare la nostra vita su tutti i fronti, plagiando così il nostro “modus vivendi” ci ha resi meno propensi ad accettare le cose che non possono essere provate e dimostrate.
Ad un secondo livello è stato affrontato il tema della secolarizzazione, osservando la questione dei bisogni materiali prodotti dalla società confrontandosi con i precetti divulgati dalla Chiesa volti a sostenere un benessere spirituale.
Ora, questi fenomeni sociali, caratterizzano a tal punto la nostra esistenza allontanandoci da temi tradizionalmente forti, carichi di significato e di valori culturali, lasciando alla morale laica ampio spazio per la determinazione delle regole comportamentali.
Infatti, con la nascita dell’Unione Europea, che si compone di ben 27 stati membri, si assiste al grande fenomeno dell’immigrazione. È la nascita di una nuova società che racchiude in sé i suoi pregi e i suoi difetti; e che se analizzato da un punto di vista puramente umano, è da attribuire grande pregio a tale fenomeno sociale, perché ci rende cittadini del mondo generati da un unico Dio. Un Dio che ci vede uguali, che non ci giudica per le nostre differenze cultuali e di razza, è un Dio che ci esorta all’integrazione attraverso il recupero e l’elogio della nostra identità storica, culturale e religiosa. Egli non ci giudica! Anzi, la loro libera manifestazione è sinonimo di grazia divina, quindi amore e rispetto per il prossimo. Purtroppo, sovente la poca mancanza di morale, rende gli uomini ciechi, incapaci di difendere se stessi facendosi travolgere da correnti che non fanno altro che aggravare il senso di grande vuoto.
In tal senso la scarsa morale può favorire il nascere di azioni discriminatorie, si finisce col giungere a compromessi, anche da parte di istituzioni laiche, su questioni puramente religiose, portando come soluzione dei conflitti religiosi ad una diluizione dei principi e dei riti religiosi, in modo da non offendere la parti in causa. È questo il caso del non poco discusso tema del “crocifisso” nelle aule scolastiche del nostro paese, ritenuto dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, una “violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro culture e credo religioso”. Ma nel caso specifico sarà questa la strada volta al dialogo e al confronto tra gente di cultura e di religione diversa? Sarà questa la strada che porrà l’equità religiosa tra le due parti in causa? Non è offuscando la propria cultura, la propria religione che si enfatizza il valore della non discriminazione sociale a favore dell’uguaglianza come aspetto supremo della dignità umana. È proprio attraverso il recupero e la manifestazione della propria identità storica, culturale, spirituale che si crea rispetto, integrazione, scambio. Perché laddove vige l’assenza di morale, di etica e sacralità, proprio lì vive il vuoto.
Ogni popolo, ogni cultura deve rendere atto della propria sacralità nel rispetto e nell’accettazione dell’altra. È bene ricordare, come afferma l’Osservatore Romano, che “il crocifisso tra tutti i simboli quotidianamente percepiti dai giovani è quello che più rappresenta una grande tradizione, non solo religiosa”.
È questo nel corso della storia un punto di riferimento incrollabile volto a simboleggiare la libertà e la dignità di ogni uomo.
La Coppa della Rosa, simbolo del Sacro Graal
21 novembre 2009di Rossella Cau – studiosa di scienze esoteriche
Non si può ricevere in dono una rosa, senza leggere nel suo colore l’intenzione di chi la offre. Non si può vederla senza pensare alla perfezione ed alla magnificenza della Natura, e magari alla vita e alla morte. Anche inconsciamente, nelle nostre menti si accumulano simbolismi e significati: per esempio, rosa bianca amore puro spirituale, rosa rossa amore passionale.
Nell’esoterismo occidentale questo splendido fiore rappresenta, in primo luogo, l’archetipo della Madre Cosmica, significato che in Oriente è indicato dal loto. Infatti, studiando la sua struttura e la conseguente raffigurazione grafica, vediamo che la corolla della rosa da un centro si allarga, espandendosi verso l’esterno in una gloria di numerosi petali. Ci vuole poca fantasia, per ravvisarvi l’emblema della Creazione stessa: della Madre (Mater-ia) fecondata dal Padre (profumo = essenza) che fiorisce e si espande in innumerevoli forme, frutto ed espressione della perfezione di quest’Unione, il Figlio, Figlio, Figlio, amoroso Giglio piange la Vergine Addolorata in Iacopone da Todi. Sempre ritorna il simbolo del fiore, questa volta il Giglio, in relazione con il Figlio. Ma nel Figlio i significati di Morte e Resurrezione, di Creazione e Rigenerazione sono indissolubili, poiché sono i cicli stessi dell’Evoluzione, in cui inevitabilmente uno segue l’altro all’infinito. E allora il “Calice” della Rosa diventa, in relazione al piano umano, la “Coppa”, il Sacro Graal , che raccoglie il Sangue del Signore, versato per salvare l’uomo e per riportarlo al suo ruolo di figlio di Dio. Ma, sul livello cosmico, la Coppa richiama alla mente sempre la Madre che accoglie lo Spirito Divino e che genera. Sotto quest’accezione, l’iconografia ecclesiastica ha fatto della rosa, regina dei fiori, il simbolo della Regina Celeste, Maria, della sua verginità e del suo essere tramite privilegiato di salvazione. Nella raffigurazione grafica della rosa esiste però anche un altro elemento estremamente importante: è il cerchio che racchiude la moltitudine dei petali e che ne conferma l’appartenenza all’Uno. Il fiore arriva così a rappresentare la Trinità stessa, l’Uno e il Trino. La rosa come simbolo di iniziazione e rigenerazione spirituale è stata usata da moltissime correnti spirituali. In alchimia una rosa bianca ed una rossa indicano il sistema della dualità, mentre la rosa a cinque petali messa al centro di una croce, che rappresenta i quattro elementi, è il simbolo della Quintessenza ( quinta essenza), ovvero lo Spirito. Un simbolo rosacrociano raffigura cinque rose (il cinque è il numero dell’uomo) una al centro della croce, il Sacro Cuore di Gesù Cristo, ed una su ogni braccio. Le rose della manifestazione salgono sulla croce, le prove della vita, nella loro ricerca spirituale. Anche la Massoneria utilizza simbolicamente la rosa durante lo svolgimento di diversi riti, come, ad esempio, in occasione dei funerali di un “fratello” vengono gettate nella sua tomba tre rose, dette le “rose di S. Giovanni”, che significano Luce Amore Vita. La rosa viene raffigurata con un numero variabile di petali, secondo cui cambia il significato del simbolo. Nel Rosone, elemento architettonico in pietra traforata o in vetro colorato delle Chiese cristiane medioevali, sono presenti tutti i significati di cui abbiamo già parlato. Innegabile la somiglianza con i Mandala della tradizione simbolica tibetana, che può far pensare che queste grafiche archetipiche facciano parte dell’inconscio collettivo dell’Umanità. A questo proposito Jung aveva osservato nei suoi studi su patologie psichiche come i pazienti in via di guarigione tendono a disegnare istintivamente figure assimilabili ai mandala, come a simboleggiare l’integrazione armonica nell’unità della personalità di parti prima dissociate. Nella sua rappresentazione di ricerca interiore, di viaggio iniziatico, il rosone è posizionato nelle Cattedrali medioevali sulla facciata sopra l’ingresso, come punto di raccordo fra il sacro e il profano, ad indicare il punto di partenza della coscienza umana che, entrando nella casa di Dio, volge le spalle al mondo materiale guardando al punto di arrivo, l’altare, dove avverrà il ricongiungimento col Divino, del Figlio col Padre.
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La Chiesa e la società contemporanea
21 novembre 2009
di Anita D’Alessandro
Gli ultimi duecento anni di storia della Chiesa Cattolica sono caratterizzati da cambiamenti epocali per la storia dell’umanità in relazione ai cambiamenti sociali. Già con l’enciclica “ Rerum Novarum” di Papa Leone XIII (1878–1903), definito il papa più “Ardito”, si assiste alla costituzione di fondamenti rivolti a garantire e sostenere soluzioni su questioni di ordine sociale.
È l’alba di un nuovo cammino. La prosecuzione di tale cammino si va compiendo con fermezza e animo pastorale, alla fine del secondo conflitto mondiale con Pio XII seguito da Giovanni XXIII, Paolo VI, Papa Luciani, Giovanni Paolo II per arrivare ad oggi a Sua Santità Benedetto XVI che propone l’inserimento dei riti cattolici, come la Santa Messa celebrata in lingua latina. In relazione alla perdita dei valori sociali la dottrina millenaria della Chiesa, si posiziona alla base di un insegnamento ecclesiastico, proponendosi come strumento sempre valido e legittimo della comunione ecclesiale e come sostegno agli sforzi ecumenici, tesi a mostrare, con esattezza, il contenuto e l’armoniosa coerenza della fede cattolica. Pertanto la chiesa si è fatta portavoce e protagonista di radicali cambiamenti interni evolvendo in tal senso le sue strutture, i suoi metodi, il proprio adeguamento alla società in movimento. Il principio fondamentale che ha guidato in questi ultimi tempi tale evoluzione, è stato quello di avvicinare le masse e dialogare con loro, per risanare i danni, le brutalità e gli orrori, e che di fronte a tutto ciò gli uomini appaiono sconcertati, incapaci di trovare gli strumenti per ritrovare il loro equilibrio spirituale. Senza contare gli orrori che tuttora sono presenti nella società contemporanea ove popoli sono ancora dilaniati dalla guerra, dalla fame, dalla carestia: in una parola dal “male” che tanta parte ha nella radice dell’uomo. Per far fronte a tutto ciò la Chiesa è divenuta, come è stato detto, la Chiesa del miracolo: il dialogo porta alla comprensione, il dialogo porta alla pace, alla fine delle disuguaglianze di fatto ancora esistenti, alla condanna del razzismo, del colonialismo, della intolleranza. Si è portata vicino alle masse, ha ripreso la evangelizzazione di queste, ha ricominciato un nuovo apostolato sui principi che meglio potevano e possono adeguarsi alle trasformazioni sociali in atto. Specie dinanzi alla rivolta, alla protesta indiscriminata che quasi sempre finisce con la violenza, allo sfruttamento che uomini fanno a scapito di altri uomini, tutta l’organizzazione ecclesiale ha compiuto un movimento che, andando verso il popolo, ha posto e pone ogni sforzo, ogni suo mezzo per avvicinare, portando al confronto con Essa.
Malgrado ciò, oggi la società si aspetta dalla Chiesa ciò che vorrebbe sentirsi dire. Per cui, nell’immaginario collettivo, si cerca una Chiesa che trasformi i suoi veri fini, la sua vera missione, a favore di desideri da sembrare tanto insulsi ma che, se esauditi, potrebbero accrescere lo smarrimento dovuto alla perdita di valori e punti di riferimento, ritenuti questi ultimi invece dalla Chiesa, linfa vitale per la società. Si deve iniziare ad osservare e non a puntare il dito sull’operato della Chiesa, che da sempre ha presente che naturalmente emergono, in una società in evoluzione, problemi sociali. A fronte di ciò la Chiesa propone comportamenti risolutivi affinché possano illuminarci nell’affrontare le emergenze del nostro tempo. È dovere fondamentale il ricordare come nei millenni la Chiesa abbia sempre operato in nome della carità, dell’amore e della giustizia per il prossimo. Alla società di oggi che, si è profondamente trasformata, occorre dare risposte a sostegno della morale e dell’etica per il bene di tutti.
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Clausura, “Stare per Comprendere”
16 novembre 2009Conversazione con Chiara Cristiana, Reverenda Madre Abbadessa del Monastero della Trinità S. Girolamo di Gubbio.
di Francesco La Rosa
E’ una conversazione nata nel rigoroso rispetto delle regole e della persona, che però accetta di raccontarsi e raccontare la vita e le scelte di una suora di clausura, una sorella che ha scelto di donare il cuore a Dio.
Una grata di ferro ci divide ma la serenità del luogo e di Chiara Cristiana mi aiutano molto una conversazione animata da grande rispetto e profonda ammirazione.
Madre, cosa spinge una giovane ad accettare le severe regole della clausura?
Forse è più facile parlare in prima persona: per me prima di tutto è stato un incontro molto personale con Dio, come con una persona che diventa sempre più importante nella tua vita. Poi c’è stato un incontro con una Clarissa, il riconoscere in lei una persona “normale”, con le mie stesse attese e con il desiderio di andare in profondità nella vita, di non fermarsi alla superficialità delle cose.
Fin da ragazza ho fatto volontariato, ero sensibile al bisogno ed alle sofferenze degli altri, anche per il mio incontro con il Movimento di Cominione e Liberazione, dove la dimensione caritativa era molto forte, e dove soprattutto ho compreso che la scelta della consacrazione a Cristo è per un amore più grande agli altri, per il loro vero e definitivo bene.
Quando è entrata in convento ha capito subito che quel mondo le apparteneva?
Mi sono sentita subito a casa, come una casa che mi aspettava da chissà quanto tempo, ed il ritmo della vita contemplativa mi è stato subito naturale.
Non ha mai avuto cedimenti o crisi nella vocazione?
Quando sono entrata avevo vent’anni, per cui nella crescita della mia persona, tutte le parti di me ancora sconosciute hanno avuto bisogno di essere consegnate a Dio. La “crisi” è arrivata dopo una decina di anni, il periodo in cui una donna lascia il mondo giovanile per progettare il proprio futuro: ed è stato un momento molto importante, in cui ho rivisto le scelte fatte dieci anni prima, in cui le ho confermate con più consapevolezza, ma anche con più sofferenza. In quei momenti ho verificato, con mio stesso stupore quanto Dio sia davvero importante per il cuore umano.
Dopo circa 26 anni di vita nel monastero, cosa si aspetta ancora per il suo futuro?
Spero di crescere ancora, di approfondire questo cammino, e sono convinta che questa fase può riservarmi ancora delle sorprese. Desidererei trasmettere alle mie “figlie” la bellezza dell’esperienza della mia vita e vedere che sorelle più giovani crescono più in gamba e più brave di me mi riempie di gioia.
Può parlarmi dei suoi studi?
Ho studiato teologia fin dai primi anni in monastero, perché per diverso tempo sono stata impegnata nella formazione delle più giovani, insieme all’approfondimeno del nostro carisma, alla storia di San Francesco e Santa Chiara. In questi ultimi anni ho dovuto approfondire questi studi per collaborare alla stesura di un testo sulla Regola di Santa Chiara, un volume a carattere scientifico che è nato per il desiderio di consentire alle Clarisse di studiare la loro Regola, in collaborazione con il lavoro degli storici ma anche in maniera autonoma e originale.
Quale significato ha per il mondo moderno la presenza dei monasteri di clausura?
Penso che noi suore di clausura siamo qui per ricordare a tutti gli uomini ciò a cui anche loro sono chiamati. Noi siamo si, in un certo senso, distanti dal mondo, ma per essere di più dentro il mondo. Il nostro stare qui si contrappone al bisogno di capire per fare, è invece uno “stare per comprendere”, ed è una testimonianza della presenza di Dio fra noi.
E il rapporto con la Chiesa?
Ci sentiamo molto stimate dalla Chiesa, godimo di venerazione, ma di fatto penso che molti no abbiano realmente conoscenza della nostra vita qui. Mi domando, a volte, e forse con un po di audacia: un sacerdote che non stima una vocazione come la nostra come fa a stimare la propria?. La nostra presenza ha la stessa funzione del cuore in un corpo: come diceva Santa Teresa di Lisieux, siamo il cuore della Chiesa.
Per finire, è ancora attuale il messaggio delle suore di clausura?
Certamente, oggi constatiamo che ci sono nuove vocazioni alla vita contempaltiva, ragazze che scelgono di dedicare la propria vita a Dio ed agli altri, e per me ogni volta è una grande commozione assistere a questo autentico miracolo del terzo millennio.