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ARTICOLO 18, QUANDO IL DIRITTO DEL LAVORO È OSTAGGIO DELLA CASTA

29 aprile 2012

Le innumerevoli polemiche politiche e sindacali relative a presunti vizi e accentuate virtù dell’art.18 dello statuto dei lavoratori hanno il merito di riproporre all’attenzione della collettività la questione dei diritti dei cittadini-lavoratori. È necessario fotografare la condizione attuale contrattuale dei lavoratori, una cui minoranza gode ancora del diritto di poter ricorrere al giudice del lavoro in caso di illegittimo licenziamento, mentre, la stragrande maggioranza ha un rapporto di lavoro sancito da un contratto atipico, le cui garanzie in caso di contenzioso sono prossime allo zero. Tutti i protagonisti delle odierne polemiche evitano di chiarire come sia stato possibile che in Italia siano state introdotte oltre 40 forme contrattuali alcune delle quali reintroducono di fatto, forme di sottomissione al datore di lavoro, in ossequio alla necessità di incrementare il Prodotto Interno Lordo. L’introduzione delle nuove forme contrattuali avviene con la legge 24/06/97 n. 196 meglio conosciuta come “decreto Treu “ dal nome del ministro del lavoro del governo di centro sinistra in carica, è per la cronaca la legge che ebbe l’approvazione di tutti i partiti che componevano la coalizione, PRC compreso. Numerosi governi si sono succeduti, centro sinistra o centro destra poco cambia, ma la miriade di contratti atipici sono rimasti in vigore costringendo le nuove generazioni a confrontarsi con una precarietà lavorativa ed esistenziale mai viste. La situazione è così surreale che anche alcune organizzazioni sindacali utilizzano i contratti atipici per l’assunzione dei propri dipendenti. La ripresa economica da molti prevista, anche grazie alla riforma del lavoro (decreto Treu), non si è vista, siamo invece dentro ad una crisi recessiva molto seria e, per coerenza, la casta politica si è inventata un governo tecnico che insiste nella tesi che eliminando alcuni diritti dei lavoratori si possano agevolare gli investimenti nella penisola e di conseguenza l’occupazione. Riteniamo queste tesi completamente destituite di fondamento. La causa della disoccupazione, sostanzialmente, si trova nella delocalizzazione delle imprese italiane all’estero dove il costo del lavoro è molto più basso, la tassazione è inferiore a quella italiana e il funzionamento della giustizia civile è di gran lunga migliore di quello italico; per non parlare poi delle clausole di adesione all’euro che hanno comportato ulteriori svantaggi per i cittadini e i lavoratori, mentre hanno soddisfatto le aspettative del sistema finanziario. Modificare l’articolo 18 sarebbe una vessazione nei confronti di quella fascia minoritaria di lavoratori che ne usufruiscono, senza alcun vantaggio per una economia liberista che non vuole fare i conti con i propri fallimenti storici. L’abolizione dei diritti sono solo una scelta politica arrogante di un governo che deve mostrare il comando, che deve avere il controllo del diritto tanto da poterne decidere le sorti. L’art. 18 è solo un preteso per dire che sui diritti si può, da adesso, contrattare e non più esigerli. Noi non ci stiamo e come M5S lotteremo per modificare la rotta.

Movimento 5 Stelle  – sezione Perugia

LA DIVERSITÀ DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE, ECCO CHI SIAMO

27 ottobre 2011

Ai molti che si chiedono perché mai il Movimento Cinquestelle non siallei con il PD, né con alcun altro partito, vogliamo rispondere evidenziando e ribadendo per l’ennesima volta i fattori che ci differenziano in modo decisivo da tutti i partiti. Quanto al PD, è chiaro che nessuna alleanza è possibile con un partito i cui esponenti ci hanno sempre considerato come dei traditori, quando non pericolosi facinorosi oltre il fatto che ( e soprattutto ) è lontanissimo dal nostro programma, dalla nostra idea di Politica, nonché nel giudizio sulle scelte operate in questi ultimi 2 decenni. Valutazioni pressoché analoghe ci separano dagli altri partiti. Ci riteniamo infatti profondamente alternativi sia a questa destra che a questa sinistra – a patto che abbia ancora un senso distinguere tra tali blocchi, ormai ridotti a due accozzaglie di politicanti aggrappati alla loro poltrona o poltroncina – per la totale incompatibilità dei principi fondanti ( per noi la partecipazione dei cittadini sulle scelte fondamentali è centrale e vincolante, non sussidiaria o “a corredo”, come è stata considerata dalla politica degli ultimi 3 decenni). Siamo alternativi per la totale incompatibilità programmatica (proponiamo, tra i tanti punti, un nuovo modello di progresso umano ed economico, fondato sulla decrescita e non sul PIL del consumo e del cemento; proponiamo una nuova legislazione che trasformi radicalmente le modalità di “governance” dei beni pubblici, un nuovo principio di democrazia energetica, basato su efficienza e rinnovabili). Siamo inoltre totalmente incompatibili, per quanto riguarda le modalità di accesso e di esercizio della Politica, proponendo una nuova politica, leggera, giovane, trasparente, di servizio e senza soldi pubblici, basata sull’ impegno e il merito, una Politica garante della regolarità e dell’efficacia dell’esercizio democratico, i cui i veri attori saranno i Cittadini. Per questo, noi Cittadini riuniti nel Movimento Cinque Stelle, invitiamo tutti coloro che non si sentono rappresentati e che vorrebbero farequalcosa per cambiare le cose a venire a trovarci, per conoscerci econdividere idee, esperienze e impegni.

M5S di Perugia

Sopravvivere Senza Petrolio : l’esperienza di Cuba

2 Maggio 2011

Riceviamo da Movimento 5 Stelle di Perugia  e pubblichiamo

In questo periodo, ma oramai si ripete da anni,  le nazioni del PRIMO MONDO, sono sempre impegnate in missioni di pace per lo più ( stranamente ) in paesi ricchi di petrolio e/o di uranio; come mai? E’ lecito chiedere ai governi di affrontare la futura crisi del petrolio anche senza ricorrere alla guerra ? Noi pensiamo di SI e vorremmo discutere con le istituzioni di un serio programma energetico, non per i prossimi 2-3 anni, ma per i prossimi 50 anni ! Il pensiero del Movimento 5 Stelle e di molti altri si basa su tre principi fondamentali:

Ridurre i consumi e gli sprechi con tutte le tecnologie disponibili ad oggi; Microcogenerazione diffusa e rete di distribuzione libera, di proprietà dei cittadini: ci sarà chi perlopiù produrrà e chi perlopiù consumerà e saranno i comuni stessi a gestire i conti con un piccolo software; Puntare sulle fonti rinnovabili, il futuro già ci mostra il picco del petrolio; poi ci sarà quello del gas e dell’uranio ecc; i combustibili fossili sono destinati a finire e probabilmente sono anche la causa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, quindi meglio pensare oggi di passare ad altro;

Di seguito proponiamo la lettura di un fatto avvenuto a Cuba ovvero la storia del picco del petrolio artificiale e come la comunità ha affrontato tale evento; ovviamente loro avevano ed hanno una dittatura forte che noi ovviamente non ci auguriamo nel nostro paese (meno male n.d.r.) ma pensiamo che certe scelte vadano condivise con i cittadini in modo da coinvolgerli assieme alle istituzioni e provare insieme ad affronatre un cambiamento che noi crediamo in meglio.

L’isola caraibica, sin dalla presa del potere da parte di Fidel Castro e dei suoi rivoluzionari, ha goduto dell’enorme aiuto dell’ ex. Unione Sovietica. Forniture regolari ed economiche di petrolio, generi alimentari, farmaci, fertilizzanti e pesticidi per l’agricoltura, hanno sostenuto l’economia cubana per tre decenni ( 1960 -1990 ). Inoltre l’ Unione Sovietica acquistava dall’ Isola la canna da zucchero ( maggior produttore al livello mondiale ) al doppio del  valore di mercato. Tanto per capire quanto le conseguenze del crollo sovietico sull’economia di Cuba furono devastanti, citiamo alcuni dati; dall’oggi al domani l’ Isola si ritrovò con l’80% delle importazioni e delle esportazioni in meno, 90% di petrolio in meno, 50% in meno di medicinali e cibo e l’ 88% dei fertilizzanti in meno. Il PIL calò in breve tempo del 34%, l’apporto calorico pro capite calò da 2.908 a 1.863 calorie/giorno in 5 anni e in media i cubani persero in media circa 10 kg a testa.

Cosa ha fatto il governo Cubano? A posteriori possiamo dire tranquillamente che le scelte furono molto appropriate anche se nell’immediato portarono a gravi problematiche interne e a forti critiche dai paesi con economie basate sul consumismo. Ma vediamo nel dettaglio le scelte governative:

1)  Limitazione del consumo energetico: conseguenza diretta frequenti blackout, per questo, pannelli fotovoltaici su tetti di scuole e ospedali ( in mancanza di energia avevano comunque generatori ), questi servizi rimangono gratuiti per tutti; 2)    Razionalizzazione del cibo : razioni alimentari garantite solo per anziani, donne in gravidanza e bambini; 3)    Riforma agraria : parcellizzazione di grosse fattorie governative da distribuire gratuitamente a chi ne facesse richiesta; con stanziamento di fondi per stimolare l’abbandono della città e favorire il ritorno alla campagna : senza più fertilizzanti si ritornò all’agricoltura naturale, vengono reclutati i “vecchi” contadini ( aspetto sociale ), ri-nascita delle attività artigiane come calzolaio, maniscalco, fabbro ecc ( conseguente calo della disoccupazione ) ad oggi il cibo naturale a Cuba è dell’ 80%; 4)   Campagna per favorire l’uso dei mezzi pubblici, acquisto di oltre un milione di biciclette con distribuzione gratuita, concessione di licenze di trasporto anche per carrozze trainate da animali : prima conseguenza, diminuzione dell’inquinamento ; 5)   Permessi per la nascita dell’agricoltura urbane ( esclusi allevamento per problemi igenici ) : nascita dei mercatini urbani, nasce così anche un ministero dell’agricoltura urbana, vengono assegnati 1500mq a chi ne fa richiesta, ( presi da giardini pubblici, aree non utilizzate, aiuole, terrazzi) ottenendo così la vera filiera corta. 6)   Nasce la produzione di bioetanolo : dagli scarti della canna da zucchero. Altri dati : nel 2007 ( fonte CIA ) negli USA il reddito medio era di 44.000$ a Cuba 4.000$, ciò nonostante la mortalità infantile negli USA risultava del 6,37% contro il 6,04% di Cuba, aspettativa di vita 78 anni contro 77,08 e mentre la disoccupazione negli USA era del 4,08% mentre a Cuba si aveva l’ 1,9% ( oggi gli USA hanno una disoccupazione del 8,8% mentre a Cuba il valore è stabile all’ 1,9% , media Italia 8,3%, media Europa 9% ) . Pensiamo ci sia molto su cui riflettere e invitiamo le istituzioni, soprattutto quelle locali, a farlo….

Dall’Umbria arriva l’olio bio-organico, ricco di polifenoli e spremuto a freddo entro 4 ore

16 novembre 2010

Premiato ieri sera all’Hotel Cavalieri Hilton di Roma con 5 gocce “ll Fontanaro” dell’azienda agrituristica eco-biologica della famiglia Pinelli.

alina e lucia pinelli

L’azienda nasce  nel 1976, con un’esperienza alle spalle di agricoltori di olive di oltre 3 generazioni caratterizzate da un fedele rispetto della tradizione e delle cultivar previste dalla zona DOP  di appartenenza (Colli del Trasimeno). Produce anche olio, miele e zafferano e l’olioFontanaro è biologico, certificato da ICEA, N.L. 579 dal 2001.

L’Olio del Fontanaro è un olio prodotto con olive Moraiolo, Leccino, Frantoio, Pendolino, e Dolce Agogia coltivate nelle colline del Trasimeno a 400 m s.l.m. Tutti gli uliveti sono iscritti nei registri della DOP.

Per raggiungere l’eccellenza nella produzione dell’olio, nel 2009, l’azienda agrituristica, guidata da Lucia Pinelli Verdacchi ed ora anche dai figli Giovanni ed Alina Pinelli ha ritenuto indispensabile controllare l’intera filiera produttiva acquistando un frantoio della Toscana Enologica Mori, azienda leader nei mulini di piccola e media dimensione.  Avere il mulino all’interno dell’azienda ha permesso  di lavorare le olive entro 4 ore dalla raccolta ad una temperatura massima di 25°C, controllando la velocità di frangitura la gramolazione  e l’estrazione. Il  frantoio  con gramole verticali ha una capacità di circa 3 quintali l’ora.  E’ caratterizzato dal ciclo a 2 fasi denominato “Integrale” perché non utilizza l’aggiunta di acqua di diluizione, al fine di evitare il dilavamento dell’olio, preservando le sue parti aromatiche di maggior pregio. Tali operazioni consentono di ottenere la massima qualità,  la minima acidità e la più alta percentuale di polifenoli. Inoltre l’olio viene filtrato immediatamente dopo la spremitura con un filtro pressa con strati di cellulosa che garantisce un ottimale mantenimento delle caratteristiche di fragranza e freschezza nel tempo.

Così racconta  Lucia Pinelli Verdacchi: “Quest’anno abbiamo iniziato una prima frangitura il 18 ottobre insieme con il nostro oleologo Giorgio Mori con l’obiettivo di valutare le qualità dell’olio con una raccolta molto precoce. La campagna produttiva è terminata il 5 Novembre ed  insieme al nostro Oleologo abbiamo  realizzato  un cru  monocultivar  di Frantoio e di Moraiolo. I risultati delle analisi chimiche e organolettiche della Camera di Commercio di Firenze  ci confermano di aver ulteriormente migliorato i risultati già lusinghieri dell’anno 2009.

Tutte le ulteriori info nel sito: www.fontanaro.it

Famiglia Pinelli – Il Fontanaro, via Montanaro, 64 – 06060 Paciano, Pg  Italy

cell  + 39 338 7338869    +39 338 7408884 – alina@fontanaro.it  lucia@fontanaro.it